SANREMO - E' la favorita della vigilia, Emma, a vincere il 62esimo Festival di Sanremo con "Non è l'inferno". E per lei è stato infatti il Paradiso. E di Paradiso e aldilà ha riparlato anche Celentano nel suo atteso monologo, che farà ancora discutere, perché non solo Adriano non si è scusato, ma ha continuato a mettere nel mirino i giornali cattolici. Ma stavolta il pubblico dell'Ariston ha reagito male. Ma la serata rimane un successo: un vero e proprio boom di ascolti, con cifre che non si vedevano dall'edizione del 2000.
Gli ascolti. Gli spettatori sono stati 14 milioni 456 mila, pari al 50.93% di share nella prima parte e 12 milioni 31 mila con con il 68.74% nella seconda. Un dato che migliora decisamente sia il risultato della quarta serata del festival, sia quello della finale 2011. La media ponderata di ieri è pari a 13 milioni 287 mila con il 57.43%, la migliore dal 2005. Venerdì, per la finale dei giovani, gli spettatori erano stati 11 milioni 429 mila (39.64%) nella prima parte e 7 milioni 325 (49.91%) nella seconda. Per trovare un risultato di simile portata bisogna risalire al secondo festival condotto da Fabio Fazio nel 2000.
Nel 2011 la media ponderata era stata di 12 milioni 136 mila spettatori con il 52.12%. L'ultima serata del festival di un anno fa aveva raccolto una media di 12 milioni 537 mila spettatori con il 45.97% nella prima parte e 11 milioni 633 mila con il 63.68% nella seconda.
Il momento più atteso. Finita l'esibizione dei Big l'attesa sale. Gianni Morandi inizia a cantare il suo storico pezzo, "C'era un ragazzo". Il pubblico è emozionato. Ma a un certo punto Morandi si interrompe per lasciare lo spazio ad Adriano Celentano, che irrompe sul palco cominciando a cantare "Thirteen women". Poi parte il suo monologo che scatenerà altre polemiche.
Il discorso. «La corporazione dei media si è coalizzata in massa contro di me, - ha detto Celentano - neanche se avessi fatto un attentato allo Stato. Ringrazio quei 4-5 che mi hanno difeso. Mi ha colpito in particolare la voce di un prete che ho visto da Mara Venier: don Mario. Grazie don Mario: tu hai capito ciò che i vescovi hanno fatto finta di non capire. Mentre anche Travaglio, che credevo avesse capito, mi ha voluto attaccare. Ma io sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con i 16 milioni di persone che hanno visto il Festival di Morandi. Per parlare di vita, morte e ciò che viene dopo. Sulla vita, la morte, l'Aldilà: su questi temi dovrebbero basarsi Famiglia Cristiana e Avvenire. Quando dico che andrebbero chiusi non significa censura». Il Molleggiato continua un ripetitivo discorso sulla storia di Gesù da studiare e ricordare, sulla ricerca di Dio e l'Aldilà che ci aspetta. Ma quando per la terza volta Adriano ricita Avvenire e Famiglia Cristiana, dal pubblico si levano fischi e più di qualcuno urla "basta". Celentano appare colpito e sorpreso dalla reazione del pubblico, si ferma, poi replica: «Perchè basta? Perchè non mi fate finire di parlare? Siamo in democrazia e forse certe cose possono essere cose utili anche per voi...».
Il grazie di Morandi. Dopo il brano entra in scena Morandi, c'è chi pensa ad un intervento per fermare la predica, invece Gianni dopo un pausa dice: "Adriano, grazie". E insieme cantano un brano del nuovo album di Adriano. Morandi durante l'interpretazione si commuove mentre il pubblico si alza in piedi. La presenza di Morandi salva la situazione e distoglie l'attenzione dalle precedenti parole e dai momenti di tensione. Alla fine un abbraccio tra i due con qualche parola sussurrata all'orecchio. Celentano va via, resta il solo Morandi: Io non dimenticherò questi ultimi 10 minuti in cui mi sono tornate nella mente tutte le immagini della mia vita fin da ragazzino quando cercavo di imitare proprio Celentano». Poi prova a salvarlo: «Adriano ama Sanremo, la musica, i giornali, Adriano non odia nessuno». Non c'è che dire, una vera ciambella di salvataggio. Resta il dubbio se l'entrata di Gianni in scena sia stata anticipata e una parte del discorso di Celentano sia rimasto sospeso. Si annunciano altre grandi polemiche. La raccomandazione della dg Lei di sobrietà e correttezza non è stata raccolta, ma soprattutto la seconda uscita di Celentano nulla ha aggiunto di nuovo. Non si è scusato, ha confermato il suo pensiero, sfruttando un'altra mezz'ora senza contraddittorio per un monologo, il secondo, che non resterà certo negli annali.
Morandi stremato. Dopo l'intervento di Celentano, Morandi appare svuotato di energie. A suo merito il tentativo di recuperare la situazione e la professionalità nel momento più delicato, ma resta la sensazione che la predica del Molleggiato abbia colto di sorpresa anche Morandi che, voci di corridoio sostengono, avesse dato rassicurazioni ai vertici dell'azienda.
Il presidente della Rai Garimberti attacca. Il presidente Garimberti giudica «di cattivo gusto il fatto che Celentano sia tornato ad attaccare i giornali cattolici, totalmente fuori contesto le teleprediche e il modo in cui sono stati toccati argomenti alti che andrebbero toccati in diverso contesto e con ben altro livello intellettuale».
La morale di Luca e Paolo. In chiave religiosa arriva pure il predicozzo finale di Luca e Paolo nomi apostolici e toni ironici. Il sermoncino che invita a non prendersi sul serio si conclude con un attacco alla dg Lorenza Lei. E l'idea che resta sospesa è se la democrazia e la libertà di parola sia davvero sinonimo di poter dire ciò che si vuole senza contradditorio e senza controllo avendo a disposizione la numericamente straordinaria platea di quello che una volta era solo il Festival della canzone.
Morandi-Papaleo finale spento. Finalino con Morandi che appare stanco anche degli scherzi di Papaleo e lo invita a cantare velocemento un brano di cui francamente non si sentiva la mancanza. Anche se alla fine del brano Morandi lo omaggia: «Sei la sorpresa del Festival, Rocco». Ma complice l'ora, quasi l'una, si avverte la stanchezza. Tanto che Morandi rilanciando il pagamento del canone Rai, prima sbaglia la data: «Entro il 29 settembre (invece di febbraio, ndr)», poi la definizione: «Il codice Rai (invece di canone, ndr)».
Tra le magnifiche tre: trionfa Emma A giocarsi i posti del podio sono Noemi (entrata tra le prime tre, grazie al voto della sala stampa) Emma e Arisa. Alla fine, circa all'una e un quarto un Morandi stremato, che inanella una papera dietro l'altra, dà il verdetto senza più enfasi: «Vince Emma». Era lei la favorita della vigilia con la sua canzone patriottica. Sipario.
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AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...