00 28/11/2009 19:09
Qui ci troviamo in una zona chiamata The Sacred Valley ossia La VALLE SACRA, considerata sacra dagli Inca a causa della sua fertilità e dell’abbondanza di raccolti che provvedeva; si tratta di una vallata lunga tra le montagne fertilissima, il fiume Urubamba la percorre su tutta la sua lunghezza facilitando l’irrigazione.
L’hotel si trova in questa fertile vallata all’uscita di URUBAMBA, nella località di Yanahuara. Lasciamo l’hotel alle 8 e ci rechiamo in autobus dapprima a SALINAS MORAY a circa mezz’ora .
Usciamo dalla vallata e ci rechiamo in campagna, si arriva sul fianco di un monte dove vi é una salina che consiste in circa 3000 vasche di evaporazione scavate sul fianco di una montagna, che vengono riempite da una fonte salata che sgorga dalla montagna essendo una volta qui l’oceano che ha intriso la montagna di sale. Lavorano qui 280 famiglie ma solo nella stagione secca da Aprile a Ottobre, perché nella stagione delle pioggie, la pioggia scioglie il sale.
Qui intorno vediamo enormi estese di terre coltivabili. Le terre appartengono a piccoli proprietari, a cooperative o alla Chiesa Cattolica. Qui vige il motto: tutti per uno, uno per tutti. Ossia vi é molta collaborazione tra vicini nel lavorare i terreni propri e nell’aiutare gli altri.
Vi sono pochissimi trattori, che appartengono perlopiù a cooperative, la terra si lavora con aratri manuali, con buoi oppure semplicemente a mano, in 5 uomini lavoravano progredendo ognuno sulla sua fila, piegati tutto il giorno....lavoro duro e sfiancante.

Vi é anche uno sforzo da parte del governo di forestazione, abbiam visto infatti gruppi di scolari e studenti mpegnati nei campi a scavare buche per piantare arbusti e alberi, per scavare canali per far defluire l’acqua piovana, insomma bel lavoro di comunità che insegna ai giovani l’amore e il rispetto per la natura.
Qui le scuole si trovano nel bel mezzo della campagna e i ragazzi devono a volte fare 1h, 1 e mezza di strada a piedi per recarsi a scuola. Non vi sono trasporti pubblici e tutti gli spostamenti si fanno a piedi. L’istruzione é incoraggiata e si vuole sconfiggere completamente l’analfabetismo.
Le persone lavorano principalmente la terra, 12, 14 ore al giorno, la vita é molto dura e i guadagni minimi. Si vive anche di pastorizia, si vive quasi esclusivamente del proprio prodotto, vi é dunque poco giro di soldi.

Passando da un povero villaggio, nei quali vi sono alcuni centri medici privati, solo coloro che hanno urgente bisogno possono rivolgersi perché le persone non hanno mezzi per curarsi. Poco lontano da un tale centro vi era una madre con 3 bambini, uno legato sulla schiena e questi bimbi avevano il viso e il naso coperto da croste che tendono a estendersi e la madre che guardava disperata un flacone che forse aveva appena preso al centro medico. Alcuni dal bus che si é fermato, gli hanno dato del danaro...che pena!


Ci rechiamo a MARAS a 3890 mt, qui vi é un sito archeologico rimarchevole.
Qui davanti a noi come in una conca, vi é come un anfiteatro, una ventina di terrazze che vannno giù. Questo era un laboratorio sperimentale degli Inca per lo studio e la coltivazione dei semi. Si é trovato anche terra portata da altrove, si sperimentava il miglior ambiente per le coltivazioni alle varie altitudini. Si é riscontrato che vi é una variazione di 2° per ogni terrazza, esposte al sole durante la giornata i muri si riscaldavano e tenevano i semi protetti. Insomma si puo dire che fosse una banca di semi, un laboratorio a cielo aperto.
Da questo posto si vede la catena di montagne lontano, la punta Veronica innevata a 5.580 mt.
La temperatura qui é sui 18, 20°.



Andiamo poi a CHINCHARO a 3600 mt. a visitare dapprima una zona artigianale, dove donne locali si impegnano nel conservare l’arte della filatura e del tinteggio delle lane di alpaca e lama, che sono la ricchezza locale, ci han mostrato le varie fasi e le radici, foglie e piante usate per la colorazione delle lane. E poi gli articoli finiti che richiedono a volte giorni e mesi di lavorazione, molto belli e colorati.
Fuori il centro vi sono alcune donne e ragazzine che vendono alcuni articoli, vi é Tatiana con 2 bambini: Alejandro che ci aspetta nella speranza che le compriamo qualcosa, ha chiesto il mio nome e si é presentata, la formula locale é: Non compri ora, maybe later....forse dopo.... cosi le ho comprato alcune borsine.
Ci rechiamo poi ad una vicina chiesa costruita su un sito Inca nel 1601, ancora visibili i muri di indubbia costruzione Inca. La chiesa é dedicata alla Madonna di Monserrat, con molti dipinti, dorature, altare stile barocco, il tutto abbastanza scuro e pesante.
Ritorniamo a Urubamba, oggi é giorno di mercato, mercato locale non per turisti e qui ci deliziamo tra la folla rumorosa, tra la frutta, pomodori, cipolle, patate, mais in gran quantità e di ogni specie, e poi animali in vendita, donne davanti alle forme di formaggio, ai sacchi di lenticchie, fagioli, mais giallo, bianco, nero, rosso, variegato, insomma un’esplosione di colori e rumori.
Fuori al mercato vi sono molte API che fungono da taxi, adibite a trasporto persone e merci, riccamente adorne di fronzoli colorati. Abbiam visto un bimbo con appeso al collo un grosso cartello con su la destinazione per il conducente del taxi.....

Poi pranzo con ricco buffet in un bel ristorante stile hacienda, con giardino sul fiume...


[Modificato da Elyy. 30/11/2009 17:07]
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"Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni altrettanto comode che, l'una come l'altra, ci dispensano dal riflettere"
Henri Poincaré




Claudia