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i Re Magi

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2010 23:36
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06/01/2010 11:45
 
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La caduta delle illusioni

Oggi il vangelo ci presenta due figure molto diverse fra di loro: Erode e i Magi. Quest’anno ci soffermeremo sulla figura dei maghi e sulla portata della loro venuta al Bambino.
Il brano è tratto da Mt 2 e fa parte di quella serie di vangeli che vengono chiamati “vangeli dell’infanzia”. Uno potrebbe credere che siano “vangeli per l’infanzia”, per i bambini, storie da raccontare a loro.
In realtà si tratta, invece, di veri e propri trattati teologici che hanno poco di storico e tutto di teologico. Vogliono, cioè, non descrivere dei fatti ma spiegare che cosa abbia voluto dire la nascita di Gesù e la sua venuta sulla terra.

Il vangelo ci presenta i Magi. E’ una presenza imbarazzante, inammissibile, sempre negativa per la Bibbia, eccetto qui.
Il Levitico era chiaro: “Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia” (Lv 19,26).
Nel corso della prima piaga d’Egitto, in cui Mosè cambia tutte le acque del Nilo e dei torrenti in sangue così che gli Egiziani non possano più bere, anche i maghi fanno la stessa cosa. Sono quindi rivali e concorrenti di Mosè (Es 7,22).
Il N.T. conosce Simone il mago (At 8,9-24) che voleva comprare lo Spirito Santo e il falso profeta Elimas che si faceva chiamare “figlio di Gesù” che Paolo e Barnaba smascherano.
Il termine “maghi” in greco significava “imbroglioni, ciarlatani, coloro che predicono menzogne” (Ger 27,10). Che ci fanno questi ceffi al cospetto del Dio Bambino? Ma perché Mt, unico evangelista, li “infila” dentro?
Siccome il termine “maghi” ha chiaramente una valenza negativa, per dargli un po’ di dignità (unica volta!) si è tradotto (e non si capisce proprio il perché) il termine greco “maghi” con Magi.
Furono poi elevati al rango di re e fu dato loro anche un nome: Gaspare, Melchiorre e Baldassare; uno era bianco, uno era nero e l’altro meticcio. E’ chiara che l’operazione storica fatta, il restyling, aveva il compito di redimere, di ridare dignità, ad un gruppo di personaggi invisi e chiaramente negativi.
Nel corso dei secoli è nato perfino il quarto re Magio, quello che non è arrivato e le tradizioni su di loro sono fiorite. D’altronde sono personaggi che ben si prestano al nascere di tradizioni parallele, tutte tra l’altro con un loro preciso senso e simbolismo (e quindi non da rigettare).

Ma qual è il significato originario della presenza di questi maghi davanti al Dio Bambino? Per trovare il senso del loro esserci dobbiamo soffermarci sui doni che portano, che non sono affatto a caso.
Il primo dono è l’oro. A che cosa serviva l’oro? L’oro era il dono che si faceva e che si portava al re (1 Re 9,11.28). L’oro è il simbolo per eccellenza della regalità.
Ma chi è che adesso porta l’oro al nuovo Re Gesù? Chi è che lo riconosce come sovrano? Non sono più gli ebrei, i giudei, coloro che avrebbero dovuto riconoscerlo, ma sono proprio i pagani, anzi i maghi, quelli odiati, ritenuti eretici, gente della peggior specie che lo riconoscono come re. Altrove Gesù dirà (8,11): “Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”.
E’ la fine della prima illusione: Dio non è più il re degli ebrei, ma di tutti quelli che lo accolgono.
Il secondo dono è l’incenso. L’incenso era l’elemento specifico dell’uso liturgico, usato soprattutto nei momenti più importanti e nelle offerte di ringraziamento (Lv 2,1-2; 1 Sam 2,28).
Tutt’oggi anche nelle nostre liturgie viene utilizzato in quelle più solenni e più importanti. Ma cosa succede qui? Non sono più i puri sacerdoti del tempio, ebrei purosangue, gli unici che potevano rivolgersi alla divinità nel culto, ad offrire incenso ma dei pagani ed eretici maghi.
E’ la fine della seconda illusione: Dio non è più privilegio solo degli ebrei; è finito il tempo del popolo eletto. Il popolo ebreo non ha più il privilegio di essere il popolo sacerdotale: Dio è di tutti gli uomini.
Il terzo dono è la mirra. La mirra è una resina dall’intensa fragranza, dal profumo molto forte; è il profumo con il quale l’amante conquista il suo amato (Pr 7,17: “Ho profumato il mio giaciglio di mirra”). La mirra è il segno dell’amore tra gli amanti (Ct 5,5; Est 2,12). Ma chi è adesso che porta la mirra, segno dell’amore? Non è più Israele il popolo eletto, ma dei pagani, lontani da Dio e condannati dagli stessi ebrei.
Cade la terza illusione: Dio non ama più solo il suo popolo eletto ebreo; Dio ama tutti i popoli e tutti gli uomini.

L’arrivo dei Maghi sancisce la fine della grande illusione di Israele di essere il prescelto, il popolo di Dio. Leggendo questo vangelo gli ebrei dicevano: “Ma come non siamo più solo noi il popolo prescelto?”. “No!”.
Uno dei momenti più difficili della vita per tutti noi è il giorno della caduta delle illusioni.
La realtà e la verità è difficile da accettare, da accogliere, da sentire e da vivere. Lo è per tutti. L’il-lusione crea sempre de-lusione quando cade. La dis-illusione è poter vedere la realtà per quello che è.


(l’illusione personale.
“Se io avessi di più, non mi lamenterei”. “A me certe cose non succedono”.
“In fin dei conti, “mi non fasso mae a nessun!””. Cioè: “Sono una brava persona”. Tu non ti conosci, tu non ti guardi dentro, per questo puoi dire che non fai male a nessuno.
“Mi non porto rancore con nessun!”. Lo credi tu! Non lo senti ma non che non ne hai. Anzi il fatto che tu dica così ci aiuta a capire che tu hai paura del sentimento della rabbia e non te lo permetti.
“Quando avrò quella cosa allora sì che sarò felice”. “Se io fossi al suo posto farei diversamente”. “Il mondo va sempre peggio”: non va né peggio né meglio di ieri. Va come noi lo facciamo andare.
C’è l’illusione religiosa.
L’illusione religiosa dice: “Il nostro Dio è quello unico e quello vero”. Ma perché proprio il nostro? E Dio è Colui che preferisce un popolo ad un altro popolo? Non certo quello del vangelo, come abbiamo appena visto!
Eppure per quanto tempo si è creduto alla superiorità della fede cristiana rispetto alle altre fedi. Si diceva addirittura che “fuori dalla chiesa non c’è salvezza”: cioè, se non eri battezzato eri condannato all’inferno.
C’è l’illusione che l’Italia sia un paese cattolico: sì, se si intende che la maggioranza della gente è battezzata; no, se si va a verificare lo stile e il comportamento di vita degli italiani.
C’è l’illusione che l’Europa sia cattolica (d’altronde il Papa sta in Vaticano, in Europa). Eppure i movimenti più vivi e vitali non si trovano qui; si trovano in Africa o in America Latina dove la fede si coniuga e si vive incarnata nella vita personale e sociale.
C’è l’illusione che “noi siamo dalla parte giusta” solo perché siamo battezzati (il che non vuol dire che siamo dalla parte sbagliata!). Eppure a volte dentro ai nostri gruppi cristiani c’è così tanto giudizio, chiusura, diffidenza, bigottismo! Così come ci sono dei gruppi cristiani meravigliosi! Così come ci sono dei gruppi “umani” (di nessuna fede religiosa specifica) dove si vivono i valori della diversità, dell’amore, della condivisione, del rispetto della natura e di ogni essere vivente, della ricerca e della spiritualità.
C’è l’illusione di conoscere il Signore. Ero già in seminario ed ero già in teologia. Quando tornavo a casa tutti i ragazzi e le persone venivano da me per le questioni religiose. Io credevo di sapere un sacco di cose e in fin dei conti mi dicevo: “Beh, che altro ci sarà da sapere”. In realtà ero totalmente cieco. Poi ho scoperto che Gesù non è nato come dice il vangelo di Lc; che non è apparso come si vede un uomo per la strada; che non aveva il potere della magia e di fare i miracoli come e quando voleva lui, indipendentemente dagli altri; che Maria non ha cantato il Magnificat; che Adamo ed Eva non sono mai esistiti storicamente ma neanche Noè; che furono trenta al massimo in cento a scappare dall’Egitto e ad andare verso la terra promessa; che tutte le mie idee sull’inferno, sul paradiso e sul purgatorio erano immaginarie. Ogni volta che scoprivo una cosa nuova mi cadeva un’illusione. Era doloroso: in realtà, stavo scoprendo di essere totalmente ignorante (e lo sono ancora!) in materia. La prima tentazione fu quella di dire: “No! Non è possibile!”. La prima tentazione fu quella di attaccarsi alle illusioni e di rifiutare la verità.
Quando si scoprì che non era l’universo che girava attorno alla terra ma la terra che girava attorno al sole, alla stessa maniera si disse: “Impossibile!”. E gente come Galileo, Copernico e compagni furono condannati!

C’è l’illusione degli innamorati. Quando ci si innamora e all’inizio del matrimonio l’altro è percepito come il partner perfetto, l’amore da sempre sognato e vagheggiato.
La grande illusione per lei è: “Lui mi salverà” e “Lui mi renderà felice”.
La grande illusione per lui è: “Lei capisce il mio valore; lei non vuole cambiarmi, mi accetta per quello che sono”.
Ma con il passare del tempo la delusione è inevitabile perché si scopre che l’altro non è come lo si immaginava, come lo si aveva in testa, come noi lo avevamo disegnato. L’altro è diverso da me.
E’ la fase della dis-illusione: si vede l’altro per quello che è. Se avviene questa disillusione e se si riesce a vedere e soprattutto ad accettare il partner per quello che è, negoziando insieme il rapporto, allora la coppia ne uscirà rafforzata. E’ il passaggio all’amore. Altrimenti non ci sarà più coppia (qualsiasi cosa la coppia faccia).
Molti amanti non accettano la caduta dell’illusione: “Non sei più come quello di una volta!; ti voglio come eri prima; quando eravamo fidanzati eri diverso; non ti conoscevo mica così…”.

Uno yogin disse ai suoi discepoli: “Ci sono tre cose che non dovete mai fare: togliere alla gente il loro Dio, i loro padri (le idee sulla loro famiglia) e le loro certezze. Se lo farete ve la faranno pagare. La gente vuole sicurezza non verità”.
Gerusalemme è terrorizzata (2,3) quando sente che il Messia viene non come lei aveva previsto.
Erode va fuori di testa quando gli viene sottratta l’illusione di essere lui il vero re.
Gli ebrei condanneranno a morte Gesù come eretico perché Lui aveva tolto le loro certezze religiose.
Solo la realtà esiste, il resto è illusione. Ama la realtà perché amare ciò che non esiste (illusione) non serve.
Vivi nella realtà perché vivere in ciò che non esiste è non vivere.
E ogni volta che cade un’illusione, ringrazia Dio perché ti ha portato più vicino a Lui.)


Con l augurio , che come allora, molte persone si convertono verso la vera Luce..


Buona Befana [SM=x2091566]
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06/01/2010 21:04
 
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Casualmente proprio oggi ho affrontato l'argomento Magi, per una piccola ricerca fatta dal mio figlio più piccolo in merito.
Ho trovato: astrologi,studiosi, saggi,stregoni, e forse sacerdoti zoroastriani, ma MAGHI da nessuna parte, secondo te come mai?

P.S. davvero interessante il tuo riassuntino dell'argomento

[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
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06/01/2010 21:57
 
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Re:
flabot, 06/01/2010 21.04:

Casualmente proprio oggi ho affrontato l'argomento Magi, per una piccola ricerca fatta dal mio figlio più piccolo in merito.
Ho trovato: astrologi,studiosi, saggi,stregoni, e forse sacerdoti zoroastriani, ma MAGHI da nessuna parte, secondo te come mai?

P.S. davvero interessante il tuo riassuntino dell'argomento

[SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]




e cosa gli hai insegnato??? [SM=x2081762]

per quello che so io, gli astrologi venivano chiamati magi... per le conoscenze nella materia, ed è per questo che riuscirono a seguire la stella...
che vengono considerati maghi perchè fanno magie non lo so, ma come ho scritto, penso che sono arrivati a dire che erano "maghi" per un corretto italiano da mago (singolare usato per Simon,) al plurare che diventa "maghi"
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AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...
06/01/2010 23:36
 
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Re: Re:
vi saluto in CRISTO SIGNORE

mia cara sorella in CRISTO "lovelove.." che scrivi :

lovelove84, 06/01/2010 21.57:

.......per quello che so io, gli astrologi venivano chiamati magi... per le conoscenze nella materia, ed è per questo che riuscirono a seguire la stella................




R I S P O S T A

mia cara sorella

infatti,

proprio quest'oggi 6 gennaio
il programma televisivo di Rai UNO "a sua immagine"
aveva come ospite un'antropologa
la quale spiegava che il termine "MAGI" non era inerente alle magie
ma bensì ai "SAPIENTI/STUDIOSI" - studiosi di astrologia - di....profezie e di ......

grazie [SM=g7958] [SM=g1902224] [SM=g7958]

vi saluto in CRISTO RISORTO



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