7 Infatti chi è morto è affrancato dal peccato.
lett. «è giustificato dal peccato», cioè è legittimamente dichiarato libero dalla signorina del peccato, da esso emancipato. La morte tronca i legami terrestri; quindi se il peccato è stato il padrone del corpo quando questo era vivo, ora che per l'unione con Cristo, è avvenuta la morte dell'uomo vecchio, il peccato ha perduto ogni diritto di dominazione sul suo schiavo d'una volta. Uno schiavo morto non serve più. Però uno stato morale negativo, di astensione dal peccato, ma privo di santa attività positiva, sarebbe psicologicamente impossibile e mal risponderebbe al fine della creazione e della salvazione. L'unione con Cristo è una morte, ma solo per l'uomo vecchio, non per la personalità umana in sè. Ci toglie alla illegittima tirannia del peccato, ma per restituirci al legittimo e filiale servizio di Dio. Questo il lato positivo della rivoluzione morale determinata dall'unione con Cristo, e che riproduce nel credente la «potenza della risurrezione di Cristo» Filippesi 3:10-11.
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AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...