piccolo appunto: il pensiero di Boezio
I dibattiti religiosi e il concetto di natura e persona. L'importanza della logica aristotelica per la costruzione di una nuova lingua filosofica emerge negli Opuscola Theologica, trattatelli sugli argomenti teologici allora dibattuti presso le corti, fra Goti ariani e Impero d'Oriente cristiano. Nel Contra Eutychen et Nestorium, che risale al 512, egli illustra come mera questione di linguaggio la differenza fra nestoriani, per i quali Cristo possedeva due nature e due persone distinte, e i monofisiti, per i quali in Cristo la natura umana è come contenuta nella natura divina. Il trattato procede dunque esaminando le diverse accezioni del termine natura, con definizioni di derivazione aristotelica e platonica. Una prima definizione implica che la natura sia ciò che permette di comprendere le varie cose con l'intelligenza; una seconda, che riguarda le sostanze corporee o incorporee, stabilisce che natura è "ciò che può fare o ciò che può subire"; quanto alle sostanze corporee, natura è il principio di movimento di per sé e non per accidente; e infine natura è "la differenza specifica che dà forma a qualsiasi realtà". Anche la definizione di persona è importante per la soluzione dei dibattiti teologici, e Boezio traduce con il termine latino "persona", il greco ypostasis (la sostanza individuale di natura razionale). Gli altri Opuscoli vertono sul rapporto di predicazione nella Divinità (Se Padre, Figlio e Spirito Santo siano predicati sostanziali), sulla Trinità, sul rapporto fra creatore e creatura (In che modo le sostanze siano buone in quel che sono, pur non essendo beni sostanziali), e sulla fede cattolica. L'opera teologica boeziana offrì una terminologia generale alla base dogmatica del cristianesimo. Il dibattito teologico successivo, nell'Alto Medioevo, si sposterà verso il campo dei sacramenti e della ecclesiologia.
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