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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO - PREMESSA.

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2010 00:13
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Il Fondamento del Cristianesimo Cap. I
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 1 di 12
1
I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO

Capitolo 01
L’esistenza storica di Gesù di Nazareth
- documenti -

INDICE
In questo capitolo vedremo:
cosa ci dicono gli storici soprattutto non cristiani del I e II sec. sulle origini del cristianesimo
Il cristianesimo pone alle sue origini un uomo, Gesù di Nazareth, detto il Cristo1 (= portavoce di Dio)
vissuto in Palestina nel I sec. d.C.

1. Osservazioni preliminari
1. I documenti non cristiani verranno riportati prevalentemente per esteso, in una nostra traduzione
quasi letterale.
2. Dei documenti cristiani (contrassegnati con *) daremo invece solo le informazioni essenziali, perché
da qualcuno possono essere contestati perché giudicati "di parte" (... ma ci può essere uno storico che
non sia di parte?).
3. Citeremo i documenti secondo l'ordine cronologico della loro data di composizione (sicura o probabile).
2. Documenti del I sec. d.C.
45-80 * Vangelo secondo Matteo, scritto in greco, probabilmente come rielaborazione di un
documento più antico che non possediamo, redatto in una lingua semita.
50-65 * Vangelo secondo Marco, in greco.
50-67 * Epistolario Paolino, 13 lettere di Paolo in greco.
55-62 * Vangelo secondo Luca, in greco (collocato dopo il 70).
50-58? * Lettera di Giacomo, scritta in greco.
61-63 * Atti di apostoli, in greco (molti lo collocano dopo il 70).
60-65? * Prima lettera di Pietro, in greco.
64-67? * Lettera agli Ebrei, in greco.
70-80? * Didaché (cioè dottrina dei dodici apostoli), in greco.
* Seconda lettera di Pietro, in greco.
* Lettera di Giuda, in greco.
80-100 Scritti di Giovanni, in greco:
* Vangelo
* Tre lettere
* Apocalisse.
93-94 Le antichità giudaiche di Giuseppe Flavio
Giuseppe (37-110 d.C.) è uno storico ebreo, diventato filoromano, al servizio di Vespasiano e di suo figlio
Tito, divenuti poi imperatori. Scrisse in greco varie opere storiche, tra cui le Antichità giudaiche, in 20
libri, che raccontano la storia ebraica da Abramo ai suoi tempi. Nel libro XVIII, 63-64, si trova un passo,
detto Testimonium flavianum, citato anche da Eusebio di Cesarea, nella Storia Ecclesiastica 1,11,7 e nella
Demonstr. evang. 3,5,105-106, e dal vescovo cristiano Agapio (sec. X) nella sua Storia Universale scritta
in arabo.

Presentiamo di seguito il testo ora accettato da tutti.
1 Cristo è una parola greca che traduce la parola semita messia e significa unto (con olio). Poiché l'olio è per gli ebrei
un simbolo stabile della benevolenza di Dio, veniva usato per "consacrare" le persone che erano giudicate "portavoce
stabili di Dio", cioè i re e i sacerdoti.
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.

2
"Ci fu verso questo tempo (verso il 30 d.C.) Gesù uomo sapiente.
La sua condotta era buona ed era stimato per la sua virtù.
E attirò a sé molti giudei e anche molti greci.
Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma non cessarono di amarlo coloro che da principio lo
avevano amato. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era
vivo.
Forse perciò era il Cristo di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie".
95 * Prima lettera ai cristiani di Corinto, scritta in greco da Clemente, vescovo di Roma.
3. Documenti del II sec. d.C.
96-138 * Lettera di Barnaba, in greco.
105-7 * Epistolario di Ignazio di Antiochia, in greco: comprende 7 lettere indirizzate da questo
vescovo ai cristiani di varie Chiese che avrebbe incontrato mentre veniva portato a Roma per
subirvi il martirio verso il 110.
112? Annales di Tacito, scritti in latino.
Sono il racconto degli avvenimenti dell'Impero romano dalla morte di Augusto a quella di Nerone, cioè dal
16 al 68 d.C.

A proposito dell'incendio di Roma del 64 era corsa voce che l'imperatore Nerone stesso avesse dato
ordine di appiccare il fuoco. In riferimento a tale fatto lo storico romano scrisse:
"Per mettere fine alla diceria, Nerone fece passare per colpevoli e sottopose a pene raffinatissime coloro
che la plebaglia, detestandoli per le loro vergognose azioni, denominava cristiani.
L'autore di questo nome, Cristo, era stato messo a morte sotto l'impero di Tiberio, per ordine del
procuratore Ponzio Pilato; e, pur essendo stata momentaneamente repressa, questa esiziale
superstizione ricominciava a diffondersi, non solo per la Giudea, origine di quella sciagura, ma anche a
Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è di scellerato e di
vergognoso. Perciò, in primo luogo furono arrestati coloro che confessavano, quindi, dietro loro
indicazione, una grande moltitudine fu condannata, non tanto per l'accusa di aver appiccato l'incendio,
quanto per odio del genere umano" (Annales, XV, 44).
112 Lettera di Plinio il giovane all'imperatore Traiano, scritta in latino (Epist. X, 96).

Plinio è "legato per la provincia del Ponto e della Bitinia con potere consolare". Riportiamo parti della
lettera:
"Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei cristiani; perciò, non so che cosa si sia soliti fare: o
punire, od inquisire, ed entro quali limiti (...).
Per ora, nei confronti di coloro che venivano deferiti al mio giudizio come cristiani, ho seguito questa
procedura: ho chiesto innanzitutto loro se fossero cristiani; se confessavano, li ho interrogati una seconda
ed una terza volta, minacciandoli di morte; se perseveravano, ordinai che fossero condotti al patibolo.

D'altronde, non avevo alcun dubbio che, qualunque cosa confessassero, certamente erano meritevoli di
castigo la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione. Altri ve ne furono, colpiti dalla stessa follia, al cui
riguardo, poiché erano cittadini romani, ordinai che fossero condotti a Roma. Ben presto, poiché, per il
fatto stesso di trattare questi problemi, le accuse aumentarono, come di solito accade, mi capitarono
sottomano numerosi casi [...].
Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani e subito dopo negarono; dissero di esserlo
stato in passato, ma di aver cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da un numero d'anni ancor maggiore,
alcuni addirittura da vent'anni. Anche tutti costoro venerarono la tua immagine e quella degli dèi e
maledissero Cristo.

Dicevano, inoltre, che la loro colpa o il loro errore consisteva nel fatto di esser soliti riunirsi all'alba in un
giorno fisso e di intonare a cori alterni un inno in onore di Cristo - come se fosse un dio - e di impegnarsi
con un giuramento non a commettere qualche delitto, ma a non commettere furti, frodi, adultèri, a non
venir meno alla parola data, a non negare un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, era loro
costume allontanarsi e ritrovarsi di nuovo insieme per prendere un cibo, ad ogni modo comune ed
innocente, ma avevano desistito da questa usanza in seguito al mio editto, nel quale, in osservanza ai
tuoi ordini, avevo vietato la costituzione di eterìe (= associazioni) [...].
Mi è parso, infatti, che la questione meritasse di esser sottoposta al tuo giudizio, soprattutto per il
numero di quelli che sono coinvolti in questo pericolo: molte persone di ogni età, di ogni ceto sociale,
addirittura di ambo i sessi, sono trascinate in questo pericolo e ancora lo saranno. E non solo per la città,
ma anche per i sobborghi e per le campagne si è esteso il contagio di questa deleteria superstizione;
tuttavia, mi pare che si possa ancora bloccarla e ricondurla nella norma".

Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 1 di 12

3
112 Risposta di Traiano a Plinio (Epist.X, 97).
"Mio caro Plinio, nell'istruttoria dei processi contro coloro che ti venivano denunciati come cristiani, hai
seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non si può infatti stabilire una norma generale che abbia,
per così dire, un carattere rigido.

Non li si deve ricercare; nel caso in cui vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, debbono esser puniti,
in modo, però, che colui che avrà negato di esser cristiano, e lo avrà dimostrato coi fatti, cioè rivolgendo
suppliche ai nostri dèi, sebbene sospetto in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento".

120 Vite dei Cesari di Svetonio, scritte in latino.
Nell'opera vi sono due accenni ai cristiani:
a) Nella Vita di Claudio (25, 4), dice che l'imperatore:
"Espulse da Roma i giudei diventati per istigazione di Cresto2, una continua causa di disordini".
L'espulsione avvenne nel 49 (cfr. anche Atti 18, 2).
b) Nella Vita di Nerone (16, 3), dice che l'imperatore:
"Sottopose a supplizi i cristiani, razza di uomini di una superstizione nuova e malefica".
125 * Apologia di Quadrato all'imperatore Adriano.
125 Lettera dell'Imperatore Adriano a Minucio Fundano, proconsole d'Asia (citata da Eusebio,
Hist. Eccl. IV, 9).

Siccome avvenivano spesso dei linciaggi contro i cristiani e c'erano denunce anonime, l'imperatore scrive
tra l'altro:
"Se gli abitanti della provincia possono addurre prove valide contro i cristiani, in modo da poterle
sostenere davanti al tribunale, ricorrano unicamente a questo mezzo e non mai a clamori o ad esecuzioni
sommarie...
Se chi accusa dimostra che i cristiani hanno infranto le leggi, determina tu la pena secondo la gravità; ma
se colui che denuncia lo trovi mosso da intenzioni calunniose, puniscilo esemplarmente...".
150 * Il Pastore di Ermas: è una raccolta di visioni scritta in greco.
155-65 Giustino, filosofo cristiano nato a Nablus, in Samaria, ma non ebreo, scrisse in greco tre
opere:
- due Apologie in difesa dei cristiani (155 e 165).
- Dialogo con Trifone (160).
È un dialogo tra Giustino ed il rabbino Trifone a proposito dell'ebraismo e del cristianesimo. In esso
Trifone riporta il seguente giudizio su Gesù:
"Gesù il galileo è il fondatore di una setta empia ed avversa alla legge (di Mosè). Noi l'abbiamo crocifisso.
I suoi discepoli trafugarono nottetempo il suo cadavere dal sepolcro e ingannarono gli uomini dicendo che
era risorto dai morti e salito al cielo".
Questo giudizio su Gesù ha varcato i secoli ed è ancora sostenuto oggi da studiosi ebrei.

177 * Apologia di Atenagora all'imperatore Marco Aurelio.
180 Il discorso veritiero del filosofo Celso (conservato nel *Contra Celsum di Origene), sostiene
che:
"Gesù era soltanto un uomo; le profezie (dell'Antico Testamento) si possono adattare a migliaia di altre
persone meglio che a Gesù".

Si noti, a conclusione, davanti all'abbondanza delle fonti cristiane, che le fonti non cristiane riguardanti
l'origine del cristianesimo sono assai poche, perché la "Storia" si accorge di un fenomeno solo quando
esso acquista notevole rilevanza. E, normalmente, ciò avviene solo molto tempo dopo che il fenomeno è
sorto.

4.
Documenti con fonti dei sec. I e II
a) Libri apocrifi del Nuovo Testamento (soprattutto vangeli)
La parola apocrifo letteralmente significa nascosto-segreto e venne applicata a questi libri perché,
contenendo dottrine che non trovavano riscontro nei vangeli comunemente accettati, venivano giustificati
dicendo che trasmettevano insegnamenti segreti, comunicati in privato da Gesù a questo o a
quell'apostolo, a cui poi il vangelo veniva attribuito.
2 Nonostante questo modo di scrivere, è probabile che Svetonio si riferisca a Gesù Cristo e che là dove dice "giudei"
intenda "cristiani". Per capire il perché di questo modo di scrivere, occorre sapere che le parole greche "christòs" (=
unto) e "chrestòs" (= ottimo, il migliore) nel I secolo d.C. si pronunciavano allo stesso modo. Se Svetonio non sapeva
che con la parola "unto" i cristiani intendevano "consacrato mediante unzione", è assai facile che si sia sbagliato e
abbia ritenuto più probabile che il capo di una setta sia soprannominato "il migliore" piuttosto che "l'unto (di Dio)".
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
4
Sono "costruzioni" della vita di Gesù o di qualche apostolo. Spesso sono attribuite ad un apostolo per
dare maggior credito al libro stesso, anche se in qualche caso è facile dimostrare che sono dei falsi. Per
questo sono anche detti "libri pseudoepigrafi" (= falsamente attribuiti).

Nascono dal desiderio di conoscere qualche cosa di più sul Maestro-Fondatore o sugli altri fondatori del
cristianesimo e dipendono spesso in modo evidente dai libri del Nuovo Testamento: cercano di supplire
con la fantasia al carattere lacunoso dei libri ufficiali. Non è escluso che qualche informazione sia storica.
Spesse volte sono difficili da datare.
Elenchiamo i principali, di cui abbiamo frammenti.
•Vangelo secondo gli ebrei, redatto in aramaico e poi tradotto in greco.
•Vangelo dei nazorei (lingua ?).
•Vangelo degli ebioniti, in greco.
•Vangelo degli egiziani,in greco.
•Vangelo di Pietro, in greco.
•Protovangelo di Giacomo, in greco.
•Vangelo di Tommaso, in greco.
•Atti di Pilato.
b) I Talmud (III-V sec.)
Sono scritti del giudaismo ufficiale per interpretare e commentare la legge di Mosè. Sono giunti a noi in
due edizioni: quella di Gerusalemme (più breve) e quella di Babilonia (più lunga).

In questi libri la figura di Gesù è ben nota.
Nell'edizione babilonese di questi scritti è contenuto questo brano:
"Ecco ciò che è trasmesso: il giorno di preparazione di pasqua, fu appeso Gesù (di Nazareth, aggiunge un
manoscritto). Un araldo aveva camminato quaranta giorni davanti a lui (dicendo):
"Deve essere lapidato perché, ha praticato la magia e ha sviato e sedotto Israele. Chiunque sa qualcosa a
sua discolpa venga a difenderlo". Ma non fu trovata alcuna difesa e fu appeso il giorno di preparazione
della pasqua" (Sanhedrin 43 a.).
Si noti la somiglianza di questo giudizio con quello riportato da Giustino nel suo Dialogo con Trifone.
Nel Talmud di Gerusalemme è scritto:
"Così parla R. Abbahu: quando uno dice "sono Dio" egli mente; "sono Figlio dell'uomo", alla fine Egli lo
rifiuterà; "Io salirò al cielo", lo dice ma non può compierlo" (Taanìt II,1 opp. II, 65, 69).

Palesi allusioni ai testi evangelici.
Da vari altri passi indiretti del Talmud, sappiamo anche che Gesù è nato da una pettinatrice di nome
Maria e da un soldato romano di passaggio di nome Pantera o Pandera (anche il Talmud allora ammette
che Giuseppe non è il padre di Gesù!).
5. Conclusioni minime
Dai documenti non cristiani emerge:
1. È esistito Gesù di Nazareth, morto giustiziato attorno al 30 d.C. in Palestina, sotto
Ponzio Pilato durante l'impero di Tiberio.
2. I suoi seguaci affermano di aver visto Gesù nuovamente vivo e riconoscono in lui il
Cristo (o Dio).
3. Gesù è indicato come il fondatore della "setta" cristiana.
4. I cristiani si diffondono assai rapidamente in tutto l'Impero ed anche a Roma.
5. Sono odiati e perseguitati.
6. Considerazione finale
Perché interessarci ancora oggi di quest'uomo?
Perché si presenta come il messia (= il portavoce di Dio) e dice di rispondere, a nome di Dio, al problema
del senso della vita.

Data la posta in gioco, merita vedere se costui è credibile o no.
Ecco la ragione dei capitoli che seguono.
Per chiarimenti, critiche, suggerimenti, contattare il curatore del Corso: Piero Ottaviano.



Franco



“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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