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Conoscere la Bibbia

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2010 00:58
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Settima parte: Genesi

4. L'UOMO E LA DONNA

Ed ecco allora che comincia la TERZA PAGINA. Tra l'altro è curioso il fatto che Dio e il mondo non bastano all'uomo. Anche Dio!
Abbiamo visto che l'ha già incontrato, che lo può persino pregare; eppure l'uomo non è del tutto completo fino a quando non ha fatto anche quest'ultima esperienza. Un uomo solo religioso e un uomo solo tecnico non è ancora completo. Ci vuole qualcos'altro.
Il terzo elemento è descritto nella parte più bella, più dolce di questo grande canto. E' uno dei testi che mi auguro venga scelto dai giovani per il loro matrimonio.

Possiamo dire che questo è veramente il primo canto di amore dell'umanità, e sarà anche l'ultimo. Non sappiamo come finirà il mondo, ma possiamo immaginare che quando ci sarà quell'ultimo momento, supponiamo anche il momento drammatico di una catastrofe, ci saranno forse ancora due persone innamorate che si stringeranno la mano, e anche se non avranno più il tempo di dire una parola, quel gesto che essi faranno sarà ancora lo stesso gesto che ha fatto il primo uomo con la sua donna, quel gesto che continuamente si ripete, in ogni istante, sualla faccia della terra.

Sentiamo i vv. 21-25:

"Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolto all'uomo, una donnae la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse:
"questa volta essa
è carne della mia carne,
e osso delle mie ossa.
La si chiamerà donna perchè dall'uomo è stata tolta".
Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non provavano vergogna".


Per quelli che forse ancora non sono del tutto convinti che qui il protagonista non sia il primo uomo, ma l'uomo di tutti i tempi, quest'ultima frase è proprio una specie di controprova che li dovrebbe mettere in sospetto: evidentemente l'autore ha in mente il ciclo continuo degli uomini, padri e figli che continuamente vivono l'esperienza d'amore.

Riprendiamo l'immagine usata che è quella dell'architetto o dello scultore. Su questa costola quante banalità e anche quanta ironia inutile è stata versata nella storia! Soprattutto è stata una dei cavalli di battaglia dell'anti femminismo, proprio perchè ad essa si è sempre collegata una specie di dipendenza uomo-donna. Ora, tutto il resto e soprattutto il contasto hanno invece lo scopo ininterrotto di dimostrare che uomo e donna sono tutti e due sullo stesso fronte, sono entrambi veramente pari. E allora perchè si usa questa immagine?

Ci sono delle ragioni filosofiche che ci porterebbero verso le letterature dell'antico Oriente, verso la letteratura sumerica (in essa ti significa sia "costola" sia "donna"). Per ora accontentiamoci invece di una rivelazione simbolica, molto curiosa, che ci è data da un testo di una letteratura sorella della letteratura ebraica, la letteratura cananea, ugaritica. In una delle tavolette scoperte a Ugarit, in Siria, si dice che quando il dio creatore volle creare la donna e l'uomo, fece la stessa cosa che fa lo scultore quando estrae dalla roccia la sua statua. La statua è una realtà unica, nuova, ma è sempre roccia. Così, l'uomo e la donna sono tra di loro in parallelo come la roccia e la statua che partecipano entrambi della pietra.

Questa descrizione ci fa capire qual è l'idea che l'autore concepisce: l'uomo è carne e osaa cioè, nel linguaggio della Bibbia, carne = fragilità, debolezza = consistenza. Noi siamo questo misterioso impasto di consistenza e di debolezza; siamo veramente dei microbi nell'universo, ma abbiamo anche una nostra misteriosa consistenza.
Ecco: questa carne e queste ossa passano dall'uno all'altro; la costola è quasi il ponte di comunicazione, e tra i due avviene una profonda connessione, un profondo collegamento: essi hanno la stessa materia, hanno lo stesso tessuto. Questa presentazione è messa nella cornice di un sogno, di un sonno. L'indicazione non è banale ma piena di significato.
Nella Bibbia spesso i sonni e i sogni comportano sempre una rivelazione. L'uomo, nell'interno di questo sogno-sonno, scopre la grande rivelazione della sua pienezza; scopre finalmente, risvegliandosi, quale era quell'aiuto simile di cui aveva bisogno: eccolo di fronte a lui; ed allora egli lo chiama col nome di carne e di ossa. Dice:

"Tu sei veramente la mia carne, tu sei veramente il mio osso".

Questa descrizione è proprio la scoperta stupita, se abbiamo compreso che la carne e ossa sono la descrizione dell'esistenza umana, che è possibile che sulla faccia della terra esista qualcosa di simile all'uomo, che esista veramente quell'aiuto tanto atteso.

E allora alla fine, nonostante l'antifemminismo che affiorerà ripetutamente nella cultura della Bibbia, figlia del suo tempo, questa è veramente la controprova di un altissimo messaggio e di un'altissima celebrazione della grandezza dell'uomo e della donna.

L'uomo deve trovare un nome alla sua compagna. Sarà solo in seguito che noi incontreremo quell'altro nome che è diventato famoso, frutto probabilmente nel prosieguo del racconto di un'altra tradizione indipendente: solo dopo la donna si chiamerà Eva, "la vivente". Ora invece come è chiamata la donna? L'uomo ebraico è detto anche 'ish. Il femminile in ebraico si fa aggiungendo la desinenza -ah. L'uomo, risvegliatosi dalla grande rivelazione e trovato l'aiuto che egli è simile, dice: "Io sono 'ish e tu sei la mia donna, ti chiamerai 'isshah": il maschile e il femminile dello stesso nome.

L'uomo e la donna sono sempre la stessa realtà, l'una al maschile e l'altra al femminile. anzi, perchè la cosa sia ancora più comprensibile, si usa un'altra immagine: i due saranno una carne sola. L'uomo si unirà alla sua donna: due principi si uniscono, due persone necessarie l'una all'altra, due pari; due occhi che si incontrano, due esseri simili che si incontrano e celebrano l'amore.

Su quell'espressione: "saranno una carne sola" gli studiosi si sono accaniti per vederne il significato.
Dobbiamo presentare questo significato proprio con la semplicità con cui lo presenta l'uomo della Bibbia, non timoroso del suo corpo. Egli guarda i due che si uniscono. Sono una carne sola perchè essi sono uniti nell'atto sessuale, e l'atto sessuale, quando nasce veramente dall'amore, è il congiungimento totale dei due esseri. I due esseri ormai hanno trasfuso in sé tutto il loro dolore, tutte le loro gioie, tutti i loro pensieri, e in quel momento anche i loro corpi; ogni realtà ormai non appartiene più all'uno o all'altro.

Contemporaneamente l'autore risale a quel "prima", quando essi si sono scoperti come necessari umanamente. In pratica, possiamo dire che in questa terza parte del c. 2 della Genesi, abbiamo la grande vittoria sulla malattia ultima che ci portiamo dentro, perchè la donna rappresenta tutto il prossimo, tutti i simili. E qual è quella malattia che ci portiamo dentro? E' la malattia della solitudine e della insoddisfazione. L'uomo che non ha l'amore e ha tutti glia niamli di questo mondo, ha tutte le cose di questo mondo, ha lavorato dalla mattina alla sera, non ha l'aiuto che egli è simile. Ed egli se è veramente uomo, se non diventa bestia, è necessariamente triste. Solo quando ha incontrato l'altra persona, quando ha un dialogo, l'uomo finisce la sua tragedia, la grande malattia della solitudine.

Dice il libro biblico di Qohelet:

"Guai a quell'uomo che è solo!... Fortunato chi ha un amico, perchè quando sta per cadere, almeno uno lo può sostenere". (cfr. 4, 10-12)

Noi sappiamo quale grande maledizione c'è tutte le volte che l'uomo è solo, terribilmente solo, in una prigione totale di solitudine.
Qui si celebra, allora, in secondo luogo, anche la vittoria sulla solitudine. Sono una carne sola perchè ormai hanno nell'interno un profondo e misterioso dialogo.

Un famoso studioso tedesco dell'Antico Testamento, G. von Rad, ha sostenuto nel suo commento alla Genesi, un'ipotesi che non è forse del tutto da accantonare. Questa "una carne sola" è il bambino che nasce dai due. Perchè essi si sono incontrati nell'amore, quella nuova creatura che continuerà la storia dell'umanità non è più né solo dell'uno né solo dell'altra, è ormai una carne sola che partecipa di entrambi e in cui si riflettono i volti dei genitori.
E allora la finale di questa pagina è una finale piena di gioia e di pace: l'uomo si è realizzato.

Fine settima parte, continua...






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