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PERCHE' I TESTIMONI DI GEOVA NON FESTEGGIANO IL NATALE

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    ilnonnosa
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    00 25/12/2009 06:44
    Per i testimoni di Geova, tutto è proibito, perché secondo il Corpo Direttivo di Brooklyn, tutto proviene dal paganesimo e quindi opera del Diavolo: Natale, Capodanno, Epifania, Quaresima, Compleanno, festa della mamma, recite scolastiche, sport, feste nazionali, saluto alla bandiera, inni nazionali, ecc…

    I nostri lettori e specie i tdG, devono sapere che C. T. Russell, fondatore di questa setta, celebrava il compleanno e la festa del Natale. Ad informarci sono gli stessi geovisti nel loro Annuario 1976 p. 146 che scrivono:

    “… Al tempo del pastore Russell, si celebrava il natale nella vecchia Casa Biblica di Allegheny, in Pennsylvania. Ora Sullivan Wakefield ricorda che a natale il fratello Russell dava ai componenti della famiglia della caca biblica pezzi da cinque o dieci dollari d’oro. Mabel P. M. Philbrick osserva: Un’usanza che per certo non sarebbe osservata oggi era la celebrazione del natale con un albero di natale nella sala da pranzo della Betel. Invece del solito ‘Buon giorno a tutti’, il fratello Russell augurava ‘Buon Natale a tutti’”.

    Come si è visto, i tdG, molti anni fa celebravano il Natale più o meno allo stesso modo in cui i cristiani lo celebrano oggi. Hanno fatto regali, facevano decorazioni natalizie, hanno cantato canti natalizi. La Società Torre di Guardia era anche d’accordo con la cristianità che, sebbene il 25 dicembre non è stato il giorno in cui Gesù è nato, era il giorno per unirsi con il resto del mondo per celebrare la sua nascita.

    “E’ del tutto senza importanza il giorno in cui Natale è celebrato; noi possiamo giustamente celebrarlo”. (WT 15/12/1903 p. 3290 delle ristampe)

    “… non è necessario per noi cavillare sulla data. Noi possiamo unirci al mondo civilizzato celebrando questo grande evento nel giorno in cui la maggioranza lo celebra – ‘Il giorno di natale’.”
    (WT 1/12/1904 p. 3468 delle ristampe).

    Nel 1928, come afferma lo stesso Annuario del 1976 a p. 146, Rutherford, secondo successore di Russell, dopo dodici anni della sua presidenza, scoprì che il Natale era di origine pagana, e così impedì ai suoi seguaci, come sempre molto ubbidienti alla voce del padrone, la celebrazione del compleanno di Gesù. (Cf. TdG 15/6/87 p. 20 § 15). A questo punto devo dedurre che, se Russell festeggiava il compleanno e il Natale, egli non era altro che un pagano e quindi apparteneva al Diavolo. Eppure Russell si definì un unto di Dio, un profeta, anzi addirittura veniva adorato: “Charles Taze Russell, tu sei stato incoronato come Re dal Signore, e per secoli dei secoli il tuo nome sarà conosciuto fra il popolo, e i tuoi nemici verranno ad adorarti ai tuoi piedi”.(WT 1/12/1916, p.6015 delle ristampe)

    Nella Bibbia geovista (Traduzione del Nuovo Mondo) a Gesù viene reso omaggio e non adorato. Mt. 2,8; 2,11 Eb. 1, 6 ecc. E’ forse più importante Russell di Gesù Cristo che è Figlio di Dio?

    I testimoni di Geova rifiutano la data del 25 dicembre perché è di origine pagana. “Cosa insegna realmente la Bibbia?” 2005, pp. 158, 159)

    Il vero cristiano non festeggia certamente una data, ma ricorda con grande gioia che circa 2.000 anni fa, è nato il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo. “Vi annunzio una grande gioia che sarà per tutto il popolo: oggi nella città di Davide, vi è nato a voi un Salvatore, che è il Messia, il Signore” Lc. 2, 10-11 (Garofalo). E allora perché il tdG vogliono proibirci di condividere questa gioia?
    I TdG sostengono che bisogna onorare Gesù Cristo come Re costituito e non come un bambino in una mangiatoia:

    “Oggi un altro stratagemma del Diavolo è quello di indurre le persone a considerare Gesù solo come un bambino indifeso” (TdG, 15/12/1983, p. 9).

    “… Per noi il vostro modo di vivere il Natale snatura il messaggio cristiano anche perché è dare importanza a Gesù come bambino, significa sminuirlo”. [Paolo Piccioli – Ministro di culto e portavoce della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova]
    (RADIOCORRIERE TV N° 51/1991, p. 11)

    La classe verticistica dei tdG ignora o finge di ignorare che Gesù fu ritenuto Re sin dalla sua nascita in quanto discendente di Davide: “Dov’è il re dei Giudei che è nato?” (Mt. 2,2).
    In oltre, Gesù Cristo è il Figlio di Dio non soltanto da adulto,ma sin dalla sua nascita e quindi sin dalla sua nascita deve essere onorato e adorato (Cf. Eb. 1,6).
    Il profeta Isaia lo annuncia, lo loda e lo esalta ancora prima di nascere (cf. Is. 9,5; TdG 15/12/1975 p. 747). Se i geovisti non afferrano questo concetto, rischiano veramente quello che essi stessi scrivono nella sopracitata TdG.:
    “Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato” (Gv. 5,23).

    Russell scriveva:

    “Solamente associando il Bambino di Betlemme al Logos, onde tutte le cose furono create, possiamo comprendere la figura di Gesù”.
    (Lo scenario del Fotodramma della Creazione, 1914, p. 55)

    PERCHE’ LA CHIESA CATTOLICA FESTEGGIA IL S. NATALE IL 25 DICEMBRE?

    “Verso l’anno 336 abbiamo notizia di una festa di natale a Roma, dove veniva celebrata il 25 dicembre. Da S. Agostino veniamo a sapere che anche in Africa pressappoco allo stesso tempo, si celebrava in uguale data il Natale… Il 25 dicembre, evidentemente, non è la data storica della nascita di Gesù, ma è stata scelta nel tentativo, da parte della Chiesa di Roma, di soppiantare la festa pagana del “Natalis (solis) invicti”. Il culto del sole era molto in voga in quel periodo di decadente paganesimo e al solstizio d’inverno avvenivano solenni celebrazioni. Per allontanare i fedeli da queste feste idolatriche, la Chiesa ha richiamato i cristiani a considerare la nascita di Cristo, vera luce che illumina ogni uomo”. (Nuovo Dizionario di liturgia. A cura di D. Sartore e A.M.Triacca. Ed. Paoline 1984 p. 919).

    I tdG devono sapere che i veri cristiani, ricordano e festeggiano non una data, ma un evento, il più grande evento che ci sia stato nella storia dell’umanità: è un evento biblico salvifico. Dio stesso si è incarnato. Questo a noi interessa. La data del 25 dicembre o qualsiasi altro mese o giorno è di secondaria importanza. Nessun cristiano pensa ad un Natale pagano, come erroneamente ripetono i tdG. La Sacra Scrittura è piena di questi annunci. Per ragione di spazio rimando i lettori ad alcuni seguenti brani da meditare: Michea 5, 2; Mt. 2, 6; Lc. 2, 1-7; 15, 19; Gv. 1, 9-14; ecc. La verità è che Cristo è nato questo ci interessa. Il conoscere o meno una data, non cambia nulla. La Chiesa Cattolica non ha mai detto che Gesù è nato il 25 dicembre.

    Il Natale, dunque, è commemorazione della nascita di Gesù, e questa non è stata mai proibita da Dio. Anzi il primo a festeggiarlo è stato proprio Lui inviando gli angeli, pastori, e infine i Re Magi.

    Da “Sussidio per rispondere alla corrispondenza indirizzata alle Filiali”
    Lettera siglata SCC:SSF 2 aprile 1984:

    “… se la moglie è incredula (il marito tdg) dovrà concedere alla moglie la libertà di adorare Dio a modo suo. Ciò può significare lasciarle tenere le immagini, ed anche fare l’albero di Natale. Comunque, non permetterà di tenere gli idoli per tutta la casa o all’esterno. … Può concederle di tenere tali immagini dal suo lato del letto, cioè deve essere evidente che il fratello non vi ha niente a che fare. Lo stesso dicasi per l’albero di Natale. Non le permetterà di addobbarlo in un luogo dove sembra che tutta la famiglia sia d’accordo. Dovrà essere in un luogo riservato solo a lei.

    Lettera siglata CAD 21/11/1977

    “… Vendere fiori o giocattoli non è in se stesso un lavoro che contrasta con i princìpi biblici. E’ vero, tali cose possono essere comprate in occasione di feste pagane e usate anche in pratiche pagane; però tali cose possono anche essere comprate in altre occasioni ed essere usate anche per altri scopi non pagani. Quindi, non possiamo dire che la semplice vendita di tali cose, anche se in occasione di osservanze pagane rende uno pagano, un promotore di feste o pratiche pagane, a meno che chi le vende non promuove tale vendita con pubblicità che esalta o promuove la festa o pratica stessa. Per esempio egli promuoverebbe cose pagane se a natale facesse pubblicità alla vendita dicendo: “Comprate qui i vostri doni natalizi”, o “I vostri bambini avranno un buon natale con i nostri giocattoli.”

    Lettera siglata SCB:SSA 20/4/1984

    “… Per quanto riguarda i panettoni e i pandori, la situazione è diversa. I panettoni e i pandori per quanto si possa sapere non hanno un significato particolare legato a qualche pratica antiscritturale, anche se tradizionalmente si consumano nel periodo natalizio. Ma si consumano anche in altri periodi dell’anno e, particolarmente i panettoni, sono anche destinati all’esportazione quali caratteristici prodotti dolciari italiani. Quindi, per quanto riguarda i panettoni e i pandori, crediamo sia bene lasciare alla coscienza degli individui la responsabilità di decidere sul da farsi. Per cui, nel caso da voi menzionato per la lavorazione dei panettoni e pandori, saranno i fratelli singolarmente a prendere le loro decisioni, secondo la loro coscienza addestrata sulla Parola di Dio”.

    Buon Natale da [SM=g10765] Ilnonnosa

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    Violet Art
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    00 25/12/2009 18:53
    Almeno in una cosa sono d'accordo con i TDG....che sapevano le origini delle feste!
    Poi su satana ovviamente dissento.....
  • Elyy.
    00 25/12/2009 19:49
    Si ma delle persone che si ritengono "cristiane" non possono mancare di ricordare la nascita umana di Gesù Cristo solo perchè capita in corrispondenza della data di nascita di un dio pagano mitologico che nessuno ricorda!

    Come giustamente diceva Russel, il fondatore del culto dei tdg, non ha importanza in quale giorno si ricordi, ma il fatto che si ricordi! visto che l'incarnazione del Figlio di Dio non è certo una cosa da nulla

    Ely


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    Bicchiere mezzo pieno
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    00 25/12/2009 20:28
    Re:
    Violet Art, 25/12/2009 18.53:

    Almeno in una cosa sono d'accordo con i TDG....che sapevano le origini delle feste!
    Poi su satana ovviamente dissento.....



    L'origine della festa del Natale è prettamente cristiana, semmai possono essere state mutuate dalla tradizioni pagane alcuni usi e alcuni costumi, che però sono stati svuotati del loro significato originario e sono stati riempiti con significati e simbolismi cristiani.
    Interessante notare come la Torre di Guardia afferma che fu con la scoperta che Gesù non era nato il 25 dicembre che i Tdg decisero di non festeggiare più il Natale, quando invece Russel stesso sapeva che la data della nascita fosse incerta ma lui stesso disse di non curarsene perchè era l'evento che era importante!

    Questo dimostra che la WTS ha mentito e che non è vero che i Tdg hanno smesso di festeggiare il Natale quando hanno 'scoperto' che la data della nascita di Gesù non era il 25 dicembre, perchè Russel già lo sapeva!



    [Modificato da Bicchiere mezzo pieno 25/12/2009 20:44]
    La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
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    Trianello
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    00 26/12/2009 09:21
    In effetti, i Vangeli tacciono relativamente alla data delle nascita di Cristo, così come fanno le testimonianze scritte più antiche. Il primo scritto in cui troviamo indicato il 25 dicembre quale data della nascita di Gesù è il “Commentario su Daniele” di S. Ipppolito (+235). In altri autori cristiani dell’epoca, però, si trovano anche indicate altre date: Clemente Alessandrino (+ c. 215) ci dice, infatti, che in Oriente alcuni fissavano la nascita il 20 di Maggio, altri il 20 di Aprile, altri ancora il 18 di Novembre.
    Ciò che è certo è che attorno alla metà del IV secolo il Natale era già celebrato a Roma il 25 dicembre. Ce lo attesta la “Depositio Martyrum filocaliana”, un abbozzo di calendario liturgico che rimonta all'anno 354.
    Ma come si è giunti a fissare questa data?
    Un’ipotesi ancora molto diffusa è quella che vuole che il Natale sia stato fissato al 25 dicembre per distogliere i fedeli dalla festa pagana, celebrata in quello stesso giorno in onore del "Sole invitto", Mitra, il vincitore delle tenebre. Il culto del sole a quest'epoca era in auge presso i Romani, e non poteva non richiamare all'autorità ecclesiastica la nota immagine profetica del “Sol justitiae” di Malachia, che la tradizione cristiana applicava a Cristo. Una decorazione musiva della prima metà del III sec. lo rappresenta appunto, frammisto a simboli cristiani, nella figura di Helios, trionfante sopra un carro trascinato da cavalli bianchi. Nel 274, Aureliano aveva innalzato a Mitra un tempio, la cui inaugurazione era avvenuta il 25 Dicembre.
    Contro tale ipotesi ci sono però dei solidi argomenti. E’ assai strano, infatti, che una novità di questo genere, introdotta a principio del IV sec., sia taciuta completamente dai Padri e dagli scrittori ecclesiastici dell'epoca. E’ vero che alcuni testi di S. Ambrogio, S. Massimo di Torino, S. Zenone di Verona, S. Agostino, S. Gerolamo, mettono in relazione Cristo con il sole ed il natale di quello col natale di questo; ma essi ne parlavano sviluppando semplicemente l'immagine di Malachia: “Orietur vobis sol justitiae “(14,2) e ricordando, non già il natale del sole pagano, Mitra, ma il natale del sole visibile, il “Sol novus”, che nasce con il solstizio d'inverno (25 Dicembre). Nonostante questo, l’ipotesi della sostituzione della celebrazione del Sole Invitto con quella della nascita di Cristo continua ad essere data quasi per certa in molte pubblicazioni, soprattutto di carattere più divulgativo (quali quelle citate dalla signora nella sua lettera).
    Vale qui la pena di sottolineare che, anche qualora la data del 25 dicembre fosse stata stabilita onde distogliere i fedeli da una festività pagana, questo non vorrebbe comunque dire che, come vogliono i TdG, che il Natale è una festa pagana, ma proprio il suo contrario (sempre che la logica non sia un’opinione, si intende): il Natale fu una festa così fortemente cristiana da "cancellare" la preesistente festività pagana.
    Diversi anni fa, però, sono apparsi due studi assai interessanti nei quali si dimostra, con estrema efficacia a parer mio, come il 25 dicembre sia, assai probabilmente, il vero giorno della nascita di Cristo. Il primo è della specialista francese Annie Jaubert ed è del 1953; il secondo è dello specialista Shemarjahu Talmon, dell’Università Ebraica di Gerusalemme ed è del 1958. Il contenuto di tali pubblicazioni è stato recentemente divulgato da T. Federici, in un articolo apparso sull’"Osservatore Romano" del 24 Dicembre 1998, e da V. Messori, sul "Corriere della Sera", in un articolo del 9 luglio 2003.
    Da questo secondo articolo, dal tono decisamente meno tecnico rispetto al primo, cito il seguente brano:

    “In realtà oggi, anche grazie ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con precisione: Gesù è nato proprio un 25 dicembre. Una scoperta straordinaria sul serio e che non può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la dobbiamo a un docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.
    Vediamo di capire il meccanismo, che è complesso ma affascinante. Se Gesù è nato un 25 dicembre, il concepimento verginale è avvenuto, ovviamente, 9 mesi prima. E, in effetti, i calendari cristiani pongono al 25 marzo l'annunciazione a Maria dell'angelo Gabriele. Ma sappiamo dallo stesso Vangelo di Luca che giusto sei mesi prima era stato concepito da Elisabetta il precursore, Giovanni, che sarà detto il Battista. La Chiesa cattolica non ha una festa liturgica per quel concepimento, mentre le antiche Chiese d'Oriente lo celebrano solennemente tra il 23 e il 25 settembre. E, cioè, sei mesi prima dell'Annunciazione a Maria. Una successione di date logica ma basata su tradizioni inverificabili, non su eventi localizzabili nel tempo. Così credevano tutti, fino a tempi recentissimi. In realtà, sembra proprio che non sia così.
    In effetti, è giusto dal concepimento di Giovanni che dobbiamo partire. Il Vangelo di Luca si apre con la storia dell'anziana coppia, Zaccaria ed Elisabetta, ormai rassegnata alla sterilità, una delle peggiori disgrazie in Israele. Zaccaria apparteneva alla casta sacerdotale e, un giorno che era di servizio nel tempio di Gerusalemme, ebbe la visione di Gabriele (lo stesso angelo che sei mesi dopo si presenterà a Maria, a Nazaret) che gli annunciava che, malgrado l’età avanzata, lui e la moglie avrebbero avuto un figlio. Dovevano chiamarlo Giovanni e sarebbe stato grande davanti al Signore.
    Luca ha cura di precisare che Zaccaria apparteneva alla classe sacerdotale di Abia e che quando ebbe l'apparizione officiava nel turno della sua classe. In effetti, coloro che nell'antico Israele appartenevano alla casta sacerdotale erano divisi in 24 classi che, avvicendandosi in ordine immutabile, dovevano prestare servizio liturgico al tempio per una settimana, due volte l'anno. Sapevamo che la classe di Zaccaria, quella di Abia, era l'ottava, nell'elenco ufficiale. Ma quando cadevano i suoi turni di servizio? Nessuno lo sapeva.
    Ebbene, utilizzando anche ricerche svolte da altri specialisti e lavorando, soprattutto, su testi rinvenuti nella biblioteca essena di Qumran, ecco che l'enigma è stato violato dal professor Shemarjahu Talmon che, come si diceva, insegna alla Università ebraica di Gerusalemme. Lo studioso, cioè, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si susseguivano le 24 classi sacerdotali. Quella di Abia prestava servizio liturgico al tempio due volte l'anno, come le altre, e una di quelle volte era nell'ultima settimana di settembre. Dunque, era verosimile la tradizione dei cristiani orientali che pone tra il 23 e il 25 settembre l'annuncio a Zaccaria. Ma questa verosimiglianza si è avvicinata alla certezza perché, stimolati dalla scoperta del professor Talmon, gli studiosi hanno ricostruito la filiera di quella tradizione, giungendo alla conclusione che essa proveniva direttamente dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Una memoria antichissima quanto tenacissima, quella delle Chiese d'Oriente, come confermato in molti altri casi.
    Ecco, dunque, che ciò che sembrava mitico assume, improvvisamente, nuova verosimiglianza. Una catena di eventi che si estende su 15 mesi: in settembre l'annuncio a Zaccaria e il giorno dopo il concepimento di Giovanni; in marzo, sei mesi dopo, l'annuncio a Maria; in giugno, tre mesi dopo, la nascita di Giovanni; sei mesi dopo, la nascita di Gesù. Con quest'ultimo evento arriviamo giusto al 25 dicembre. Giorno che, dunque, non fu fissato a caso.”

    Ciò che viene fuori da queste recenti scoperte è la conferma che il 23 settembre e il 24 giugno per l’annuncio e la nascita di Giovanni il Battista, e il 25 marzo e il 25 dicembre per l’annunciazione di Gesù e per la sua nascita, non furono arbitrarie, e non provengono da ideologie di riporto. Le Chiese, infatti, avevano conservato memorie ininterrotte, e quando decisero di renderle celebrazioni “liturgiche” non fecero che sanzionare un uso immemorabile della devozione popolare. Dunque, dagli studi si può confermare quello di cui tutti noi cattolici siamo certi da sempre, cioè che il cristianesimo non è soltanto, o meglio, non è affatto costituito dalla devozione alle Scritture, per cui quello che non è scritto nella Bibbia non è ortodosso. Infatti, la Chiesa è un popolo che ha tramandato per migliaia di anni, anche “solo” attraverso il medium della “tradizione”, verità e credenze che dall’autorità vengono poi riconosciute e avallate nel momento in cui rischiano di essere dimenticate o confuse.

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    Trianello
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    00 26/12/2009 09:39
    A questo proposito, ecco anche un interessante articolo di Zenit:

    NATALE: la storia conferma la nascita di Gesù il 25 dicembre

    di Michele Loconsole*

    ROMA, lunedì, 21 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Molti si interrogano se Gesù sia nato veramente il 25 dicembre. Ma cosa sappiamo in realtà sulla storicità della sua data di nascita? I Vangeli, come è noto, non precisano in che giorno è nato il fondatore del cristianesimo.

    E allora, come mai la Chiesa ha fissato proprio al 25 dicembre il suo Natale? È vero, inoltre, che questa festa cristiana - seconda solo alla Pasqua - è stata posta al 25 dicembre per sostituire il culto pagano del dio Sole, celebrato in tutto il Mediterraneo anche prima della nascita di Gesù?

    Cominciamo col dire che il solstizio d’inverno – data in cui si festeggiava nelle culture politeiste il Sol Invictus - cade il 21 dicembre e non il 25.

    In secondo luogo è bene precisare che la Chiesa primitiva, soprattutto d’Oriente, aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte.

    Dato che è stato ricavato dallo studio della primitiva tradizione di matrice giudeo-cristiana - risultata fedelissima al vaglio degli storici contemporanei - e che ha avuto origine dalla cerchia dei familiari di Gesù, ossia dalla originaria Chiesa di Gerusalemme e di Palestina.

    E allora, se la Chiesa ha subito fissato al 25 dicembre la nascita di Gesù, abbiamo oggi prove documentali e archeologiche che possono confermare la veneranda tradizione ecclesiale? La risposta è si.

    Nel 1947 un pastorello palestinese trova casualmente una giara, semisepolta in una grotta del deserto di Qumran, un’arida regione a pochi chilometri da Gerusalemme. La località era stata sede della comunità monastica degli esseni, che oltre all’ascetismo praticava la copiatura dei testi sacri appartenuti ai loro antenati israeliti. I monaci del Mar Morto produssero in pochi decenni una grande quantità di testi, poi nascosti in grandi anfore per salvarli dall’occupazione romana del 70 d.C.

    All’indomani della fortunata scoperta, archeologi di tutto il mondo avviarono una grande campagna di scavi nell’intera zona desertica, rinvenendo ben 11 grotte, che custodivano, da quasi venti secoli, numerosi vasi e migliaia di manoscritti delle Sacre Scritture israelitiche, arrotolati e ben conservati.

    Tra questi importanti documenti, uno ci interessa particolarmente: è il Libro dei Giubilei, un testo del II secolo a.C.

    La fonte giudaica ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date in cui le classi sacerdotali di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno.

    Il testo in questione riferisce poi che la classe di Abia, l’VIII delle ventiquattro che ruotavano all’officiatura del Tempio - classe sacerdotale cui apparteneva il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista - entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre.

    La notizia apparentemente secondaria si è rivelata invece una vera bomba per gli studiosi del cristianesimo antico. Infatti, se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo il vangelo di Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, che gli ha comunicato - nonostante la sua vecchia età e la sterilità della moglie Elisabetta - che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno, nove mesi circa dopo l’Annuncio dell’angelo.

    Guarda caso gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni.

    Detto ciò, Maria potrebbe avere avuto la visita, sempre di Gabriele, giorno dell’Annunciazione, proprio il 25 marzo. Infatti, quando Maria si reca da sua cugina Elisabetta, subito dopo le parole dell’Arcangelo, per comunicare la notizia del concepimento di Gesù, l’evangelista annota: “Elisabetta era al sesto mese di gravidanza”.

    Passo evangelico che mette in evidenza la differenza di sei mesi tra Giovanni e Gesù. E allora, se Gesù è stato concepito il 25 marzo, la sua nascita può essere ragionevolmente commemorata il 25 dicembre, giorno più, giorno meno.

    Se così stanno i fatti - e la fonte qumranica li documenta - possiamo affermare senza tema di smentita che grazie alla scoperta della prezioso testo, avvenuto appena sessant’anni fa, la plurimillenatria tradizione ecclesiastica è confermata: le ricorrenze liturgiche dei concepimenti e dei giorni di nascita, sia di Giovanni che soprattutto di Gesù, si sono rivelati pertanto compatibili con la scoperta archeologica del Deserto di Giuda.

    Cosa sarebbe accaduto se, per esempio, avessimo scoperto che il sacerdote Zaccaria fosse entrato nel Tempio nel mese di marzo o di luglio? Tutte le date liturgiche che ricordano i principali avvenimenti dei due personaggi evangelici sopra citati sarebbero diverse da quelle indicate dalla tradizione ecclesiale. E subito gli scettici, strappandosi le vesti, avrebbero gridato al mondo intero che la Chiesa si è inventata tutto, compreso la data di nascita del suo fondatore.

    Ma l’indagine non è ancora terminata! Alcuni detrattori della storicità della data del Natale al 25 dicembre hanno, infatti, osservato che in quel mese - cioè in pieno inverno - gli angeli non potevano incontrare in aperta campagna e di notte greggi e pastori a cui dare la lieta notizia della nascita del Salvatore dell’umanità.

    Eppure, quanti sostengono questa ipotesi dovrebbe sapere che nell’ebraismo tutto è soggetto alle norme di purità. Secondo non pochi antichi trattati ebraici, i giudei distinguono tre tipi di greggi.

    Il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca: considerate pure, possono rientrare, dopo i pascoli, nell’ovile del centro abitato. Un secondo gruppo è, invece, formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera: questi ovini possono entrare a sera nell’ovile, ma il luogo del ricovero deve essere obbligatoriamente al di fuori del centro abitato.

    Un terzo gruppo, infine, è formato da pecore la cui lana è nera: questi animali, ritenuti impuri, non possono entrare né in città né nell’ovile, neppure dopo il tramonto, quindi costretti a permanere all’aperto con i loro pastori sempre, giorno e notte, inverno e estate.

    Non dimentichiamo, poi, che il testo evangelico riferisce che i pastori facevano turni di guardia: fatto che appare comprensibile solo se la notte è lunga e fredda, proprio come quelle d’inverno. Ricordo che Betlemme è ubicata a 800 metri sul livello del mare.

    Alla luce di queste considerazioni, possiamo ritenere risolto il mistero: i pastori e le greggi incontrati dagli angeli in quella santa notte a Betlemme appartengono al terzo gruppo, formato da sole pecore nere. Prefigurazione, se vogliamo, di quella parte della società, composta da emarginati, esclusi, derelitti e peccatori che tanto piacerà avvicinare al Gesù predicatore.

    In conclusione, possiamo dunque affermare non solo che Gesù è nato proprio il 25 dicembre ma che i vangeli dicono la verità storica circa i fatti accaduti nella notte più santa di tutti i tempi: coloriamo di nero le bianche pecorelle dei nostri presepi e saremo più fedeli non solo alla storia quanto al cuore dell’insegnamento del Nazareno.

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    * Il prof. Michele Loconsole è dottore in Sacra Teologia ecumenica, Presidente dell’associazione internazionale ENEC (L’EUROPE – NEAR EAST CENTRE) e Vicepresidente della Fondazione Nikolaos e dell’Associazione Puglia d'Oriente. Ha pubblicato recentemente il volume “Il simbolo della croce. Storia e liturgia” (Bari 2009).

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