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Perché gli animali hanno dei diritti?

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2009 17:29
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Rispetto per la vita

Per comprendere meglio ciò che ci rende moralmente debitori verso gli animali quali creature di Dio, Linzey pone tre domande:

1) Dobbiamo avere rispetto per gli animali?
2) Abbiamo delle responsabilità verso di loro?
3) Gli animali hanno dei diritti?

Sostenendo la dotrina morale dei diritti animali, Linzey non ritiene che la terminologia dei diritti possa non prevedere anche nozioni quali "rispetto" e " responsabilità".

Nella sua visione c'é un buon fondamento teologico per rispettare il valore delgi animali accettando la responsabilità e riconoscendo i loro diritti dati da Dio.


L'idea che la creazione animale possa essere il soggetto specifico del nostro rispetto in quanto creata da Dio, oggi può sembrarci elementare, ma non ha avuto molta considerazione nel corso dei secoli nel pensiero Cristiano.

Linzey nel libro "Teologia Animale", esamina i punti di vista di due importanti pensatori: Albert Schweitzer e Karl Barth.

Schweitzer é colui che ha maggiormente sviluppato il concetto di "rispetto per la vita".

In uno dei suoi libri egli contempla le diverse visioni del mondo Occidentale evidenziando le loro mancanze.
Egli afferma: " La risposta alla crisi spirituale della nostra civiltà sta nello sviluppo del pensiero etico che deve cercare di concepire la vita come manifestazione di una relazione interiore e spirituale col mondo, senza cadere nel pensiero astratto ma rimanendo essenziale, cioé la comprensione che la devozione verso il mondo é auto-devozione della vita umana verso ogni forma di essere vivente con il quale essa può avere una relazione".
Schweitzer sostiene che il rispetto sia dovuto a tutte le forme di vita, umana o animale, insetti e vegetali compresi. La persona morale, non deve chiedersi quanto questo o quella forma di vita meriti la simpatia di ognuno ai fini della valutazione dell'essere,e nemmeno se essa sia capace di sentimento e a quale grado".

In due parole la vita in quanto tale é sacra.

Sempre secondo Schweitzer, "la persona etica, non strappa foglie dagli alberi, non coglie fiori e ha cura di non schiacciare nessun insetto. Se cammina per strada dopo la piogggia e vede un lombrico che vi é stato trascinato, egli realizza che se non tornerà al più presto nel terreno in cui può rifugiarsi verrà seccato dal sole, così lo toglierà dalla strada e lo riporterà nell'erba". [SM=g6198] [SM=g6233]

Egli ritiene che "L'etica é responsabilità senza limiti verso tutto ciò che vive". [SM=g8539] [SM=g11893]


[SM=g8509]

sarah [SM=g8553]

fonte: Teologia Animale
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Sempre secondo Schweitzer, "la persona etica, non strappa foglie dagli alberi, non coglie fiori e ha cura di non schiacciare nessun insetto. Se cammina per strada dopo la piogggia e vede un lombrico che vi é stato trascinato, egli realizza che se non tornerà al più presto nel terreno in cui può rifugiarsi verrà seccato dal sole, così lo toglierà dalla strada e lo riporterà nell'erba".




Io credo invece, oltre a un comportamento etico si tratta, di un comportamento cosciensioso e sensibile al rispetto di quei valori, che traccia l'uomo, verso il rispetto della propria intelligenza, e responsabile di un mondo condiviso.



(e poi gli animali sono stati creati per primi 1000 anni priama)

io [SM=g27998] gli animali [SM=g7293] (SONO CONTRARIO ALLA CACCIA)


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Ciao Geronimo,

in effetti Etica ha un significato più esteso di ciò che possiamo intendere:

"L'etica ((dal greco antico ἔθος (o ήθος)[1], "èthos", comportamento, costume, consuetudine, è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati.

L'etica può anche essere definita come la ricerca di uno o più criteri che consentano all'individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri."

fonte: Wikipedia


Il termine "etico" comprende anche il comportamento responsabile da cui prende il nome "etica della resposabilità":

".....l’etica della responsabilità in tutti i casi in cui si bada al rapporto mezzi/fini e alle conseguenze. Senza assumere princìpi assoluti, l’etica della responsabilità agisce tenendo sempre presenti le conseguenza del suo agire: è proprio guardando a tali conseguenze che essa agisce". fonte: www.filosofico.net

Nel sito Bary by net G. Perilli scrive delle riflessioni molto interessanti circa l'etica della responsabilità ed ho pensato di citarle:

"Etica della responsabilità, una definizione che potrebbe non avere delle implicazioni chiare se chiaro non è il significato della sua definizione, che condividiamo. Ethos dal greco significa comportamento, costume; la responsabilità è un concetto che riprende l’etimologia della parole , dal latino respondeo, rispondere:

ciò ci induce ad interpretare l’etica della responsabilità come il comportamento che risponde a qualcuno o a qualcosa.

Effettivamente la vita di tutti giorni ci induce ad intraprendere comportamenti per i quali rispondiamo a delle persone, questo pur essendo vero è tremendamente Consciamente o inconsciamente forviante poiché in realtà noi non rispondiamo a delle persone, ma rispondiamo a dei valori .

rispondiamo a dei valori che ispirano le nostre iniziative, le nostre scelte, le nostre azioni.
Le dinamiche delle relazioni personali ne sono solo una conseguenza, un effetto, una manifestazione della più intrinseca e vincolante risposta che diamo a noi stessi secondo un nostro sistema dei valori morali.
Che questo sistema di valori sia mutuato dall’etica del cristianesimo o dall’etica del consumismo, ciò non significa che ci siano diverse assunzioni di responsabilità.

La differenza consiste nei valori a cui rispondo, che mi guidano, non certo nel fatto che uno dei due sistemi sia una assunzione di responsabilità e l’altro no.

Esiste però un grande paradosso della società contemporanea, e cioè il fatto che l’etica del consumismo con l’interiorizzazione di un sistema di valori materialistici spesso esalta il disimpegno nei confronti dell’altro poiché risponde a delle mire e della ambizioni di tipo utilitaristico in cui il rapporto con l’altro non è un rapporto con un mio fratello, figlio di Dio che devo rispettare ed aiutare bensì un rapporto da strumentalizzare al fine del raggiungimento di obiettivi."




[SM=g8509]

sarah [SM=g8553]

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Etica e responsabilità oggettiva

Sara scrive:


Effettivamente la vita di tutti giorni ci induce ad intraprendere comportamenti per i quali rispondiamo a delle persone, questo pur essendo vero è tremendamente Consciamente o inconsciamente forviante poiché in realtà noi non rispondiamo a delle persone, ma rispondiamo a dei valori .



Effettivamente...le nostre scelte, e quindi le nostre relazioni comportamentali, sono (o meglio dovrebbero essere) motivate da una serie di valori fondati sull'istruzione, ambiente formativo (prima famigliare e poi sociale), esperienze di vita, ecc...

Se così non fosse e dovessimo dipendere nelle nostre scelte e relazioni comportamentali sulla scorta di ciò che decidono altri, avremmo una ben misera società basata, nella sua progressione, solo su una base ristretta di personaggi che, anche se illuminati, non potrebbero, necessariamente, dare "respiro" al tessuto sociale.

Ora è pur vero che, per ragioni dettate prevalentemente da opportunismo, molti preferiscono non "esporsi" celandosi dietro altri per poter dire liberamente "....ma non sono stato io a decidere...." in caso di fallimento di un'iniziativa, ma questa è una vistosa limitazione dettata da una logica di aberrazione e, comunque, non contribuisce a dare alcun contributo attivo (e di questi preferisco non parlare....);

cerco, invece, coloro che, pur rischiando l'errore, dichiarino (e sostengano) con convinzione le loro scelte poiché costoro daranno un contributo valido al progresso sociale tramite la partecipazione costruttiva ai processi fondanti della nostra cultura ed ambiente.

Per tornare al tema in discussione, gli animali sono un prezioso dono del nostro Creatore non messi sulla terra affinché l'uomo ne possa disporre a piacimento ma al fine di allietare il nostro pianeta e rendere la vita piacevole.

Molto spesso più amici degli uomini sono SEMPRE leali (almeno nella misura con la quale sono trattati) e l'uomo dovrebbe apprendere da essi molto della qualità del loro e nostro Creatore per rendere la vita su questa terra meno usurante.

Con il tempo, una maggiore coscienza critica sul modo di considerarli creature viventi sta facendosi strada ma molta strada deve ancora essere fatta (vedansi la recente campagna pubblicitaria sul NON abbandonare gli amici domestici che viene fatta dagli organi di informazione alla vigilia delle ferie).

L'auspicio è che si ampli il ventaglio della responsabilità e coscienza civile (appunto l'etica relazionale e comportamentale) affinché si possa arrivare ad una società fatta a misura delle creature che in essa abitino (siano esse uomini o animali) poiché non vedo differenza di categoria o classe sociale fra gli "umani" e gli "animali".

Solo allora avremo raggiunto l'armonia con la creazione secondo l'iniziale proposito del nostro Fattore e saremo liberi di dire "che bel posto è questo per poter vivere e crescere la nostra faniglia....)

[SM=g8539]

ASP


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