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Contro L'OSTRACISMO dei Cattolici Neocatecumenali - Manifestiamo uniti a Montecitorio

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2010 11:45
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11/12/2010 10:53
 
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it.wikipedia.org/wiki/Cammino_neocatecumenale

Riconoscimenti nel mondo cattolico

Il Cammino neocatecumenale è una realtà ecclesiale pienamente riconosciuta dalla Chiesa cattolica e in piena comunione con il suo Magistero. Nei suoi oltre quaranta anni di diffusione ha goduto della stima dei pontefici e del favore di molti ecclesiastici[26]. Nel corso degli anni, ha raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti. Già il Servo di Dio Paolo VI, in un'udienza generale, nel 1974, affermava:

« Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e con la vostra attività [...] Vivere e promuovere questo risveglio è quanto voi chiamate una forma di "dopo Battesimo" che potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al Battesimo »
(Paolo VI alle Comunità Neocatecumenali, Udienza Generale, 8 maggio 1974, in Notitiae 96-96, 1974, 230)

Anche le celebrazioni eucaristiche del Cammino neocatecumenale sono state elogiate dalle autorità ecclesiastiche e, particolarmente, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Nel 1974, la Congregazione pubblicava su Notitiae, il suo bollettino ufficiale, una nota laudatoria sulle celebrazioni eucaristiche del Cammino neocatecumenale[27]:

« Tutte le riforme, nella Chiesa, hanno apportato nuovi principi e promosso nuove norme, che hanno tradotto in pratica gli intenti della riforma stessa.

Così accadde dopo il Concilio di Trento; né poteva essere diversamente ai giorni nostri. Il rinnovamento liturgico incide profondamente sulla vita della Chiesa. C'è necessità che la spiritualità liturgica germini nuovi fiori di santità e di grazia, nonché di apostolato cristiano più intenso e di azione spirituale.

Un modello eccellente di questo rinnovamento si trova nelle «Comunità neo-catecumenali» che sorsero a Madrid, nel 1962, per iniziativa di alcuni giovani laici, con il permesso, l'incoraggiamento e la benedizione dell'eccellentissimo Pastore madrileno, Casimiro Morcillo. Le comunità hanno lo scopo di rendere visibile nelle parrocchie il segno della Chiesa Missionaria, e si sforzano di aprire la strada all'evangelizzazione di coloro che hanno quasi abbandonato la vita cristiana.

A questo fine i Membri delle «Comunità» cercano di vivere più intensamente la vita liturgica cristiana incominciando dalla nuova catechesi e dalla preparazione «catecumenale», percorrendo cioè, con un cammino spirituale, tutte quelle fasi, che, nella Chiesa primitiva, i catecumeni percorrevano prima di ricevere il sacramento del battesimo. Poiché si tratta non di battezzandi, ma di battezzati, la catechesi è la medesima, ma i riti liturgici si adattano allo stato di cristiani battezzati secondo le direttive già date dalla Congregazione per il Culto Divino.

Le «Comunità» nelle parrocchie vengono erette sotto la direzione del parroco. I membri, una volta o due la settimana, si riuniscono per ascoltare la parola divina, per avere colloqui spirituali, per partecipare all'Eucaristia. »
(Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Notitiae, 01/08/1974)

La stessa Congregazione, nel 1988, pubblicava una Notificazione[28] in cui autorizzava le celebrazioni dei neocatecumenali ricordando che «le celebrazioni di gruppi particolari riuniti per una specifica formazione loro propria sono previste nelle istituzioni Eucharisticum Mysterium, del 25 maggio 1967, nn. 27 e 30 (AAS 59, 1967, 556-557) e Actio Pastoralis, del 15 maggio 1969 (AAS 61, 1969, 806-811)»; autorizzava «la comunione sotto le due specie» e incoraggiava inoltre i vescovi «a voler considerare e approfondire il valore spirituale e formativo di queste celebrazioni».

Molte sono poi le occasioni nelle quali il Servo di Dio Giovanni Paolo II espresse la propria stima e affetto. Lo stesso si esprimeva con parole di elogio nella sua Lettera Ogniqualvolta del 30 agosto 1990[29], indirizzata a mons. Paul Josef Cordes, Vice Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, incaricato "ad personam" per l'Apostolato delle Comunità Neocatecumenali[30]:

« Ogniqualvolta lo Spirito Santo fa germinare nella Chiesa impulsi di una maggiore fedeltà al Vangelo, fioriscono nuovi carismi che manifestano tali realtà e nuove istituzioni che le mettono in pratica. È stato così dopo il Concilio di Trento e dopo il Concilio Vaticano II.

Tra le realtà generate dallo Spirito ai nostri giorni figurano le Comunità Neocatecumenali, iniziate dal Signor K. Argúello e dalla Signora C. Hernandez (Madrid, Spagna), la cui efficacia per il rinnovamento della vita cristiana veniva salutata dal mio predecessore Paolo VI come frutto del Concilio [...]

Anch'io, nei tanti incontri avuti come Vescovo di Roma, nelle parrocchie romane, con le Comunità Neocatecumenali e con i loro Pastori e nei miei viaggi apostolici in molte nazioni, ho potuto constatare copiosi frutti di conversione personale e fecondo impulso missionario.

Tali Comunità rendono visibile, nelle parrocchie, il segno della Chiesa missionaria e "si sforzano di aprire la strada all'evangelizzazione di coloro che hanno quasi abbandonato la vita cristiana, offrendo loro un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo; li riavvicina alla Chiesa ed a Cristo" (cfr. Catecumenato postbattesimale in Notitiae 96-96, 1974, 229). Sono l'annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del "Cammino neocatecumenale" in L'Osservatore Romano, 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa. [...]

[...] riconosco il Cammino neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni.

Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'Episcopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale[31] »


Il 29 giugno 2002 (Solennità di San Pietro e Paolo), lo statuto del Cammino neocatecumenale fu approvato ad experimentum dal Pontificio Consiglio per i Laici. Il 21 settembre 2002, Giovanni Paolo II ricevette in udienza a Castel Gandolfo gli iniziatori del Cammino e, commentando l'approvazione dello statuto, volle nuovamente esprimere il suo incoraggiamento[32]:

« Come non ringraziare il Signore per i frutti portati dal Cammino neocatecumenale nei suoi oltre trent'anni di esistenza [...] In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l'indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad aver bisogno di una nuova scoperta dei Sacramenti dell'iniziazione cristiana; specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino è senz'altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Desidero sottolineare l'importanza degli Statuti appena approvati per la vita presente e futura del Cammino neocatecumenale che, come ho già avuto modo di dire alcuni anni fa, costituisce "un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni". Gli Statuti costituiscono altresì, un importante aiuto per tutti i pastori della Chiesa, particolarmente per i Vescovi diocesani, ai quali è affidata dal Signore, la cura pastorale e, in particolare, l'iniziione cristiana delle persone nella Diocesi [...] Gli Ordinari Diocesani potranno trovare negli Statuti i principi base di attuazione del Cammino neocatecumenale in fedeltà al suo progetto originario »


Al termine dei cinque anni canonici lo Statuto è stato approvato definitivamente l'11 maggio 2008 (Solennità di Pentecoste), con Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, il quale sancisce

« l'approvazione definitiva dello statuto del Cammino neocatecumenale debitamente autenticato dal Dicastero e depositato in copia nei suoi archivi. Ciò nella fiducia che queste norme statutarie costituiscano linee guida ferme e sicure per la vita del Cammino e che esse siano di aiuto ai Pastori nel loro paterno e vigile accompagnamento delle comunità neocatecumenali nelle Chiese particolari.[33] »


Con l'approvazione dello statuto, il Cammino neocatecumenale è definitivamente riconosciuto dalla Chiesa cattolica come una realtà ecclesiale, un carisma fedele al magistero e un valido strumento di evangelizzazione all'interno della parrocchia.

Il 10 gennaio 2009, papa Benedetto XVI, incontrando le comunità neocatecumenali di Roma, nella basilica di S. Pietro in occasione dei 40 anni dalla nascita della prima comunità di Roma nella parrocchia dei SS. Martiri Canadesi, ha avuto parole di conferma e di elogio:

« Come non benedire il Signore per i frutti spirituali che, attraverso il metodo di evangelizzazione da voi attuato, si sono potuti raccogliere in questi anni? Quante fresche energie apostoliche sono state suscitate sia tra i sacerdoti che tra i laici! Quanti uomini e donne, e quante famiglie, che si erano allontanate dalla comunità ecclesiale o avevano abbandonato la pratica della vita cristiana, attraverso l'annuncio del kerigma e l'itinerario di riscoperta del Battesimo sono state aiutate a ritrovare la gioia della fede e l'entusiasmo della testimonianza evangelica! [...] La recente approvazione degli Statuti del Cammino è venuta a suggellare la stima e la benevolenza con cui la Santa Sede segue l'opera che il Signore ha suscitato attraverso i vostri Iniziatori.[34][35] »


Approvazione dello Statuto da parte della Santa Sede [modifica]
All'inizio del 1997 Giovanni Paolo II chiese ai responsabili del Cammino una regolazione statutaria[36], in cui il Papa ricorda che i neocatecumenali hanno già iniziato il processo di stesura dello Statuto. Giovanni Paolo II, dopo l'approvazione dello Statuto nel 2002, confermerà che «...gli Statuti devono costituire per il Cammino neocatecumenale una "chiara e sicura regola di vita", un punto di riferimento fondamentale affinché questo processo di formazione, che ha come obiettivo di portare i fedeli ad una fede matura, possa essere realizzato in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa» ([37]). Una prima versione degli Statuti del Cammino neocatecumenale fu respinta all'inizio del 1999 (il giurista neocatecumenale padre Javier Sotil, rettore del Redemptoris Mater di Brasilia, nel maggio 1999, durante una convivenza al Centro Neocatecumenale internazionale di Porto San Giorgio con Kiko Argüello e Carmen Hernández, annunciava che la bocciatura era stata «provvidenziale» perché aveva dato modo di «pensare e ripensare, consultare tante persone per preparare una seconda bozza che è qui pronta» [38]). Lo Statuto venne finalmente approvato nel 2002 per un periodo ad experimentum scaduto a giugno 2007 (l'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino neocatecumenale il 29 giugno 2002 comincerà con: «siamo contentissimi che dopo tutto il travaglio di questi anni si sia potuti arrivare alla approvazione dello Statuto»)[39].

Il decreto di approvazione[40] del Pontificio Consiglio per i Laici recitava infatti: «Tenuto conto dei numerosi frutti spirituali apportati alla nuova evangelizzazione dalla prassi del Cammino neocatecumenale - accolto e valorizzato nei suoi oltre trent'anni di vita in molte Chiese locali - segnalati al Pontificio Consiglio per il Laici da numerose lettere raccomandatizie di cardinali, patriarchi e vescovi; dopo attento esame del testo degli Statuti, frutto di un laborioso processo di collaborazione tra gli iniziatori del Cammino neocatecumenale e il Pontificio Consiglio per i Laici, che si è avvalso del contributo apportato nell'ambito delle competenze loro proprie da diversi dicasteri della Curia Romana ( [...] ) il Pontificio Consiglio per i Laici DECRETA l'approvazione "ad experimentum" per un periodo di cinque anni degli Statuti del Cammino neocatecumenale...»

Nei discorsi e omelie di Giovanni Paolo II del 29 giugno 2002 e dei giorni successivi, non appare alcuna menzione dell'approvazione degli Statuti[41], nonostante Kiko Argüello abbia ringraziato personalmente il Papa per aver «voluto in prima persona questa approvazione»[42]; solo nel settembre successivo il Papa ne parlerà precisando che «spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso. Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli fonti»[43].

Lo Statuto rinviava ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e indica la prassi del Cammino[44]; il materiale raccolto per la creazione del Direttorio (quattordici volumi) è tuttora in fase di esame da parte delle congregazioni vaticane. Si trattava perciò di un'approvazione parziale (oltre che temporanea), poiché durante l'arco di validità dello Statuto ad experimentum il Direttorio contenente le catechesi e la prassi del Cammino (non scindibili dal Cammino stesso) non è stato pubblicato.

Lo Statuto del Cammino neocatecumenale fu approvato in forma definitiva l'11 maggio 2008, giorno di Pentecoste.[45]. Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, Cardinale Stanislaw Rylko, consegnò il nuovo testo agli iniziatori del Cammino neocatecumenale, Kiko Arguello e Carmen Hernandez, il 13 giugno 2008, giorno di Sant'Antonio da Padova, francescano portoghese, Dottore della Chiesa.

Queste le parole del Cardinal Rylko, alla domanda su quale significato abbia questa approvazione, per la Chiesa e per il Cammino stesso: «Significa la conferma da parte della Chiesa dell’autenticità, della genuinità del carisma che sta alla loro origine nella vita e nella missione della Chiesa. In modo particolare, questo riguarda il Cammino che ha ormai lunga storia nella Chiesa, più di 40 anni, e porta nella vita della Chiesa tanti frutti, tante vite cambiate in profondità, tante famiglie ricostruite, tante vocazioni religiose, sacerdotali e tanto impegno a favore della nuova evangelizzazione. Quindi, è un momento di grande gioia per la Chiesa, un momento di grande gioia per la realtà ecclesiale che riceve questo riconoscimento» [46][47].

Orientamenti alle Équipes di Catechisti del Cammino neocatecumenale [modifica]
Secondo il Decreto di approvazione definitiva, e secondo lo Statuto stesso, il cammino va attuato secondo "le linee proposte dagli iniziatori" (Kiko Arguello, Carmen Hernandez) contenute nello Statuto stesso e nei 14 volumi intitolati "Orientamenti alle Equipes dei Catechisti" (cfr. art. 2.2 dello Statuto).

Nella prefazione al primo volume di "Orientamenti per le Equipes di Catechisti", gli iniziatori affermano che già nel 1977 detti volumi furono oggetto di un accurato esame da parte della Congregazione per il Clero. L'analisi fu fatta da un esperto di catechesi antiche, Padre G. Groppo. La prefazione riporta vari stralci della relazione finale di Padre Groppo con relativo numero di protocollo:

« La novità di queste catechesi e il criterio fondamentale per la loro interpretazione è costituito dal fatto che sono espressione orale di un'esperienza vissuta di fede e di conversione e che pertanto si tratta di un linguaggio esistenziale, la cui verità non va ricercata nella singola frase, ma nel contesto generale: un'esperienza vissuta intensamente non si presta a formulazioni teoriche nitide, ma si esprime sempre in modo un po' caotico, con frequenti ripetizioni, con il ricorso a paradossi, più per immagini che per concetti. Intendo ora rilevare un altro aspetto di queste catechesi, o meglio di questo Cammino neocatecumenale. Come studioso della storia della catechesi antica devo dire che il tentativo di Kiko e Carmen di attualizzare il catecumenato è un tentativo riuscito.
L'esperienza ha fatto intuire quello che di profondamente valido conteneva questa istituzione dei primi tre secoli e ha permesso di tradurla in una struttura la quale, pur non ricalcando l'antica, ne assume gli elementi più importanti e li inserisce in un contesto nuovo: quello della conversione di battezzati che però non hanno mai fatto una opzione personale di fede. In questo processo - che implica il suo tempo - questi battezzati delle Comunità Neocatecumenali vengono aiutati a fare la loro opzione fondamentale di fede in un clima di comunità, a rendersi disponibili all'accettazione del radicalismo evangelico; iniziandoli gradualmente e in modo esperienziale sia alla Parola di Dio sia ai Sacramenti della conversione cristiana (Penitenza), sia dell'Eucarestia. Io trovo tutto questo molto positivo »
(Primo volume degli "Orientamenti per le Equipes dei Catechisti", pag. 1, protocollo 156375, 12 settembre 1977.)

Sempre nella prefazione del primo volume di "Orientamenti alle Equipes di Catechisti" (pag.1) si afferma:

« La versione corretta degli "Orientamenti alle Equipes di Catechisti per la fase di conversione", che è stata preparata da una Commissione incaricata dagli iniziatori del Cammino Noecatecumenale ha rispettato il linguaggio originale, vivo ed orale. Ha corretto espressioni incomplete, o meno felici - che potevano anche sembrare ambigue - proprie del linguaggio parlato o semplicemente dovute alla traduzione non sempre accurata dell'originale spagnolo. Ha tenuto conto, inoltre, delle osservazioni fatte dal secondo esame degli Orientamenti da parte della Congregazione per il Clero del 1990. Infine hanno aggiunto le citazioni bibliche a cui fa riferimento o che aiutano a meglio capire il senso del discorso.
Nel rivedere il testo degli Orientamenti alle Equipes di catechisti, su indicazione della Congregazione per la dottrina della Fede, i 14 volumi sono stati corredati con opportuni riferimenti al Catechismo della Chiesa Cattolica, che non hanno valore illustrativo, ma normativo.

Per ogni catechesi tale riferimento si articola in due parti:

a) All'inizio si offre una visione panoramica dell'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica riguardante la tematica affrontata dalla catechesi, per la preparazione dei catechisti;

b) A piè di ogni pagina si riportano alcuni passi su qualche punto particolare delle catechesi »

Il Cammino neocatecumenale dotato di personalità giuridica pubblica [modifica]
Il Cammino neocatecumenale è stato dotato di personalità giuridica pubblica con decreto del Pontificio Consiglio per i Laici 28 ottobre 2004 Prot.N.1761/04 AIC-110 (Cfr. Statuto, art. 1, comma 3).

Mons. Juan Ignacio Arrieta, Segretario del Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei Testi Legislativi e professore ordinario di Diritto Canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, nonché giudice del Tribunale ecclesiastico dello Stato della Città del Vaticano e consultore di vari Dicasteri della Curia Romana, in un suo intervento alla convivenza di inizio corso del 25-28 settembre 2008 a questo proposito ha affermato:

« A differenza del testo del 2002 gli Statuti ora approvati affermano la personalità giuridica pubblica del Cammino neocatecumenale (art.1, comma 3), erezione che avvenne per iniziativa del Pontificio Consiglio per i Laici, con Decreto del 28 ottobre 2004. Il punto è di particolare rilevanza perché ci porta alla vera novità che, qua e là, emerge dai nuovi Statuti. Quale rilevanza pratica può avere adesso l'erezione della personalità giuridica pubblica? A mio modo di vedere, la maggiore conseguenza di questa personalità pubblica, applicata all'itinerario di formazione neocatecumenale, riguarda la particolare autorevolezza ecclesiale con la quale, sotto la direzione dei Vescovi diocesani, s'impartisce finora il Cammino, e nel particolare impegno che, di conseguenza, si assume, perché esso sia proposto, come risultava prima ma adesso con rinnovato impegno giuridico, per mezzo di persone particolarmente selezionate e appositamente formate. Quindi essere riconosciuti persona giuridica pubblica vuol dire che il Cammino agisce con l'autorità e a nome della Chiesa. »

Il Cammino neocatecumenale nel mondo Il Cammino è oggi presente in tutti i continenti, in più di 900 diocesi, per un totale di oltre 40.000 comunità in 6.000 parrocchie. Numerosi sono anche i seminari "Redemptoris Mater", se ne contano 78, sparsi in tutto il mondo. Il Cammino è diffuso principalmente in Europa e nel continente americano. In generale, ogni comunità è composta da un numero compreso tra i venti e i cinquanta membri, ma nella maggior parte dei casi tale cifra varia tra i trenta e i quaranta membri.
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