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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO - PREMESSA.

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2010 00:13
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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO CAP.V PARTE III
B) Interpretazione favorevole alla storicità
La scuola della tradizione, formata da cattolici, ortodossi e molti protestanti, ha sempre letto i testi nel
loro senso più immediato. Accetta perciò la storicità della risurrezione di Gesù, ritenendo che le
convergenze esistenti nei vari racconti della risurrezione siano molto più importanti che non le divergenze
e le contraddizioni.
Si è mossa in tre direzioni:
1) Obietta a quelli che sostengono la tesi contraria
* agli ebrei e a tutti i sostenitori della malafede:
qualcuno dà forse la vita per una ragione che sa essere falsa?
* alle scuole critica e mitica: per sostenere le loro tesi hanno dovuto ipotizzare una datazione tardiva per
i vangeli, datazione smentita dalle scoperte archeologiche.
* alla scuola critica:
- si aggrappa alla ottimistica fede nell'infallibilità della ragione umana. Ma la ragione umana è
veramente infallibile?
- suppone le leggi naturali assolutamente immutabili. È certo?
- come può ipotizzare con tanta disinvoltura la divinizzazione di un uomo da parte di ebrei? (scarsa
conoscenza della loro mentalità);
* alla scuola mitica:
- abdica a qualunque collocazione storico-cronologica degli avvenime nti riguardanti l'uomo Gesù.
Possibile che gli evangelisti abbiano così radicalmente idealizzato il personaggio, a non molto
tempo di distanza dalle sue vicende?
- ancor più della precedente scuola essa non è in grado di giustificare storicamente come dal
giudaismo sia potuta scaturire l'idea, anzi... il mito (!) del dio che si incarna (disinformazione
storica);
- come spiegare la testimonianza di Paolo in 1 Cor 15, 6 , il quale conosceva perfettamente il greco,
l'ebraico e l'aramaico e dice "apparve a più di 500 fratelli in una volta, la maggior parte dei quali
vive ancora, mentre alcuni sono morti"?
Non si fa così anche oggi per spiegare un fatto?
2) Porta "indizi" a favore dell'attendibilità dei cristiani:
1. I primi cristiani,
pur volendo far credere alla risurrezione, non la raccontano mai. Raccontano di aver visto Gesù vivo, di
averlo visto morto e poi risorto. Non dicono di averlo visto risorgere.
2. Senza la risurrezione resta difficile spiegare:
a) come gli apostoli siano ritornati a credere a Gesù dopo la catastrofe della sua morte
(nell'ebraismo non si pensava ad una risurrezione immediatamente dopo la morte);
b) come gli apostoli si siano impegnati così a fondo per dire che Gesù è risorto. Che cosa potevano
fare di più? Chi glielo faceva fare? Solo il fanatismo?
c) come gli apostoli, da giovani, non abbiano avuto il coraggio di morire per Gesù e poi l'abbiano
avuto da vecchi.
3. La conversione di Paolo:
come spiegarla dopo tutto quello che egli ha fatto e detto di Gesù, senza che fosse convinto di aver
veramente visto Gesù risorto?
4. Il fatto che gli stessi cristiani,
pur accorgendosi delle contraddizioni contenute nei vangeli (le discussioni al riguardo datano già dal II
sec.d.C.), non abbiano mai approvato i tentativi operati per appianarle. Così, ad es., non fu accettato
come canonico il vangelo di Pietro, che pure tentava di eliminare le divergenze dei racconti evangelici.
5. Il "fatto" che molti altri uomini
abbiano accettato la loro parola ed abbiano creduto a loro, dopo aver dubitato. Vuol dire che li hanno
giudicati credibili.
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 5 di 12
9
3) Cerca di spiegare le ragioni delle divergenze nei testi:
- prima di essere scritti, i fatti sono stati tramandati a voce per alcuni decenni e una tradizione
orale può alterare i particolari;
- i vangeli sono libri di fede scritti da credenti e per credenti: non mirano a far credere, ma a far
rafforzare una fede già sorta e quindi non si preoccupano più dei particolari storici;
- gli antichi avevano un diverso concetto di storia: non si curavano tanto della precisione
cronachistica, quanto piuttosto di dimostrare la veridicità delle tesi da loro affermate;
- anche oggi i racconti fatti da più testimoni sul medesimo avvenimento sono spesso contraddittori
o quanto meno divergenti (almeno nei particolari). Per esserne convinti basta confrontare fra loro
le varie descrizioni che di uno stesso fatto danno i diversi giornali. Anzi un criterio di indipendenza
reciproca di più testimoni spesso è proprio la diversità di impostazione del racconto e la
divergenza dei particolari messi in risalto.
- l'attenzione dell'uomo, che è un essere limitato, si ferma su quegli aspetti che lo toccano di più.
Quindi non può essere totalmente oggettiva;
- i primi cristiani hanno raccolto attorno all'annuncio fondamentale della risurrezione soprattutto
quei particolari che permettevano loro di rispondere ad obiezioni critiche che nascevano o
potevano nascere da parte dell'uditorio il quale, da un ambiente all'altro, manifestava interessi ed
esigenze diverse. Nei racconti evangelici si colgono molti accenni scritti espressamente per
controbattere le obiezioni degli avversari. Così hanno ricordato via via quei particolari dei racconti
che più servivano a rispondere a sempre nuove obiezioni.
Alla luce di questi princìpi si possono spiegare abbastanza bene le varie divergenze contenute nei racconti
della risurrezione.
Come vedono la risurrezione
- Ebrei: non successa malafede dei cristiani
- Scuola critica: non successa buonafede dei cristiani
- Scuola mitica: non importa se è successa importa ciò che dice per la mia fede
- Scuola tradizionale: successa e fondamentale per la fede
LE DISCUSSIONI SULLA RISURREZIONE
OBIEZIONI
RISPOSTE DEI VANGELI
a) è sicuro che Gesù fosse morto?
sì: - tre donne l'hanno visto spirare
- il colpo di lancia con sangue ed acqua
- il non-spezzamento delle gambe
- la presenza di un discepolo maschio
b) quanto al sepolcro:
* perché Gesù non fu messo nella fossa comune, come tutti i giustiziati?
R. Giuseppe di Arimatea lo chiese a Pilato e l'ottenne
* le donne non possono aver scambiato sepolcro?
R. Sono le stesse del venerdì sera
* perché le donne vanno al sepolcro la domenica?
R. Per finire la sepoltura (Mc e Lc) o per vedere il sepolcro(Mt)
* la testimonianza delle donne non vale!
R. Hanno controllato il sepolcro anche due discepoli
* il sepolcro era già aperto: dunque asportazione!
no: - è stato un angelo a rotolare la pietra (Mt)
- Gesù è apparso alle donne (Mt e Gv )
- la disposizione dei lini sepolcrali (Gv 20)
- c'erano le guardie (Mt)
c) quanto a Gesù apparso:
* era proprio lui?
R. sì: - prima gli Apostoli hanno dubitato e poi l'hanno riconosciuto (Tommaso)
- la constatazione delle piaghe
* era un fantasma?
R. no: - ha mangiato e bevuto con loro
- l'hanno toccato (Lc; 1Gv 1)
- l'hanno visto in molti (più di 500: 1Cor 15)
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
10
* apparizioni in Galilea o Gerusalemme?
R. Tutte e due (Gv 21
* dov'è ora Gesù?
R. Alla destra di Dio
* perché non appare ora?
R. - è apparso solo a preordinati testimoni (At 10,41)
- ora lo si deve riconoscere nell'eucaristia (Lc 24,35)
- apparirà alla fine a tutti (Atti 1,11)
d) * perché i capi dei giudei non credono?
R. - Riconoscerebbero di aver ucciso un innocente (Gv 9)
* perché gli ebrei non credono?
R. - la loro incredulità è causa della fede dei pagani (Rom 9-11)
- però alla fine crederanno (Rom 11,11-13).

Conclusione del Cap. V


Franco

[Modificato da francocoladarci 08/03/2010 15:04]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

www.esserecattolici.it
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