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INFLUENZA A H1N1 QUANDO NE SAPPIAMO? Domande e risposte sull'influenza A

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2009 18:26
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Le risposte alle vostre domande
Con questo articolo termina la serie sul A H1N1




È vero che i gatti possono prendere l'influenza A? È un pericolo in più?

Questa influenza è in giro da mesi, gli esseri umani che sono stati infettati e sono guariti sono ormai decine di milioni, ma solo il 4 novembre il Jowa department of public health (il ministero della salute dello stato americano dello Iowa), ha segnalato il primo caso al mondo di gatto risultato infetto (vedi). Responsabili dell’infezione del povero animale i suoi padroni: 2 su 3 hanno contratto l’influenza...
Dunque, gli esseri umani sono un pericolo in più per i gatti, non il contrario.
Sono invece tenuti sotto controllo dall’Oms gli allevamenti di maiali e di tacchini, ma i casi di infezione sono pochissimi.


Il virus è diventato più cattivo?

Non è vero. Lo scrive l’Oms il nella breefing note 15 del 5 novembre (vedi).
Scrive «To date, extensive testing by laboratories in the WHO influenza surveillance network has detected no signs that the H1N1 pandemic virus has mutated to a more virulent form» cioè «A tutt’oggi una capillare attività di test gestita dai laboratori dalla rete di sorveglianza dell’Oms non ha individuato mutazioni nel virus pandemico che lo rendano più virulento».

Cos'è il "thimerosal"? Probabilmente un componente del nuovo vaccino contro la influenza suina? Ci sono delle notizie mediche certe a parte quelle riscontrate in rete?

Il tiomersale (sodio etilmercurio-tiosalicilato o mercurio tiolato di sodio o mertiolato) è un conservante di mercurio organico usato da oltre 60 anni come agente antimicrobico sia nei vaccini sia nei prodotti farmaceutici per impedire la crescita di batteri o funghi nella fase di lavorazione. È presente in molti vaccini DTP (difterite, tetano e pertosse), del tetano, dell’epatite B e dell’Hib (Hoemophilus influenzae b) ma non nei vaccini che contengono virus o batteri vivi (vedi). È stato messo sotto accusa per i rischi potenziali dei feti se le madri venivano vaccinate in gravidanza. Di solito non è contenuto nei vaccini monodose, ma solo in quelli multidose per preservarli da contaminazioni fra una somministrazione e l’altra. L’associazione tra tiomersale e autismo non è mai stata ad oggi provata. Per saperne di più, vedi.
Alcuni vaccini pandemici (A/H1N1) come per esempio il Pandemrix (vedi), contengono il tiomersale come conservante.



Perché si parla così tanto dei morti provocati dall'influenza?

L’influenza suina fa “notizia”: gli ospedali la usano per far parlare di sé e comunicano i ricoveri ai giornali; i produttori di antivirali e vaccini la usano per vendere, tanto da organizzare conferenze stampa dando numeri terroristici ai giornalisti che li riportano a volte senza verificarli; la usano i giornalisti che ogni giorno devono “trovare” una notizia e questa, finchè i lettori sono spaventati, fa vendere; la usa il ministro del welfare Maurizio Sacconi, che ha previsto una spesa di 400 milioni di euro per acquistare vaccini e la cui moglie, Enrica Giorgetti, è Direttore Generale di Farmindustria, cioè la confindustria del farmaco, che rappresenta politicamente tutte le aziende farmaceutiche italiane (circa 200 aziende nazionali e a capitale estero). Il sospetto di conflitto di interessi non è nostro, ma di una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, Nature. (Vedi Nature 7 agosto 2008, pag 667). Insomma, per vendere, la paura è da sempre la migliore pubblicità.


Perché non si dice che la "nuova" influenza ha la stessa mortalità o mortalità inferiore rispetto all'influenza stagionale?

Dalle statistiche sappiamo che nella sola Italia i morti dell’influenza stagionale siano circa 4000 ogni anno. Sono decessi legati alle conseguenze dell’influenza: per l’anziano, il malato cronico, l’immunodepresso per terapie antitumorali, il trapiantato di fresco, il bambino prematuro. Per tutti coloro che già sopravvivono a stento in precario equilibrio, l’influenza può essere il colpo di grazia scompensandoli. Non se ne parla perché, appunto, sono decessi in qualche modo attesi. Se ne parla solo all’inizio della stagione influenzale, quando le aziende farmaceutiche convocano conferenze stampa per parlare del vaccino, o invitano i ricercatori che si prestano ad essere i loro “portavoce” a diffondere la paura per vendere anche alle persone che non sono a rischio.
Per quel che si sa sui casi finora registrati in tutto il mondo, questa è una influenza meno “mortale” di quella stagionale e che gli anziani, prima categoria a rischio, sono quasi tutti almeno parzialmente immunizzati contro questo virus.

L'influenza A non è particolarmente aggressiva, ma non si conoscono le reazioni del corpo se dovesse sussistere contemporaneamente nella persona sia l'influenza stagionale che quella di tipo A. Che cosa mi sapete dire in proposito?

In effetti non sono stati ancora descritti casi di coinfezione dei due virus. Recentemente è stato segnalato il caso di una coinfezione di influenza aviaria (H5N1) e influenza suina (H1N1), che si è però rivelata come coinfezione fra H3N1 (ceppo stagionale) e H1N1 (ceppo “suino”) (vedi), ma non si è saputo come è finita, quindi probabilmente è finita bene. I medici di solito non si sblianciano e vanno sul sicuro. Possiamo aggiungere solo che in uno studio di coinfezione con i due virus in animali di laboratorio (vedi), i sintomi sono un po’ più gravi, ma gli animali sono animali e l’uomo...

Influenza e bambini. Ho un bimbo di 2 anni che non ha nessuna patologia a rischio, è sano.
In questo periodo ha del catarro che stacca ogni tanto con dei colpi di tosse grassa
Visto che ho sentito che l'influenza A evolve subito in polmonite è un rischio che il bimbo sia già un po' intasato?

I bambini sono i più colpiti da questo virus perché sono gli unici che non lo conoscono per niente. Questo virus ha girato nella popolazione in modo continuo sicuramente fino al 1977, quindi i nati prima sono già immunizzati, quelli nati dopo non ancora. In questa stagione tutti i bimbi hanno il catarro e se questo fosse un motivo di pericolo la mortalità sarebbe alta. Invece nonostante le classi siano vuote, la mortalità continua ad essere molto inferiore a quella dell’influenza stagionale, anche se la malainformazione continua a enfatizzare i pochi decessi che si verificano. Le complicazioni non sono date dal catarro nelle vie aeree superiori, ma dall’infezione che in alcuni casi (non sappiamo perché e non sappiamo quali, ma sappiamo che sono pochissimi casi) scende nei polmoni. A questo punto il genitore deve accorgerse: la respirazione del bimbo si fa difficile (vedi i sintomi) e deve tempestivamente chiamare il pediatra di famiglia spiegando appunto che la respirazione si sta facendo difficile. A questo punto il pediatra organizza il ricovero nel reparto adatto, in cui ci sia la possibilità, se la situazione dovesse peggiorare, di ventilare il bambino per qualche ora, e di seguirlo in modo intensivo fino a farlo uscire dalla fase di pericolo.

Da alcuni giorni gira in rete un documento allarmistico sulla presenza nei vaccini contro l’influenza A, dello squalene, una sostanza molto tossica. Che cosa c’è di vero?

Si tratta di una leggenda metropolitana che fa leva sulla paura. Non c’è nulla di cui preoccuparsi.
Lo squalene è una sostanza naturale che si trova in piante, animali e anche nell’uomo (viene prodotto dal fegato e circola nel sangue). Viene utilizzata fin dal 1997 come adiuvante nei vaccini per potenziare la risposta immunitaria. La quantità di squalene contenuta in ogni dose è molto piccola, circa 10 mg, e non ha mai dato origine a reazioni avverse documentate scientificamente.
Da dove nascono allora la paura e le voci sui rischi della sua presenza nel vaccino? Alcuni ricercatori hanno collegato lo squalene alla cosiddetta sindrome del golfo (un insieme di sintomi diversi e inspiegabili accusati da numerosi soldati americani che nel 1991 parteciparono alla missione contro l’Iraq, vedi). Secondo questi scienziati, lo squalene era presente nei vaccini contro l’antrace somministrata ai soldati.
A posteriori si è però scoperto che lo squalene non era presente in quei vaccini (vedi). Inoltre, si è anche appurato che nessun soldato con la sindrome ha mai sviluppato anticorpi contro lo squalene. Si tratta dunque di una bufala.

Fine

Franco


“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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