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I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO - PREMESSA.

Ultimo Aggiornamento: 24/07/2010 00:13
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IL CRISTIANO DISCEPOLO DI CRISTO I Parte
I FONDAMENTI DEL CRISTIANESIMO
Capitolo 07
Il Cristiano
discepolo di Cristo
INDICE
In questo capitolo tratteremo:
1. il cristiano adulto
a. Atti 2, 36-42
b. Colossesi 2,6-3,11
c. Romani 14, 1-23
2. la "legge" di Gesù
3. vita cristiana e leggi esterne
4. la vita alla luce della risurrezione di Gesù
5. il peccato
1. Chi è il cristiano
Il cristiano (adulto) è colui che ha deciso
1. di prestar fiducia alle comunità cristiane (= la Chiesa),
che presentano il Nuovo Testamento come l'autentico insegnamento degli apostoli, fedelmente
tramandato ed interpretato (tradizione orale e tradizione scritta).
2. di prestar fiducia agli apostoli,
che stanno all'origine della tradizione: accettare perciò che abbiano visto e riferito bene quanto Gesù ha
fatto e detto, in particolare la sua risurrezione.
* La testimonianza degli apostoli è stata tramandata e garantita dalle comunità cristiane.
Quindi l'atto di fede negli apostoli implica necessariamente un atto di fiducia nella Chiesa, per ciò che
riguarda la selezione dei testi ufficiali del cristianesimo, la loro esatta trasmissione e la loro corretta
interpretazione lungo i secoli.
3. di prestar fiducia a Gesù,
i cui fatti e detti costituiscono il contenuto della tradizione. In particolare accettare che Gesù sia
veramente ciò che ha detto di essere e cioè:
- il Figlio di Dio (Mt 3,17; 16,15-17; 17,5; 26,63-64; Mc 1,11; 14,61-62; Lc 1,32.35; 3,22; 22,70; Gv
1,49; 6,69; 10,36; 11,4.27; 19,7)
- il maestro (Gv 13,13)
- la via, la verità e la vita (Gv 14,6).
* Garanzia portata da Gesù per essere creduto: la sua risurrezione (Mt 12,40; Lc 11,29; Gv 2,18-22).
I fatti e i detti di Gesù sono stati tramandati attraverso gli scritti degli apostoli e dei loro immediati
ascoltatori. Gesù infatti non ha scritto nulla che, per ora, sia giunto a noi. Quindi l'atto di fede in Gesù
implica necessariamente un atto di fiducia negli apostoli.
4. di comportarsi in modo conforme a quanto Gesù ha insegnato,
5. di diventare membro della Chiesa coi sacramenti, in particolare coi sacramenti dell'iniziazione
cristiana.
In una frase sintetica si può dire che il cristiano è il discepolo di Cristo, cioè colui che ha deciso di
assumere il modo di vivere del maestro che si è scelto liberamente.
CRISTIANO = DISCEPOLO DI CRISTO
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
2
Documentazione essenziale
Tutto il Nuovo Testamento è una grande riflessione per dire chi è e come deve comportarsi il cristiano.
Ecco, tra i tanti, tre testi significativi:
Primo documento
Atti di apostoli (cap. 2) - anni 61-63
È la conclusione del primo discorso fatto da Pietro a Gerusalemme il giorno di pentecoste (v. cap. 3).
36. "... Con certezza dunque conosca tutta la casa di Israele che e Signore e Cristo fece il Dio questo
Gesù che voi crocifiggeste".
37. Avendo ascoltato, ebbero il cuore compunto e dissero a Pietro e agli altri apostoli: "Che cosa faremo,
uomini fratelli?"
38. Pietro a loro: "Cambiate mentalità e sia battezzato ciascuno di voi nel nome di Gesù Cristo per la
remissione dei vostri peccati e riceverete il dono del santo Spirito.
* Il battesimo (immersione in acqua) era, presso gli ebrei, un rito di purificazione dalle impurità. In certi
casi era anche il segno con cui una persona dichiarava di voler diventare discepolo di un certo maestro
(rabbino) ed il maestro dichiarava di accettarlo. Perciò essere battezzati "nel nome di Gesù Cristo"
significava diventare suoi discepoli.
39. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti i lontani, quanti chiamerà il Signore Dio
nostro".
40. Con altre molte parole rendeva testimonianza e li esortava dicendo: "Salvatevi da questa generazione
perversa".
41. Quelli dunque che accolsero la sua parola, furono battezzati e aderirono in quel giorno circa tremila
persone (lett. anime ).
42. Erano poi assidui all'insegnamento degli apostoli, alla comunione (= vita comune), allo spezzamento
del pane ed alle preghiere.
* Lo spezzamento del pane con l'articolo indica quasi sicuramente l'eucaristia, la messa.
Dunque, secondo Pietro (o secondo Luca),
cristiano è colui che sceglie Gesù come maestro di vita. Diventa perciò "discepolo" di Gesù e lo
esprime col battesimo.
Secondo documento
Lettera di Paolo ai Colossesi (cap. 2 - 3) - anni 61-63
Cap. 2
6. Come dunque riceveste il Cristo Gesù il Signore, in lui camminate,
7. radicati ed edificati in lui e resi certi nella fede come foste ammaestrati, sovrabbondando nel
rendimento di grazie.
8. Badate che nessuno sia colui che vi trae in errore mediante la filosofia e vuoto inganno secondo la
tradizione degli uomini, secondo i princípi del mondo e non secondo Cristo:
* Polemica contro una dottrina (filosofia) che alcuni andavano diffondendo a Colosse, la quale poneva
tra Dio e gli uomini molti esseri intermedi (angeli - i princípi del mondo!) da cui la vita dell'uomo
dipendeva:
- in alto, sopra i cieli, stava Dio;
- al di sotto, in emisferi concentrici, stavano vari cieli, ognuno dei quali si credeva fosse retto da una
potenza angelica (eone). Ultimo di questi esseri, il più vicino all'uomo e quindi il meno perfetto, era il
Cristo;
- sulla terra stavano gli uomini;
- sotto terra, in un luogo detto Sheòl, stavano i morti e i demoni.
La ragione del "camminare secondo Cristo" è questa:
9. poiché in lui dall'alto-abita tutta la pienezza della divinità corporalmente,
* "dall'alto" è un'espressione ebraica per dire "da Dio", perché, secondo la concezione ebraica, Dio era
in alto, al di sopra dei cieli ed inoltre il nome di Dio non si doveva pronunciare.
10. e siate in lui riempiti, lui che è il capo di ogni principato e potestà.
11. In lui anche foste circoncisi con circoncisione non fatta da mano nello svestimento del corpo della
carne, nella circoncisione del Cristo.
* Paolo aveva intuito che per molti che si convertivano dal paganesimo la circoncisione poteva essere
un ostacolo alla fede in Gesù (perché indicava visibilmente l'appartenenza al popolo ebraico che allora era
odiato da molti pagani) e perciò non aveva esitato ad eliminarla (e con essa l'osservanza di molta parte
della legge mosaica).
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 7 di 12
3
Tuttavia nell'Antico Testamento, che è parola di Dio, la promessa di salvezza era stata legata da Dio alla
circoncisione:
"... e il mio patto sia nella vostra carne come patto perpetuo... il maschio non circonciso... ha violato il
mio patto: sia tagliato via dal popolo" (Gen 17,13-14).
La comunità cristiana perciò si trovava in difficoltà nel risolvere questo problema: come si può
appartenere al popolo della promessa senza essere circoncisi? Paolo risponde che il cristiano, innestato su
Cristo con il battesimo, forma un solo essere con Lui (che è circonciso) e quindi non ha più bisogno di
circoncisione propria, ma appartiene al popolo della promessa attraverso la circoncisione del Cristo.
12. Con-sepolti con lui nel battesimo, in lui anche foste con-risuscitati mediante la fede della potenza del
Dio che lo destò dai morti;
* Ritroviamo qui un'altra formulazione del nucleo centrale del cristianesimo: il battesimo è il segno della
immersione nella morte-risurrezione di Gesù e, accettandolo, il cristiano manifesta di credere nella
potenza di Dio che è capace di liberarlo dalla morte (il cristiano è talmente sicuro - fede - della potenza di
Dio che vive già da risorto con Gesù).
13. e voi che eravate morti per i peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, (con)donando a voi
tutti i peccati,
* Coloro che erano fuori dalla salvezza (= morti) sia per i loro peccati, sia per non appartenere al popolo
ebraico, Dio ha reso vivi con la stessa vita di Cristo. Come è avvenuto ciò? "Condonando tutti i peccati".
Siccome, nella mentalità ebraica, Legge - Peccato (trasgressione della legge) - Morte sono tre realtà
strettamente unite (cfr. Gen 2,17), Gesù, vincendo la morte, ha vinto anche il peccato e la legge.
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
4
IL SIGNIFICATO DEI GESTI BATTESIMALI
gesti simbolici significato
- i battezzandi si riunivano presso la piscina battesimale,
dal lato ovest e voltati verso ovest (il luogo dove il sole
tramonta)
- tramonta la vecchia vita: la tenebra, il peccato
- ognuno si svestiva - spogliarsi del vecchio modo di vivere (del vecchio
uomo)
- si girava da ovest ad est - voltarsi verso la luce che sorge - Cristo sole di
giustizia
- scendeva nella piscina - discesa nel sepolcro con Cristo
- veniva immerso completamente nell'acqua - immersione nella morte di Gesù; morire con Cristo a
questo mondo; purificazione dal peccato
- usciva dalla piscina - passaggio dalla morte alla vita - risurrezione con
Cristo
- veniva unto dal vescovo - presa di possesso da parte di Dio
- veniva rivestito di abito bianco - inizio della nuova vita
14. avendo stracciato la cambiale a noi avversa - per mezzo delle prescrizioni - quella che era opposta a
noi, e l'ha tolta di mezzo inchiodandola alla croce;
* La cambiale è la legge mosaica e Paolo vuol dimostrare che la legge (mosaica) è superata e perciò non
vincola più il cristiano che ha ormai un altro modello di vita.
Ecco il suo ragionamento, tradotto in linguaggio occidentale:
+ Attraverso Mosè l'ebreo ha fatto un patto con Dio (le tavole della legge) e si è impegnato (la cambiale!)
ad osservarlo. Segno di questo è la circoncisione.
+ Però l'ebreo non è riuscito ad osservare la legge (cfr. At 15,10). Perciò la legge è diventata testimone
contro di lui.
+ E siccome la trasgressione della legge è peccato e al peccato è associata dalla legge di Mosè la pena di
morte, la legge ha condannato l'ebreo a morte (e non solo l'ebreo, ma tutti gli uomini: infatti tutti gli
uomini muoiono; cfr. Rom 5).
+ Da questa condanna a morte non è stato risparmiato neppure Gesù, quantunque fosse innocente (è
risorto!).
+ Però la legge mosaica, uccidendo Gesù, si è distrutta. Infatti
- nella legge è scritto che chi uccide un innocente deve essere ucciso (cfr. Deut 19,11-13);
- ma la legge ha ucciso Gesù, che era innocente (risorgendo, ha vinto la morte e quindi ha
dimostrato di non essere peccatore);
- quindi la legge deve essere uccisa.
15. avendo (Dio) spogliato i principati e le potestà li espose in franchezza, conducendoli nel trionfo in/con
lui (Cristo).
16. Nessuno dunque vi giudichi in cibo e bevanda o in fatto di festa o di neomenia o di sabati
* La neomenia era la festa di inizio del mese.
17. (cose) che sono ombre delle future, il corpo invece (è) del Cristo.
Paolo afferma: "Siete liberi da tutte queste sciocchezze (ombra = apparenza)!"
Nessuna prescrizione esterna può dare salvezza all'uomo.
* Il corpo (è) del Cristo - interpretazioni:
1) la realtà (di cui quelle erano "ombra") è il Cristo: ormai è venuta la realtà (Cristo) e perciò lasciate da
parte le ombre (apparenze);
2) l'uomo è del Cristo:
a) l'uomo non dipende da queste potenze intermedie, ma da Cristo;
b) la vita dell'uomo appartiene a Cristo e non più all'uomo stesso;
3) la Chiesa è del Cristo: i cristiani accettano di dipendere solo dal Cristo e non dalle potenze angeliche;
per cui, se qualcuno accetta ancora di dipendere da queste potenze, non fa più parte della chiesa di
Cristo (cfr. v. 19).
18. Nessuno pronunci sentenze contro di voi compiacendosi in umiltà e culto degli angeli, seguendo le
cose che ha visto, invano gonfiandosi col pensiero della sua carne
19. e non afferrandosi al capo (Cristo), dal quale tutto il corpo (Chiesa), che mediante giunture e legami
riceve sostentamento e unione, cresce la crescita di Dio.
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 7 di 12
5
* L'idea contro cui Paolo combatte: una salvezza che viene all'uomo mediante le opere dell'uomo.
Questo modo di vivere umano-carnale dà una certa ebbrezza di dominio su di sé e gonfia l'uomo di
orgoglio, di autosufficienza. Ma proprio questa autosufficienza dell'uomo, questo volersi sganciare da Dio
è il peccato.
Conseguenze:
20. Se moriste con Cristo agli elementi del mondo, cosa vi lasciaste prescrivere come viventi del mondo:
21. "non prendere" e "non gustare" e "non toccare",
* Verbi senza complemento oggetto: è sottinteso "cibi".
22. cose che sono tutte verso la corruzione con l'uso, secondo le prescrizioni e insegnamenti degli
uomini?
* Sembra che questo sia un commento di Paolo da mettere fra parentesi: tutte cose queste che sono
destinate a logorarsi col tempo.
23. Le quali cose hanno sì apparenza (lett. fatti, parole) di sapienza in culto volontario e umiltà e severo
trattamento del corpo, non in qualche valore, verso il soddisfacimento della carne.
* Queste cose non hanno valore in sé, ma conducono solo verso il soddisfacimento del proprio orgoglio
(cfr. Lc 18, la parabola del fariseo che dice: "Ti ringrazio Signore, che non sono come gli altri uomini... io
invece...").
Cap. 3
1. Se dunque con-risorgeste col Cristo, cercate le cose in alto,
* Ecco il programma della vita cristiana: siccome appartenete al Cristo risorto (dato che siete risorti a
vita nuova) avete definitivamente rotto col mondo e allora dovete cercare le cose di Dio (= "in alto").
dove il Cristo è, seduto nella destra di Dio;
* Ricorda l'uso dei sovrani orientali di far sedere alla propria destra il figlio primogenito (cfr. Salmo
110,1): Gesù è figlio di Dio.
2. pensate le cose in alto, non quelle sopra la terra.
* Rivela la tensione esistente tra le realtà entro cui si svolge la vita del cristiano: terra e cielo.
Questo testo non è un invito al disimpegno in questo mondo, ma ad evitare il peccato.
3. Moriste infatti
* I cristiani sono già morti agli elementi del mondo e alle loro passioni dato che vi hanno rinunciato col
battesimo.
e la vita vostra è stata nascosta con il Cristo in Dio:
* La vita di Dio è già presente, ma ancora non è oggetto di esperienza, ancora non si vede,
4. quando il Cristo si manifesterà, la vita nostra, allora anche voi con lui sarete manifestati nella gloria.
5. Mortificate (lett. fate morire) dunque le membra quelle sulla terra, fornicazione, impurità, passione,
desiderio cattivo e la cupidigia che è idolatria,
6. per le quali cose viene l'ira del Dio;
7. nelle quali anche voi camminaste allorquando vivevate in esse;
8. ma deponete anche voi tutte (queste cose), ira, bramosia, cattiveria, bestemmia, turpiloquio dalla
vostra bocca;
9. non ingannatevi gli uni gli altri, essendovi svestiti del vecchio uomo con le sue opere,
* Richiamo allo spogliarsi dei vestiti prima del battesimo: rottura definitiva col vecchio modo di vivere.
10. ed essendovi rivestiti del nuovo,
* Richiamo al rivestirsi dell'abito nuovo dopo il battesimo: l'uomo nuovo è il cristiano, oppure (meglio
forse) Gesù come modello del cristiano.
quello rinnovato in conoscenza
* quello che ha ricevuto una illuminazione nuova, una conoscenza nuova,
secondo l'immagine di chi lo creò,
* secondo l'immagine, il modello di uomo che aveva in mente il Creatore quando lo creò.
E questa "immagine" (cfr. Gen 1,26-27: Facciamo l'uomo ad immagine...) è Gesù, Figlio di Dio,
primogenito di tutta la creazione (cfr. Col 1,15-17; Ef 1,3-5). Questo significa che, quando Dio pensò
all'uomo, lo pensò come Gesù, che diventa il modello impresso da Dio in ogni uomo e rivelato nella
pienezza dei tempi, perché l'uomo potesse diventare volontariamente "giusto", cioè conforme al modello
che Dio gli stabilì.
11. dove
= in questa immagine che Dio aveva quando creava l'uomo
non c'è greco e giudeo, circoncisione e prepuzio, barbaro, scita, schiavo, libero,
e in Galati (3,28) aggiunge "maschio e femmina" - il superamento di ogni razzismo!
ma tutto e in tutti Cristo.
NOTA BENE: Questo corso è organizzato in capitoli che hanno una logica interna. Consigliamo perciò di leggerli in ordine progressivo.
6
Terzo documento
Lettera di Paolo ai Romani (cap. 14) - anno 57
Il problema:
È lecito al cristiano mangiare carni immolate agli idoli?
Alcuni cristiani rispondevano di no con la motivazione: mangiare la carne immolata ad un idolo è fare
un'offesa al vero Dio.
Altri rispondevano di sì con la motivazione: gli idoli non esistono e quindi la carne è immolata a nessuno.
Mangiarla diventa un atto di fede nell'unico Dio.
Questo problema divideva le prime comunità cristiane soprattutto durante i pasti comunitari (cena del
Signore?). Paolo ne parla anche in 1 Cor 8.
La risposta di Paolo:
a) ognuno segua la propria coscienza:
- chi mangia la carne, lo fa per Dio;
- chi non mangia la carne, lo fa per Dio;
- i cristiani sono opposti quanto a comportamento, ma convergenti quanto a motivazione: per Dio.
b) il forte di fede rispetti la coscienza del debole: ognuno deve rispondere di sé a Dio.
Cap. 14
1. Il debole di fede accogliete non con critiche di opinioni.
2. Uno crede di (poter) mangiare di tutto, il debole invece mangia (solo) verdura.
* La divisione nella comunità era dovuta al fatto che coloro che mangiavano carne disprezzavano quelli
che non ne mangiavano; mentre coloro che non ne mangiavano erano scandalizzati nel vedere fratelli di
fede che mangiavano di queste carni immolate e li ritenevano peccatori.
Paolo cerca di comporre questa divisione mediante un principio fondamentale:
ognuno ha il diritto di essere rispettato nella situazione di fede in cui si trova, perché ciò che accomuna
tutti è l'obbedienza all'unico Dio come ognuno è capace di capirne la volontà.
3. Colui che mangia non disprezzi colui che non mangia; colui che non mangia non giudichi (= condanni)
colui che mangia: il Dio infatti l'ha accolto.
4. Tu chi sei che giudichi un servo altrui? (dipende) dal suo padrone se sta in piedi o se cade; starà in
piedi però, è capace infatti il Signore di tenerlo in piedi.
* Condannare è facile, per ciascuna delle due parti; ma è altrettanto arbitrario. Infatti ciascun fedele,
forte o debole di fede che sia, aderisce personalmente a Cristo e a Dio. Chiunque guarda dal di fuori si
mette in una prospettiva sbagliata, come chi vuole giudicare un domestico non essendone il padrone: che
ne sa lui degli ordini che il servo ha ricevuto dal padrone?
5. Uno infatti giudica tra giorno e giorno, un altro invece giudica importante ogni giorno: ciascuno nel suo
giudizio sia pienamente convinto.
6. Colui che bada al giorno vi bada per il Signore. E colui che mangia, mangia per il Signore, ringrazia
infatti il Dio; e colui che non mangia, non mangia per il Signore e ringrazia il Dio.
* Qualunque comportamento si tenga, se sorretto dalla buona fede, è buono, in quanto ciò che si fa, si fa
per il Signore.
7. Nessuno infatti di noi vive per se stesso e nessuno per se stesso muore;
8. se infatti viviamo, viviamo per il Signore, se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo
sia che moriamo, siamo del Signore.
9. Per questo infatti Cristo morì e rivisse (lett. visse) affinché fosse il Signore e di morti e di vivi.
10. Tu invece, perché giudichi (= condanni) il fratello tuo? O anche tu, perché disprezzi il fratello tuo?
Tutti infatti staremo davanti al tribunale di Dio.
11. È scritto infatti: "Per la mia vita, dice il Signore, a me si piegherà ogni ginocchio ed ogni lingua
renderà gloria al Dio" (Is 45,23).
12. Perciò dunque ciascuno di noi renderà ragione di sé al Dio.
* È nello stile tipico di Paolo ridire con parole diverse la stessa idea, quasi per farla entrare meglio nella
mente di chi legge. Il concetto qui espresso è il medesimo espresso al v. 10.
* "Piegare il ginocchio" era il gesto che si faceva davanti al re, il quale aveva tutti i poteri, compreso il
potere giudiziario.
13. Non più dunque a vicenda giudichiamoci; ma questo giudicate piuttosto, di non porre inciampo al
fratello o scandalo (= pietra che imbroglia il cammino).
14. So e sono persuaso nel Signore Gesù che niente è impuro di per sé; ma per colui che pensa che
qualcosa è impuro, per lui (è) impuro.
* Questo è il culmine del pensiero di Paolo in questo capitolo: il trionfo della coscienza.
Paolo afferma, richiamandosi a Gesù stesso, addirittura sotto forma di giuramento, che il bene o il male
non sta nei cibi (o in qualsiasi cosa esterna all'uomo), ma nella coscienza delle persone. In Mc 7,17-23
Gesù parla di "cuore" e dichiara puri tutti i cibi.
Corso sui Fondamenti del Cristianesimo – Capitolo 7 di 12
7
15. Se infatti per un cibo il fratello tuo è contristato, non cammini certo secondo la carità. Per il cibo tuo
non uccidere quello, per lui (lett. per il quale) Cristo morì.
* È meglio lasciare il fratello debole nella sua persuasione erronea, dato che non è in grado di capire
ancora la verità intera, piuttosto che porgli dei problemi più grandi di lui, che lo metterebbero in crisi di
fede: sarebbe questa una vera mancanza di carità.
16. Non sia screditato dunque il vostro bene.
17. Il regno del Dio infatti non è cibo, bevanda, ma giustizia e pace e gioia in Spirito santo;
18. colui infatti che in questo serve il Cristo, è gradito al Dio e stimato dagli uomini.
19. Dunque seguiamo le (opere) della pace e le (opere) dell'edificazione reciproca.
20. Non distruggere a causa di un cibo l'opera del Dio.
* L'opera del Dio probabilmente è la fede.
Tutte le cose (sono) pure, ma (è) male per l'uomo che mangia per (= nonostante si accorga di causare)
inciampo.
* Paolo ripete il principio del v. 14. E sottolinea che il male sta nel motivo per cui si agisce.
21. (È) bello non mangiare carne, né bere vino, né (fare cosa) in cui il fratello tuo cada (o sia
scandalizzato o si indebolisca - aggiunta di alcuni manoscritti).
22. La fede (= convinzione?) che hai custodiscila per te stesso davanti al Dio.
* Non si chiede ad una persona "forte di fede" di rinunciare alle proprie convinzioni (sarebbe illogico dopo
il discorso fatto prima), ma le si chiede di inglobare tra le proprie convinzioni anche la carità, di modo che
sappia rinunciare ad un po' della sua libertà per non danneggiare quel fratello, per il quale Cristo ha
rinunciato addirittura alla vita
Felice colui che non giudica se stesso in ciò che approva.
* Frase difficile da interpretare. Pensiamo voglia dire: "Felice colui che non usa due pesi e due misure",
cioè: "Felice colui che, avendo accettato per sé il principio della libertà di coscienza, non lo nega poi per il
fratello debole di fede, condannandolo".
23. Ma colui che è incerto, se mangia, è condannato perché non da fede; tutto ciò che non (deriva) da
fede, è peccato.
* Fede = buona fede, secondo la maggior parte dei biblisti.
Chi, per la sua fede debole, vede, anche solo confusamente, un rapporto negativo tra la coscienza e il
mangiare carne immolata agli idoli, se mangia, si condanna da solo, perché non è più guidato dalla fedecoscienza.
E siccome tutta la vita cristiana si svolge nell'ambito della fede, qualunque elemento estraneo
che l'uomo non faccia rientrare in questo ambito, è peccaminoso. Non c'è alternativa: o fede che plasmi
tutta la vita pratica e divenga quindi anche coscienza, o peccato (= malafede).
In conclusione, partendo da un caso particolare, Paolo teorizza il principio della coscienza: ognuno deve
imitare Gesù (principio oggettivo della morale cristiana), come è in grado di conoscerlo (principio
soggettivo).
Ciò che conta davanti a Dio non è l'azione che si fa, ma il movente.
E tuttavia la libertà cristiana non è arbitrio. Si veda al proposito un altro testo di Paolo (lettera ai
Galati, 5,13):
"Voi foste chiamati a libertà, fratelli; soltanto, non usate la libertà a pretesto per la carne (= per vivere
secondo il vostro comodo), ma siate servi gli uni agli altri mediante la carità"
MORALE CRISTIANA
* IMITARE GESÙ (aspetto oggettivo)
COSÌ COME LO PRESENTA LA COMUNITÀ CRISTIANA (APOSTOLI)
* SECONDO LA CONOSCENZA DI LUI (aspetto soggettivo)
PERÒ la coscienza non è autonoma,
ma illuminata da Gesù.


Segue II Parte


Franco


“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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