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Archeologia, anche di frontiera.

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2009 16:09
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Non per fare il guasta-feste, ma, per quanto ne so, dei vari teschi di cristallo che circolano per il mondo (tra cui quello Mitchell-Hodges è certamente il più famoso) nessuno è stato rinvenuto in uno scavo archeologico condotto con metodo scientifico, per cui di nessuno di questi è possibile accertare l'effettiva provenienza e antichità. Trattandosi di pezzi di cristallo naturale scolpito, poi, non è assolutamente possibile datarli, né tramite il radiocarbonio né tranne il metodo della termo-luminescenza. In compenso, i due teschi di cristallo sottoposti in anni recenti (1996) ad accurati esami, quello conservato presso lo Smithsonian e quello conservato presso il British Museum (che ho visto dal vivo), sono stati indubbiamente realizzati tramite strumenti metallici certamente sconosciuti alle civiltà precolombiane. In quella stessa circostanza non fu però possibile esaminare il teschio Mitchell-Hodges, perché la signora Mitchell si rifiutò di consegnarlo agli esperti. Varie indagini hanno condotto gli studiosi a pensare che i due teschi succitati sono stati probabilmente realizzati in Germania nel XIX secolo con cristalli di provenienza americana. Stranamente, poi, si è potuto verificare, tramite ricerche di archivio, che tutti i teschi di più antica conoscenza sono stati immessi sul mercato antiquario da un noto commerciante di falsi della fine dell'Ottocento, il francese Eugene Boban .
Come dicevo, del teschio Mitchell-Hodges non è stato sottoposto a queste recenti indagini, ma fu analizzato nel 1970 presso i laboratori della Hewlett-Packard, i quali stabilirono che le tecniche di lavorazione utilizzate per realizzarlo non erano incompatibili con una sua origine precolombiana. Il fatto, però, che la sua proprietaria si sia rifiutata di farlo ulteriormente analizzare con metodi più sofisticati di quelli disponibili nel 1970 e le confuse e contraddittorie versioni del suo presunto ritrovamento, mi fanno pensare che si tratti di un falso anche in questo caso.
Ecco cosa si legge a questo proposito in un articolo reperibile sul sito del CICAP:


Secondo la versione originale esso sarebbe stato trovato proprio da Anna Mitchell-Hedges nel 1927, il giorno del suo diciassettesimo compleanno, tra le rovine maya di una località del Belize. Riferito per la prima volta dal padre di Anna in un suo libro del 1954, l'episodio venne poi omesso nella seconda edizione, e nuovamente portato alla ribalta dalla figlia nel 1962.
I dubbi sulla versione originaria nascono a partire dalla congettura che il teschio sia stato fatto trovare apposta ad Anna dal padre come sorpresa di compleanno. Altri dubbi sono sorti quando, andando a vedere le fotografie della spedizione, spicca l'assenza di Anna, senza contare che nei resoconti originali non vi sono riferimenti a questo reperto e che Mitchell-Hedges padre era un noto sostenitore della cosiddetta "archeologia misteriosa".
È certo infine che il teschio sia stato acquistato da Mitchell-Hedges nel 1944 da un antiquario londinese, che lo stesso teschio fosse comparso in un'asta nel 1943 nella quale il proprietario dichiarato era sempre lo stesso antiquario, e che infine ci sia stata una precedente apparizione dell'oggetto nel 1936, in un confronto tra questo e il teschio del British Museum.”



Fonte: www.cicap.org/new/articolo.php?id=100466
[Modificato da Trianello 21/12/2009 07:33]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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