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Quali sono le cose che Dio odia?

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2012 09:17
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19/03/2012 22:31
 
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Da un sito evangelico:


In Proverbi 6:16-19 è scritto: “Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: (1) gli occhi alteri, (2) la lingua bugiarda, (3) le mani che spargono sangue innocente, (4) il cuore che medita disegni iniqui, (5) i piedi che corrono frettolosi al male, (6) il falso testimone che proferisce menzogne, e (7) chi semina discordie tra fratelli”.

Questo elenco corrisponde ai sette peccati capitali?
No, questo elenco non è ciò che la maggior parte delle persone intende con i “sette peccati capitali”.

Per la maggior parte delle persone, l’elenco dei “sette peccati capitali” è il seguente: superbia, invidia, gola, lussuria, ira, avarizia e accidia.

L’elenco tradizionale dei “sette peccati capitali” può servire da buon metodo per categorizzare i molti peccati esistenti. Quasi ogni genere di peccato potrebbe essere posto in una delle sette categorie. La cosa più importante, però, è che comprendiamo che questi sette peccati non sono più “capitali” [cioè “mortali” (N.d.T.)] di qualunque altro. Tutto il peccato produce la morte (Romani 6:23). Sia lode a Dio che, mediante Gesù Cristo, tutti i nostri peccati, inclusi i “sette peccati capitali”, possono essere perdonati (Matteo 26:28; Atti 10:43; Efesini 1:7).


Ely



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22/03/2012 15:51
 
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Re:
Elyy., 19/03/2012 22.31:

Da un sito evangelico:


In Proverbi 6:16-19 è scritto: “Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: (1) gli occhi alteri, (2) la lingua bugiarda, (3) le mani che spargono sangue innocente, (4) il cuore che medita disegni iniqui, (5) i piedi che corrono frettolosi al male, (6) il falso testimone che proferisce menzogne, e (7) chi semina discordie tra fratelli”.








Riguardo l'elenco sopra indicato, ho trovato un sito che interpreta il significato di ogni espressione.
Lo fa ricollegandosi ai due fratelli più famosi dell'umanità, Romolo e Remo... anzi no, Caino e Abele [SM=g8422]

Ne riporto qui il contenuto, sperando possiate trovarlo anche voi interessante

Sette cose che Dio odia

Genesi 4 parla di Caino e Abele

L’Eterno non guardò l’offerta di Caino ma accettò le primizie di Abele. Siamo chiamati a dare a Dio ciò che viene prima. Il nostro primo pensiero, la nostra prima parola, il nostro primo lavoro, il nostro primo guadagno, ecc. Non è specificato perché, né quale fosse il carattere dei due fratelli, ma Dio benedisse uno e maledisse l’altro. Però, dal comportamento di Caino possiamo capire cosa Dio odia nei Suoi figli, quando questi non sono a Sua immagine (Genesi 5:1 e 3)

Proverbi 6:16-19 dice:
"Sei cose odia il SIGNORE,anzi sette gli sono in abominio: gli occhi alteri, la lingua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita disegni iniqui, i piedi che corrono frettolosi al male, il falso testimone che proferisce menzogne, e chi semina discordie tra fratelli".

Gli occhi alteri (occhi)
Altero vuol dire “che sente altamente di sé, che ha coscienza della sua superiorità, fiero”. Caino forse si sentiva superiore, era il primogenito (4:1), lavorava la terra e forse faticava di più, si aspettava di più dagli altri, pensava che il rispetto gli fosse dovuto. Gli occhi sono lo specchio dell’anima.

La lingua bugiarda(bocca)
Bugiardo è colui che coscientemente dice cose contrarie alla verità. Forse Caino sapeva che la sua offerta non era proprio il meglio che poteva dare a Dio eppure si sentiva offeso. Mentì sapendo di essere nel torto: “Dov’è tuo fratello?” Egli rispose: “Non lo so, sono forse il custode di mio fratello?”Attenti a come usiamo la nostra bocca, Proverbi 21:23 dice : " Chi sorveglia la sua bocca e la sua lingua preserva sé stesso dall'angoscia".

Le mani che versano sangue innocente (mani)
Ovviamente noi non siamo assassini e non c’è nessun killer nel nostro mezzo! Ma quando diamo a Dio qualcosa indegnamente è come se le nostre mani si fossero bagnate di sangue. Cosa tremenda! Isaia 1:15 leggiamo: "Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue" ; Giobbe 11:14 dice: "Se allontani il male che è nelle tue mani, e non alberghi l'iniquità nelle tue tende, allora alzerai la fronte senza macchia, sarai incrollabile, e non avrai paura di nulla..." Tutto questo ci parla semplicemente di opere che non fanno onore a Dio. Com’è facile elevare le mani a Dio durante i culti! Ma sappiamo cosa hanno fatto le nostre mani, in senso lato, come ci poniamo dinanzi a Dio, puri o sporchi? Il rosso è un colore molto acceso ed è difficile che passi inosservato. Lamentazioni 3:41 dice: "Eleviamo le mani e i nostri cuori a Dio nei cieli!", mani e cuore sono collegati.

Il cuore che escogita progetti malvagi (cuore)
Caino aveva escogitato qualcosa che per lui era il piano più geniale, uccidere suo fratello e arrivare ad essere l’unico apprezzato, onorato e guardato. Stiamo attenti al nostro cuore e a ciò che pensa, “il peccato sta alla porta e ti spia…” Sta alla porta del cuore, nella mente. La mente è la porta del nostro cuore, infatti non possiamo impedire di pensare cose brutte, ma attenzione a non fare entrare questi pensieri nel nostro cuore. In Atti 8:22 ,facciamo attenzione alle parole di Gesù: “il pensiero del tuo cuore”.

I piedi che sono veloci nel correre al male (piedi)
Dio ovviamente non odia quelle parti del nostro corpo che ha elencato, ma non sopporta le azioni sbagliate che compiono. Si dice infatti che Dio odia il peccato ma ama il peccatore. Se Caino fosse andato di nuovo nei campi, di gran corsa, a preparare un’altra offerta gradita a Dio, Egli non l’avrebbe rigettato. Ma Caino s’affrettò a compiere l’azione sbagliata. Alcuni sembra che abbiano il ferro ai piedi e il male è la calamita che li attira! Non sanno mai qual è l’azione o la decisione giusta e sono portati a compiere sempre quella sbagliata. Dio può aiutarti: “Se fai bene non sarai tu accettato?” Seguiamo l’esempio di chi fa bene, stiamo vicino a persone che fanno bene, non frequentiamo cattive compagnie e leggiamo la vita di Gesù, esempio perfetto di mansuetudine e scelte giuste!

Il falso testimone (relazioni fuori la chiesa)
È noto a tutti che la nostra testimonianza è vitale nell’evangelizzazione. Non guadagneremo mai anime per il Regno se non sappiamo bene descriverlo e mostrarlo agli altri (Giustizia, Pace e Gioia nello Spirito Santo).

Chi semina discordie tra fratelli (relazione dentro la chiesa)
La nostra condotta deve rispecchiare il modello di Gesù che era accettazione e accoglienza. Parlare male degli altri è quanto di più distruttivo può trovarsi dentro la chiesa. La stima cala, il rispetto non esiste più e l’unità si manda allo sfacelo. Tante volte è utile e buono farsi gli affari propri! 1 Tessalonicesi 4:11




[SM=x2515120]


Ely



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22/03/2012 15:52
 
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Ho dimenticato di mettere il link

[SM=x2619349]


[SM=x2702835] Ely


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22/03/2012 16:09
 
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Sui sette peccati capitali invece voglio approfondire solo alcuni aspetti.

Ho trovato delle citazioni sull'INVIDIA

Il primo peccato del diavolo è stata l'invidia, scaturita dal fatto di sapere che il Verbo si sarebbe incarnato. (Fabrice Hadjadj)

L'invidia deriva dal confronto irrazionale fra quanto hanno raggiunto altre persone e quanto avete raggiunto voi. Non è la mancanza delle qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso, bensì l'incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete. (Ari Kiev)

L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più torna a galla. (Alberto Moravia)

L'invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato. Fortunato colui al quale latrano i cretini, perché la sua anima non apparterrà mai a loro. (Carlos Ruiz Zafón)

L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente. (Bertrand Russell)

L'invidia sempre vile e bassa, avversa alla giustizia e alla benevolenza è quella che sbandisce dall'animo ogni pace e tranquillità nel suo livore, che è capace del tradimento e della calunnia per opprimere ed abbassare il merito, che si espone giustamente all'odio ed all'esecrazione di tutti. (Baldassarre Poli)

L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui. (Cesare Marchi)

Se mi succederà ancora una volta nella vita di essere preso dall'invidia saprò a qual punto giunge quel vizio e come riesce a prendere a tradimento: uno crede di dominare i propri cattivi sentimenti, si mette tranquillo, non si controlla più e quelli ne approfittano per rialzare la testa e per buttarlo in terra una seconda volta. (Gine Victor)



[SM=x2515120]
Ely



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22/03/2012 16:18
 
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Dall'archivio storico di psicolinea.it:

L'INVIDIA


L’invidia è anzitutto un sentimento doloroso, che si impone spesso contro la propria volontà e del quale è difficile liberarsi attraverso riflessioni di tipo razionale.

L’invidia comporta infatti sentimenti negativi, che sfiorano il rancore, l’odio, l’ostilità verso chi possiede qualcosa che l’invidioso non ha. L’invidia agisce allora come un meccanismo di difesa, come un tentativo di recuperare la fiducia e la stima di sé stessi, attraverso la svalutazione di chi ha di più: in termini di fortuna, di successi personali, di possibilità economiche ecc.

Il sentimento dell’invidia è sempre stato condannato dalla società, tanto che essa è considerata, dal punto di vista morale, un ‘vizio’. L’invidioso infatti ha il ‘vizio’ di svalutare le persone che percepisce come ‘migliori’ di sé e spesso non si limita al pensiero o alle fantasticherie di tipo aggressivo e distruttivo, ma cerca di danneggiare oggettivamente l’invidiato, ostacolandolo in ogni suo progetto o iniziativa.

Egli infatti è ‘colpevole’, agli occhi dell’invisioso, per essere apprezzato e stimato dalla società più del dovuto, e comunque più di quello che l’invidioso desidererebbe, anche in confronto a sé stesso. La consapevolezza che il soggetto odiato a causa dell’invidia non nutra alcun sentimento negativo nei confronti dell’invidioso non migliora in quest’ultimo il rancore e l’ostilità provata.

Quasi nessuno ammette di essere invidioso. Pochissime persone ne parlano apertamente, perché svelare questo sentimento è come rivelare al mondo la parte più meschina e vulnerabile di sé stessi, cosa che non fa piacere a nessuno, nemmeno a chi tende ad autodenigrarsi o a svalorizzarsi continuamente. Per questo motivo è più frequente osservare e analizzare l’invidia negli altri, piuttosto che nei propri pensieri e comportamenti.

Esistono poi due tipi di invidia : quella buona e quella cattiva. L’invidia buona rappresenta comunque un sentimento doloroso, lacerante, che si prova nel vedere qualcun altro riuscire dove e come noi vorremmo per noi stessi, ma in questo caso non si provano sentimenti negativi di odio e rancore per l’invidiato, non si cerca di ostacolarlo, o di togliergli ciò che possiede o ha ricevuto in premio.

L’invidia ‘buona’ corrisponde all’emulazione: un desiderio profondo di arrivare allo stesso livello dell’altro, anziché abbandonarsi allo scoramento o alla maldicenza e alla denigrazione dell’altro più fortunato. L’invidia positiva è dunque uno stimolo, una motivazione verso l’automiglioramento: colmando le proprie lacune e valorizzando i propri punti di forza, si cerca di somigliare sempre di più al modello vincente rappresentato dall’altro.

L’invidia ‘cattiva’ è infatti quella che non prevede e non auspica null’altro che il male, la sfortuna e la definitiva sconfitta dell’odiato rivale.




[SM=g8890]
Ely


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22/03/2012 16:44
 
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L'ira

una passione che fa perdere il controllo...


Che cos’è
Ciascuno di noi si identifica solitamente con la parte educata e razionale di sè e rifiuta di riconoscere come propria la parte passionale, della cui attivazione è responsabile l’altro. É sempre qualcuno o qualcosa che ci ha fatto arrabbiare..

In realtà, la rabbia è una passione che fa parte di noi e che dovrebbe indurci a guardarci dentro con più attenzione. Se qualcuno ci fa arrabbiare, infatti, questo significa che in noi c’è qualche cosa di irrisolto, c’è una disarmonia. In caso contrario non ci arrabbieremmo, ma affronteremmo la difficoltà con calma, moderazione e logica.

Invece tutti abbiamo qualche cosa che ci fa arrabbiare perchè tutti abbiamo delle intolleranze, delle debolezze o qualche vecchia ferita non completamente rimarginata. Spesso infatti quando ci arrabbiamo non è per il fatto contingente, ma per qualche cosa d’altro, di più “antico”, dimenticato forse. E così, la classica “goccia che fa traboccare il vaso” ci fa esplodere.
E allora cosa fare? Reprimere la rabbia? No. La rabbia, come le altre passioni, è una dinamica del corpo che lo danneggia sia quando è eccessivamente compressa, sia quando è scatenata senza limiti.

L’ira compressa, nella migliore delle ipotesi, genera frustrazione e mal di stomaco, così come il suo scatenamento aumenta la pressione e può generare un colpo apoplettico. Tutti i filosofi hanno sempre pensato che la salute del corpo e l’equilibrio della mente non si mantengono con la repressione delle passioni o con la loro rimozione, ma con la loro “misurata espressione”. Socrate raccomandava di “arrabbiarsi con la persona giusta, nella misura giusta, nel modo giusto, nel momento giusto e per la giusta causa”. Sembra facile…

Le manifestazioni della rabbia
C’è chi, piuttosto che esprimere direttamente la propria rabbia, preferisce chiudersi in se stesso (prerogativa soprattutto femminile), o ricorrere ad attacchi psicologici.
Oppure sposta la rabbia su una persona diversa da quella che l’ha provocata, che non ha il coraggio di affrontare, o non può affrontare... Come dice Iannacci in quella vecchia canzone: "...quelli che... perde il Milan, vanno a casa e picchiano i figli..."!!!
Le manifestazioni patologiche dell’ira spesso hanno a che fare con quelle patologiche della sessualità.
C’è infatti una sotterranea parentela tra ira e sessualità se è vero che la parola greca "orgia" significa "collera", "ira".
Arriviamo così ai casi estremi di quegli impiegati modello, miti e dimessi, e che non hanno mai alzato la voce in vita loro anche se calpestati, che la sera spaccano i piatti in testa alla moglie, oppure si trasformano in violentatori...

Le soluzioni per combattere l'ira
La soluzione per vincere la nostra rabbia consiste nel farci carico delle nostre passioni. Invece di comprimerle come il senso comune, l’ipocrisia e una cattiva scuola religiosa ci hanno insegnato diamo loro espressione avendo cura della giusta misura. Inoltre, quando la rabbia è passata, guardiamoci dentro per capire cosa ha scatenato in noi quella reazione. E quando c’è qualcuno o qualcosa che in particolare ci infastidisce e ci fa arrabbiare, non evitiamolo, ma affrontiamolo. "Conosci il tuo nemico" recita un antico proverbio; conoscilo e l’avrai per metà vinto. E il "nemico", il più delle volte è dentro di noi...


Ely

[Modificato da Elyy. 22/03/2012 16:45]
22/03/2012 17:33
 
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http://it.wikipedia.org/wiki/Superbia
Per superbia si intende la volontà di conquistare per se stessi, con ogni mezzo, una posizione di privilegio sempre maggiore rispetto agli altri. Essi devono riconoscere e dimostrare di accettare la loro inferiorità correlata alla superiorità indiscutibile e schiacciante del superbo.

Religione Nella dottrina morale cattolica la superbia è considerata il peccato peggiore tra i sette vizi capitali (Superbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidia), desideri ordinati verso lo spirito del male, cioè Satana, dai quali tutti i peccati traggono origine e che causano la morte dell'anima. Ai Vizi capitali sono contrapposte le tre Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e le quattro Virtù cardinali (Giustizia, Fortezza, Temperanza, Prudenza). Il superbo tende a comportarsi in maniera malvagia perché ritiene di essere migliore degli altri.

Iconografia I simboli che nell'arte accompagnano la raffigurazione della superbia sono generalmente il pavone, lo specchio (nel quale a volte si scorge il riflesso di Satana) e il pipistrello. Nell'iconografia rinascimentale può capitare di trovarla con attributi come il leone o l'aquila.

Un altro esponente importante che ha fatto la storia e che rispecchi uno dei sette vizi è Adolf Hitler. Per superbia si intende la volontà di conquistare per se stessi, con ogni mezzo, una posizione di privilegio sempre maggiore rispetto agli altri.

Così ne descrive la figura allegorica Cesare Ripa nella sua Iconologia del 1611:

Donna bella et altera, vestita nobilmente di rosso, coronata d'oro,
di gemme in gran copia, nella destra mano tiene un pavone et nel-
la sinistra un specchio, nel quale miri et contempli sé stessa. (P. 507)
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23/03/2012 22:58
 
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Spieghiamolo in modo più approfondito, anche se su questo "vizio" si potrebbero scrivere libri interi, e non penso che ci siano tante persone al mondo che non mostrino un pò di superbia nella vita, ma CERTI più di altri fanno della superbia l'elemento caratterizzante del proprio essere


La superbia
il bisogno esagerato di riconoscimento..


Il superbo è una persona innamorata della propria superiorità, vera o presunta, per la quale si aspetta un riconoscimento.

Origini psicologiche
La superbia affonda le sue radici nel profondo dell'uomo, che è sempre teso alla ricerca e all'affermazione della sua identità. L'identità non è qualche cosa che si elabora al proprio interno, ma è qualche cosa che ciascuno negozia nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento.
Il bisogno di riconoscimento nell'essere umano è fortissimo: forte al pari di altri bisogni più esistenziali…

Origini "storiche"
A un certo punto della nostra Storia, il Comunismo ha affermato che gli uomini sono tutti uguali. Da una parte, il diffondersi di tali convinzioni è stato benefico al progresso: gli uomini hanno incominciato ad avere pari opportunità indipendentemente da razza, credo, estrazione sociale.
D'altra parte, tuttavia, una forma esasperata di uguaglianza, riconosciuta per diritto di nascita, ha prodotto quell'omogeinizzazione dell'umanità che toglie ad ogni uomo la lotta per il riconoscimento, favorendo di conseguenza l'esplosione della superbia.

Gli uomini, infatti, sono tutti diversi. É certamente giusto che abbiano pari opportunità, nondimeno ci tengono alla loro individualità e unicità. Se vivono in condizioni che non permettono di rivendicare il proprio valore personale, in una società in cui, per "statuto", sono tutti uguali, è più probabile che la superbia e la vanagloria possano trovare terreno fertile per svilupparsi.

Anche il Cristianesimo, male interpretato, è stato utilizzato per affermare che gli uomini sono tutti uguali. In effetti il messaggio del Vangelo era un altro: Gesù affermava infatti che "gli uomini sono un Uno", non che sono tutti uguali, e la parabola dei Talenti ne è una dimostrazione…
Al contrario, in una società in cui vengono apprezzate le differenze, le persone possono essere orgogliose, nella accezione positiva del termine. L'orgoglio sano è quello che ci porta a difendere la nostra dignità di esseri umani, a rifiutare compromessi, a non farci calpestare, e ad essere soddisfatti di noi stessi quando ci realizziamo.
Nulla di buono potremmo fare senza una adeguata stima di noi, stima che dipende dalla consapevolezza delle nostre doti e dei nostri limiti. Ma quando l'orgoglio travalica, si trasforma in vanità, boria, e superbia.

Il comportamento del superbo
Di solito la persona superba non vuole intendere ragione, non tollera alcuna contraddizione e gli piace la compagnia degli adulatori.
La superbia fa sì che l'uomo si opponga ad ogni trasformazione interiore; fa tutto il possibile perché l'uomo non veda ciò che c'è di buono nell'altro, non perdoni, non esprima i suoi sentimenti e le sue emozioni, non sia autentico, non cerchi di fare qualche cosa per la sua crescita personale.

Le soluzioni per correggere la superbia
Correttivo della superbia è l'umiltà, ma non quella che coincide con la diminuzione di sé fino al limite dell'autodenigrazione. Piuttosto, quell'umiltà che frena l'impulso ad ignorare i propri limiti e perseguire mete che non sono alla propria portata.
La consapevolezza dei propri limiti concede ad ognuno di essere orgoglioso di sé senza doversi sottomettere ad un altro per umiltà, perché in questo caso non di umiltà si tratterebbe, ma di umiliazione.

Le relazioni con gli altri peccati capitali
La superbia è sottilmente imparentata con l'invidia, poiché il superbo, se da un lato tende a superare gli altri, quando a sua volta è superato non si rassegna, e l'effetto di questa non rassegnazione è l'invidia.
Al pari dell'invidia, anche la superbia ha un carattere "relazionale" nel senso che nessuno si insuperbisce in solitudine, ma sempre in relazione agli altri, di cui ha un assoluto bisogno per poter esprimere nei loro confronti la sua superiorità.

Conclusione
Nella nostra cultura c'è poco orgoglio e molta superbia, poca dignità e molta apparenza: per apparire si è disposti persino a svendersi e servire. É il degrado che crea uomini superbi senza orgoglio e uomini servizievoli senza umiltà.
La superbia è servile: non deve stupire chi, dopo avere conosciuto potere e ricchezza, quando va in rovina non ha nessuna difficoltà a strisciare.

Quando qualcuno si mostra gentile e umile, può succedere che la gente pensi che sia un debole, e ne approfitti per calpestarlo con prepotenza. Ma dopo un po', tutti si accorgeranno che il suo comportamento non é dettato da debolezza ma da una grande forza morale e spirituale, [sempre che sia sincero!]
(sottolineatura e parentesi, mia)


[SM=x2702835] Ely


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24/03/2012 09:15
 
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Il comportamento del superbo
Di solito la persona superba non vuole intendere ragione, non tollera alcuna contraddizione e gli piace la compagnia degli adulatori.



già! rispecchia molto alcune persone, che non voglion sentir ragione, se li contraddici cercano di metterti in un occhio non buono, e sono felici e si vantano solo quando stanno con chi la pensa come loro.....

non sanno che invece è proprio avere qualcuno di diverso da se stessi che fa maturare avere esperienza e acculturarsi!
conoscendo meglio la realtà!

[SM=g7426]
[Modificato da lovelove84 24/03/2012 09:17]
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AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...
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