Leader No Tav folgorato sul traliccio: gravissimo

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mauro.68
00martedì 28 febbraio 2012 21:23
L'allargamento dell'area di cantiere del "cunicolo esplorativo" della Torino-Lione, a Chiomonte, scattato ieri con 24 ore di anticipo rispetto alle previsioni del movimento No Tav, ha rischiato di trasformare la giornata in tragedia per la caduta di uno degli attivisti più amati in Valle di Susa, Luca Abbà.
Il giovane, ora ricoverato in gravissime condizioni (é stato posto in coma farmacologico) all'ospedale Cto di Torino, precipita da un traliccio vicino alla baita Clarea, ormai da anni luogo simbolo della resistenza degli oppositori della Tav Torino-Lione. Si era arrampicato fin lassù per protestare platealmente contro l'"occupazione dei terreni" ed è caduto da una quindicina di metri dopo essere rimasto folgorato per cause imprecisate.
In diretta, a Radio Blackout, pochi minuti prima di cadere, aveva detto lanciato la sua sfida: "Sono pronto ad appendermi ai fili" dell'alta tensione, pur di difendere la sua terra. Il movimento No Tav ha un'altra versione. "Sia chiaro - dice il leader storico Alberto Perino - l'ha fatto cadere la Polizia che lo inseguiva. Luca è un eroe e quello che è successo è un'infamia". La Procura, comunque, apre un'inchiesta e manda sul posto il pm Giuseppe Ferrando per ricostruire quanto accaduto.
La giornata diventa subito caldissima e mentre il presidente della Comunità Montana, Sandro Plano, scrive un telegramma al prefetto di Torino, Alberto Di Pace, per chiedere una sospensione dei lavori dei cantieri di Chiomonte, in Val Susa scattano la protesta e la mobilitazione che presto si estendono a Torino e in almeno un'altra cinquantina di città italiane. A Roma, Bologna e Pisa, vengono bloccate le stazioni ferroviarie ma già da mezzogiorno è la valle di Susa a essere paralizzata e, praticamente, tagliata in due: centinaia di No Tav bloccano l'autostrada A32 Torino-Bardonecchia, le statali 24 del Monginevro e la 25 della Val di Susa. Una manifestante viene investita da un automobilista che tenta di forzare i blocchi.
Altri blocchi verranno annunciati in serata all'assemblea del movimento, a Chianocco (Torino). L'intenzione è quella di impedire i cambi di turno delle forze dell'ordine. Il pool di legali che assistono il movimento No Tav e la Comunità Montana annunciano battaglia. "L'ordinanza prefettizia che ha consentito l'allargamento del cantiere è illegittima - afferma l'avvocato Massimo Bongiovanni - perché non tiene conto dei dettami indicati dalla Corte Costituzionale che riguardano i limiti di utilizzo di questo potere".
Fonti vicine alla Ltf, la società che gestisce il progetto preliminare della nuova Torino-LIone, precisano quella di ieri é stata una pura operazione di recinzione dell'area mentre i lavori veri e propri cominceranno solo quando sarà stato completato l'iter per l'occupazione temporanea e per l'avviso degli espropri. Il comitato provinciale per la sicurezza, riunito a Torino, indica che si deve andare avanti. "Non sussistono - spiega una fonte della Provincia di Torino - le ragioni per fermare le procedure essendosi trattato di un episodio isolato".
I sindaci della Valle di Susa incontreranno questa sera il prefetto, a Torino, e chiederanno la sospensione dei lavori per ragioni di ordine pubblico. Nell'incontro - rivela Nilo Durbiano, sindaco di Venaus - gli amministratori locali chiederanno al governo lo stop dei lavori al cantiere.
La stessa richiesta arriva nel corso della giornata dai leader nazionali e locali dei partiti della sinistra, mentre i leader di Pd, Pdl, Udc (Pierferdinando Casini era ieri a Torino per la presentazione di un libro) e Lega (con il Presidente della Regione, Roberto Cota) non hanno dubbi sulla necessità di andare avanti nella costruzione della ferrovia. Al momento Palazzo Chigi, si ragiona in ambienti della maggioranza, non sembra intenzionato a prendere posizione sull'argomento. Su un punto, però, tutti sono d'accordo: la solidarietà umana per Luca Abbà, l'anarchico della Val Susa che rischia la vita per fermare il supertreno. Bisognerà aspettare ancora due o tre giorni per sapere se riuscirà a salvarsi.


La protesta si allarga in tutta Italia

ROMA. Dal Piemonte al resto del Paese: si allarga a macchia d'olio la protesta dei "no tav", sull'onda della solidarietà a Luca Abbà, uno dei leader del movimento rimasto gravemente ferito, ieri in Val di Susa, nel corso di una manifestazione in coincidenza con l'inizio dei lavori di l'ampliamento del cantiere della linea ad Alta Velocità Torino-Lione.
La protesta non ha risparmiato la Rete: i siti istituzionali di polizia e carabinieri sono inaccessibili dopo un attacco dei pirati informatici di Anonymous, lanciato in solidarietà ai manifestanti No Tav. L'azione è stata rilanciata dagli attivisti su Twitter e sugli altri siti del movimento che stanno seguendo in diretta le proteste e i presidi, convocati nel pomeriggio in oltre 50 città italiane.
VENEZIA. Alcune decine di manifestanti del Centro Sociale "Rivolta" di Marghera hanno dato vita a una protesta davanti al pontile della Prefettura di Venezia, dove sono giunti con le barche.
NAPOLI. Circa 200 persone - studenti ma anche attivisti del Comitato contro la discarica di Chiaiano, del Laboratorio Insurgencia, tra gli altri - sono sfilati in corteo in centro. "Val di Susa ce l'ha insegnato, resistere allo Stato non è un reato" uno degli striscioni esposti insieme con "Luca resisti".
FIRENZE. Circa 200 manifestanti - molti dei centri sociali - davanti alla sede della prefettura di Firenze, dove hanno esposto bandiere e striscioni. Poi sono sfilati in corteo in direzione della stazione di Santa Maria Novella, ma non potendo entrare hanno occupato i binari della tramvia per pochi minuti.
PISA. Un centinaio di persone ha sfilato per le vie del centro raggiungendo la stazione ferroviaria, dove ha occupato alcuni binari. La protesta è durata una quarantina di minuti e ha causato il ritardo di alcuni convogli.
ROMA. Occupazione lampo alla stazione Termini, che ha provocato qualche ritardo ai treni. I manifestanti, circa 200, hanno danneggiato un Frecciarossa, imbrattato alcuni treni, lanciato un fumogeno e anche sassi contro i poliziotti. Poi si sono diretti in corteo verso via Tiburtina.
BOLOGNA. Un centinaio di giovani, per la maggior parte vicini ai centri sociali cittadini ma anche studenti universitari, si sono dati appuntamento in piazza Nettuno e sono poi sfilati in corteo. Un gruppo è riuscito a occupare alcuni binari della stazione, con momenti di tensione e tafferugli con le forze dell'ordine, ma in serata i binari sono stati liberati.
MILANO. Circa 500 persone si sono radunate a piazza San Babila e sono poi partite in corteo verso Porta Venezia.
PALERMO. Un gruppo di studenti, dopo aver manifestato davanti alla Prefettura, ha occupato alcuni binari della stazione centrale per un'ora.
ANCONA. È durata due ore la manifestazione di un gruppo di attivisti dell'Assemblea permanente dei movimenti Marche, che si sono dati appuntamento nell'atrio della stazione ferroviaria per poi occupare la principale strada di scorrimento delle auto.

Fonte


Mauro
principessac
00mercoledì 29 febbraio 2012 15:04
spero si riprenda senza conseguenze [SM=g7364] e che le proteste finiscano [SM=g11113]
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