La chiesa che mi piace

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lovelove84
00lunedì 30 gennaio 2012 14:47
Il periodo natalizio dovrebbe essere per tutti un'occasione di riflessione sulla propria fede o assenza di fede. Per me, come medico e uomo di scienza, il rapporto con le religioni è un pensiero costante, perché chi ogni giorno deve compiere scelte per la vita non può non chiedersi quale significato attribuirle. Il non credente sostiene la responsabilità della vita (ognuno è libero di scegliere per sé), mentre chi crede sostiene la sacralità della vita (la vita è un dono di Dio ed è Dio che decide e dispone).

Ecco uno dei motivi per cui mi sono convinto, dopo molti studi e ricerche personali, che la fede e la scienza sono due parallele che non si incontreranno mai, perché rispondono a esigenze diverse e si basano sui principi opposti. La scienza obbedisce a una logica di coerenza, la fede risponde a un bisogno di rassicurazione. La fede, e i suoi dogmi e le sue norme, si applicano solo per i credenti di quella fede, mentre quando la scienza definisce una «verità», è valida per tutti.

La scienza si basa sulla verificabilità sperimentale, mentre la fede si basa su verità rivelate e non dimostrabili. Aver fede significa credere ciecamente in una verità, un buon credente è un integralista, mentre esercitare la scienza vuol dire rifiutare i principi assoluti e applicare la propria critica a ogni nuova conoscenza. Dunque la fede vive di certezze, mentre la scienza vive di dubbi e di essi si alimenta: sviluppa delle convinzioni sempre soggette a verifica e revisione, alla luce delle nuove conoscenze. Lo scienziato è dunque un possibilista.

È evidente, allora, che non ci può essere matrimonio fra scienza e fede. Tuttavia ci può essere un dialogo, e la risoluzione comune di problemi fondamentali per l'uomo. Si possono cioè incontrare sul terreno delle finalità. Per esempio, mirano entrambe alla difesa della dignità dell'uomo e all'affermazione della sua identità, e dunque è possibile una collaborazione «sul campo» per difendere questi capisaldi.

Inoltre esistono valori laici che sono universali al di là di ogni religione: penso alla libertà, alla tolleranza e alla solidarietà. Su questi valori il dialogo con la Chiesa cattolica è aperto da anni. Sono tanto più ottimista, se penso ai grandi temi in cui da sempre si mostrano le qualità della Chiesa assistenzialista e solidarista, la «Chiesa operante». Mi piace quella Chiesa che si batte per i più deboli, contro la povertà, la fame, la pena capitale, la violenza, le guerre, si impegna in campi comuni alla scienza ed è animata dallo stesso spirito umanitario. Esiste allora una possibilità di interazione, e credo sia uno dei compiti della scienza quello di identificarla e realizzarla.
Umberto Veronesi - OK La salute prima di tutto
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