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Per meglio comprendere il lavoro su Emilio Bossi

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2010 16:25
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Sonnyp chiede.

Più ci si allontana dagli eventi, e più la comunità cristiana inizia ad elaborare una sua teologia, infarcendola, necessariamente, di prospettive e considerazioni proprie dell'uomo, al quale tocca spiegare e spiegarsi.



Il primo aspetto è conoscere quando la “Teologia cristiana” ebbe inizio.
La parola Teologia indica lo studio della dottrina di Dio, ora questa frase in se stessa ci dice poco, poiché manca il contesto di riferimento, e può essere applicata benissimo ad esempio al dio “Giove”, infatti la teologia era applicata nell’antica Grecia, ed essi erano i poeti antichi come “Esiodo, Orfeo, Omero”, possiamo dire che la teologia antica era “mitica”.

In merito ai cristiani, vi sono due aspetti nell’applicazione della teologia, nei “Padri Greci” e nei “Padri Latini”, nei padri greci abbiamo Giustino Martire (165), Atenagora di Atene, (II secolo), Clemente d’Alessandria (II secolo, Origene (III secolo), Eusebio di Cesare(III/IV secolo), questi ed altri ancora usavano la teologia per proclamare e riconoscere come “Dio” riservato a Dio e Cristo.

Nei padri latini la cosa è un po’ diversa, ad esclusione di Tertulliano (II secolo) la teologia è applicata con riferimento greco.
Anche Sant’Agostino(IV/V secolo( riconosce l’applicazione della teologia solo ai pagani, in un passo della sua “Città di Dio” egli afferma che , Agostino ritiene che solo i filosofi neoplatonici sono stati dei “ Cognitores dei”, motivo per cui si rifiuta di titolarli come teologi.

Papa Gregorio Magno(VI secolo) non conosce la “teologia” ne tantomeno i teologi, mentre Isidoro di Siviglia( VI/VII secolo) conosce si i Teologi ma per indicare scrittori pagani che hanno degli dei.
Solo con Abelardo(XI/XII secolo) il termine teologia e teologo vengono introdotte nelle scuole, quindi il termine teologia sta ad indicare ciò che è ancora in atto, il “ Discorso su Dio”, quindi la Teologia spiega ciò che è la rivelazione divina, sarebbe ciò che San Paolo disse<>.

Ora dobbiamo comprendere che la Bibbia ed in modo particolare il Nuovo Testamento non può essere esaminata in un modo letteralista o fondamentalista come invece fanno ad esempio i Testimoni di Geova, le scritture non sono “Bianche” e “Nere”, ma tra i due estremi vi sono molte sfumature le quali tengono conto della loro origine, Origene fece questo errore, quando lesse in modo fondamentalista il passo dell’Eunuco enunciato da Gesù, tale errore lo portò alla auto castrazione, quindi la teologia serve a spiegare il senso di una verità e la sua applicazione.

Le Sacre Scritture sono la “sostanza” della rivelazione, la forma della medesima deve necessariamente tenere conto dell’aspetto sociologico del proprio tempo, ogni epoca ha avuto la sua cultura i suoi rapporti sociali motivo per cui la “forma” intesa come interpretazione ha cercato di tenere in considerazione queste evoluzioni, ma, se ciò è vero per la forma non può essere vero per la sostanza, la quale essendo un “dogma” non potrà mai variare.
Comprendo molto bene che l’argomento è un po’ ostico, e può essere farraginoso, quindi voglio usare l’Analogia per aiutare a comprendere come la Teologia sia importante nel cristianesimo.

Al riguardo mi avvalgo del nostro codice, il quale regola i rapporti sociali e cosi faremo una similitudine.

Il nostro codice dice che non bisogna “ Uccidere”, poiché chi compie questo atto sarà punito, poniamo che tale affermazione sia una “verità rivelata” essa è la sostanza, e quindi come tale non potrà mai essere annullata, ora tale verità di per se è insufficiente poiché manca di forma ossia del modo applicativo, ecco allora che c’è la figura del giudice “Teologo”, tale giudice ne da l’interpretazione, adattando la sostanza (verità rivelata) alla forma (interpretazione), poniamo dunque una persona il quale abbia commesso un omicidio, è evidente che ha violato la sostanza, ossia di non uccidere, e quindi debba subire una punizione, ecco allora che il giudice ne da l’interpretazione, se l’omicidio sia avvenuto involontariamente, oppure sia avvenuto in una lite, oppure se sia stato volontario, ecco allora che il giudice da un’interpretazione della sostanza tramite la forma ed emette il giudizio.

Ora tutto questo può essere vero nel nostro tempo, ma che dire se l’accaduto fosse collocato in tempo diverso? Cosa cambia la sostanza o la forma?.
A ciò prendiamo il caso dell’America ottocentesca, anche in quel caso la sostanza(la proibizione di uccidere) era invariata, ma quella che invece era diversa fu la forma, ossia nell’interpretazione della medesima.

Cioè, vi era una più larga giustificazione per uccidere una persona, un ladro, un insulto, un gesto provocatorio e quant’altro, da non dimenticare che nel nostro paese non è da molto che è stato abolito il famoso “Delitto d’Onore”.

Possiamo a questo punto notare che, sia nei nostri giorni(XXI secolo) che nell’ottocento (XIX secolo) la sostanza(il divieto d’uccidere) non è cambiata(e questo quasi in ogni epoca) mentre si è avuta una variazione della forma, dell’interpretazione, e questo a motivo della diversità culturale delle epoche.

Ora in modo analogo è la Teologia, le verità rivelate sono la sostanza che non possono mai essere cambiate, mentre nella loro applicazione, l’interpretazione il teologo deve tener conto della cultura in atto, la teologia è atta a far questo, ecco allora quelle particolari “incongruenze” tra la spiegazione teologica come ad esempio nel medioevo e quella dei nostri giorni, si è adattata l’interpretazione(la forma) alle proprie culture, affinché le verità rivelate(la sostanza) potessero essere sempre comprese.

Franco


“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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