SETTE RELIGIOSE/ Indottrinamento, proselitismo e chiusura verso l’esterno. Il modo per distruggere un uomo

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Elyy.
00domenica 18 marzo 2012 23:58
Le sette attive e operative nel nostro Paese sono tante e, sebbene differenti tra di loro per quella che possiamo chiamare “professione di fede”, non si distinguono affatto per alcuni aspetti peculiari che risultano essere, dunque, comuni a tutte le organizzazioni settarie.

Fondamentale per ogni setta – come viene dettagliatamente analizzato nel libro-inchiesta di Stefano Pitrelli e Gianni Del Vecchio “Occulto Italia” – è il primo contatto con il potenziale adepto a cui gli si promette una felicità a portata di mano, una serenità facilmente raggiungibile. Insomma, l’Eldorado. E attenzione: in molti casi si parla non soltanto di un benessere mentale, ma anche fisico. E poi nuovi amici, migliori di quelli che si avevano prima. In alcuni casi, ancora, si arriva al paradossale: si promette una palingenesi planetaria. Basta soltanto seguire alla lettera gli insegnamenti del guru. Di fatto si arriva a far credere che quella sia una comunità prescelta, eletta, speciale. È il caso, questo, della setta di Damanhur (il cui leader, dicono, è la reincarnazione del dio egizio del sole, Horus), attiva in un piccolo paesino in provincia di Torino. Si legge, infatti, sul sito ufficiale della comunità: “le linee sincroniche sono i canali di energia che percorrono il nostro Pianeta […] Le linee sincroniche trasportano pensieri e idee e attraverso di esse è possibile collegarsi a qualsiasi punto del Pianeta. Damanhur […] sorge dove si incrociano quattro di queste linee principali […] Sono state individuate con viaggi fisici e sistemi medianici”. E, guarda caso, quest’incrocio magico avviene proprio a Vidracco, sede della comunità.

E, ancora, è il caso del Movimento Umanista che si propone, addirittura, di cambiare il mondo per salvarlo. Di “umanizzarlo”, appunto. Il fine è quello di sconfiggere guerre, terrorismo, sfruttamento, malattie. Propositi altissimi, ci mancherebbe. Peccato, poi, che il sistema interno alla setta sia profondamente gerarchico e che tagliare i ponti, semmai uno volesse, sia a dir poco complicato, viste le pressioni psicologiche a cui si è sottoposti. La Tinelli, infatti, ci rivela che “la pericolosità del gruppo è data dal fatto che non si accetta affatto il senso critico, né dei partecipanti, né dei fuoriusciti. Non si accettano critiche. E l’atteggiamento immediato che hanno è quello di denunciare, minacciare, molestare tutti i soggetti che risultano essere critici”. Un atteggiamento che abbiamo riscontrato nelle parole di un’altra fuoriuscita che chiameremo Paola: “Ho cominciato ad avere dubbi – ci rivela – circa quattro anni dopo essere entrata attivamente in Scientology. Se n’erano accorti semplicemente perché avevo espresso perplessità su una delle nostre giornate di lavoro e di formazione. In pratica mi hanno messo sottopressione: venivano a casa anche cinque volte al giorno, mi chiamavano continuamente, insistevano affinchè io partecipassi alle riunioni. Alla fine, probabilmente più per sfinimento che per altro, ho soppresso i miei dubbi. Solo un anno dopo sono riuscita ad uscire, anche se gradualmente, da Scientology”.

Il proselitismo, tuttavia, per ogni setta che si rispetti, va di pari passo con un altro aspetto, probabilmente ancora più fondamentale affinché poi si spogli il soggetto di tutto, finanche della sua identità. Stiamo parlando della rottura di ogni rapporto con il mondo esterno: basta legami con familiari, mogli, figli, amici. L’unico amore che consola, che riempie, è quello della setta. Non a caso si parla di love bombing: l’adepto viene letteralmente bombardato d’amore e di attenzioni in maniera tale che non senta più il bisogno e la necessità di qualsiasi contatto con l’esterno. Pian piano, poi, si comincia a far credere che non solo tali legami siano superflui, ma addirittura nocivi per il raggiungimento della felicità.

La dottoressa Tinelli ci racconta, ad esempio, di una setta che lei conosce molto bene, Arkeon, oggi sotto processo a Bari per reati a vario titolo (associazione a delinquere finalizzata all’abuso della professione, maltrattamento sui minori, violenza privata, calunnia): “in questo gruppo addirittura inducevano i loro adepti a ricordare un falso ricordo di un abuso sessuale durante l’infanzia perpetrato o dal padre o dalla madre o da un parente prossimo. Durante queste sessioni, ad alto impatto emotivo, gli adepti finivano col ricordare una cosa mai accaduta. Dopodiché il compito era quello di tornare a casa, andare dal genitore preposto, dal pedofilo di turno e andare a raccontare del ricordo”. Ciò, chiaramente, porta subito alla devastazione del rapporto genitoriale. E certamente non è l’unica setta che ha ideato questa ”strategia”.

È il caso, ad esempio, dell’Ontopsicologia di Antonio Meneghetti, che, prima che fondasse il suo movimento (colorato di filosofia, ma solo apparentemente), aveva uno studio in cui praticava seduta di psicoterapia, ma, per chiunque andasse, la diagnosi era sempre la seguente: le cose vanno male perché sei circondato da negatività. Come guarire allora? Devi allontanarti dalla tua famiglia, dai tuoi genitori, da tua moglie, dai tuoi figli. Stesso dicasi per Scientology: Paola, ad esempio, ci dice che quando è entrata in Scientology aveva poco più di diciotto anni e viveva ancora a casa dei suoi genitori. “I miei – ci dice – in un primo momento hanno lasciato correre; dopo però hanno cominciato a esprimere perplessità. Hubbard (leader scientologo, ndr) fornisce a chi è a contatto con una persona anti-scientology due soluzioni: o risolvere la situazione o tagliare i ponti. Così ho fatto: sono andata via di casa. Sentivo i miei genitori soltanto nei periodi di feste”.

Un classico. Il santone di turno inculca ai neofiti l’idea secondo cui soltanto ora si è nella verità, ma le persone a noi vicine non capiranno questo grado di consapevolezze raggiunto. “Ed ecco la profezia che si autodetermina”, ci dice la Tinelli: i neofiti torneranno a casa e cominceranno a stimolare discussioni su argomenti che mai avrebbero affrontato prima, più per stimolare una lite che la discussione pura e semplice. Parleranno con un linguaggio diverso, proprio del gruppo, si vestiranno in maniera diversa addirittura. Tutti questi cambiamenti repentini risulteranno a dir poco strani per i genitori e gli amici. Diranno “ma come mai questi cambiamenti? Non è che ti stanno facendo il lavaggio del cervello?”.

E lì arriva la rottura, di colpo questi ragazzi prendono, fanno le valige e vanno via di casa. A volte, addirittura, ci conferma la dottoress, i genitori non sanno più dove vanno a finire i figli proprio per via di questa rottura. Non a caso diverse sono le storie di uomini che, entrati nelle sette, hanno abbandonato la propria fidanzata, di genitori che non rivedono i propri figli oramai da anni. È il caso di Monica, mamma di una ragazza di Chivasso (in provincia di Torino), che ci racconta una storia dai tratti profondamente drammatici: “non vedo mia figlia oramai da un anno. E non solo lei non torna più a casa, non solo non risponde praticamente mai al telefono, ma se andiamo a cercarla noi, non ci permettono di avere contatti. Ci dicono o che non c’è o che è impegnata o che in questo momento non vuole vederci. Ogni giorno penso a lei e ogni notte, prima di andare a letto, passo per la sua camera che è rimasta ancora così come lei l’ha lasciata. Ogni volta non posso far altro che piangere”.
(grassetto mio)



Vedete qualcosa che accomuna queste sette a una "religione" di nostra conoscenza? [SM=g7301]


[SM=x2619349]


Ely


Achille Lorenzi
00lunedì 19 marzo 2012 06:32
Interessante articolo, che dimostra come i vari gruppi setari siano accomunati da atteggiamenti simili.
Ho segnalato l'articolo anche nel forum Infotdgeova:

forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?style=10&f=19&t=10165&p=154105...

Ciao [SM=x2610547]
Achille
Elyy.
00lunedì 19 marzo 2012 20:08


Sì, gli aspetti che accomunano tutte le sette sono impressionanti e mai, da tdg, avrei pensato che religioni da me considerate sètte potessero avere tanti lati in comune con la mia religione.

Fossi ancora tdg ci mediterei sopra [SM=g8422]


[SM=x2702835] Ely


principessac
00lunedì 19 marzo 2012 20:29

[/QUOFondamentale per ogni setta – come viene dettagliatamente analizzato nel libro-inchiesta di Stefano Pitrelli e Gianni Del Vecchio “Occulto Italia” – è il primo contatto con il potenziale adepto a cui gli si promette una felicità a portata di mano, una serenità facilmente raggiungibile. Insomma, l’Eldorado. E attenzione: in molti casi si parla non soltanto di un benessere mentale, ma anche fisico. E poi nuovi amici, migliori di quelli che si avevano prima.In alcuni casi, ancora, si arriva al paradossale: si promette una palingenesi planetaria. Basta soltanto seguire alla lettera gli insegnamenti del guru. Di fatto si arriva a far credere che quella sia una comunità prescelta, eletta, specialeTE]
SerenaMarra
00lunedì 19 marzo 2012 21:01
Dal profilo sociologico, il termine "setta" ha il significato di "minoranza dissidente" e caratterizza attitudini quali l'intolleranza o il proselitismo aggressivo (propaganda importuna per tentare di imporre un culto o un'ideologia). Tali caratteristiche non si limitano alle "sette" quali comunità religiose particolari ma si incontrano anche nelle religioni e nelle chiese tradizionali, nei partiti, nelle associazioni ecc. In altre parole, queste affermazioni si possono riassumere dicendo che "ogni comunità è una setta potenziale che si sopravvaluta: ogni villaggio 'di Sopra' si crede migliore del villaggio 'di Sotto'... La percezione del gruppo va dalla semplice considerazione del proprio particolarismo sino a farlo assurgere a valore e senso assoluto".

Queste caratteristiche non devono essere intese in senso statico bensì come una componente dinamica e una dimensione verticale di un comportamento che può evolvere per diventare sempre più settario (raramente è stato constatato il contrario). Come può esservi una tendenza a un settarismo sempre più pronunciato, è anche possibile un'evoluzione verso una maggiore apertura e una volontà di dialogo. A tale proposito, il professor Georg Schmid ha sviluppato un modello che chiama "termometro delle sette" e che ha presentato anche alla Commissione. Esso illustra i diversi gradi di settarismo:

I grado: La sensazione di essere qualcosa di particolare è normale per ogni comunità umana, per le chiese nazionali, i partiti, le associazioni sportive ecc.

II grado: Non ci si sente soltanto particolari, bensì migliori degli altri. Anche questo sentimento è normale: se io non considerassi la mia Chiesa o il mio partito politico migliore di un altro, non ne farei parte. D'altronde, anche gli altri appartengono a comunità che reputano essere migliori.

III grado: Appartengo al gruppo migliore, al quale tutti dovrebbero conformarsi. In questo grado si delinea una pressione missionaria, un impulso missionario a fare propaganda per il proprio gruppo. In questo gruppo non rientrano le chiese nazionali, bensì le correnti che ne derivano: le chiese libere danno prova di un'attività "propagandistica" maggiore. L'appartenenza a questo III grado è dimostrata principalmente dalla loro testimonianza di Cristo: tutti dovrebbero credere a Cristo come credono loro.

IV grado (grado del fondamentalismo): Saremo gli unici a conoscere la salvezza eterna e siamo depositari della verità divina (anche se non ne possediamo l'esclusiva). La dottrina è perfetta e benedetta dal cielo. Chi professa e crede come me è nella verità; chi professa e crede diversamente da me diventa schiavo dei suoi pensieri o di pensieri demoniaci. Chi non segue la nostra fede "è perso". I fondamentalisti deificano la propria dottrina. La setta completamente sviluppata può arrivare sino alla divinizzazione del gruppo stesso. [...] Le chiese nazionali non appartengono più a questo grado, sebbene vi abbiano appartenuto in passato (anche le grandi comunità possono raggiungere gradi elevati su questa scala). Molte persone e molti psicogruppi raggiungono il IV grado di settarismo [...].

V grado: "Saremo gli unici a conoscere la salvezza eterna e gli unici in cielo". Gli altri sono oggetti dell'attività missionaria o possono solo essere dannati. Le persone che non hanno fede devono assolutamente essere evitate, poiché la loro miscredenza è demoniaca.

VI grado: Il gruppo tenta di escludere i miscredenti dal proprio orizzonte; la separazione dal mondo inizia in questo stadio: solo la setta ha il diritto di vivere sulla terra (parola chiave: mania di persecuzione). Chi è depravato non ha diritto di vivere e brucerà comunque all'inferno: quindi, perché non accendere subito un fuocherello? Il fatto di ignorare le altre persone mostra un pensiero inquisitore sotto forma di inquisizione psichica. [...] Chi esce da un gruppo a questo livello di settarismo non esiste più per gli altri adepti (neanche per i membri della famiglia): quando lo incrociano per strada, volgono lo sguardo...

VII grado: La megalomania della setta si trasforma in mania di persecuzione verso l'esterno e, parallelamente, in delirio di onnipotenza all'interno ("quando penso a qualcosa, diventa realtà"). [...] Il delirio di onnipotenza si sviluppa quasi automaticamente in assenza di critica. Chi denuncia questo delirio diventa un nemico mortale (a causa della mania di persecuzione). Questa mania si sviluppa a sua volta a causa della volontà sempre più forte di ignorare il mondo esterno. La setta comincia a demonizzare ogni critica proveniente dal mondo esterno; la conseguenza è il grado seguente.

VIII grado: Una scintilla conduce alla catastrofe, non per tutto il mondo, ma per il gruppo, che scompare. Il delirio di onnipotenza e la mania di persecuzione si incontrano per culminare in un furore collettivo omicida. [SM=x2515120]
SerenaMarra
00lunedì 19 marzo 2012 21:11
È attualmente (estate/autunno 2011) in corso alla Commissione Giustizia del Senato un'indagine conoscitiva sul fenomeno della manipolazione mentale dei soggetti deboli, con particolare riferimento al fenomeno delle cosiddette “sette”. Lo scopo dell'indagine è valutare in via preliminare se esistano i presupposti per l'introduzione nel nostro codice penale dell'art. 613 Bis, "Manipolazione mentale".
Elyy.
00lunedì 19 marzo 2012 21:44
Re:
SerenaMarra, 19/03/2012 21.11:

È attualmente (estate/autunno 2011) in corso alla Commissione Giustizia del Senato un'indagine conoscitiva sul fenomeno della manipolazione mentale dei soggetti deboli, con particolare riferimento al fenomeno delle cosiddette “sette”. Lo scopo dell'indagine è valutare in via preliminare se esistano i presupposti per l'introduzione nel nostro codice penale dell'art. 613 Bis, "Manipolazione mentale".




Magaaaaaaaaaaaariiiiiiiiiiii!!!!!!!

Ce ne sarebbero di cose da dire su alcuni movimenti alternativi religiosi e degli effetti che hanno sulla mente di soggetti predisposti o momentaneamente in condizioni ricettive nei confronti dei santoni di turno!

Potresti dirci qualcosa di più, magari un link o aggiornamenti sull'indagine?


[SM=x2702835] Ely
SerenaMarra
00martedì 20 marzo 2012 20:05
1. Dopo l’articolo 613 del codice penale è inserito il seguente:

«Art. 613-bis. - (Manipolazione mentale). – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, mediante tecniche di condizionamento della personalità o di suggestione praticate con mezzi materiali o psicologici, pone taluno in uno stato di soggezione continuativa tale da escludere o da limitare grandemente la libertà di autodeterminazione è punito con la reclusione da due a sei anni.

Se il fatto è commesso nell’ambito di un gruppo che promuove o pratica attività finalizzate a creare o sfruttare la dipendenza psicologica o fisica delle persone che vi partecipano, ovvero se il colpevole ha agito al fine di commettere un reato, le pene di cui al primo comma sono aumentate da un terzo alla metà.
Se i fatti previsti nei commi 1 e 2 sono commessi in danno di persona minore di anni diciotto, la pena non può essere inferiore a sei anni di reclusione».
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