Ho trovato questa esperienza avuta da una persona, ha fatto alcune considerazioni su questo argomento.
La seguente è una mail che ho scritto ad un amico e che mi ha dato modo di esprimere la concezione sull’altruismo e l’egoismo emersa dalle lezioni di filosofia in classe.
I Testimoni di Geova vengono a trovarmi ancora, una volta al mese. È successo proprio l’altro giorno, e mi hanno fatto pensare alla visione dell’altruismo e dell’egoismo del mio insegnante di filosofia; dopo ciò che hanno detto e ciò che ho pensato mi sono trovato decisamente d’accordo. Mi hanno detto che sono il capo di mia sorella; dove capo significa servo, ovvero che sono responsabile verso di lei, devo prendermi cura di lei, il tutto in modo unidirezionale (come è scritto nella Bibbia, dove il marito è capo/servo della moglie e se ne prende cura).
Questo è presentato come buono, altruista. In realtà è una forma deviata di altruismo, narcisistica, in cui una persona è convinta che da sé può venire solo il bene, che l’altro è incapace, e quindi sono buono perché aiuto, do, do, aiuto.
Be’ tantissime volte io di mia sorella mi sono dimenticato totalmente. Tante volte è stata lei a venire a cercarmi, farmi sorridere, darmi conforto, aiutarmi. Non sono sempre stato io. Siamo tutti fatti di pregi e difetti. Tutti dovremmo aiutare e farci aiutare, senza essere convinti di essere i buoni, gli altruisti, quelli che danno, danno, danno: bisogna anche ricevere, oppure moriremo schiavi delle nostre debolezze.
Inoltre si dice spesso che il vero altruismo si vede quando si fa qualcosa con sacrificio, per dovere anziché per il piacere: in tal caso varrebbe di meno perché ne ricaveresti beneficio anche tu, e quindi sarebbe una forma di egoismo celato.
Se tu chiedessi a due tuoi amici di passare il pomeriggio con te, e il primo ti rispondesse “Mi stai antipatico, però è mio dovere da amico uscire con te, quindi mi sacrifico e lo faccio” mentre il secondo dicesse “Certo, è un grande piacere uscire con te, arrivo subito!”, quale preferiresti? Quale considereresti più buono?
Per quale motivo dovremmo pensare che il piacere e il bene per noi sono un atto egoista mentre il sacrificio è un atto altruista? Possiamo crederlo principalmente per due ragioni:
1. Morale ascetica. L’idea per cui i piaceri sono sporchi, peccaminosi, sbagliati di per sé. Chi rifiuta i piaceri buoni cadrà necessariamente in quelli cattivi. Chi si allontana dal buon cibo, dall’amore e dal sesso, dalle amicizie, dai godimenti cadrà necessariamente in quei piaceri cattivi che danno soddisfazioni distorte: l’invidia, l’odio, l’astio, il pettegolezzo, la morbosità sessuale; riempiendosi di vizi sarà tutt’altro che altruista e buono.
2. Indipendenti. Alcuni pensano inconsciamente che il sacrificio sia migliore di un atto buono fatto con piacere perché il bene per noi è un bene solo per noi e non per gli altri (e magari coincide anche col male per gli altri) e il bene per gli altri è un bene solo per gli altri e non per noi (e magari è un male per noi, e si torna all’invidia). Questa idea si basa sul presupposto falso che siamo tutti enti indipendenti, isolati gli uni dagli altri, magari in conflitto gli uni con gli altri. In realtà siamo tutti correlati da una fittissima rete interpersonale e intermentale/ideale, dove il bene per me (il vero bene) è un bene anche per gli altri e il bene per gli altri è anche un bene per me. L’esempio dell’amico felice di vederti è piuttosto semplice: il fatto che lui stia bene fa stare bene te e viceversa. Altri esempi: il fatto che io abbia un buon insegnante di filosofia che mi dà gli input per questi ragionamenti è un bene per me, ma ora è un bene anche per te che ne stai usufruendo. Il fatto che una persona mangi con piacere è un bene per lei ma lo sarà anche per chi le sta intorno se sarà in forma, bella, sana.
Se le nostre azioni sono fatte con piacere le faremo con più voglia, riusciranno meglio, saremo felici, le rifaremo con più facilità. Se sono fatte con sacrificio e dovere le faremo controvoglia, con risultati peggiori e tenderemo a non ripeterle. Ecco perché sono migliori e più buone le azioni compiute assieme ad un piacere e bene personale. L’egoismo interviene se e solo se il mio bene coincide con un male per gli altri (e nella visione interpersonale, a lungo andare questo mio pseudo-bene mi si ritorcerà contro e quindi non era un vero bene).
Fonte
Voi cosa ne pensate?
Mauro