LA CHIESA. COLONNA DELLA VERITA'

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francocoladarci
00venerdì 18 settembre 2009 22:17
IO SARO' CON VOI FINO ALLA FINE DEL MONDO
Tratto da " Essere Cattolici".


""INTRODUZIONE

Sia che siate cattolici sia che non lo siate, è possibile che vi poniate delle domande sulla fede Cattolica. È possibile che siate a conoscenza di obiezioni sollevate contro la pretesa della Chiesa Cattolica di essere l’unica verace interprete e custode degli insegnamenti di Gesù Cristo.
Queste obiezioni sono di sovente avanzate dai missionari delle altre fedi che sempre più spesso vengono a bussare alla vostra porta domandandovi “Sei sicuro di essere salvo?”, dalle pressioni del vostro prossimo che vi spingono ad ignorare gli insegnamenti della Chiesa, dalla cultura secolare che vi sussurra: “Dio non esiste”.
Non potrete venire a capo di tali obiezioni a meno che non siate a conoscenza delle basi della fede Cattolica. Questo opuscolo ha lo scopo di introdurvi a queste ultime.
Nel Cattolicesimo troverete risposta alle domande più complesse della nostra vita: Perché esisto? Chi mi ha creato? Come devo agire? A queste domande potrete trovare una risposta soddisfacente se solo aprirete il vostro cuore alla grazia di Dio (affidandovi alla Chiesa che egli ha stabilito) e seguirete il piano che lui ha per voi. (Gv 7,17).



UNA STORIA ININTERROTTA

Gesù ha detto che la sua Chiesa sarebbe stata “la luce del mondo”. Ed ha aggiunto che “una città in cima ad un monte non può restare nascosta” (Mt 5,14). Ciò significa che la sua Chiesa è una organizzazione visibile. Questa deve avere pertanto delle caratteristiche che la identifichino in modo chiaro e la distinguano dalle altre chiese. Gesù ha promesso “Costruirò la mia Chiesa e le porte dell’Ade non prevarranno su di essa”. (Mt 16,18). Ciò sta ad indicare che la Chiesa non verrà meno e non si distaccherà mai da lui. La sua Chiesa sopravviverà fino al suo ritorno.
Tra tutte le chiese Cristiane, solo la Chiesa Cattolica esiste fin dai tempi di Gesù. Ogni altra chiesa Cristiana esiste in quanto, in qualche modo, si è separata dalla Chiesa Cattolica. La Chiesa Ortodossa Orientale si separò dall’unità con il papa nel 1054. Le chiese Protestanti nacquero durante la Riforma, che ebbe inizio nel 1517 (molte delle odierne chiese Protestanti, se ne contano a migliaia, sono a loro volta nate da scismi avvenuti in seno alle varie confessioni Protestanti originarie e da scismi ulteriori di queste realtà scismatiche).
Solo la Chiesa Cattolica esisteva già nel decimo secolo, nel quindicesimo secolo e nel primo secolo, insegnando fedelmente le dottrine affidate agli apostoli da Cristo stesso, non omettendo nulla delle medesime. La linea di successione dei papi può essere fatta risalire in modo ininterrotto fino a Pietro. Nessun’altra istituzione nella storia può essere comparata alla Chiesa da questo punto di vista.
Persino gli Stati più antichi oggi esistenti sono giovani se comparati al papato, e le chiese i cui missionari vengono di tanto in tanto a bussare alle vostre porte sono giovanissime se comparate con la Chiesa Cattolica. Molte di queste sono anzi di origine recentissima, essendo state fondate nel diciannovesimo o nel ventesimo secolo. Alcune di queste sono addirittura nate dopo di voi. Nessuna delle chiese suddette può quindi avanzare la pretesa di essere la Chiesa fondata da Gesù.
La Chiesa Cattolica esiste da quasi 2000 anni, nonostante l’enorme opposizione che questa ha incontrato nel mondo. Ciò è già quasi una testimonianza dell’origine divina della medesima: difficilmente, infatti, una organizzazione puramente umana avrebbe potuto resistere così tanto, questo specialmente in considerazione del fatto che i suoi membri – anche alcuni dei suoi capi – sono stati spesso poco saggi, peccatori, corrotti e propensi all’eresia.
Qualsiasi organizzazione meramente umana che annoverasse nelle sue fila questo genere di membri sarebbe collassata molti secoli fa. Invece, la Chiesa Cattolica è oggi la chiesa più vigorosa al mondo (e la più grande, contando più di un miliardo di membri: praticamente un sesto del genere umano), e questa è una testimonianza non dell’abilità dei suoi capi, ma della protezione dello Spirito Santo.


LE QUATTRO NOTE SPECIALI CHIESA

Se desideriamo individuare la Chiesa fondata da Gesù, abbiamo bisogno di individuare quella che goda delle quattro principali note o qualità della Chiesa di Cristo. La Chiesa che andiamo cercando deve essere Una, Santa, Cattolica e Apostolica.


La Chiesa è Una (Rm 12,5; 1 Cor 10,17; 12,13; CCC 813-822)

Gesù ha fondato solo una Chiesa, non una collezione di differenti chiese (Luterana, Battista, Anglicana, ecc.). La Bibbia dice che la Chiesa è la sposa di Cristo (Ef 5,23-32). Gesù non può avere che una sola sposa, e la sua sposa è la Chiesa Cattolica.
La sua Chiesa inoltre insegna un solo complesso di dottrine, che devono essere le stesse insegnate dagli apostoli (Gd 3). Questa è quell’unità di fede a cui ci richiamano le Scritture. (Fil 1,27; 2,2).
Nonostante il fatto che, in effetti, ci sono alcuni Cattolici che dissentono dalle dottrine ufficialmente insegnate, i pastori della Chiesa – i papa ed i vescovi in comunione con questi – non hanno mai cambiato alcuna dottrina di quelle trasmesse in seno alla medesima. Durante i secoli, alcune dottrine sono state via via esaminate sempre più attentamente, così la Chiesa è giunta ad una comprensione più profonda della medesime (Gv 16,12-13), ma durante questo processo di approfondimento della comprensione delle varie dottrine non si è mai giunti ad una contraddizione, vale a dire a sostenere una dottrina opposta rispetto ad un’altra precedentemente insegnata.


La Chiesa è Santa (Ef 5,25-27; Ap 19,7-8; CCC 823-829)

In forza della sua grazia, Gesù fa la Chiesa santa, proprio come lui è santo. Questo non significa che ogni membro della Chiesa è un santo. Gesù, anzi, ha chiaramente detto che nella Chiesa ci sarebbero stati membri buoni e cattivi (Gv 6,70), e che i suoi membri non avrebbero avuto la certezza di andare in paradiso (Mt 7,21-23).
La Chiesa è in sé santa perché è la fonte della santità e la dispensatrice di quegli speciali mezzi della grazia che Gesù ha stabilito: i sacramenti (cf. Ef 5,26).


La Chiesa è Cattolica (Ef 5,25-27; Ap 19,7-8; CCC 823-856)

La Chiesa di Cristo è detta cattolica (“universale” in Greco) perché è un dono destinato a tutto il mondo. Gesù ha detto agli apostoli di andare per il mondo e di fare discepole “tutte le nazioni” (Mt 28,19-20).
Per duemila anni la Chiesa Cattolica ha portato avanti questa missione, predicando la buona novella di Cristo morto per tutti gli uomini e desideroso che tutti gli uomini diventino membri della sua famiglia universale (Gal 3,28). Oggigiorno la Chiesa Cattolica è diffusa in ogni paese del mondo e continua a mandare missionari per convertire tutte le nazioni a Cristo.
La Chiesa fondata da Cristo è detta “Chiesa Cattolica” almeno dall’anno 107, quando Ignazio di Antiochia usò questa espressione per descriverla. Tale espressione, però, era già comune al tempo di Ignazio, il che significa che questa probabilmente risale fino al tempo degli apostoli.


La Chiesa è Apostolica (Ef 2,19-20; CCC 857-865)

La Chiesa fondata da Cristo è apostolica perché egli nominò gli apostoli come suoi primi capi. Gli apostoli hanno poi nominato dei loro successori per ricoprire tale carica. Gli apostoli furono i primi vescovi, e, fin dal primo secolo, c’è stata una linea ininterrotta di vescovi Cattolici i quali hanno fedelmente trasmesso ciò che gli apostoli avevano insegnato ai primi Cristiani tramite le Scritture e la Tradizione orale (2 Tim 2, 2). Questo insieme di dottrine include quelle relative alla Resurrezione di Gesù, alla Presenza Reale di Cristo nell’Eucaristia, alla natura sacrificale della Messa, al perdono dei peccati per mezzo di un Ministro della Chiesa, alla rigenerazione battesimale, all’efficacia delle preghiere per i morti, al ruolo specialissimo di Maria nell’economia della salvezza, e a molte altre cose (compresa la stessa dottrina relativa alla successione apostolica). Gli scritti dei primi Cristiani provano che costoro erano pienamente Cattolici per ciò che concerne le dottrine e le pratiche, considerando i successori degli apostoli quali loro pastori. Quello che i primi Cristiani credevano è ciò che ancora oggi crede la Chiesa Cattolica. Nessuna altra Chiesa può avanzare la medesima pretesa.


COLONNA DELLA VERITÀ

La Chiesa è rimasta una, santa, cattolica e apostolica non grazie agli sforzi dell’uomo, ma perché Dio stesso protegge la Chiesa che egli ha stabilito sulla terra (Mt 16,18; 18,20).
Egli guidò Israele durante la sua fuga dall’Egitto tramite una colonna di fuoco (Es 13,21). Oggi egli ci guida tramite la Chiesa Cattolica.
La Bibbia, la Sacra Tradizione e gli scritti dei primissimi Cristiani testimoniano che la Chiesa insegna con l’autorità stessa di Gesù. In quest’epoca di innumerevoli religioni, ognuna della quali cerca di accreditarsi come autorità assoluta, una sola voce si leva al disopra del frastuono: la Chiesa Cattolica, che la Bibbia chiama “la colonna ed il fondamento della verità” (1 Tm 3,15).
Gesù assicurò agli apostoli ed ai successori di questi, il papa ed i vescovi, che chi avesse ascoltato loro avrebbe ascoltato lui e chi avesse respinto loro avrebbe respinto lui (Lc 10,16). Gesù promise di guidare la Chiesa alla verità piena (Gv 16,12-13). Possiamo essere sicuri quindi che la sua Chiesa insegna solamente ciò che è vero.


LA STRUTTURA DELLA CHIESA

Gesù scelse gli apostoli affinché fossero i capi terreni della Chiesa. Egli conferì loro la sua stessa autorità per insegnare e governare, non in qualità di dittatori, ma come padri e pastori amorevoli. Questo è il motivo per cui i Cattolici chiamano i loro leader spirituali “padre”. Nel far ciò noi seguiamo l’esempio dell’apostolo Paolo, il quale si definì padre spirituale di coloro che aveva evangelizzato (1 Cor 4,15).
Gli apostoli, ottemperando al volere di Gesù, ordinarono dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi, al fine di trasmettere loro il proprio ministero – ai vescovi nella sua pienezza ed in minor misura ai presbiteri ed ai diaconi.


Il Papa e i Vescovi (CCC 880-883)

Gesù conferì a Simone, figlio di Giona, un’autorità speciale tra gli apostoli (Gv 21,15-17) e a testimonianza di questo cambiò il nome di questi in Pietro, che significa “pietra” (Gv 1,42). Egli disse che Pietro era la pietra sulla quale avrebbe costruito la sua Chiesa (Mt 16,18).
In Aramaico, la lingua parlata da Gesù, il nuovo nome di Simone era Kepha (indicante una grossa pietra). Successivamente il suo nome fu tradotto in Greco in Petros (Gv 1,42) ed in Italiano in Pietro. Gesù dette solamente a Pietro le “chiavi del regno” (Mt 16,19) e promise che tutte le sue decisioni sarebbero state vincolanti in cielo come sulla terra. Egli dette un potere simile anche agli altri apostoli (Mt 18,18), ma solo a Pietro furono assegnate le chiavi, simbolo della sua autorità come guida della Chiesa sulla terra.
Gesù, il Buon Pastore, disse a Pietro che sarebbe stato il pastore della sua Chiesa (Gv 21,15-17). Egli assegnò a Pietro il compito di confortare gli altri apostoli nella loro fede (Lc 22,31-32). Pietro guidò la Chiesa nella predicazione e quando si trattò di prendere delle decisioni importanti (At 2,1-41; 15,7-12).
Gli scritti dei primi Cristiani ci testimoniano il fatto che i successori di Pietro, i vescovi di Roma, continuarono ad esercitare il ministero di Pietro nel seno della Chiesa.


COME DIO CI PARLA

Così come fu dal principio, Dio parla alla sua Chiesa tramite la Bibbia e la Sacra Tradizione. Per assicurarci una retta comprensione della sua Parola, egli guida il Magistero della Chiesa in modo che questo interpreti la Bibbia e la Sacra Tradizione nel modo più esatto. Questo è quello che viene indicato come il dono dell’infallibilità.
Come le tre gambe di uno sgabello, la Bibbia, la Tradizione ed il Magistero sono tutti necessari per la stabilità della Chiesa e per garantire la solidità della dottrina da questa insegnata.


La Sacra Tradizione (CCC 75-83)

La Sacra Tradizione non deve in alcun modo essere confusa con le tradizioni degli uomini, che sono più comunemente dette usi e costumi. Gesù, in alcuni casi, condannò le tradizioni umane, ma solo quando queste erano contrarie al comando di Dio (Mc 7,8). Egli non condannò mai la Sacra Tradizione, né condannò le tradizioni umane nel loro complesso.
La Sacra Tradizione e la Bibbia non costituiscono due rivelazioni indipendenti. Queste sono le due vie attraverso le quali la Chiesa ha trasmesso lungo i secoli il vangelo. Insegnamenti apostolici quali il battesimo dei bambini, la Trinità, l’inerranza della Bibbia, il purgatorio, la perpetua verginità di Maria sono state insegnate più chiaramente attraverso la Tradizione, per quanto comunque implicitamente presenti nella Bibbia (ed assolutamente non contrarie a quanto da questa insegnato). La Bibbia stessa ci dice di rimanere aggrappati alla Tradizione, sia che questa ci giunga in forma scritta che orale (2 Tes 2,15; 1 Cor 11,2).
La Sacra Tradizione non va assolutamente confusa con le tradizioni della Chiesa, quali il rosario o il celibato ecclesiastico, ad esempio. Queste sono cose utili, ma non concernono in alcun modo la dottrina di Cristo. La Sacra Tradizione contiene la dottrina insegnata dagli apostoli e da questi consegnata alla Chiesa fino ad oggi tramite i loro successori, i vescovi.


La Scrittura (CCC 101-141)

La Scrittura, nella quale comprendiamo sia l’Antico che il Nuovo Testamento, è stata ispirata da Dio (2 Tm 3,16). Lo Spirito Santo ha guidato gli autori biblici nello scrivere ciò che voleva far loro scrivere. Dato che Dio è l’autore principale della Bibbia e dato che Dio è la Verità (Gv 14,16) e non può insegnare nulla di falso, la Bibbia è libera da errori in ogni cosa che asserisce essere vera relativamente alla nostra salvezza.
Alcuni Cristiani sono convinti che la Bibbia sia tutto ciò di cui hanno bisogno, ma questa nozione non è insegnata nella Bibbia stessa. Infatti, la Bibbia insegna proprio il contrario (2 Pt 1,20-21; 3.15-16). La dottrina della cosiddetta “sola Scrittura” non fu sostenuta da alcuno nella Chiesa primitiva.
Tale dottrina è infatti un qualcosa di relativamente nuovo, essendo sorta solo nel secolo XVI, durante la cosiddetta Riforma Protestante. Questa dottrina, quindi, non è altro che una “tradizione di uomini” che ha annullato la Parola di Dio, distorcendo il vero ruolo della Bibbia, e minando l’autorità della Chiesa che Gesù ha istituito (Mc 7,1-8).
Nonostante la sua popolarità tra i nostri fratelli protestanti, la teoria della “sola Scrittura” semplicemente non funziona nella pratica. L’esperienza storica stessa la confuta. Quasi ogni giorno sorge, infatti, una nuova confessione cristiana convinta di essere l’unica fondata esclusivamente sulla Bibbia. Oggi ci sono migliaia e migliaia di confessioni di matrice protestante, ognuna delle quali non fa che proclamare che la sua interpretazione della Bibbia è quella giusta, ma ognuna delle quali propugnante una qualche dottrina inconciliabile con quelle propugnate dalle altre. Ne è risultata una tale frammentazione della cristianità da causare confusione in milioni di sinceri Cristiani.
Ora, noi sappiamo per certo che lo Spirito Santo non può essere l’artefice di tale confusione (1 Cor 14,33). Dio non può insegnare dottrine contraddittorie, perché la Verità è una sola. La conclusione? La dottrina della “sola Scrittura” non regge.


Il Magistero (CCC 85-87, 888-892)

Il papa ed i vescovi sono i pastori della Chiesa ed il loro insegnamento è ciò che viene denominato il Magistero (dal latino magister, “maestro”) della Chiesa. Il Magistero, guidato dallo Spirito Santo, ci fornisce insegnamenti certi in materia di dottrina e di morale. La Chiesa è la custode della Bibbia, insegnando fedelmente ed accuratamente il messaggio in essa contenuto ed adempiendo al compito assegnatole da Dio stesso.
Bisogna sempre tener presente che c’era già una Chiesa quando il Nuovo Testamento non era ancora stato scritto. Gli autori ispirati del Nuovo Testamento erano dei membri della Chiesa e la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, è colei che sola può interpretare rettamente la Bibbia, il cui Canone (l’elenco dei libri che la compongono e che sono quindi da considerarsi ispirati) essa stessa ha stabilito. Tale interprete ufficiale ci è indispensabile al fine di comprendere la Bibbia in modo corretto. (Tutti noi sappiamo cosa c’è scritto nella Costituzione, ma solo la Corte Costituzionale può dirci che cosa questa veramente ci dice.)
Il Magistero è infallibile nei suoi insegnamenti ufficiali, in quanto Gesù promise di inviare lo Spirito Santo agli apostoli ed ai loro successori per guidarli alla verità intera (Gv 16,12-13).


COME DIO DISTRIBUISCE I SUOI DONI

Gesù ci ha promesso che non saremo mai stati soli (Gv 14,18), ma che avrebbe inviato lo Spirito Santo per guidarci e proteggerci (Gv 15,26). Egli istituì i sacramenti per guarirci, nutrirci e rafforzarci. I sette sacramenti – battesimo, Eucaristia, penitenza (anche detta confessione o riconciliazione), confermazione, ordine sacro, matrimonio e unzione degli infermi – non sono solamente dei simboli. Sono bensì dei segni che effettivamente comunicano la grazia e l’amore di Dio.
I sacramenti furono adombrati nell’Antico Testamento da cose che, pur non essendo mezzi efficaci della grazia, possono essere considerati come dei simboli della medesima (la circoncisione, per esempio, prefigurò il battesimo ed il pasto della Pasqua ebraica prefigurò l’eucaristia). Cristo non eliminò i simboli della grazia, ma li trasformò in qualcosa di più che simboli: ne fece i mezzi efficaci della grazia.
Dio usa costantemente le cose materiali per mostrarci il suo amore e la sua potenza. La materia non è un qualcosa di cattivo, essendo una creazione di Dio, infatti, questa non può essere che qualcosa di buono (Gn 1,31). Dio tiene la materia in una così alta considerazione da essersi incarnato (Gv 1,14).
Durante il suo ministero terreno Gesù guarì, nutrì e fortificò molte persone tramite cose umili quali fango, pane, olio e vino. Egli avrebbe potuto fare a meno di questi elementi materiali, ma preferì usarli per compiere molti dei suoi miracoli, rendendoli mezzi della propria grazia.
Nel suo primo miracolo pubblico, Gesù mutò l’acqua in vino dietro richiesta di sua madre, Maria (Gv 2,1-11). Successivamente guarì un cieco spalmando del fango sopra i suoi occhi (Gv 9,1-7) e moltiplicò una manciata di pani e di pesci per nutrire migliaia di persone (Gv 6,5-13), fino a mutare il pane ed il vino nel suo corpo e nel suo sangue (Mt 26,26-28). Attraverso i sacramenti, che sono i mezzi materiali della grazia spirituale, egli continua a guarirci, a nutrirci e a fortificarci.


Il Battesimo (CCC 1213-1284)

Per via del peccato originale, tutti siamo privi della grazia, per cui non c’è modo per noi di entrare in comunione con Dio. Il Figlio si è fatto uomo proprio per rimediare a questa nostra mancanza. Gesù ha detto che solo chi è nato dall’acqua e dallo Spirito potrà entrare nel regno di Dio (Gv 3,5) – con riferimento al battesimo.
Con il battesimo noi nasciamo nuovamente, ma si tratta di una nascita spirituale, non di una nascita fisica. Con il battesimo veniamo lavati in un bagno di rigenerazione (Tt 3,5). Siamo battezzati nella morte di Cristo e pertanto siamo resi partecipi della sua Resurrezione (Rm 6,3-7). Il battesimo lava via il peccato e porta lo Spirito Santo e la sua grazia nelle nostre anime (At 2,38; 22,16). Il battesimo ci salva (1 Pt 3,21) e ci fa entrare nella Chiesa.


La Penitenza (CCC 1422-1498)

Durante il nostro viaggio verso il paradiso, può capitarci di inciampare e di cadere nel peccato. Dio però è sempre pronto a tenderci una mano per risollevarci e ricondurci nella vita della grazia. Per far ciò egli si serve del sacramento della penitenza (conosciuto anche come confessione o riconciliazione).
Gesù ha conferito agli apostoli l’autorità di riconciliarci con il Padre. Costoro ricevettero lo stesso potere di Gesù di perdonare i peccati quando questi comunicò loro lo Spirito Santo e disse che sarebbero stati rimessi i peccati a chiunque costoro li avessero rimessi (Gv 20,22-23).
Dal canto suo Paolo ha scritto: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. […] Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro.” (2 Cor 5,18-20) Tramite la confessione ad un sacerdote, ministro di Dio, possiamo ottenere quindi il perdono dei nostri peccati e ricevere la grazia di resistere alle tentazioni future.


L’Eucaristia (CCC 1322-1429)

Cristo non lascia nel bisogno i membri della sua famiglia, ma ha cura di loro nutrendoli con il proprio corpo ed il proprio sangue tramite l’Eucaristia. Nell’Antico Testamento, per preservarli dalla terribile piaga con cui stava per colpire l’Egitto, Dio comandò agli Ebrei di sacrificare un agnello e di spargere il suo sangue sopra le porte delle loro case, in modo che l’Angelo della Morte non le colpisse.
L’agnello sacrificale degli Ebrei è la prefigurazione di Gesù. Cristo è il vero “Agnello di Dio” che toglie i peccati dal mondo (Gv 1,29). Tramite Gesù noi entriamo nel Nuovo Patto con Dio (Lc 22.20), il quale ci preserva dalla morte eterna. Così come nella Pasqua ebraica si mangiava l’agnello sacrificale, così i Cristiani mangiano il vero Agnello di Dio tramite l’Eucaristia. Gesù ha detto che chi non mangia la sua carne e non beve il suo sangue non ha in sé la vita (Gv 6,53).
Durante l’Ultima Cena egli prese il pane ed il vino, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo… Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti” (Mc 14,22-24). In questo modo Gesù istituì il sacramento dell’Eucaristia, il pasto sacrificale che i Cattolici consumano ad ogni Messa.
La Chiesa Cattolica insegna che Cristo è morto sulla croce una sola volta e che tale sacrificio non può essere ripetuto (Eb 9,28). Cristo non muore nuovamente durante la Messa, ma è lo stesso sacrificio che avvenne duemila anni fa sul Calvario che si fa presente sull’altare. Ecco perché la Messa non è un ulteriore sacrificio, ma una partecipazione al sacrificio di Cristo sulla croce.
Paolo ci ricorda che il pane ed il vino, per via della grazia di Dio, diventano veramente il corpo ed il sangue di Gesù: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 11,27-29).
Dopo la consacrazione, del pane e del vino non rimane che l’aspetto esteriore, sotto al quale si celano il vero corpo ed il vero sangue di Cristo.


La Confermazione (CCC 1285-1321)

Dio fortifica le nostre anime anche grazie ad un altro mezzo, vale a dire grazie al sacramento della confermazione. Anche se i discepoli di Gesù avevano già ricevuto la grazia precedentemente, dopo la sua Resurrezione, durante la Pentecoste, lo Spirito Santo scese su di loro per fortificarli ulteriormente in vista del duro lavoro che li attendeva. Allora, costoro ebbero il coraggio di uscire fuori dal loro nascondiglio e di iniziare quell’opera di predicazione che Gesù li aveva incaricati di svolgere. Successivamente, costoro imposero le mani sui vari convertiti per fortificarli (At 8,14-17). La confermazione è quindi il sacramento tramite il quale i Cristiani vengono fortificati al fine di poter meglio affrontare le sfide spirituali che incontreranno nel corso della loro vita.


Il Matrimonio (CCC 1601-1666)

Molte persone sono chiamate alla vita matrimoniale. Attraverso il sacramento del matrimonio Dio ci dona una speciale grazia atta a sostenerci nelle difficoltà che possono incontrarsi nella vita di coppia, in particolare per aiutarci a crescere i nostri figli nell’amore di Cristo.
Il Matrimonio cristiano non è un rapporto a due, ma a tre: la moglie, il marito e Dio. Quando due Cristiani ricevono il sacramento del matrimonio, Dio è con loro, a far da testimone e a benedire il loro patto matrimoniale. Il matrimonio, in quanto sacramento, è permanente, solo la morte lo può spezzare (Mc 10,1-12; Rm 7,2-3; 1 Cor 7,10-11). Questa unione santa è un simbolo vivente della relazione che intercorre tra Cristo e la sua Chiesa (Ef 5,21-33).



L’Ordine Sacro (CCC 1536-1600)

Così come alcuni sono chiamati al matrimonio, altri sono chiamati a condividere in modo speciale il sacerdozio di Cristo. Nel Primo Patto, nonostante che Israele fosse stato dichiarato un regno di sacerdoti (Es 19,6), il Signore chiamò certi uomini ad uno speciale sacerdozio ministeriale (Es 19,22). Nel Nuovo Patto, anche se tutti i Cristiani sono sacerdoti (1 Pt 2,9), Gesù ha chiamato alcuni di costoro a svolgere uno speciale ministero sacerdotale (Rm 15,15-16).
Tramite il sacramento dell’ordine sacro alcuni Cristiani diventano sacerdoti, e ricevono uno speciale potere al servizio della Chiesa (2 Tm 1,6-7) quali pastori, maestri, e padri spirituali in grado di curare, nutrire, e rafforzare il popolo di Dio – in modo particolare attraverso la predicazione e l’amministrazione dei sacramenti.


L’Unzione degli Infermi (CCC 1499-1532)

I sacerdoti hanno il potere di curare il nostro spirito quando siamo fisicamente malati per mezzo del sacramento dell’unzione degli infermi. A tal proposito la Bibbia dice: “Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.” (Gc 5,14-15) Questo sacramento non solo ci aiuta a sopportare la malattia, ma ci purifica dal peccato e ci aiuta a prepararci per l’eventuale imminente incontro con Dio.


IL RAPPORTO CON DIO E CON I SANTI

Una delle attività più importanti per ogni Cattolico è la preghiera. Senza di questa, infatti, non si può avere una vera vita spirituale. Attraverso la preghiera personale e quella comunitaria della Chiesa, specialmente durante la Messa, noi preghiamo e lodiamo Dio, esprimiamo dolore per i nostri peccati ed intercediamo in favore degli altri (1 Tm 2,2-4). Con la preghiera facciamo crescere il nostro rapporto con Cristo e con i membri della famiglia di Dio (CCC 2663-2696).
Questa famiglia include tutti i membri della Chiesa, sulla terra, in paradiso e in purgatorio. Gesù ha un solo corpo e siccome la morte non ha il potere di separarci da Cristo (Rm 8,3-8), i Cristiani che sono in paradiso o che, prima di entrare in paradiso, sono purificati nel purgatorio dall’amore di Dio (1 Cor 3,12-15) continuano ad essere parte del Corpo di Cristo (CCC 962).
Gesù ha detto che il secondo comandamento più grande è quello di “amare il prossimo come noi stessi” (Mt 22,39). Coloro che sono in paradiso amano noi molto più intensamente di quanto ci potessero amare quando erano sulla terra. Essi pregano costantemente per noi (Ap 5,8) e le loro preghiere sono potenti (Gc 5,16; CCC 956; 2683; 2692).
Le preghiere rivolte ai santi del paradiso per chiedere loro di pregare per noi ed intercedere per noi presso il Padre non minano in alcun modo il ruolo di Cristo quale unico Mediatore (1 Tm 2,5). Nel chiedere ai santi del paradiso di pregare per noi non facciamo che seguire le istruzioni di Paolo: “Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità.” (1 Tm 2,1-4)
Tutti i membri della Chiesa di Cristo sono chiamati a aiutarsi l’uno con l’altro tramite la preghiera (CCC 2647). Le preghiere di Maria sono poi particolarmente efficaci in forza dello specialissimo rapporto che costei ha con suo Figlio (Gv 2,1-11).
Dio ha dato a Maria un ruolo specialissimo (CCC 490-511, 963-975). Egli l’ha preservata da ogni peccato (Lc 1,28-47), l’ha resa benedetta tra le donne (Lc 1,42), e ne ha fatto un modello per tutti i Cristiani (Lc 1,48). Alla sua morte l’ha assunta in paradiso nel corpo e nell’anima – un’immagine della resurrezione di tutti noi alla fine dei tempi (Ap 12,1-2).


LO SCOPO DELLA NOSTRA VITA

Il vecchio catechismo domandava “Perché Dio ci ha creato?”, e rispondeva “Dio ci ha creato per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra in paradiso.” In queste poche parole è racchiusa l’intera ragione della nostra esistenza. Gesù rispose a questa domanda anche più brevemente: “sono venuto affinché abbiate la vita e l’abbiate in abbondanza.” (Gv 10,10)
Il progetto che Dio ha per noi è semplice. Il nostro amorevole Padre ci vuole dare tutte le cose buone – specialmente la vita eterna. Gesù è morto sulla croce per salvare noi tutti dal peccato e dall’eterna separazione da Dio di cui il peccato sarebbe stato causa (CCC 599-623). Quando ci ha salvati, egli ci ha reso membra del suo Corpo, che è la Chiesa (1 Cor 12,27-30). Così noi siamo diventati una sola cosa con lui e con tutti i Cristiani in terra, in paradiso e nel purgatorio.


Che cosa dobbiamo fare per essere salvati.

La cosa più bella è che la vita eterna che ci è stata promessa è un dono, liberamente offerto a tutti noi da Dio (CCC 1727). Il nostro perdono e la nostra giustificazione non sono cose che ci possiamo “guadagnare” in qualche modo (CCC 2010). Gesù è quel Mediatore che ha gettato un ponte sull’abisso che ci separa da Dio (1 Tim 2,5), un ponte costruito al costo della sua morte sulla croce. Egli ha scelto di renderci partecipi nel piano della salvezza (1 Cor 3,9).
La Chiesa Cattolica insegna ciò che insegnarono gli apostoli e ciò che insegna la Bibbia: Siamo salvi per sola grazia, ma non per sola fede (Gc 2,24).
Quando ci avviciniamo a Dio e siamo da Lui giustificati (quando, cioè, entriamo in una corretta relazione con Dio), nulla può aver preceduto la nostra giustificazione che ce la possa aver fatta “guadagnare” in qualche modo. È Dio che pianta il suo amore nei nostri cuori, e noi dobbiamo vivere la nostra fede tramite le nostre opere d’amore (Gal 6,2).
Anche se solo la grazia di Dio ci mette in grado di amare pienamente gli altri, Dio si compiace dei nostri atti d’amore verso il prossimo, e ci ha promesso che ce ne renderà merito nella vita futura (Rm 2,6-7; Gal 6,6-10). Così le opere buone sono meritorie. Quando noi giungiamo per la prima volta a Dio nella fede, non abbiamo nulla nelle nostre mani da potergli offrire. Egli però ci dà la grazia di obbedire ai suoi comandamenti nell’amore, e ci premia con la salvezza in cambio delle nostre opere d’amore (Rm 2,6-11; Gal 6,6-10; Mt 25,34-40).
Gesù ha chiaramente detto che non è sufficiente avere fede in lui, ma che è necessario anche obbedire ai suoi comandamenti. “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Lc 6,46; Mt 7,21-23; 19,16-21).
Noi non possiamo “guadagnare” la salvezza grazie alle nostre opere buone (Ef 2,8-9; Rm 9,16), ma la nostra fede in Cristo ci pone in una relazione di grazia con Dio tale che la nostra obbedienza ed il nostro amore saranno premiati con la vita eterna (Rm 2,7; Gal 6,8-9).
Paolo ha detto, “È Dio che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13). Giovanni ci avverte che “Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: "Lo conosco" e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui” (1 Gv 2,3-4; 3,19-24; 5,3-4).
Dato che non è possibile forzare alcuno a ricevere un dono – tutti i doni possono infatti sempre essere rifiutati – anche dopo che siamo stati giustificati, possiamo gettar via il dono della salvezza. Possiamo farlo commettendo dei peccati gravi, non a caso detti anche “mortali” (Gv 15.5-6; Rm 11,22-23; 1 Cor 15,1-2; CCC 1854-1863). Paolo ha scritto che il salario del peccato è la morte (Rm 6,23).
È sufficiente leggere le epistole di Paolo per notare quante volte egli mette in guardia i Cristiani contro il peccato! Se il peccato non avesse il potere di escluderci dal paradiso, egli non avrebbe mai dedicato così tanto spazio alla materia (si vedano, ad esempio, 1 Cor 6,9-10; Gal 5,19-21).
Paolo ricorda ai Cristiani di Roma che Dio “renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia” (Rm 2,6-8).
I peccati non sono altro che le nostre opere cattive (CCC 1849-1850). Possiamo evitare il peccato facendo abitualmente opere buone. I santi ci testimoniano che il modo migliore di rimanere liberi dal peccato è quello di pregare con regolarità, partecipare in modo costante ai sacramenti (specialmente all’Eucaristia) e compiere atti caritatevoli.


Il paradiso è garantito?

Alcune persone si sono rese promotrici di un’idea assai attraente: Tutti i cristiani, a prescindere dalla loro condotta di vita, hanno l’assoluta certezza di essere salvati se accettano Gesù nei loro cuori come loro Signore e Salvatore. Il problema è che questa idea è contraria alla Bibbia ed al costante insegnamento dei Cristiani.
Bisogna sempre tenere a mente quanto Paolo scrisse ai Cristiani suoi contemporanei: “Certa è questa parola: Se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà” (2 Tm 2,11-12).
Se non persevereremo, non regneremo con lui. In altre parole, i Cristiani possono anche perdere la beatitudine eterna (CCC 1861).
La Bibbia mette in chiaro che i Cristiani hanno l’assicurazione morale della propria salvezza, Dio manterrà la sua parola, garantendo la salvezza a coloro che avranno fede in Cristo e gli saranno obbedienti (1 Gv 3,19-24); ma la Bibbia non insegna da nessuna parte che i Cristiani abbiano il paradiso garantito. Non ci può essere alcuna certezza assoluta di essere salvati. Ancora Paolo ha scritto: “Considera dunque la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti; bontà di Dio invece verso di te, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai reciso. Quanto a loro, se non persevereranno nell'infedeltà, saranno anch'essi innestati; Dio infatti ha la potenza di innestarli di nuovo!” (Rm 11,22-23; Mt 18,21-35; 1 Cor 15,1-2; 2 Pt 2,20-21)
È importante sottolineare il fatto che Paolo ha incluso la seguente clausola: “a condizione però che tu sia fedele a questa bontà”. Egli sta dicendo quindi che i Cristiani possono perdere la salvezza qualora si dimostrino infedeli alla bontà di Dio, e avverte: “Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere.” (1 Cor 10,12)
Se siete cattolici e qualcuno vi chiede se siete stati “salvati”, dovreste dire: “Sono stato redento dal sangue di Cristo, solo in lui ripongo la speranza della mia salvezza e, come insegna la Bibbia, sto attendendo alla mia salvezza con timore e tremore (Fil 2,12), sapendo che è un dono di Dio quella grazia che sta operando dentro di me.”


VERSO IL FUTURO

Tutte le alternative al Cattolicesimo hanno dimostrato di essere inadeguate: il decadente secolarismo che ci circonda da ogni parte e che ormai quasi più nessuno trova soddisfacente, i bizzarri culti e movimenti i quali non si dimostrano che mode passeggere, perfino le forme incomplete di Cristianesimo che hanno ormai saturato il panorama religioso. Così, mentre il nostro mondo esausto diventa di giorno in giorno sempre più disperato, la gente incomincia a voltarsi verso quell’unica alternativa che non ha mai voluto prendere veramente in considerazione: la Chiesa Cattolica. Così facendo scopre la verità nell’ultimo posto in cui avrebbe mai immaginato di trovarla.


Mai popolare, sempre attraente.

Come può essere questo? Perché così tante persone (nei paesi tradizionalmente non cattolici) si stanno interessando alla Chiesa Cattolica per la prima volta? C’è qualcosa che li spinge verso di essa: la verità.
Chi si rivolge per la prima volta alla Chiesa non può certo farlo per desiderio di acquistare il favore pubblico: i Cattolici, oggigiorno, non sono affatto popolari. Nessuno può vincere una gara di popolarità per il fatto di essere un Cattolico. Nel nostro mondo decaduto si premiano i più bravi, non i più buoni. Se un Cattolico riceve un premio, lo deve alle sue capacità professionali o al suo genio personale, non certo alle sue virtù morali.
Nonostante che le persone cerchino in genere di evitare le implicazioni della dura dottrina e della rigida morale che la Chiesa Cattolica gli offre (perché la verità impone un cambiamento radicale di vita), molti sono attratti dalla Chiesa. Quando costoro ascoltano il papa ed i vescovi che con questo sono in comunione, ascoltano parole di verità - anche se spesso trovano questa verità molto impegnativa.
Quando costoro contemplano la storia della Chiesa Cattolica e le vite dei tanti suoi santi, comprendono che ci deve essere qualcosa di speciale, probabilmente qualcosa di soprannaturale, in questa istituzione che (nonostante i tanti errori commessi dalle sue gerarchie) ha visto militare tra le sue fila personaggi del livello di Sant’Agostino, San Francesco d’Assisi, San Tommaso d’Aquino o Madre Teresa di Calcutta.
Quando entrano in una Chiesa vuota, si rendono conto che quell’edificio non è davvero vuoto, ma avvertono una presenza. Comprendono che Qualcuno risiede in modo speciale in quel luogo, in attesa di poterli abbracciare e confortare. Comprendono che la persistente opposizione nei confronti della Chiesa Cattolica – sia che questa provenga dai non credenti, che dai cosiddetti “fondamentalisti biblici” – è, in fondo, quasi un segno della sua origine divina (Gv 15,18-21).


Un Cristianesimo incompleto non è abbastanza.

Negli ultimi decenni, molti Cattolici hanno lasciato la Chiesa, alcuni abbandonando completamente una vita religiosamente impegnata, altri entrando a far parte di una delle miriadi di confessioni cristiane alternative. Ma tale “traffico” non si è mosso in una sola direzione.
Il “traffico” verso Roma è molto sostenuto. Ogni anno, infatti, ci sono almeno centocinquantamila convertiti in un paese tradizionalmente protestante come gli Stati Uniti d’America, e, sempre ogni anno, in Africa avvengono più di un milione di conversioni. Non credenti, Cattolici non praticanti e membri delle altre chiese cristiane stanno “tornando a casa”.
Costoro sono attratti dalla Chiesa per una grande varietà di ragioni, ma la ragione principale per la quale si convertono è la ragione principale per la quale bisogna essere Cattolici: la verità, di cui la Chiesa Cattolica è custode.
I nostri fratelli Cristiani separati possiedono molte verità, ma non tutte. Possiamo paragonare le altre confessioni cristiane ad una vetrata nella quale alcuni dei pannelli di vetro originali siano stati rimossi e rimpiazzati con tavole di legno. Ora, qualcosa che era presente all’inizio è rimasto, ma qualcosa è stato tolto e sostituto con altro che all’inizio non c’era. La quantità di luce che la vetrata originariamente ci donava non c’è più.
Quando, secoli fa, gli antenati teologici delle varie chiese riformate si separarono da Roma, eliminarono alcune dottrine autentiche e ne aggiunsero alcune di loro fattura. Le forme di Cristianesimo da questi fondate, quindi, sono forme di Cristianesimo incomplete.
Solo la Chiesa Cattolica è stata fondata da Gesù, e solo questa è stata in grado di preservare la verità Cristiana nella sua interezza – e sempre più persone si stanno rendendo conto di questo.


I VOSTRI COMPITI COME CATTOLICI

I vostri compiti quali cattolici, non importa quale sia la vostra età, sono fondamentalmente tre:


Conoscere la vostra fede.

Non potete vivere la vostra fede se non la conoscete, e non potete condividere con gli altri ciò che non vi appartiene pienamente (CCC 429). Imparare i contenuti della vostra fede Cattolica comporta un certo sforzo, ma si tratta di uno sforzo ben indirizzato, poiché tale studio conduce, in senso letterale, ad una ricompensa infinita.


Vivere la vostra fede.

La vostra fede Cattolica è un qualcosa di pubblico. Non è un qualcosa che possa essere lasciato dietro di voi quando uscite di casa (CCC 2472), ma un qualcosa di cui è necessario dare sempre testimonianza. Certo, essere un Cattolico in pubblico comporta dei rischi e delle perdite. Troverete sicuramente molte porte chiuse, perderete probabilmente alcuni amici, verrete forse considerati degli outsider. Ma non dovete mai dimenticare queste parole di nostro Signore: “Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,12).


Diffondere la vostra fede.

Gesù ci ha chiesto di portare tutto il mondo sotto il dominio della verità, e la verità è Gesù stesso. Egli ha detto, infatti: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Diffondere la fede non è una cosa riservata al clero, ma un compito che spetta ad ogni Cattolico (CCC 905).
Proprio prima dell’Ascensione, nostro Signore disse agli apostoli: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,19-20).
Se vogliamo osservare tutti comandamenti che egli ci ha dato, se vogliamo credere a tutto quanto egli ci ha insegnato, dobbiamo seguirlo attraverso la sua Chiesa. Questa è la nostra grande sfida - e il nostro grande privilegio.

Questo testo è una libera traduzione dell'opuscolo Pillar of Fire, Pillar of Truth, edito da Catholic Answers.""

Franco

Agabo
00sabato 19 settembre 2009 08:39
QUALE "CHIESA"?
Gesù ha detto che la "Sua" chiesa sarebbe esistita fino al Suo ritorno. L'apostolo Paolo ha "complicato" le cose affermando che la CHIESA è "colonna e base della VERITA'". Un'affermazione che non poteva che far scatenare storici e interminabili dibattiti perchè sul questo termine, "Verità", si accendono polemiche, si avanzano pretese teologiche monopolistiche.

Voglio solo ricordare qui che Gesù negò ai farisei la loro figliolanza abramitica contro ogni evidenza. Come mai? E perché disse: "Non chiunque mi chiama 'Signore, Signore' sarà salvato"?
La mia risposta è che la "Chiesa", in quanto comunità di credenti, racchiude sempre e solo coloro che appartengono a Gesù Cristo, che hanno quel rapporto speciale con lui essendo "nati di nuovo" e che Gli permettono di vivere in lui.

La "vera chiesa" non è l'espressione di una continuità storica, ammesso che tale continuità sia sufficiente senza una coerenza dottrinale e senza una purezza morale. Nessuna chiesa cristiana può (e potrà mai) vantare tale condizione perchè è proprio la storia stessa a smentirle tutte clamorosamente.

E allora, quale è la "Chiesa di Cristo" cui Egli stesso si riferiva? Ricordate? "Uno sarà preso, l'altro sarà lasciato ... quando il Figliol dell'uomo ritornerà". Chi sarà preso e chi sarà lasciato? Saranno presi e lasciati in base alla loro appartenenza denominazionale? O in base al "credo" (leggi 'dottrine') da loro professato?
A voi la risposta.

Franco.

VISITA: www.testimonigeova.com

lovelove84
00sabato 19 settembre 2009 10:20
"E allora, quale è la "Chiesa di Cristo" cui Egli stesso si riferiva? Ricordate? "Uno sarà preso, l'altro sarà lasciato ... quando il Figliol dell'uomo ritornerà". Chi sarà preso e chi sarà lasciato? Saranno presi e lasciati in base alla loro appartenenza denominazionale? O in base al "credo" (leggi 'dottrine') da loro professato? ""

certo che sara il credere a Gesu, a prescindere da quale religione sei...non è l apparenenza ad una religione che salvifica, ma la credenza nel Signore, Salvaore unico e universale!

magari, oggi , chi sara preso e chi sara lasciato, lo possiamo interpretare per le sette?per quelli che mettono altri "dei" prima di Gesù?


Agabo
00sabato 19 settembre 2009 10:51
Re:
lovelove84, 19/09/2009 10.20:


magari, oggi , chi sara preso e chi sara lasciato, lo possiamo interpretare per le sette?per quelli che mettono altri "dei" prima di Gesù?



Perché ti fai questa domanda? Pensi che le 'sette' non siano formate da 'individui'? Che valore hanno le motivazioni personali profonde, quelle che fanno di un santo apparente, un maniaco religioso e fanatico; e di un ateo, una persona dal comportamento irreprensibile?

Il giudizio spetta a Dio.
E' già difficile stabilire quale denominazione possa rientrare in quella che l'apostolo Paolo definisce "colonna e base della verità", figuriamoci il formulare un giudizio sulla persona a prescidere dalle sue motivazioni interiori. Nella setta di Jim Jones, che fece una tragica fine, v'erano molti fanatici esaltati che credevano cose assurde. Pure, s'è visto che nel momento cruciale del massacro di massa v'erano delle povere illuse, ma sincere persone che tentarono rifiutarsi all'ordine del loro capo carismatico di uccidersi e di uccidere: troppo tardi, lo so; ma questo rivela che la dottrina può ingannare le menti e i cuori.

Tu dirai che questo non succede nella tale chiesa o nella tal'altra. Purtroppo, è sempre la storia a smentire tali eventuali convinzioni. La storia è piena zeppa di intolleranza religiosa e di massacri.


lovelove84
00sabato 19 settembre 2009 11:22
Re: Re:
Agabo, 19/09/2009 10.51:








io parlo delle vere sette, quelle che credono a satana, quel generi li, no i tdg o avventisti, che per me, da quello che mi è stato insegnato si salveranno anche loro, perchè hanno fede. anche un ateo si salverà, perchè incosapeolmente ama il prossimo, che per chi crede, amare il prossimo significa amare Dio.



Tu dirai che questo non succede nella tale chiesa o nella tal'altra. Purtroppo, è sempre la storia a smentire tali eventuali convinzioni. La storia è piena zeppa di intolleranza religiosa e di massacri.



ma infatti, non penso proprio ci sia una religione pura ,anzi penso che nelle religioni principali, ogniuna abbia una piccola verità.

però io mi rispecchi nel modello della chiesa cattolia/universale per quello che insegnano e no perche nel vaticano ci sono pedofili, maniaci e ladri,o hanno una storia di ingustizia, può darsi che sbaglio, ma non obietterò il giorno del grande incontro con Dio!


francocoladarci
00sabato 19 settembre 2009 12:30
Caro Agabo, complimenti per il tuo sito, è fatto molto bene e ricco d'informazioni.
Ciao

Franco

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