Tutto ciò che segue parte dal presupposto di una visione letterale del libro di Genesi, per amore di ragionamento.
Il corpo di Adamo era perfetto.
Ma era eterno?
Era immortale?
Se sì allora perfezione sarebbe sinonimo di eternità.
Se no la perfezione includerebbe la mortalità. (?)
Il racconto di Genesi ci dà delle indicazioni:
E' narrato al capitolo 3:
“22 Poi Dio il SIGNORE disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre». 23 Perciò Dio il SIGNORE mandò via l'uomo dal giardino d'Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto. 24 Così egli scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino d'Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell'albero della vita.”
Perciò solo “mangiando il frutto dell'albero della vita” l'essere umano avrebbe raggiunto la vita eterna o l'immortalità.
Infatti Dio dovette impedirne l'accesso per evitare che un peccatore o ribelle vivesse per sempre.
Da tutto ciò si evince quindi che la perfezione del corpo umano non implica di per sé l'eternità, cioè l'eternità non è intrinseca nel corpo umano perfetto.
L'eternità, l'immortalità, era una meta da raggiungere e dipendeva da qualcosa di esterno al corpo umano.
Tenuto conto di questo, penso che sia impropria la frase usata spesso dai tdg:
“L'uomo fu creato per vivere per sempre, dato che era perfetto”.
L'uomo fu creato perfetto nel senso proprio del termine, cioè completo in ogni sua parte e completamente adatto allo scopo per cui fu creato.
Ma questa perfezione non implicava la vita eterna.
Per questo è improprio il ragionamento dei tdg secondo cui “Se Adamo ed Eva non avessero peccato sarebbero vissuti per sempre”.
Almeno non lo è in modo automatico.
Cioè il semplice non peccare non avrebbe consentito loro di vivere per sempre, come se la vita eterna dipendesse dal fatto di non intaccare con il peccato la perfezione del loro corpo che quindi avrebbe seguitato a vivere.
Per l'uomo la vita eterna o l'immortalità era qualcosa che avrebbe potuto raggiungere solo se questa fosse stata concessa da Dio.
E so che può sembrare assurdo, ma se si segue questo filo logico si arriva a dedurre che quindi il concetto di morte del corpo umano era il concetto naturale degli esseri umani.
Come per gli animali, anche per il corpo umano la naturale fine era la morte.
Ma a differenza degli animali come sappiamo all'uomo fu posta davanti la possibilità di ottenere la vita eterna o immortalità come concessione divina, in base ai criteri che Dio stabilisce.
(Tra l'altro questi concetti danno spunto anche per comprendere qualcosa in più sul corpo perfetto di Gesù essere umano).
La carne sul fuoco è molta!
Cucinatela a dovere, amici!
Vincy68
[Modificato da vincy68 25/08/2010 22:43]
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