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DIPENDENZA DA INTERNET.....

Ultimo Aggiornamento: 28/07/2010 21:49
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[SM=g6198] [SM=g6198] INTERESSANTE ARTICOLO: [SM=g6198] [SM=g6198]
www.casatea.com/index.php?name=News&file=article&sid=674





A cura della Dott.ssa Monica Monaco
Dalla comunicazione alla "comunicazione virtuale"




La comunicazione sociale è sostenuta oggi da moderni strumenti che consentono di superare le barriere
e i vincoli di tempo e di spazio e, fra i nuovi modi di comunicare, Internet è certamente uno dei mezzi
che offre maggiori opportunità.
Tra atteggiamenti sociali di attrazione e diffidenza, il "popolo di navigatori quotidiani" è cresciuto
e comprende ormai ogni razza ed ogni età e, grazie alla rete, i bambini trovano nuove opportunità di
gioco e i giovani, gli adulti e perfino i "nonni telematici" si informano, comunicano, commerciano
e sperimentano se stessi attraverso la cosiddetta "comunicazione virtuale".Ma come tutti gli strumenti
di comunicazione, anche la rete non è esente da cattivi usi e da abusi che, negli ultimi anni, hanno
talvolta portato ad osservare nel campo della salute mentale, una moderna forma di dipendenza, definita
"internet-dipendenza", "retomania" o anche "Internet Addiction Disorder" (I.A.D.).

La retomania: una somma di più fattori

A partire dall'osservazione e dallo studio di casi clinici di retomania, dalla lettura di storie
autobiografiche narrate da internet-dipendenti e dai risultati di questionari specifici compilati da
un'utenza che avverte sintomi di Dipendenza dalla Rete, sono state descritte tre categorie di elementi
che contribuiscono all'insorgere della Sindrome da Dipendenza da Internet che, tuttavia, non sono
tutti sempre presenti in ogni situazione di retomania (Cantelmi T. e al., 2000; Pravettoni G., Beria A., Guberti S., 2004).

Essi sono:
Le psicopatologie predisponenti
I comportamenti "a rischio"
Le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete.



Le psicopatologie predisponenti

Rispetto a questo elemento, va sottolineato che le Dipendenze dalla Rete rappresentano spesso un ulteriore
tassello che configura il quadro clinico di persone che presentano una precaria stabilità emotiva o in cui
sono già presenti altri disturbi psicologici quali, ad esempio, depressione, disturbi bipolari o anche
ossessivi-compulsivi.
In questi casi, infatti, il ricorso ad Internet sembra strettamente collegato ad un tentativo di compensare
le difficoltà relazionali reali, ricercando nella Rete amici o relazioni sentimentali attraverso una via
più veloce e che consente di superare delle insicurezze che, invece, sono amplificate dalle quotidiane relazioni
faccia a faccia.
Il contatto sociale attraverso chat, IRC, Comunity ed e-mails, infatti, se utilizzato con prudenza, si
configura come un utile strumento per superare le difficoltà di comunicazione, in quanto consente di
"mettersi in gioco" mediante una graduale conoscenza che, tuttavia, non è esente da rischi connessi al cattivo
uso (es. incontri al buio pericolosi) e all'abuso (IAD).
Questa prima considerazione riguarda da
vicino tutte le persone con certi tipi di disagio psicologico, le quali dovrebbero moderare l'utilizzo di
Internet e riflettere (o essere guidate a riflettere) sui bisogni che la Rete talvolta crea l'illusione di poter
soddisfare (in questi casi, infatti, non mette in relazione, ma illude di essere in grado di relazionarsi)
e sugli aspetti della propria personalità e sulle insicurezze che bisogna invece affrontare gradualmente,
poiché la necessità di comunicare deve essere appagata imparando a farlo "realmente", piuttosto che accontentandosi
di compromessi.

I comportamenti "a rischio"

Ma la Rete, ricca di potenzialità e opportunità di informarsi, conoscere e confrontarsi, risponde molto
bene ai bisogni anche di persone che non hanno mai avvertito alcun disturbo psicologico, le quali non sono
esenti dalla possibilità di divenire vittime dei propri stessi bisogni, attraverso dei comportamenti
rischiosi di eccessivo consumo, talvolta associati ad una complementare riduzione delle esperienze
di vita e di relazione reali.
L'abuso nell'utilizzo delle informazioni disponibili in rete, infatti, può portare ad un sovraccarico
cognitivo che satura il cervello, riducendo l'attenzione razionale; contemporaneamente il conseguente isolamento
sociale sostiene il ricorso ad Internet per cercare occasioni di socializzazione virtuale che possono sconvolgere
i delicati equilibri dell'identità, creando la possibilità di sperimentare ruoli e parti del Sé altrimenti
non sperimentabili nella vita reale che, tuttavia, accrescono il numero di ore trascorso on-line, con il
risultato che si può finire incollati ad una sedia e ad un monitor per giornate intere, rinunciando a salutari
e "reali" esperienze di vita.
Alla base di un ricorso frequente alla Rete da parte di alcune persone che non mostrano segni psichiatrici
è stata riscontrata spesso una tendenza comportamentale definita "solipsismo telematico", ossia la propensione
ad eleggere il web come "luogo di rifugio" in cui appartarsi per trovare sollievo da problemi quotidiani,
secondo una modalità che potenzialmente potrebbe aumentare le possibilità che la Rete conquisti fette
sempre più ampie del tempo delle proprie giornate.



Le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete

Si aggiunge a tutto questo che la Rete, in virtù delle sue enormi risorse, possiede delle cosiddette "potenzialità
psicopatologiche", quali la capacità di indurre sensazioni di onnipotenza, come vincere le distanze e il tempo,
o cambiare perfino identità e personalità, si comprende come sia necessario utilizzare questo potente strumento
rimanendo padroni di tutte le proprie capacità razionali di controllo del proprio comportamento.


Bisogni vissuti nella rete tra emozionie illusioni

Al di là delle diverse componenti che possono contribuire ad originare i diversi casi di rete-dipendenza,
la caratteristica costante che fa da sfondo ad ogni Dipendenza da Internet è la capacità della rete di rispondere
(o illudere di rispondere) a molti bisogni umani, consentendo di sperimentare dei vissuti importanti per la
costruzione del Sé e di vivere delle emozioni sentendosi, al contempo, protetti.
Internet, infatti, annulla lo spazio e consente ciò che nella realtà non si può realizzare o che si può fare in molto
tempo, viaggiando per ore ed interagendo più lentamente e spesso in strutture diadiche o in piccoli gruppi. Le chat,
invece, abbattono le frontiere e consentono di parlare con gruppi numerosi in stanze che la realtà difficilmente
rende disponibili, consentendo spesso discorsi paralleli, solo "virtualmente" possibili.
Inoltre, le comunity più stabili creano, più o meno vere, sensazioni di appartenenza, rispondendo ad un grande
bisogno umano e consentendo di esercitare quella che è stata definita "la moratoria psico-sociale", ossia l'allenamento
ai ruoli e alle interazioni che sospende le conseguenze e quindi le responsabilità, le scelte e i vincoli definitivi.
Nelle stanze virtuali si può sperimentare la propria identità in tutte le sue sfumature, cambiando l'età, la
professione e perfino il sesso di appartenenza, ascoltando le reazioni degli altri e maturando delle convinzioni,
attraverso il confronto con altre personalità più o meno reali.
La recita nel "teatro on-line" diventa perfino
dichiarata e condivisa nelle Mud (Multi User Dimensions), in cui il gioco di ruolo viene esaltato ai limiti della
fantasticheria e in cui, all'ombra del personaggio che si interpreta, si possono tirare fuori, rimanendo
al sicuro, perfino gli istinti più crudeli.
I rischi sono quelli legati ad ogni situazione che consenta di far emergere e di soddisfare i bisogni più profondi
e inconsapevoli: si sperimentano parti di sé che potrebbero sfuggire al controllo, soprattutto quando si dispone di
uno strumento di comunicazione che consente di rimanere "uomini e donne senza volto", una condizione che potenzialmente
può favorire la comparsa di comportamenti guidati da una minima morale.Per i più giovani in età di sviluppo e
per alcuni soggetti predisposti, il rischio è che l'abuso della rete per comunicare crei confusione nella distinzione
tra "reale" e "virtuale" (soprattutto nel senso di Sé)
che non sia più facile comprendere "cosa fa parte di Sé realmente" e "cosa è possibile sperimentare solo virtualmente",
poiché ciò che è concesso in Rete non ha le stesse conseguenze che si produrrebbero nella realtà.
In considerazione di ciò, soprattutto i bambini e i giovani dovrebbero limitare il tempo trascorso su
Internet ed integrare delle esperienze di comunicazione reale, al fine di evitare di sviluppare delle abilità
emotive e sociali prevalentemente attraverso questo strumento tecnologico che, in questo caso, risulterebbero
estremamente limitate o deformate rispetto a quelle poi richieste per adattarsi nella vita reale.

La via che conduce all'internet dipendenza

Negli anni '90, il famoso psichiatra Goldberg propose dei criteri diagnostici molto discussi per diagnosticare
la I.A.D., rifacendosi ai sintomi abitualmente osservati per isolare le dipendenze più comuni. Egli, più precisamente,
sottolineò l'importanza per la diagnosi dei segni clinici di tolleranza, di astinenza e di danno in aree
del funzionamento sociale, occupazionale o in altri ambiti importanti.
Più recentemente (AA.VV., 1998), per individuare
e distinguere i segni di "rete-dipendenza" dal consumo non patologico di Internet, si fa riferimento ad alcuni comportamenti, che rappresentano indicatori qualitativi o quantitativi
di differenza tra normalità e patologia e che hanno permesso di distinguere 3 tappe nel percorso verso la forma
più stabile della "Dipendenza Patologica dalla Rete".

Prima tappa verso la rete-dipendenza o "fase iniziale"

E' caratterizzata dall'attenzione ossessiva e ideo-affettiva a temi e strumenti inerenti l'uso della rete, che genera
comportamenti quali controllo ripetuto della posta elettronica durante la stessa giornata, ricerca di
programmi e strumenti di comunicazione particolari, prolungati periodi in chat.

Seconda tappa o "tossicofilia"

E' caratterizzata dall'aumento del tempo trascorso on-line, con un crescente senso di malessere, di agitazione,
di "mancanza di qualcosa" o di "basso livello di attivazione" quando si è scollegati (una condizione paragonabile
all'astinenza).
Inizialmente ciò era accompagnato anche da un notevole aumento delle spese, che spesso rappresentava un lieve
fattore di inibizione della tossicofilia, oggi pressoché irrilevante, date le numerose possibilità di rimanere a
lungo collegati a basso costo. Restano, tuttavia, importanti indicatori di tossicofilia il malessere
soggettivo off-line e l'abuso on-line, spesso anche nelle ore lavorative e nelle ore notturne, in cui si è
disposti a rinunciare anche al sonno.

Terza tappa o "tossicomania"

E' la fase in cui la rete-dipendenza agisce ad ampio raggio, danneggiando diverse aree di vita, quali quella
lavorativa, delle relazioni reali e quella scolastico-lavorativa e in cui si rilevano problemi di scarso profitto,
di assenteismo scolastico-lavorativo e di isolamento sociale anche totale.
Dalla classificazione precedente, è facile intuire che più sono presenti comportamenti tossicomanici,
che indicano la cronicizzazione e l'aggravamento del disturbo, più difficile e lungo potrebbe risultare
ripercorrere a ritroso la via della guarigione, tornando verso un utilizzo non patologico della Rete.

Un'altra importante distinzione che viene operata nella descrizione della sintomatologia associata alla rete-dipendenza
concerne la differenziazione tra:

condizioni on line
condizioni off line


(Cantelmi T., Talli M., 1998).
Nella prima classe di sintomi si fanno rientrare in genere i comportamenti relativi all'abuso del tempo
in rete (in genere anche 60-70 ore settimanali); nella seconda categoria si comprendono invece i sintomi di ansia
e irrequietezza, nonché le predette problematiche relazionali, lavorative o scolastiche che permangono tra un
collegamento ed un altro, accompagnando il corteo sintomatologico che caratterizza la sindrome multimediale.

Un aiuto per uscire dalla rete

Così come hanno fatto discutere i principi-guida adottati inizialmente per la diagnosi della retomania,
sono state numerose anche le critiche ai cosiddetti "gruppi di auto-aiuto on-line", uno dei primi metodi utilizzati,
soprattutto in America, allo scopo di fornire un supporto per superare il problema della rete-dipendenza.
Tale modalità di trattamento, infatti, è paragonabile al trattamento di un tossicodipendente con la sua stessa droga
e sembra non aver avuto sempre successo, se non esclusivamente come momento iniziale per condividere insieme la presenza
di un problema da affrontare con decisione, ma lontano da un computer e da un modem.
Al contrario sono sempre più diffusi utili test e questionari on line di autovalutazione del proprio rapporto con la
Rete, che possono rappresentare un punto di partenza per rendere consapevole il problema che spesso è vissuto
a lungo in modo non disturbante.
Il passo successivo dalla consapevolezza può essere un aiuto professionale individuale o una condivisione
reale del problema con un gruppo omogeneo, anche attraverso delle riflessioni guidate sulla necessità di superare
le eventuali insicurezze che possono essere alla radice del ricorso ad Internet per socializzare.

Infine, la prevenzione rimane un utile strumento per tutti, con speciale attenzione ad alcune regole
nell'utilizzo di Internet da parte di chi già è coinvolto in un disagio psicologico.
Pertanto, in quest'ultimo caso, occorre ricordare:


che occorre limitare la quantità di tempo trascorso quotidianamente on line (non più di una o due ore),
possibilmente non instaurando un'abitudine quotidiana che deve essere a tutti i costi rispettata

che è importante integrare le attività on line con simili attività reali (es. acquisti, svaghi o relazioni sociali),
poiché in tal modo non si trasforma la Rete nello strumento privilegiato di relax, di evasione e di
contatto con se stessi

che la socializzazione reale non deve mai essere totalmente sostituita da quella virtuale

che, nel caso in cui si avverta una necessità coatta e incontrollabile di collegarsi ad Internet, occorre chiedere un aiuto competente.







una stretta di [SM=g1902224]



Piero




[Modificato da mlp-plp 25/07/2010 22:03]
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E' vero! La dipendenza da internet può diventare come una vera e propria droga. Come ogni cosa bisogna sempre tenere tutto sotto controllo sebbene ci sono soggetti che proprio non riescono più a farne a meno (un po' come la dipendenza dalla TV).

Chissà che non nascano centro di recupero per internet-dipendenti. [SM=g6794]

La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
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Re:





Bicchiere mezzo pieno, 28/07/2010 21.43





Chissà che non nascano centro di recupero per internet-dipendenti.








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Piero







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