Caccia alle foche: al via la mattanza, nessun rispetto per le regole

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mauro.68
00venerdì 22 aprile 2011 23:35
Nuove prove video incastrano i cacciatori, uccidono gli adulti senza seguire le norme e lasciano i piccoli agonizzanti sul ghiaccio.



Le immagini di foche prese a bastonate sulla testa e trascinate nel loro sangue verso le imbarcazioni dei cacciatori si accostano a quelle di cuccioli colpiti violentemente e lasciati agonizzare sul ghiaccio o ributtati, ormai senza vita, nelle gelide acque.

Ecco quanto è emerso dai documenti video raccolti dall’Ifaw - International Fund for Animal Welfare – sulle coste di Newfoundland e del Labrador, all’inizio di questa nuova stagione di caccia alle foche, apertasi in Canada lo scorso 11 aprile.

I cacciatori - denuncia l’organizzazione per la salvaguardia e il benessere degli animali - non rispettano le norme che regolano questa pratica e che impongono di uccidere le foche secondo una procedura specifica che minimizza le sofferenze degli animali.

Inoltre, si macchiano di un altro gravissimo crimine: l’inutile uccisione dei piccoli che vengono poi abbandonati con la pelle intatta: «una chiara violazione della legge e uno spreco inaccettabile e non etico della fauna selvatica» specifica l’Ifaw.

A questo punto sorgono 2 grandi problemi. Da una parte l’assenza di un qualsiasi tipo di controllo, dall’altra l’ignoranza lampante dei cacciatori circa le regolamentazione in merito.

La stessa Sheryl Fink, direttrice del programma foche dell'Ifaw, ha descritto come i cacciatori, nonostante fossero ripresi dalle telecamere - e quindi si presuppone cercassero di tenere un comportamento corretto - svolgessero in tutta tranquillità queste pratiche illegali.

Il governo canadese, nonostante tutto, insiste nell’affermare che la caccia alla foca sia “umana”, quindi rispettosa di tutte le norme, e soprattutto vitale per l'economia delle comunità locali.

Peccato che le stesse comunità locali, quest’anno, in cospicua parte, si siano rifiutate di prendervi parte. Molti cacciatori hanno deciso di non partire perché i prezzi a cui si vendono le pelli sono troppo bassi per consentire un guadagno a chi vive di questo lavoro e deve fare fronte alle onerose spese per il carburante, alle norme imposte dall’Unione Europea che mettono al bando i prodotti con pelli di foca, alla domanda stagnante degli altri mercati e alle sempre più difficili condizioni del ghiaccio.

Fonte

Mauro
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