EVOLUZIONE o CREAZIONE?

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francocoladarci
00martedì 30 giugno 2009 19:21
Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo
Un interessante saggio dello scienziato Antonino Zichichi



L’evoluzionismo
Dal libro: “Perché io credo in Colui che ha fatto il mondo” tra fede e scienza.
Antonino Zichichi. Ed. Il Saggiatore

Se un uomo vivesse diecimila anni
La cultura dominante ha posto il tema dell’evoluzione biologica della specie umana sul piedistallo di una grande verità scientifica in contrasto totale con la Fede.
Eppure l’evoluzione biologica della specie umana non avrebbe mai portato l’uomo sulla Luna. Né a viaggiare con velocità supersoniche. Tanto meno a scoprire la Scienza.
Immaginiamo un nostro antenato dotato di straordinaria longevità. Invece dei nostri cento anni, supponiamo che sia capace di vivere diecimila anni. Questa fantastica proprietà gli permetterebbe di osservare quello che è successo nel mondo da diecimila anni a oggi. Egli potrebbe quindi studiare il modo peculiare in cui i suoi simili si sono trasformati nel corso dei vari secoli.
Troverebbe, questo nostro fantastico antenato, non poche difficoltà per capire cosa succede.
E infatti negli ultimi diecimila anni: -dall’alba della civiltà ai nostri giorni – l’evoluzione biologica della specie umana ha fatto ben poco. Anzi assolutamente nulla. L’uomo è esattamente come era diecimila anni fa.
Gli evoluzionisti dicono: ma questo è ovvio. Noi abbiamo sempre detto e ripetuto che i tempi tipici dell’evoluzionismo umano sono milioni, decine di milioni di anni fa.
Gli evoluzionisti parlano come se un milione o dieci milioni di anni fossero il risultato di una previsione teorica legata ad un’equazione.
Se la teoria evoluzionista avesse basi scientifiche serie, essa dovrebbe essere in grado di predire il valore esatto dei tempi che caratterizzano l’evoluzione umana.
I sostenitori della teoria evoluzionista del genere umano non hanno la minima idea di come impostarne le basi matematiche.
La teoria dell’evoluzionismo umano non è nemmeno a livello della peggiore formulazione matematica di una qualsiasi teoria di fenomeni fondamentali. Noi fisici siamo molto rigorosi nel formulare i nostri problemi. Prendiamo ad esempio la Cromodinamica Quantistica: la teoria che descrive le forze tra quark. Essa ha un apparato matematico ben preciso che è in grado di prevedere molti effetti. Ciononostante noi non la consideriamo galieianamente verificata in tutti i suoi aspetti. Molte proprietà della sua formulazione matematica sono ancora poco capite e tante verifiche sperimentali debbono essere realizzate. Un confronto tra questa teoria e la Teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana non è nemmeno ipotizzabile. Motivo: la Teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana non ha alcuna base matematica. Eppure molti arrivano all’incredibile presunzione di classificarla come un’esatta teoria scientifica, corroborata da verifiche sperimentali. Domanda: quali sono le equazioni di questa teoria? Risposta: Non esistono.
Noi fisici abbiamo la Teoria delle Forze Elettromagnetiche. Essa è galileiana in quanto capace di formulare previsioni rigorose, suscettibili di essere poste al vaglio della prova sperimentale riproducibile. Un esempio di precisione è quello della misura del momento magnetico anomalo del muone che tocca livelli di frazioni di milionesimo.
Con la teoria dell’evoluzione della specie umana siamo lungi da questi traguardi. Il nostro ipotetico antenato dotato di straordinaria longevità sarebbe molto sorpreso nel vedere con quale precisione lavoriamo noi fisici e con quale precisione lavorano gli evoluzionisti del genere umano.
Per chiarire meglio su quali basi poggia la teoria evoluzionista della specie umana è bene passare in rassegna i risultati sperimentali su cui si fondano queste speculazioni teoriche.

La Teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana.
Diciamo subito che la Teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana non è Scienza galileiana. Essa pretende di andare molto al di là dei fatti accertati.
1. la Terra esiste da circa cinque miliardi di anni;
2. gli organismi semplici cellulari risalgono a quasi tre miliardi e mezzo di anni;
3. gli organismi multicellulari esistono da circa settecento milioni di anni;
4. i vertebrati, da quattrocento milioni di anni;
5. i mammiferi, da duecento milioni di anni.
Si arriva così ai primati: settanta milioni di anni fa.
La famiglia ominoidea inizia con la scimmia primitiva Dryopithecus: circa venti milioni di anni fa. E si sdoppia in un ramo (Pongidoe), che porta agli scimpanzè, ai gorilla, agli orangutanghi.
E nel ramo (Hominidea), che dovrebbero portare a noi, attraverso la sequenza Homo Habilis (età della pietra), Homo erectus (età del fuoco), Homo sapiens Nearderthalensis, fino all’Homo sapiens, che porta a noi.
Questa catena ha però tanti anelli mancanti e ha bisogno di ricorrere ad uno sviluppo miracoloso del cervello, occorso circa due milioni di anni fa.
Arrivati all’ Homo sapiens Nearderthalensis (centomila anni fa circa) con un cervello superiore al nostro, la Teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana ci dice che, quarantamila anni fa circa, l’Homo sapiens Nearderthalensis si estingue in modo inspiegabile. E compare infine, in modo altrettanto inspiegabile, ventimila anni fa circa, l’Homo Sapiens Sapiens. Cioè noi.
Una teoria con anelli mancanti, sviluppi miracolosi, inspiegabili estinzioni, improvvise scomparse non è Scienza galileiana. Essa può, al massimo, essere un tentativo interessante per stabilire una correlazione temporale diretta tra osservazioni di fatti ovviamente non riproducibili, obiettivamente frammentari e necessariamente bisognoso di ulteriori repliche.
Nel paragrafo IV.3 discuteremo i tre livelli di credibilità scientifica, Ne anticipiamo i punti fondamentali al fine di capire a quale livello appartiene la Teoria dell’Evoluzione Biologica della specie umana.
Il primo livello è quello delle prove riproducibili: chi non credesse che la forza è proporzionata all’accelerazione potrebbe ripetere gli esperimenti di Galilei. Troverebbe sempre la stessa risposta.
Il secondo livello di credibilità si ha quando non è possibile studiare eventi riproducibili sotto controllo diretto. Vediamolo con un esempio. Nel Cosmo si osservano diversi tipi di Stelle. Introducendo un modello teorico, si possono interpretare quelle osservazioni in modo tale che un certo fenomeno stellare rappresenti l’esempio di come nasce una Stella; un altro fenomeno, di come muore. E cos via. E’ ovvio che nessuno può dire: adesso ricomincio tutto da capo, per verificare se è proprio vero che una Stella nasce così ed evolve come previsto. Se manca qualche anello nell’evoluzione stellare, l’unica possibilità è la ricerca di qualcosa nel grande laboratorio cosmico su cui l’uomo mai potrà intervenire: il cielo.
Ma c’è di più. I modelli dell’evoluzione stellare potrebbero essere degli elementi ancora da scoprire. Basta ricordare la scoperta delle Stelle pulsanti (pulsar). Prima della scoperta dei pulsar, nessuno avrebbe potuto sostenere che questo fosse un anello fondamentale nell’evoluzione stellare.
Nel cielo ci sono diversi esempi di Stelle che nascono e che muoiono. Osservando esempi identici di evoluzione stellare, è come se si ripetesse l’esperimento. Pur senza alcuna possibilità di intervento diretto, come già detto.
Viene infine il terzo livello: quando una serie di fenomeni accade una sola volta. Sarebbe il caso dell’evoluzione della specie umana, se non ci fossero gli anelli mancanti e le altre difficoltà prima elencate.
L’evoluzione della specie umana non è ancora arrivata al terzo livello. Se lo fosse, potrebbe assurgere al secondo livello di credibilità scientifica se, qui sulla Terra, diverse volte – come avviene per i fenomeni stellari – fosse possibile osservare tutte quelle fasi evolutive da noi sintetizzate prima. Questo è ovviamente impossibile.
L’evoluzione della specie umana rimane quindi al di sotto del terzo livello di credibilità scientifica. Ma non è tutto. Infatti nella sequenza evolutiva abbiamo già visto che ci sono anelli mancanti e fenomeni non capiti. Il terzo livello di credibilità scientifica appartiene a quei fenomeni che non hanno né anelli mancanti né punti misteriosi. Ecco perché la teoria che vuole l’uomo nello stesso albero genealogico della scimmia è al di sotto del più basso livello di credibilità scientifica. Insomma, non è Scienza galileiana quella che pretende di imporre verità prive di quel rigore che ha fatto nascere, con Galilei, la Scienza.
L’evoluzione della specie umana, se si andasse alla radice scientifica galileiana, per quanto se ne è finora capito, non dovrebbe essere altro che un capitolo dell’elettromagnetismo applicato. Come abbiamo detto più volte, i fenomeni elettromagnetici riproducibili rappresentano il capitolo più noto e meglio compreso delle leggi fisiche che raggono l’Universo macro e microscopico. Ebbene, questa straordinaria teoria, detta Elettrodinamica Quantistica, ha come padri fondatori Maxwell e Planck: due grandi scienziati credenti.
L’Elettrodinamica Quantistica, nonostante sia il massimo della costruzione scientifica odierna, non può né provare né negare l’esistenza di Dio. Come può un’applicazione, ancora tanto imperfetta e lacunosa, dell’elettromagnetismo – qual è la teoria dell’evoluzione umana – pretendere di negare l’esistenza di Dio? Eppure l’uomo della strada è convinto che Charles R. Darwin abbia dimostrato la nostra diretta discendenza dalle scimmie: per la cultura dominante non credere alla Teoria Evoluzionista della specie umana è atto di grave oscurantismo, paragonabile a ostinarsi nel credere che sia il Sole a girare intorno , con la Terra ferma al centro del mondo. E’ vero l’esatto contrario.
Gli oscurantisti sono coloro che pretendono di fare assurgere al rango di verità scientifica una teoria priva di una pur elementare struttura matematica e senza alcuna prova sperimentale di stampo galileiano.
Se l’uomo dei nostri tempi avesse una cultura veramente moderna, dovrebbe sapere che la teoria evoluzionistica non fa parte della Scienza galileiana. A essa mancano i due pilastri che hanno permesso la grande svolta del milleseicento: la riproducibilità e il rigore. Insomma, mettere in discussione l’esistenza di Dio, sulla base di quanto gli evoluzionisti hanno fino a oggi scoperto, non ha nulla a che fare con la Scienza. Con l’oscurantismo moderno, sì.

Saluti
Franco






Elyy.
00sabato 4 luglio 2009 15:43


Questo libro ce l'h anch'io, ma non ho ancora finito di leggerlo.

Mi piacerebbe sapere cosa pensa Zichichi su evoluzione o creazione. Ho capito, leggendo i suoi scritti, che è propenso a credere alla creazione, ma in che senso "creazione", cosa intende lui per "creazione"?

Ho capito che accantona la teoria dell'evoluzione darwiniana, quella la accantono anch'io, ma accantona anche una qualforma di evoluzinone tra specie?

Quello in cui credo io ora è che Dio ha dato l'imput portando all'esistenza le varie spiecie, e poi di queste si è sviluppata un'evoluzione.

Nel caso dell'uomo, Dio ha cominciato a ritenerlo UOMO, quindi ad avere un'anima, quando questo ha preso coscienza di sè ed ha cominciato a discernere cosa fosse giusto o sbagliato nei rapporti col mondo animale, vegetale e soprattutto coi suoi simili.




[SM=g8522] Ely




francocoladarci
00sabato 4 luglio 2009 22:00
Posizioni recenti della Chiesa cattolica
Da Wikipedia

Il cardinale Camillo Ruini ha affermato che la Chiesa non può pronunciarsi sulla fondatezza scientifica di tali posizioni. Infatti, nella misura in cui l'inferenza del disegno intelligente conduce implicitamente ad un'intelligenza creatrice, rimane possibile l'obiezione di sconfinamento dai canoni di una ricerca scientifica naturalistica. La Chiesa, semmai, riconosce il merito alle varie posizioni scientifiche di contribuire al dibattito nella scienza, facendo emergere interrogativi importanti (Camillo Ruini, Verità e libertà, Mondadori, Milano 2006, pp. 17 e segg.).

Ciò non toglie che a livello personale autorevoli personalità cattoliche hanno preso posizioni favorevoli o contrarie rispetto alle idee del disegno intelligente. Per esempio, lo scienziato don Fiorenzo Facchini, docente di Antropologia e Paleontologia all'Università di Bologna, ha precisato la sua posizione intermedia tra l'I.D. e un evoluzionismo darwiniano inteso in senso metafisico e che Fiacchini giudica comunque una teoria contingente e da non assolutizzare (Osservatore Romano, 16-I-2006):

"I sostenitori dell’Intelligent Design non negano l'evoluzione, ma affermano che la formazione di certe strutture complesse non può essere avvenuta per eventi casuali, ma ha richiesto interventi particolari di Dio nel corso dell'evoluzione e risponde a un progetto intelligente. A parte il fatto che in ogni caso non basterebbero mutazioni delle strutture biologiche perché occorrono anche cambiamenti ambientali, con il ricorso a interventi esterni suppletivi o correttivi rispetto alle cause naturali viene introdotta negli eventi della natura una causa superiore per spiegare cose che ancora non conosciamo, ma che potremmo conoscere. Ma così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza. Sull'altro fronte è da criticare come alcuni scienziati darwinisti abbiano assunto l'evoluzione in senso totalizzante, passando dalla teoria alla ideologia, in una visione che pretende di spiegare tutta la realtà vivente, compreso il comportamento umano, in termini di selezione naturale escludendo altre prospettive, quasi che l'evoluzione possa rendere superflua la creazione e tutto possa essersi autoformato e possa essere ricondotto al caso. La scienza in quanto tale, con i suoi metodi, non può dimostrare, ma neppure escludere che un disegno superiore si sia realizzato, quali che siano le cause, all'apparenza anche casuali o rientranti nella natura."

In altri termini Fiacchini dichiara personalmente di accettare il naturalismo metodologico come canone intrinsico nella definizione di scienza.

Tale posizione, che come già detto è il vero punto chiave della disputa pro e contro il disegno intelligente, è condivisa da altri cattolici, come l'astronomo gesuita Padre George Coyne già direttore della Specola Vaticana, ma è fermamente rifiutata da altri importanti esponenti del Cattolicesimo. Il Daily Mail ha avanzato l'ipotesi che la destituzione da direttore della Specola Vaticana fosse proprio dovuta alla posizione del gesuita in merito all'evoluzione. Titolava infatti il numaro del 23/8/2006: «Il Papa licenzia l'astronomo per colpa del dibattito sull'evoluzione».

In realtà come rivelato dal suo collaboratore José Gabriel Funes all'Arizona Daily Star, e come confermato dallo stesso Coyne, si tratterebbe di una diceria senza fondamento. Inoltre si è saputo più tardi che Coyne è in trattamento per un cancro all'intestino.

In prima fila tra gli oppositori di questa posizione si trova il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn che ha espresso ampiamente la sua idea in un editoriale sul New York Times del 7.7.2005 dal titolo "Scoprire il progetto nella natura", editoriale che ha avuto un'enorme eco:

"I difensori del dogma neo-Darwiniano hanno spesso invocato la supposta accettazione - o almeno acquiescienza - del Cattolicesimo Romano quando essi difendono la loro teoria come fosse compatibile con la fede Cristiana. Ma questo non è vero. La Chiesa Cattolica, mentre lascia alla scienza molti dettagli circa la storia della vita sulla terra, proclama che con la luce della ragione l'intelletto umano può chiaramente discernere uno scopo e un progetto nel mondo naturale e negli esseri viventi. Potrebbe essere fondata un'evoluzione intesa come discendenza comune; ma non un'evoluzione concepita in senso neodarwiniano, come processo non guidato, che non risponde a un progetto, ed è mossa soltanto dalla selezione naturale e dalle variazioni casuali. Ogni sistema di pensiero che neghi o cerchi di rifiutare l'imponente evidenza di progetto in biologia è ideologia non scienza [...] Ora all'inizio del 21° secolo, in contrapposizione a posizioni scientifiche come il neo-darwinismo e l'ipotesi del multiverso in cosmologia inventato per evitare la sovrabbondante evidenza di scopo e progetto che si trova nella scienza moderna, la Chiesa Cattolica difenderà di nuovo la ragione umana proclamando che il progetto immanente che è evidente nella natura è reale. Teorie scientifiche che cercano di negare l'evidenza di progetto come il risultato di caso e necessità non sono per niente scientifiche, ma, come affermato da Giovanni Paolo, un'abdicazione dell'intelligenza umana."

Franco
francocoladarci
00sabato 4 luglio 2009 22:02
Benedetto XVI e l'evoluzionismo
Da Wikipedia

Tale posizione non è isolata. Lo stesso Papa Benedetto XVI, nell’Udienza generale del 9 novembre 2005, commentando un'omelia di san Basilio e richiamandosi come nell'enciclica "Deus caritas est" ancora una volta all'insegnamento dell'evangelista Giovanni di cui cita il prologo, ha chiaramente affermato la presenza di una sovrabbondante evidenza di scopo e di un reale progetto nel mondo e la piena razionalità del suo riconoscimento da parte dell'uomo:
« Trovo che le parole di questo Padre del IV secolo siano di un'attualità sorprendente quando dice: 'Alcuni, tratti in inganno dall'ateismo che portavano dentro di sé, immaginarono un universo privo di guida e di ordine, come in balìa del caso'. Quanti sono questi "alcuni" oggi. Essi, tratti in inganno dall'ateismo, ritengono e cercano di dimostrare che è scientifico pensare che tutto sia privo di guida e di ordine, come in balìa del caso. Il Signore con la Sacra Scrittura risveglia la ragione che dorme e ci dice: all'inizio è la Parola creatrice. All'inizio la Parola creatrice - questa Parola che ha creato tutto, che ha creato questo progetto intelligente che è il cosmo - è anche amore. »

(Omelia di Benedetto XVI all'Udienza generale del 9 novembre 2005)

Così infatti scriveva circa 2000 anni fa l'autore del quarto Vangelo:
« In principio era il Logos, e il Logos che era in principio era presso Dio e Dio era il Logos [...] tutto ciò che è stato fatto è stato fatto per mezzo suo. »

(Vangelo di Giovanni)

Franco
francocoladarci
00sabato 4 luglio 2009 22:19
HUMANI GENERIS
Dal Concilio VaticanoII

Copio parte di questo trattato, nello specifico in merito all'evoluzione.





IV

Rimane ora da parlare di quelle questioni che, pur appartenendo alle scienze positive, sono più o meno connesse con le verità della fede cristiana. Non pochi chiedono instantemente che la religione cattolica tenga massimo conto di quelle scienze. Il che è senza dubbio cosa lodevole, quando si tratta di fatti realmente dimostrati; ma bisogna andar cauti quando si tratta piuttosto di ipotesi, benché in qualche modo fondate scientificamente, nelle quali si tocca la dottrina contenuta nella Sacra Scrittura o anche nella tradizione. Se tali ipotesi vanno direttamente o indirettamente contro la dottrina rivelata, non possono ammettersi in alcun modo.

Per queste ragioni il Magistero della Chiesa non proibisce che in conformità dell'attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei competenti in tutti e due i campi, la dottrina dell'evoluzionismo, in quanto cioè essa fa ricerche sull'origine del corpo umano, che proverrebbe da materia organica preesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono state create immediatamente sia Dio). Però questo deve essere fatto in tale modo che le ragioni delle due opinioni, cioè di quella favorevole e di quella contraria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria serietà, moderazione e misura e purché tutti siano pronti a sottostare al giudizio della Chiesa, alla quale Cristo ha affidato l'ufficio di interpretare autenticamente la Sacra Scrittura e di difendere i dogmi della fede (Cfr. Allocuzione Pont. ai membri dell'Accademia delle Scienze, 30 novembre 1941; A. A. S. Vol. , p. 506). Però alcuni oltrepassano questa libertà di discussione, agendo in modo come fosse già dimostrata con totale certezza la stessa origine del corpo umano dalla materia organica preesistente, valendosi di dati indiziali finora raccolti e di ragionamenti basati sui medesimi indizi; e ciò come se nelle fonti della divina Rivelazione non vi fosse nulla che esiga in questa materia la più grande moderazione e cautela.

Però quando si tratta dell'altra ipotesi, cioè del poligenismo, allora i figli della Chiesa non godono affatto della medesima libertà. I fedeli non possono abbracciare quell'opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l'insieme di molti progenitori; non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente, e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente in ciascun uomo come suo proprio (cfr. Rom. V, 12-19; Conc. Trident., sess. V, can. 1-4).

V

Come nelle scienze biologiche ed antropologiche, cosi pure in quelle storiche vi sono coloro che audacemente oltrepassano i limiti e le cautele stabilite dalla Chiesa. In modo particolare si deve deplorare un certo sistema di interpretazione troppo libera dei libri storici del Vecchio Testamento; i fautori di questo sistema, per difendere le loro idee, a torto si riferiscono alla Lettera che non molto tempo fa è stata inviata all'arcivescovo di Parigi dalla Pontificia Commissione per gli Studi Biblici (16 gennaio 1948; A. A. S., vol. XL, pp. 45-48).

Questa Lettera infatti fa notare che gli undici primi capitoli del Genesi, benché propriamente parlando non concordino con il metodo storico usato dai migliori autori greci e latini o dai competenti del nostro tempo, tuttavia appartengono al genere storico in un vero senso, che però deve essere maggiormente studiato e determinato dagli esegeti; i medesimi capitoli - fa ancora notare la Lettera - con parlare semplice e metaforico, adatto alla mentalità di un popolo poco civile, riferiscono sia le principali verità che sono fondamentali per la nostra salvezza, sia anche una narrazione popolare dell'origine del genere umano e del popolo eletto.

Se qualche cosa gli antichi agiografi hanno preso da narrazioni popolari (il che può essere concesso), non bisogna mai dimenticare che hanno fatto questo con l'aiuto dell'ispirazione divina, che nella scelta e nella valutazione di quei documenti li ha premuniti da ogni errore. Quindi le narrazioni popolari inserite nelle Sacre Scritture non possono affatto essere poste sullo stesso piano delle mitologie o simili, le quali sono frutto più di un'accesa fantasia che di quell'amore alla verità e alla semplicità che risalta talmente nei Libri Sacri, anche del Vecchio Testamento, da dover affermare che i nostri agiografi son palesemente superiori agli antichi scrittori profani.

Veramente Noi sappiamo che la maggioranza dei dottori cattolici, dei cui studi raccolgono i frutti gli Atenei, i Seminari e i Collegi dei religiosi, sono lontani da quegli errori che apertamente o di nascosto oggi vengono divulgati, sia per smania di novità, sia anche per una non moderata intenzione di apostolato. Ma sappiamo anche che queste nuove opinioni possono fai presa tra le persone imprudenti; quindi preferiamo porvi rimedio sugli inizi, piuttosto che somministrare la medicina quando la malattia è ormai invecchiata.

Per questo motivo, dopo matura riflessione e considerazione, per non venir meno al Nostro sacro dovere, ordiniamo ai Vescovi e ai Superiori Generali degli Ordini e Congregazioni religiose, onerata in maniera gravissima la loro coscienza, di curare con ogni diligenza che opinioni di tal genere non siano sostenute nelle scuole o nelle adunanze e conferenze, né con scritti di qualsiasi genere e nemmeno sans insegnate, in qualsivoglia maniera, ai chierici o ai fedeli.

Gli insegnanti degli Istituti ecclesiastici sappiano che essi non possono esercitare con tranquilla coscienza l'ufficio di insegnare che è stato loro affidato, se non accettano religiosamente le norme che abbiamo stabilite e non le osservano esattamente nell'insegnamento delle loro materie. Quella doverosa venerazione ed obbedienza che nel loro assiduo lavoro devono professare verso il Magistero della Chiesa le infondano anche nella mente e nell'anima dei loro scolari.

Conclusione

Cerchiamo con ogni sforzo e con passione di concorrere al progresso delle scienze che insegnano; ma si guardino anche dall'oltrepassare i confini da Noi stabiliti per la difesa della fede e della dottrina cattolica. Alle nuove questioni, che la cultura moderna e il progresso hanno fatto diventare di attualità, diano l'apporto delle loro accuratissime ricerche, ma con la conveniente prudenza e cautela; infine, non abbiano a credere, per un falso "irenismo", che si possa ottenere un felice ritorno nel seno della Chiesa dei dissidenti e degli erranti, se non si insegna a tutti, sinceramente, tutta la verità in vigore nella Chiesa, senza alcuna corruzione e senza alcuna diminuzione.

Fondati su questa speranza, che sarà aumentata dalla vostra pastorale solerzia, come auspicio dei celesti doni e segno della Nostra paterna benevolenza, impartiamo di gran cuore a voi tutti singolarmente, come al clero e al popolo vostri, l'apostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 22 del mese di Agosto dell'anno 1950, XII del Nostro Pontificato.

PIO PP. XII


Ciao

Franco
francocoladarci
00sabato 4 luglio 2009 22:26
"Perchè io credo in colui che ha fatto il mondo" di Antonio Zichichi
Questo è per ElYY
Tratto da Riflessioni


E' opinione comune che le leggi dell'universo scoperte dalla scienza siano in conflitto con quelle imperscrutabili di Dio. La contrapposizione tra fede e scienza rappresenta uno dei dilemmi più laceranti del nostro tempo; un dramma che conobbe il suo primo controverso atto con Galileo Galilei.

Zichichi, smentisce e ribalta tale contrapposizione: "Non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata al fine di mettere in dubbio o di negare l'esistenza di Dio"
Proprio Galilei, scopritore del principio d'inerzia, della relatività e delle prime leggi che reggono il creato, era credente e considerava la scienza uno straordinario strumento per svelare i segreti di quella natura che porta le impronte di Colui che ha fatto il mondo. E credenti erano Maxwell e Planck, due padri della fisica contemporanea, uomini che hanno scoperto nuovi orizzonti sulle leggi dell'universo grazie allo studio di particelle infinitamente piccole; tanto piccole da non poter contenere traccia né di angeli né di santi, e da non poter quindi avallare, apparentemente, alcuna spiegazione razionale dell'esistenza del divino.

Le conquiste della scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l'ammirazione per il meraviglioso spettacolo del cosmo, che va dal cuore di un protone ai confini dell'universo.
Nessuna scoperta scientifica ha messo in dubbio l'esistenza di Dio.
La scienza è fonte di valori che sono in comunione, non in antitesi con l'insegnamento delle Sacre Scritture, con i valori quindi della Verità Rivelata.
Né la Scienza né la Logica permettono di concludere che Dio non esiste.

Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'Ateismo fa quindi un atto di Fede: nel nulla.

Credere in Dio è più logico e scientifico che credere nel nulla.
Si potrebbe obiettare: dal momento in cui risulta impossibile arrivare a Dio tramite scoperta di Logica Matematica o per via di una scoperta scientifica né Logica né scienza possono essere più invocate per arrivare all'atto di Fede. Tutto ciò è esatto. Infatti la fede è un dono di dio. Corroborata però dall'atto di Ragione nel Trascendente.

Si rifletta comunque un po’. La Logica Matematica e la Scienza sono attività intellettuali che operano nell'Immanente.
Se fosse possibile dimostrare l'esistenza di Dio per via di un rigoroso procedimento di Logica matematica, Dio sarebbe l'equivalente di un teorema matematico.
Se fosse possibile dimostrare l'esistenza di Dio per via di una serie di ricerche rigorosamente scientifiche, Dio sarebbe l'equivalente di una grande scoperta scientifica.
Se ciò fosse possibile, l'uomo sarebbe in grado di arrivare al teorema supremo: la dimostrazione matematica dell'esistenza di Dio.
Ovvero la più straordinaria di tutte le scoperte scientifiche: la scoperta di Dio.

Teorema e scoperta oltre le quali non potrebbe esserci nient'altro. Sia la ricerca matematica sia quella scientifica hanno invece una proprietà fondamentale in comune. Ogni scoperta apre nuovi orizzonti. Concetti mai prima immaginati, Colonne e Forze di cui nessuno era riuscito a fantasticare l'esistenza, si presentano agli occhi del ricercatore come tappe di un cammino apparentemente senza fine.
Colui che ha fatto il mondo queste cose le conosce. Solo un Suo pari potrebbe saperne altrettanto.

Noi siamo miseri mortali: fatti sì, a sua immagine e somiglianza. Privi però della Sua potenza intellettuale. Ecco perché io penso che noi non sapremo mai tutta la Matematica né tutta la Scienza. C'è un aspetto della realtà in cui viviamo che mi affascina in modo particolare: il cammino senza soste, l'ascesa continua, nello studio della Logica Matematica e della Scienza. Ciò è possibile grazie all'intelletto che ci ha voluto dare Colui che ha fatto il mondo.
E' un privilegio straordinario essere stati invitati al tavolo della ragione che opera l'Immanente e nel Trascendente. Attorno a quel tavolo noi siamo seduti, desiderosi di apprendere, non di cacciar via Colui che ci ha invitati. Il tavolo della ragione permette però all'uomo di riflettere sul Trascendente e sull'Immanente. Ed ecco dove l'atto di Fede, che è dono di Dio, si coniuga con l'atto di Ragione. Infatti la Ragione è dono di Dio.

Ciao
Franco


Antonio Zichichi

testo inviato da Armonia
Elyy.
00domenica 5 luglio 2009 00:30


Interessante il pensiero di San Basilio dal IV secolo!


'Alcuni, tratti in inganno dall'ateismo che portavano dentro di sé, immaginarono un universo privo di guida e di ordine, come in balìa del caso'. Quanti sono questi "alcuni" oggi. Essi, tratti in inganno dall'ateismo, ritengono e cercano di dimostrare che è scientifico pensare che tutto sia privo di guida e di ordine, come in balìa del caso. Il Signore con la Sacra Scrittura risveglia la ragione che dorme e ci dice: all'inizio è la Parola creatrice. All'inizio la Parola creatrice - questa Parola che ha creato tutto, che ha creato questo progetto intelligente che è il cosmo - è anche amore.



Di una lungimiranza eccezionale!

Riguardo alla parte del trattato del il Concilio Vaticano II, è del 1950. Oggi la Chiesa la pensa ancora così o è cambiato qualcosa?

In quel trattato si dice che la prima parte della Genesi è un "racconto popolare" da non confondere con "racconto mitologico" che niente potrebbe avere di reale se non la morale che se ne deduce.


Se qualche cosa gli antichi agiografi hanno preso da narrazioni popolari (il che può essere concesso), non bisogna mai dimenticare che hanno fatto questo con l'aiuto dell'ispirazione divina, che nella scelta e nella valutazione di quei documenti li ha premuniti da ogni errore. Quindi le narrazioni popolari inserite nelle Sacre Scritture non possono affatto essere poste sullo stesso piano delle mitologie o simili, le quali sono frutto più di un'accesa fantasia che di quell'amore alla verità e alla semplicità che risalta talmente nei Libri Sacri, anche del Vecchio Testamento, da dover affermare che i nostri agiografi son palesemente superiori agli antichi scrittori profani.




Riguardo Zichichi, condivido quel che dice e la logica che usa per "dimostrare" l'esistenza di Dio, ma non ho ancora capito cosa pensa della creazione.


Ciao, Ely



Elyy.
00domenica 5 luglio 2009 00:37
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