genesi 4:26

Bicchiere mezzo pieno, 04/09/2009 18.32:

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Cara lovelove,

tutto questo ha a che vedere con un annale fraintendimento fra le caratteristiche della cultura europea e i tratti della cultura semitica.
Quando noi pensiamo al nome spesso ci riferiamo al nome proprio di una persona, ad esempio Gianni, Franco, Ilaria, ecc, come una sorta di etichetta identificativa anagrafica dell'individuo.
Ma nella cultura semitica, da cui discende l'ebraismo e l'Antico Testamento, il nome è sinonimo di persona. Non indica il nome in sè, ma la persona stessa. Tant'è che nella preghiera modello lasciata da Gesù, quando dice "sia santificato il tuo nome" lì non indica che allora deve essere onorato il nome proprio di Dio, ma bensì la Sua persona.
A riprova di ciò, nel libro degli Atti, quando si racconta l'avvenimento della pentecoste del 33 d.C. in cui i discepoli furono ripieni di Spirito Santo, nel testo greco originale il racconto dice che erano presenti 120 "nomi" e non 120 "persone". Questo è importante, in quanto fa comprendere chiaramente che "nome" e "persona" nellla cultura semitica erano sinonimi.

Ora prova a pensare che l'invocazione del nome di Dio in tutto l'AT era inteso come un'invocazione della persona stessa di Dio e comprenderai quanto l'espressione non sia affatto strana. Per invocare il nome di Dio non è necessario conoscerne il nome proprio ma basta invocare la Sua persona in preghiera. Questo nella cultura semitica da cui l'Antico Testamento discende.

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