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Sociologia

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2011 22:38
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04/03/2011 22:30
 
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Il termine sociologia deriva dal latino socius (società) e dal greco logos ( discorso su) e da un punto di vista etimologico significa discorso sulla società. Il termine fu usato per la prima volta dal sociologo francese Augusto Comte il quale intendeva gettare le basi di una disciplina scientifica capace di spiegare razionalmente la società abbandonando interpretazioni religiose o filosofiche.

Oggi possiamo definire la sociologia come lo studio della vita sociale umana, dei gruppi e delle società. Tale disciplina ha come oggetto di studio il comportamento di ciascuno di noi in quanto esseri sociali.

Gli uomini e le donne trascorre la propria vita in mezzo ad altre persone ,tra differenti istituzioni, regole precetti,opinioni strumenti di lavoro e oggetti di uso creati da loro stessi e dai loro simili.
In senso generale,la cultura intesa sociologicamente, è l’insieme di questi oggetti, e norme di vita che compongono l’ ambiente artificiale all’interno del quale ciascuno vive.
Possiamo dunque dire che per cultura si intendono le abitudini, le conoscenze, le regole, le visioni del mondo ma anche le istituzioni, i manufatti i riti, i costumi le tradizioni propri di un determinato contesto sociale che incidono profondamente sul modo di essere degli individui che a tale contesto partecipano.
In effetti la relazione umana con l’ambiente viene a strutturarsi sulla base di modelli culturali elaborati dalla società in cui l’individuo si trova ad agire.
La cultura comprende pertanto ogni attività umana conoscitiva, affettiva , relativa al campo dell’azione condivisa da una pluralità di individui in determinati contesti.
E’ attraverso la cultura che ognuno di noi percepisce la realtà e la controlla. Ognuno di noi, nascendo è modificato, attraverso l’apprendimento, dalla cultura che caratterizza la realtà in cui ci troviamo a vivere.

Le sottoculture sono modelli culturali che differiscono sensibilmente dalla cultura dominante e che contraddistinguono gruppi generalmente minoritari o aree geografiche delimitate.

Un esempio classico di sottocultura sono i dialetti o consuetudini linguistiche che caratterizzano ambiti geografici e appartenenze sociali di una società.
Dobbiamo inoltre tener presente che il fenomeno delle sottoculture è caratteristico delle società industriali.
Nelle grandi città del mondo contemporaneo sono numerose quelle comunità e gruppi che convivono facendo riferimento a sottoculture diverse e che possono trasformarsi in controculture ovvero in un fenomeno che si contrappone alla cultura dominante proponendo altri valori,comportamenti e visioni del mondo.

La nostra vita si svolge prevalentemente con gli altri e le relazioni che stabiliamo ci fanno sperimentare sentimenti di oppressione o di libertà. Qualunque scopo ci proponiamo – lavorare, sposarsi e mettere su famiglia, apprendere, giocare, discutere - lo facciamo, quasi sempre all’interno di un gruppo.
Anche se non sempre le relazioni nel gruppo sono piacevoli, gli uomini e le donne hanno un bisogno psicologico profondo di stabilire contatti con gli altri
L’uomo è “un animale sociale” diceva il filosofo Aristotele, il poeta John Donne quasi quattro secoli fà scriveva che “nessun uomo è un isola” e anche la Convenzione di Ginevra che stabilisce come le nazioni debbano trattare i prigionieri di guerra stabilisce che l’isolamento carcerario che duri più di trenta giorni consecutivi sia da considerarsi alla stessa stregua della tortura.

Possiamo parlare di gruppo quando abbiamo a che fare con un insieme di individui che interagiscono fra loro influenzandosi reciprocamente e che condividono , più o meno consapevolmente, interessi, scopi, caratteristiche e norme di comportamento.
Possiamo anche dire che il gruppo sociale è un insieme di persone che entrano in rapporto reciproco, sulla base di valori o interessi comuni venendo a costituire un’ unità sociale identificabile anche dall’esterno strutturata secondo norme di comportamento proprie.
La conseguenza fondamentale di questo rapporto o interazione è che i membri condividono un sentimento di appartenenza.
Essi distinguono i membri dai non membri; come dice il sociologo Zygmunt Bauman , stare in gruppo significa distinguere “noi da loro”.
Il concetto di gruppo è quindi molto diverso da quello di folla (stare insieme casualmente condividendo unicamente un luogo) e da quello di pubblico (condividere la visione di uno spettacolo senza significative relazioni tra le persone).
La specificità del gruppo sta nell’interazione che si realizza tra coloro che ne fanno parte.

Ogni gruppo ha i propri confini, le proprie regole, i propri valori ed ideali, nonché gli status ed i ruoli che ad essi si rifanno ( ad esempio quello di leader, gregario, capro espiatorio).


Conformismo e devianza

La vita sociale è scandita da norme e regole che consentono la convivenza.
In effetti tutti concordiamo nel dire che qualsiasi società non potrebbe funzionare se non esistessero dei canoni di comportamento che disciplinano l’azione dei suoi cittadini.
E’ evidente che di fronte alla molteplicità di norme che regolano la nostra vita sociale la maggior parte delle persone tende a conformarsi . Questo adattamento alle norme avviene per la maggior parte delle persone attraverso i processi di socializzazione.A questo proposito è tuttavia opportuno ricordare che per quanto rilevante , la socializzazione non è mai un processo perfetto. All’interno di una molteplicità di persone ci saranno sempre alcuni individui per i quali la socializzazione non è stata efficace e che saranno portati a trasgredire le norme esistenti.

La devianza sociale ovvero la trasgressione di norme, valori,comportamenti condivisi dalla maggioranza dei membri della società è uno dei problemi fondamentali di qualsiasi società

La necessità di norme condivise e l’imperfezione della socializzazione fa si che ogni società elabori forme di controllo sociale che possono essere interne/dirette quando attivano sentimenti come il senso di colpa e la vergogna, interne/indirette quando l’attaccamento emotivo agli altri e la paura di perdere la loro considerazione, inibisce azioni devianti, esterne quando si esercitano attraverso l’uso della forza legittima dello Stato.
Per il sociologo americano Talcott Parsons i modelli essenziali di controllo sociale sono tre: l’isolamento che implica l’allontanamento del deviante dal gruppo senza prevedere alcuna forma di riabilitazione oppure l’allontanamento che si limita a impedire i contatti tra deviante e società per un periodo di tempo limitato e la riabilitazione che attiva un processo tendente a reintrodurre l’individuo deviante all’interno del contesto sociale a condizione che accetti il ruolo e le regole di comportamento che la società gli assegna.
Del resto quando la società attraversa una situazione caratterizzata da norme deboli, assenti o in conflitto tra loro cioè si trova in quella situazione che il sociologo francese Emilio Durkheim (1859-1917) ha definito di anomia siamo in una condizione di vera e propria patologia sociale.

[Modificato da lovelove84 04/03/2011 22:38]
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AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...
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