Liberalizzazioni, Monti salva scuole dall'Imu, la Cei benedice

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mauro.68
00lunedì 27 febbraio 2012 22:24
Un approccio scevro da "pregiudizi ideologici", per arrivare ad una soluzione "chiara e univoca" della questione: ad essere esentati dall'Imu saranno quegli immobili degli enti non commerciali dove si svolgono attività effettivamente no profit. Il premier Mario Monti si presenta di persona nella commissione Industria del Senato - prima volta per un premier in sede referente - e chiude così la questione Ici/Imu. Soluzione che riceve il plauso della Cei, rassicurata sul fronte delle scuole dopo l'allarme lanciato dagli ordini religiosi più attivi nella didattica, e il plauso delle forze politiche che all'unanimità - Lega compresa - votano l'emendamento. Atteggiamento che non le risparmia da una frecciata di Monti: "La materia non era facile e forse per qualche ragione non era mai stata affrontata nei molti anni in cui era pur stata vista come un tema che sarebbe stato opportuno chiarire". Alla fine, è stato il governo dei tecnici a mettere un punto fermo, interpretando nella versione finale "una preoccupazione diffusa" sulla materia. E salvando così le scuole private, a condizione che siano paritarie, non discriminatorie e soprattutto "senza alcun dubbio" a finalità non lucrativa, con gli utili che devono essere reinvestiti. Si chiude così la procedura d'infrazione da parte della Ue: "Informalmente", rivela Monti, la commissione europea ha dato la sua "assicurazione che la procedura possa essere chiusa". E la speranza è che siano chiuse anche le "polemiche e interpretazioni distorte" che rischiavano di sorgere sulla materia. Così sembrerebbe, a guardare l'unanimità del voto e i commenti degli esponenti politici. A partire da quelli del Pdl, che avevano chiesto al premier un'interpretazione 'autentica' della norma prima di dare il loro voto favorevole: plaudono Maurizio Gasparri e Maurizio Lupi, soprattutto perchè il governo "ha chiarito che le scuole che svolgono un servizio pubblico e sono gestite da privati no profit non pagheranno l'Ici". E plaude anche la Conferenza episcopale, all'annuncio di Monti. Per il presidente della commissione episcopale per l'educazione cattolica, le scuole e le università, mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, subito rilanciato dal sito di 'Avvenire', le parole del premier "vanno nella direzione giusta" perché "non ha senso tassare attività che hanno chiara rilevanza pubblica e sociale". Lo stesso quotidiano della Cei, del resto, aveva titolato perentorio: "Non toccate il no profit" ed aveva messo in guardia dal rischio che per le scuole paritarie "che svolgono un servizio pubblico" un'imposta in più rappresenterebbe "il colpo di grazia". I dubbi più vocali, di fronte al primo annuncio di una nuova disciplina delle esenzioni Imu, erano stati pronunciati dai salesiani. E ancora oggi serpeggia qualche perplessità. L'associazione che riunisce le scuole cattoliche (Fidae) accusa che "la questione dell'Ici è stata affrontata con presupposti marcatamente ideologici" e afferma che le scuole paritarie "per certi aspetti siamo gestiti da enti no-profit", ma per altri aspetti risultano "attività commerciali". Non solo. Su tutt'altro ambito, la nuova disciplina dell'imposta immobiliare, a differenza della legge sull'Ici, non prevede agevolazioni fiscali per gli edifici di interesse storico, artistico e archeologico, non raramente di proprietà ecclesiastica. Ma questo, per il mondo cattolico, è un altro capitolo. Per oggi bastano le rassicuranti parole di Monti sulle scuole paritarie.

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Mauro
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