La statistica va applicata a posteriori e non a priori”. Insomma, le affermazioni di Richard Dawkins non fanno molto onore a uno scienziato e tantomeno alla scienza, perché il suo concetto di improbabilità non è basato su valutazioni scientifiche, ma “è solo un’opinione personale”.
Quest'affermazione che condivido smonta di fatto molte teorie, compresa quella più famosa dell'evoluzione.
Partiamo da un assunto, un "Fatto" è un fatto quando non è contestabile, la Terra è rotonda questo è un fatto, nessuno si sognerebbe di dire che è quadrata, ora quando si parla di fatti si procurano le prove, la scienza per accettare un "Fatto" pone il medesimo a quello che è il "Metodo Scientifico", in questo metodo tra i vari requisiti ve ne sono due che si solito troncano le gambe a vari teorie.
OSSERVABILITÀ'.
L'oggetto in esame deve essere osservabile.
RIPETIBILITÀ.
L'oggetto in questione deve essere ripetibile.
Quando questi due parametri vengono a mancare allora si rimane nel campo delle congetture delle ipotesi, ma se si rimane in questo frangente non si può "SPACCIARE" per verità ciò che verità non è e questo a prescindere se tale ipotesi sia accettata da molti scienziati come un "Fatto".
Ricordo una trasmissione su Rai 2 dove si parlava di un certo "Miracolo", un rappresentante del CICAP disse che affinché la scienza riconosca questo avvenimento esso deve superare l'esame del metodo scientifico, su questa affermazione io concordo, però se usiamo questo metro per esaminare l'ipotesi del miracolo il quale tra l'altro non è osservabile ne ripetibile dovremmo usare lo steso metro nell'esaminare altre teorie, non farlo significa scorrettezza intellettuale (eufemismo).
Comunque ho trovato l'articolo molto corretto.
Franco