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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO - PREMESSA.

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2010 00:13
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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO IV CAP. III PARTE
4. Un'osservazione conclusiva: il sepolcro vuoto!
Da questa polemica tra ebrei e cristiani, emerge un dato sicuro: ai tempi in cui Mt scrive il sepolcro di Gesù è ritenuto vuoto (e i cristiani parlano anche di lini dentro). Infatti alcuni ebrei spiegano il fatto dicendo che il cadavere è stato trafugato, mentre i cristiani lo spiegano mediante la risurrezione.
È norma di critica storica ritenere che, se due avversari sono d'accordo su un fatto importante, il fatto sia successo. Non sarebbe stata credibile infatti la predicazione della risurrezione, se nel sepolcro ci fosse stato il cadavere di Gesù. D'altra parte sarebbe difficilmente pensabile che a Gerusalemme si sia creduto
alla risurrezione, senza essere andati a controllare il sepolcro.
Questa unanimità sul sepolcro vuoto pone a noi il problema:
come spiegare questo sepolcro sicuramente vuoto?
I documenti ci presentano due sole possibilità:
- o il trafugamento del cadavere
- o la risurrezione.
Da quale parte schierarci?
6. Le divergenze dei testi canonici
I due testi ora analizzati sono molto diversi tra loro:
- il primo (la disposizione dei lini sepolcrali, secondo Giovanni) è stato scritto da un testimone oculare;
- il secondo (le guardie al sepolcro, secondo Matteo) è probabilmente un racconto fittizio, in polemica
contro giudei non cristiani per bloccare la diceria del furto di cadavere.
Ciò che li accomuna è la fede nella risurrezione di Gesù.
A nostro avviso, essi sono due documenti "estremi" per la storicità della risurrezione e per questo li abbiamo letti.
Tra loro si situano gli altri racconti canonici sulla risurrezione, che invitiamo a leggere in appendice, mettendo in risalto le loro convergenze, ma anche le loro divergenze e contraddizioni.
Dai documenti (compresi gli apocrifi) si può concludere:
le tradizioni concordano sui fatti fondamentali e sono invece in disaccordo o in contraddizione tra
loro su particolari anche di una certa importanza.
7. La risurrezione nel vangelo di Pietro (apocrifo)
I. Introduzione al vangelo di Pietro
1. La scoperta del manoscritto
Nell'inverno 1886-87, ad Akhmìn (Panópolis), nell'Alto Egitto, nella tomba di un monaco, fu trovata una
pergamena dell'VIII-IX sec. scritta in greco. Sebbene fosse priva di titolo, nessun critico ebbe dubbi
nell'identificare in essa il vangelo di Pietro.
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
14
2. La data di composizione dell'opera
Poiché è citata già prima del 190, non si può datare dopo. Comunemente si propone, ma senza prove
evidenti, la data del 150. Qualcuno propone addirittura l'anno 90-100 (P. Gardner-Smith e James).
3. Luogo d'origine
Come luogo d'origine dell'opera pare si debba indicare un ambiente gnostico della Siria. A questo fa
convergere sia la testimonianza di Serapione che ne ebbe copia dai doceti che se ne servivano, sia il cap.
21 della Didascalia siriaca, per alcune convergenze che ha con il vangelo di Pietro.
4. Rapporti con i vangeli canonici
Che il vangelo secondo Pietro dipenda per molte informazioni dai vangeli canonici, soprattutto da Matteo,
è evidente. L'autore però si preoccupa di armonizzare fra di loro i racconti dei vangeli canonici cercando
di eliminare od appianare le principali divergenze.
Inoltre aggiunge altri particolari che non si sa da quale tradizione gli arrivino. Certo lo stile ed il contenuto
sono diversi rispetto ai vangeli canonici. Si tratta di un miscuglio di storia, leggenda e teologia.
II. Testo e commento
Diamo una nostra traduzione letterale del testo greco e commentiamo ogni versetto.
3. Si trovava poi là Giuseppe, l'amico di Pilato e del Signore e vedendo che stavano per crocifiggerlo,
andò da Pilato e chiese il corpo del Signore per (la) sepoltura.
* Là è la casa di Erode, dove, secondo il documento, il sovrano ratifica la sentenza di Pilato (v. 1-2).
* Giuseppe è Giuseppe d'Arimatea, figura ben nota nei vangeli canonici.
* Signore è un titolo divino ormai dato a Gesù.
4. Pilato avendo mandato (qualcuno) da Erode, chiese il corpo di lui.
* È strano che Pilato, la massima autorità della Palestina, si rivolga ad Erode. Forse atto di deferenza o
forse conseguenza del fatto che Erode e Pilato sono diventati amici? (cfr. Lc 23,12).
5. Ed Erode disse: "Amico (lett. fratello) Pilato, se anche nessuno lo avesse chiesto, noi lo avremmo
seppellito, poiché già sorge il sabato. Sta scritto infatti nella legge che il sole non tramonti su di un
ucciso".
* L'informazione sul sabato viene da Lc 23,54. Il testo citato è Deut 21,23. Poiché Erode era idumeo, ma
regnava sugli ebrei, sapeva di non essere ben visto da loro. Per farsi accettare, si mostrava
osservantissimo della legge di Mosè.
21. Estrassero allora i chiodi dalle mani del Signore e lo posero a terra. Si scosse tutta la terra e vi fu un
timore grande.
22. Allora risplendette il sole e ci si accorse che era l'ora nona.
23. Furono contenti i giudei e diedero a Giuseppe il corpo di lui affinché lo seppellisse, dal momento che
aveva visto tutte le cose buone che egli aveva fatto.
24. Avendo preso dunque il Signore, (lo) lavò e (lo) avvolse in un lenzuolo (sindone) e lo portò nel
proprio sepolcro chiamato orto di Giuseppe.
* I vangeli canonici non dicono che Giuseppe abbia lavato il corpo di Gesù, dato il poco tempo a
disposizione prima che iniziasse il sabato (per gli ebrei iniziava al tramonto - cfr. Lc 23,54).
Se fosse vera l'informazione del lavaggio, la sindone di Torino sarebbe certamente falsa.
* Il nome dell'orto rispetta il criterio secondo cui, col passare del tempo, i particolari di una narrazione
tendono a precisarsi e a crescere.
25. Gli Ebrei, gli anziani e i sacerdoti compresero allora il grande male fatto a se stessi e cominciarono a
lamentarsi battendosi il petto, e a dire: "Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme sono
ormai vicini".
26. Io ed i miei amici eravamo nella tristezza e, con l'animo ferito, ci nascondevamo: eravamo, infatti,
ricercati da loro come malfattori e come coloro che volevano incendiare il tempio.
27. A motivo di tutte queste cose, digiunavamo e sedevamo lamentandoci e piangendo notte e giorno,
fino al sabato.
28. Essendosi riuniti poi tra loro gli scribi e i farisei e gli anziani, avendo sentito che tutto il popolo
mormorava e si percuoteva il petto dicendo che "se alla sua morte sono avvenuti questi grandissimi
segni, vedete quanto è giusto",
29. ebbero paura gli anziani e andarono da Pilato pregandolo e dicendo:
30. "Dacci dei soldati, affinché custodiamo il suo sepolcro per tre giorni, perché i discepoli suoi, venendo,
non lo rubino e il popolo non pensi che è risorto dai morti, e non ci facciano del male".
* Il testo qui prende da Matteo (27,62-64). Però Mt pone la scena di sabato. Qui invece avviene di
venerdì. L'autore elimina così la stranezza di far riunire i capi ebrei in casa di Pilato di sabato ed inoltre
evita l'obiezione secondo cui i cristiani avrebbero potuto rubare il cadavere di Gesù nella notte fra venerdì
e sabato, quando, sempre secondo Mt, le guardie non c'erano ancora. Secondo il racconto dell'autore il
furto del cadavere non è possibile, perché i cristiani hanno sempre agito sotto il controllo di altri.
31. Pilato allora diede loro il centurione Petronio con dei soldati per custodire il sepolcro. E con loro
andarono gli anziani e gli scribi alla tomba.
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 4 di 12
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* Mentre in Mt 27-28 non è chiaro se le guardie siano romane o ebree, qui viene precisato che le guardie
sono romane e si precisa anche il nome del loro capo: Petronio, nome evidentemente latino.
32. E avendo rotolato una grande pietra, con il centurione e i soldati tutti insieme quanti erano là, la
misero sull'ingresso della tomba
33. e misero (lett. spalmarono) sette sigilli e avendo piantato colà una tenda facevano la guardia.
* Rispetto ai vangeli canonici che fanno chiudere il sepolcro dai discepoli, qui a rotolare la pietra sono gli
anziani, gli scribi e le guardie. Così l'autore confuta indirettamente l'obiezione secondo cui i cristiani
potrebbero aver messo il cadavere di Gesù non nella tomba, ma da qualche altra parte onde poter dire
che era risorto.
Inoltre, per rendere più evidente l'impossibilità del furto del cadavere, l'autore fa sigillare bene la tomba e
mette anche gli anziani e gli scribi a far la guardia (cfr. v. 38), addirittura con una tenda. Si vede ancora
una volta che con il passare del tempo i particolari tendono a moltiplicarsi e si precisano meglio le
risposte a possibili obiezioni.
34. Sorgendo poi la mattina del sabato andò la folla da Gerusalemme e dai dintorni per vedere la tomba
sigillata.
* Tutti controllano (e di sabato, quando per la tradizione ebraica era vietato uscire dalla città!) che la
tomba è sigillata. Così diverrà inconsistente l'accusa fatta ai cristiani di aver rubato il cadavere (cfr. v. 30
e Mt 27,64).
35. La notte nella quale sorge (il giorno) del Signore, mentre i soldati facevano la guardia a turni di due,
un grande rumore si fece nel cielo,
36. e videro i cieli aperti e due uomini che discendevano di là con molto splendore e si avvicinavano al
sepolcro.
* Curioso il riferimento al "giorno del Signore" per dire "domenica" (cfr. anche v. 50). Presso gli ebrei si
diceva: "il primo (giorno) della settimana", come riportano i vangeli canonici. Evidentemente al tempo in
cui l'autore scriveva, si era già diffusa tra i cristiani l'usanza di chiamarlo "giorno del Signore", da cui il
latino "dies dominica" e l'italiano "domenica". La stessa espressione è usata in Apoc 1,10.
- L'autore si è accorto che, a riguardo dei messaggeri (angeli) che le donne trovano alla tomba, nei
vangeli canonici ci sono divergenze:
. per Marco: un giovinetto (16,5);
. per Luca: due uomini (24,4);
. per Matteo: un angelo (messaggero del cielo) (28,2);
. per Giovanni: due messaggeri (20,12).
Ed allora egli cerca di armonizzare i racconti. Qui accetta la versione di Luca, precisando però che sono
angeli (parziale dipendenza anche da Giovanni).
37. E quella pietra che era stata spinta contro l'ingresso, rotolatasi da sola, si ritirò da una parte, e il
sepolcro si aprì e i due giovinetti entrarono.
Particolari strabilianti per dare maggiore evidenza al miracolo della risurrezione.
* I "due uomini" del v. 36 sono diventati "due giovinetti" e così l'autore tiene conto anche dei dati di
Giovanni.
38. Vedendo dunque, quei soldati svegliarono il centurione e gli anziani - erano là infatti anche loro a fare
la guardia –
39. e, mentre essi raccontavano le cose che avevano visto, di nuovo vedono tre uomini che escono dal
sepolcro e i due che sostengono l'uno e una croce che li seguiva,
* Viene descritto in modo
evidente il miracolo della
risurrezione.
* Curioso anche il particolare
della croce che segue il
risorto. Forse si tratta di un
modo letterario per esprimere
l'idea teologica che non si può
separare la risurrezione di
Gesù dalla sua croce (cfr.
icone orientali).
* Questi particolari non si
trovano nei vangeli canonici.
40. e la testa dei due che
arrivava fino al cielo, quella
invece di colui che era portato
da loro superava i cieli;
* È un modo letterario per
esprimere che i due sono
angeli, mentre Gesù è
superiore a loro, è Dio. I cieli
infatti erano considerati in
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
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antico come una lastra oltre cui c'era Dio.
41. e sentirono una voce dai cieli che diceva: "Hai annunciato ai morti (lett. dormienti)?".
42. E una voce si udì dalla croce che "sì".
* La voce dai cieli si trova nella letteratura rabbinica contemporanea ed è la voce di Dio.
* C'è un'antica tradizione cristiana, raccolta anche dalla prima Lettera di Pietro (3,19), secondo la quale
nel periodo in cui il corpo di Gesù giaceva nel sepolcro, la sua anima sarebbe andata a predicare alle
anime che erano già scese nello Sheól (il luogo dei morti) per convertirle ed aprire loro il Paradiso.
Questa idea è espressa anche nel Credo: "Discese agli inferi" e dal modo usato dai pittori orientali per
dipingere la risurrezione: Gesù dal cielo salva Adamo ed Eva (vedi a lato l'icona di san Salvatore in Cora a
Costantinopoli). L'opera di Cristo raggiunge tutti gli uomini, anche quelli vissuti prima di lui: è il
salvatore di tutti, perché è preesistente ad essi.
* La croce che parla! Secondo la teologia dell'autore è la croce che salva.
43. Discussero dunque quelli tra di loro per andarsene e far sapere queste cose a Pilato;
* In Matteo la notizia è un po' diversa: "E se sarà udito questo dal governatore (Pilato), noi lo
persuaderemo e vi renderemo senza noie" (28,2).
44. e mentre ancora essi stavano decidendo, apparvero di nuovo i cieli aperti, ed un uomo che scendeva
ed entrava nella tomba.
* Con questo "uomo" che scende, il nostro autore ha tenuto conto anche del testo di Matteo (28,29), che
parla di un messaggero che scende dal cielo.
45. Avendo visto queste cose, quelli che erano insieme al centurione di notte corsero da Pilato, avendo
lasciato il sepolcro che custodivano e raccontarono tutte le cose che videro, essendo molto agitati e
dicendo: "Veramente era figlio di Dio".
* Secondo Matteo (28,11) le guardie raccontano tutto ai sommi sacerdoti. Qui invece lo raccontano a
Pilato e tirano le stesse conclusioni del centurione che stava sotto la croce di Gesù: "Veramente
quest'uomo era il figlio di Dio", come riferisce Marco (15,39).
46. Rispondendo Pilato disse: "Io sono innocente del sangue del Figlio di Dio, vedetevela voi".
* Pilato è sempre coerente con se stesso: se ne "lava le mani" una seconda volta. È curioso però che
anche lui faccia la sua professione di fede, riconoscendo che Gesù è Figlio di Dio.
47. Quindi, avvicinatisi, tutti lo pregavano e lo supplicavano di ordinare al centurione ed ai soldati di non
dire a nessuno le cose che avevano visto.
48. "Ci conviene infatti, dissero, essere responsabili di un grandissimo peccato di fronte al Dio e non
cadere nelle mani del popolo dei giudei ed essere lapidati".
* L'autore così rende evidente la malafede dei capi ebrei. Nessun vangelo canonico afferma questo.
49. Ordinò dunque Pilato al centurione ed ai soldati di non dire niente.
* Ecco allora perché, secondo questo autore, gli evangelisti canonici non riferiscono questi fatti: non li
conoscevano, perché i soldati ubbidirono a Pilato!
50. Il mattino (del giorno) del Signore, Maria la Maddalena, discepola del Signore - (che) temendo, a
causa dei giudei, poiché ardevano dall'ira, non aveva fatto sul sepolcro del Signore ciò che erano solite
fare le donne sui loro cari morti -,
51. avendo preso con lei le amiche, andò al sepolcro dove era stato deposto.
* Ancora un riferimento alla domenica come giorno del Signore (cfr. v. 35).
* Tutti i vangeli canonici parlano dell'andata al sepolcro di Maria Maddalena la domenica mattina. Ma
c'è divergenza sul nome delle donne che l'accompagnano:
- per Marco: Maria quella di Giacomo e Salome (16,1);
- per Luca: Giovanna e Maria quella di Giacomo ed altre (24,10). Quindi almeno 5 donne;
- per Matteo: l'altra Maria (28,1);
- per Giovanni: Maddalena è sola (20,1) però in 20,2 c'è il plurale "non sappiamo", che fa pensare che le
donne fossero più di una.
Il nostro autore se la cava brillantemente parlando di "le amiche".
52. E temevano che le vedessero i giudei e dicevano: "Se anche in quel giorno in cui è stato crocifisso
non abbiamo potuto piangere e batterci il petto, almeno ora faremo queste cose sul suo sepolcro.
53. Ma chi ci rotolerà la pietra posta contro l'entrata del sepolcro, affinché entrate ci sediamo vicino a lui
e facciamo le cose dovute?
54. - la pietra infatti era grande - E temiamo che qualcuno ci veda. E se non possiamo, almeno mettiamo
sull'ingresso le cose che abbiamo portato in suo ricordo e piangeremo e ci batteremo il petto finché
andremo a casa nostra".
* Strano questo timore delle donne! Non era vietato andare a visitare un sepolcro e d'altronde i vangeli
canonici mettono delle donne al momento della sepoltura di Gesù.
* Il riferimento alla pietra sepolcrale chiamata "grande" sembra venire da Mc (16,4).
55. E, arrivate, trovarono il sepolcro aperto; e, avvicinatesi, si chinarono dentro e vedono là un giovinetto
seduto in mezzo al sepolcro, bello e rivestito di una veste splendente, che disse loro:
* L'affermazione del sepolcro trovato già aperto, ma senza dire chi l'abbia aperto, è comune ai vangeli
canonici, eccetto Matteo, il quale fa aprire il sepolcro da un messaggero disceso dal cielo (28,2). Poiché
dall'interno un sepolcro ebraico antico (almeno quelli che conosciamo) non era apribile, si potrebbe
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pensare ai ladri del cadavere. Il nostro autore invece aveva già spiegato (v. 37) che la tomba si era
aperta da sola quando erano scesi dal cielo i due uomini.
* Il giovinetto, dovrebbe essere quello di cui parla Marco (16,5). Dal vestito si capisce che è un angelo.
56. "Perché siete venute? Chi cercate? Forse quel crocifisso? È risorto e se ne è andato; se poi non
credete, chinatevi e vedete il luogo dove giaceva: non c'è; è risorto infatti e se ne è andato là da dove
era stato mandato".
* Questa frase è assai simile a quella di Marco (16,6) e di Matteo (28,6).
57. Allora le donne spaventate fuggirono.
58. Era l'ultimo giorno degli azzimi. Molti se ne andavano via e ritornavano alle proprie case: la festa era
finita.
59. Ma noi, i dodici apostoli del Signore, piangevamo e ci rattristavamo; ognuno, pieno di tristezza per
quanto era avvenuto, se ne andò a casa.
60. Io invece, Simon Pietro, e mio fratello Andrea, prendemmo le nostre reti, ci recammo al mare. Con
noi c'era Levi, figlio di Alfeo, che il Signore...

Segue IV Parte

Franco


“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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