Scoperta la molecola del “colpo della strega”

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Elyy.
00giovedì 29 marzo 2012 16:28


E' una scoperta tutta italiana e sicuramente gioverà a milioni di persone





“C’era una volta il colpo della strega”. Forse presto potremo dire così e, come in una fiaba a lieto fine, dare finalmente l’addio a questa fastidiosa e comunissima patologia. Ce lo fa sperare una ricerca che ha visto il contributo determinante di studiosi italiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Lo studio, che sarà presto pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Spine, è stato condotto dal professore aggregato Enrico Pola e dal dottor Luigi Aurelio Nasto del Dipartimento di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Gemelli diretto dal professor Carlo Fabbriciani. Alla ricerca ha partecipato anche un gruppo di studiosi dell’Università di Pittsburgh (USA) diretto dai professori Paul Robbins e James Kang.

La molecola responsabile dei dolori lombari e cervicali si chiama NF- kB (Fattore Nucleare kB) ed era già nota da tempo per i suoi molteplici effetti su diversi organi. Questa proteina infatti può essere presente in quasi tutte le cellule dell’organismo e svolge complessi ruoli sia in termini positivi che negativi, nel campo dell’infiammazione, dello stress, delle infezioni, dell’aterosclerosi, fino addirittura alla memoria. È merito dei ricercatori italiani avere dimostrato che essa agisce anche sulla colonna vertebrale, attivando molti geni pro infiammatori e bloccando i geni antinfiammatori. In questo modo innesca una serie di reazioni che portano alla degenerazione dei dischi intervertebrali, cioè di quei cuscinetti posti tra una vertebra e l’altra che ammortizzano gli urti e rendono flessibile la colonna. La degenerazione dei dischi intervertebrali, prodotta dalla proteina NF- kB determina alla fine la perdita della naturale elasticità e l’irrigidimento che sono le cause principali del dolore spinale. “Durante l’accrescimento questa molecola è considerata protettiva – ci spiega il professor Pola – ma negli anni successivi promuove i processi di infiammazione e degenerazione dei dischi”. Se prendiamo in considerazione i dati sulla diffusione di questa patologia ci rendiamo conto di quanto sia importante questa ricerca. Infatti da recenti statistiche è emerso che circa l’80% della popolazione italiana ha sofferto di mal di schiena per lo meno una volta nella vita e il 32% ne soffre una volta all’anno, mentre l’8,2% in maniera cronica.

Lo studio è stato condotto sui topi progeroidi che non solo sono geneticamente programmati per un invecchiamento più rapidamente rispetto agli altri roditori (con una vita media di 8 mesi anziché 2 anni), ma mostrano anche in modo più spiccato le degenerazioni della colonna tipiche dell’età senile. Essi costituiscono quindi un ottimo modello per lo studio delle alterazioni dei dischi indotte dall’età. Ma questi danni non sono dovuti solo all’invecchiamento.”Abbiamo dimostrato che anche gli insulti biomeccanici, quali l’obesità o la vita sedentaria, si traducono in un aumento della NF- kB – ci dice Pola –Dal nostro studio è emerso che inibendo questa molecola è possibile bloccarne l’effetto negativo sulla degenerazione dei dischi”. Sono stati individuati diversi farmaci, ancora sperimentali, capaci di inibire la proteina NF-kB. Tra questi il più promettente sembra il peptide NBD. Questo farmaco è stato già usato con successo dai ricercatori di Pittsburgh nella terapia della distrofia muscolare, ove anche qui la NF-kB gioca un ruolo importante. Quindi un uso per via generale (oltre che un’applicazione locale sui dischi) dell’NBD o di altri inibitori selettivi dell’NF-kB potrebbe avere effetti positivi anche su altre malattie importanti in cui è implicata questa proteina, quali per esempio l’aterosclerosi .

Con questa scoperta ai due ricercatori italiani è stato assegnato il Premio Biospina per la migliore ricerca della Società Italiana di Chirurgia Vascolare e presto il lavoro sarà presentato e premiato ad Amsterdam dalla ISSLS (Società Internazionale per lo Studio della Colonna Lombare).


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Ely


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