Questa vuole essere una considerazione ad una domanda di Elyy, ma che potrebbe interessare altri.
Elyy ha fatto una domanda:
Tu come preghi Dio? C'è forse una "formula" per rivolgersi a Lui o basta l'umiltà?
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Un’accusa che spesso rivolgono a noi cattolici, è che “non” preghiamo, ma bensì vengono recitate le “classiche preghiere”, e quindi vengono recitate senza” cuore”, mai un’affermazione fu erronea, tra parentesi, anche i TdG recitano sempre le “classiche preghiere”, la mattina, a pranzo, a cena ed in qualche altra occasione, ma il contenuto è pressoché uguale.
Le preghiere del cattolico si possono dividere in due aspetti, quelle liturgiche e quelle personali, quelle liturgiche esse sono tramandate nell’arco del tempo, e vengono recitate in comunione con altri fedeli, ma anche nella recita il nostro cuore medita sul profondo significato che esse hanno, vengono recitate sentendole dentro di noi, come se queste parole a noi conosciute uscissero per la prima volta dal cuore e dall’anima.
Poi c’è la preghiera personale, il cui fine è quello di elevare la nostra anima a Dio, essa può essere Vocale oppure Mentale, anche se entrambe hanno la stessa forza per noi è importante favorire quella vocale, Il bisogno di associare i sensi alla preghiera interiore risponde ad un'esigenza della natura umana.
Siamo corpo e spirito, e quindi avvertiamo il bisogno di tradurre esteriormente i nostri sentimenti. Dobbiamo pregare con tutto il nostro essere per dare alla nostra supplica la maggiore forza possibile.
La nostra preghiera deve salire dal nostro cuore,
chiedere a Dio ciò di cui abbiamo necessità, ogni persona ha dei bisogni delle esigenze particolari, delle debolezze, ebbene parliamone con il nostro Padre Celeste, diciamo di cosa abbiamo bisogno, è vero che Dio legge nei nostri cuori, come disse Gesù,” Egli sa di cosa avete bisogno prima che glie lo chiediate”, ma è anche vero che
Egli vuole conoscere fino a che punto desideriamo che lui ci ascolti, per questo dobbiamo pregare(parlare) Dio sicuri che Egli ci sta ascoltando.
E se quando si prega a volte non si riesce ad esprimersi come si vorrebbe non preoccupatevi,
perché Dio legge nei cuori i nostri “ gemiti inespressi”.
Un esempio di preghiera personale di S. Tommaso d’Aquino.
Mio Dio, non dimenticarti di me,
quando io mi dimentico di te.
Non abbandonarmi, Signore,
quando io ti abbandono.
Non allontanarti da me,
quando io mi allontano da te.
Chiamami se ti fuggo,
attirami se ti resisto,
rialzami se cado.
Donami, Signore, Dio mio,
un cuore vigile
che nessun vano pensiero porti lontano da te,
un cuore retto
che nessuna intenzione perversa possa sviare,
un cuore fermo
che resista con coraggio ad ogni avversità,
un cuore libero
che nessuna torbida passione possa vincere.
Concedimi, ti prego, una volontà che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
una vita che ti piaccia,
una perseveranza che ti attenda con fiducia
e una fiducia che alla fine giunga a possederti.
Franco
“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”
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