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[SM=g10400] "Viaggiando" nella BIBBIA... [SM=g10400]


[SM=g6198] [SM=g6198] CAP. I [SM=g6198] [SM=g6198] (seguito)





6. Soluzione proposta dall'autore

Responsabile di tutto è l'uomo. Per questo non gli è permessa la ribellione contro il male (qualunque esso sia) bensì la lotta per sconfiggerlo.
Ha la missione e la capacità di farlo, perché Dio lo vuole. Il Paradiso esiste e continua a esistere come possibilità reale, dal momento che Dio non l'ha distrutto.
Ha solo messo un angelo sulla sua porta, perché l'uomo non se ne impadronisca senza averne il diritto (Gen. 3, 24)., Il futuro resta aperto.

L'autore afferma che Dio non ha abbandonato l'uomo, perché:
«Dio fece loro un vestito» (Gen. 3,21), protesse Caino (Gen. 4, 15), salvò Noè dal diluvio, causato dal male dell'uomo (Gen. 6, 9-9.17). Infine, quando la disintegrazione dell'umanità rese impossibile l'agire insieme, chiamò Abramo per raggiungere in lui tutti gli altri (Gen. 12, 1-2).

Comincia allora la cosiddetta «Storia della Salvezza».
Il gruppo di uomini che cominciò con Abramo è - per così dire ~ il «partito di Dio» nel mondo, per cui è possibile credere di eliminare il male con la forza di Dio, portare a termine la trasformazione e costruire il paradiso, la pace totale.

Questo gruppo nasce da una radice autentica:
vive con Dio (Gen. 17 , 1-2), la fa finita con la discordia e forma un popolo, il «popolo di Dio» (Es. 6, 7); condanna ogni forma di magia e di ritualismo (Es. 20, 1-7), non vuole dominare e non si difende per dominare, ma serve (Es. 19, 6) sul significato di regno, di sacerdote e di nazione consacrata).
I lettori cui si rivolge l'autore fanno parte di questo 'popolo'.
Egli vuole che sappiano che significa appartenere al «popolo di Dio».
Devono formare un gruppo attivo in mezzo al mondo, un gruppo che ha preso coscienza della situazione, che conosce il senso della vita e lo porta avanti, resistendo e trasformando.
Tiene viva la speranza, garantita dalla volontà di Dio che vuole il bene.

Con la venuta di Gesù Cristo il progetto di Dio ha preso corpo e il Paradiso è diventato realtà, nella Sua risurrezione. Per questo Paolo dice che Gesù è un «Nuovo Adamo» (Rom. 5, 12-19) e Giovanni
nell'Apocalisse descrive il futuro che ci attende con immagini prese dal Paradiso Terrestre (Apoc. 21, 4; 22, 2-3).

7. Risposte alle difficoltà fatte in principio

Mito o realtà?

È realtà perché si tratta del destino dell'umanità. L'armonia descritta è una possibilità reale garantita dalla potenza di Dio, che si manifestò nella risurrezione di Gesù Cristo.

È mito in quanto l'autore si è servito del linguaggio e delle figure mitiche del suo tempo per esprimere e trasmettere questa realtà.

È storico o soltanto immaginario?

Non possiamo pensare che il Paradiso sia esistito davvero, così com'è descritto nel Gen. 2, 4-25.
È esistita ed esiste tuttora la possibilità reale per l'uomo di realizzare la perfetta armonia e pace, quando si lascia guidare dalla luce e dalla forza di Dio.

È inutile dire:
«perché Dio non ha dato una seconda possibilità ad Adamo ed Eva?».
La sta dando tutti i giorni a noi, fino ad oggi. Il problema non è di Dio e neppure di Adamo ed Eva, è nostro. Il Paradiso esisterà e diventerà storico' se noi lo vorremo e lavoreremo per costruirlo. L'unica spedizione che arriverà a scoprire il Paradiso è quella che cammina sempre verso il futuro.

Sull'evoluzione la Bibbia non fa parola, né a favore, né contro. Tratta solo il problema umano.
Ci dà la visione di Dio sulla vita. Non c'è né contraddizione né concordanza tra Gen. 1, 26 (l'uomo creato per ultimo) e Gen. 2, 7 (l'uomo creato per primo).
Sono due racconti differenti.
Ciascuno ha il suo obbiettivo proprio.
Quanto all'unica fonte che alimenta i quattro più grandi fiumi di quel tempo (Gen. 2, 10-14) si tratta di una figura letteraria per idealizzare la fertilità della terra.

L'uomo fatto col fango è un'immagine per dire che l'uomo nella mano di Dio è come un vaso di terra nella mano del vasaio: dipende totalmente da lui e, per se stesso, è molto fragile (Ger. 18-6).
La formazione della donna dalla costola dell'uomo è la rappresentazione drammatica e concreta del detto popolare:
«osso degli ossi miei» (Gen. 2,23) che spiega al tempo stesso l'origine divina della misteriosa attrazione dei sessi.
L'uomo non ne abusi.

Il serpente è il diavolo in concreto: ne parla il libro della Sap. 2, 24. La deviazione originale dell'uomo significa l'abuso della libertà o la disobbedienza alla legge di Dio espressa nei 10 comandamenti. Questi, a loro volta, esprimono ciò che ogni uomo sente essere il suo diritto e il suo dovere, quando vive con autenticità.

Come successe e quale fu la forma concreta del primo peccato?
Nessuno lo sa, né la Bibbia lo dice. La Bibbia dice solo che al tempo in cui l'autore scriveva la radice del male risiedeva concretamente nella deviazione verso la religione falsa dei Cananei.

Tocca a noi, oggi, esaminare la nostra realtà, così come l'autore ha fatto per quella del suo tempo, per scoprire qual sia, oggi, la forma concreta del «peccato originale» e qual sia, oggi, il 'serpente' che ci spinge ad essere infedeli a Dio e all'uomo.

Se l'autore vivesse oggi, descriverebbe le cose in un altro modo:
avrebbe esaminato attentamente la nostra situazione, avrebbe cercato l'origine del male, forse avrebbe descritto il mondo ideale così: un popolo sviluppato, tutti hanno un salario più che sufficiente, tutti sanno leggere e scrivere, la settimana lavorativa è di 40 ore, la casa è in proprio e c'è la partecipazione al lucro; lo scopo non sarebbe il guadagno ma il benessere individuale e sociale dell'uomo; non ci sarebbe né sfruttamento né violenza, né dominazione straniera; strade larghe, senza incroci; nessun incidente stradale né eccesso di vèlocità; sicurezza garantita per tutti, di modo che non ci sarebbe bisogno né di polizia né di esercito; niente baracche né miseria, nessun conflitto di generazioni, né difficoltà nell'educazione, ecc.
in una parola, la perfetta armonia, completamente l'opposto 'di quello che viviamo nel mondo.
Un Paradiso simile dovrebbe diventare realtà. È possibile costruire un simile futuro?

Ci ripetiamo allora la stessa domanda, molto più difficile di tutte quelle che ci siamo fatte all'inizio:
«Perché il mondo non è così?
Che cos'è che gli impedisce di marciare verso il futuro?
Chi ne è responsabile?
Dove sta la causa?
Che cosa fare per trasformare il mondo, dal momento che non è come dovrebbe essere?».
La Bibbia, cioè l'autore del racconto del Paradiso vuole portarci a formulare domande del genere, molto più serie e impegnative di tutte le domande della storia.

8. Conclusione

La descrizione del Paradiso terrestre è una confessione pubblica, un manifesto di resistenza, un grido di speranza, un invito alla trasformazione del mondo.

L'autore non dà «le prove» dell'esistenza di un «peccato originale». Verifica soltanto e cerca di determinare quale forma prese la deviazione al tempo suo.
Non gli importa di elaborare una teoria del come entrò il male nel mondo, ma cerca una strategia per cacciarlo dal mondo.

La dottrina del peccato originale è stata spiegata ulteriormente, a partire da Paolo (Rom. 5, 12-19; I Cor. 15, 21-22). Il peccato attacca l'uomo alla radice, ma non annulla la sua capacità di fare il bene. Nella misura in cui il peccato personale cresce, facciamo esperienze del 'peccato' originale: «mordiamo la mela», facendo crescere in tutti coloro che vengono dopo di noi i mali di cui l'umanità è 'colpevole'.

Il Battesimo dà all'uomo la capacità di misurarsi col male. Lo impegna col gruppo che crede nel progetto di Dio e che cerca di realizzarlo nella storia, sperandone aiuto da Dio, per mezzo di Gesù Cristo.




SEGUE...




Una stretta di [SM=g1902224]




Pierino




[Modificato da mlp-plp 22/10/2009 23:08]
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