Avendo aperto questo 3D per una disquisizione con Felio, ritengo doveroso da parte mia verso gli altri rispondere anche se in maniera molto breve e sintetica alle domande esposte.
L’argomentazione verrà divisa in due parti, esegesi Marciana, e aspetto teologico.
Il vangelo secondo Marco.
Marco è un vangelo che insieme a Matteo e Luca rientra nella definizione della Sinossi, ossia entrambi sono sinottici, in quando condividono una parte dei loro racconti, se poniamo su tre colonne i suddetti vangeli si possono notare delle somiglianze di uno stesso argomento e ciò è importante per noi in quando ci permettono di avere una veduta più ampia di un certo avvenimento.
Il vangelo secondo Marco è il primo del genere Letterario(Evangelo di Cristo) , si colloca in un periodo di grande difficoltà per la nascente comunità cristiana(Chiesa), nel periodo 64 d.c imperversava la feroce persecuzione verso i cristiani dall’imperatore Nerone il quali li accusò di avere incendiato Roma, in questo stato di difficoltà il vangelo Marciano fu di incoraggiamento per tutta la comunità.
La data del vangelo di Marco va collocata tra il 64 e il 70 d.c, ed il luogo con una ragionevole certezza è Roma, il fatto che fu composto nella capitale dell’impero romano ne favorì la sua diffusione in tutte le comunità cristiane del medesimo, supportata anche dall’importanza della comunità di Roma.
I destinatari del vangelo erano i cristiani provenienti dal paganesimo, Marco spiega loro le usanze ebraiche ne spiega il senso evitando di usare la parola “Legge - Nòmos” per indicare la Torà la quale non corrisponde al codice di leggi romane.
La lingua usata era quella dell’epoca il Greco, ma Marco non era una persona di grande cultura ellenica, il suo greco era povero non articolato grammaticalmente a ciò il suo scritto risultò semplice esponendo l’essenziale.
Marco non era stato un discepolo di Gesù, bensì lo fu di S. Paolo e in seguito di S. Pietro, dove dunque attinse le informazioni trasmesseci?, non poteva essere Paolo in quanto neanche lui fu un diretto testimone oculare, essendo Marco un discepolo di Pietro ebbe da lui varie informazioni, ma altre le ebbe dalla fonte “Q”, esegeti sono orientati su un Proto-vangelo di Marco, ossia una “bozza” stilata qualche tempo prima e che in seguito fu da egli perfezionata con informazione della fonte “Q”, comunque questa è una ipotesi.
Il vangelo secondo Marco è collocato come secondo in ordine canonico anche se primo in ordine cronologico, come primo vangelo fu molto usato dalle comunità cristiane, esso fu in quel periodo molto importante in quando rafforzò la loro fede nel Cristo Risorto, ma ben presto la sua importanza diminuì quando emersero i vangeli di Matteo e Luca, i quali furono rispetto a Marco più completi, più ricchi di particolari, basti pensare alla brevità di Marco, 16 capitoli e senza conclusione, infatti termina in modo brusco al capitolo 16,8 "
Ed (esse) uscite fuggirono dal sepolcro, perché le aveva prese tremore e stupore. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura."
Da ciò si evince la mancanza di una conclusione, manca ciò che i discepoli di Cristo dovevano fare, manca l’incoraggiamento, è come se a Marco la parte finale non interessasse, (ma questo lo si vedrà meglio nella trattazione del suo contenuto) ecco dunque che vi è stata fatta un’aggiunta cap. 16, 9 a 20 affinché il vangelo avesse una sua conclusione.
Fatto interessante è che per molti secoli in vangelo secondo Marco fu “quasi” dimenticato, non gli fu riconosciuta l’importanza che meritava, e questo fino alla metà del XIX secolo, quando fu riscoperto Marco sotto l’aspetto critico – letterario e sotto l’aspetto storico, negli anni cinquanta del secolo scorso si riscopri Marco anche sotto l’aspetto Teologico.
Nella seconda parte tratteremo brevemente il corpo del vangelo, i cinque aspetti Teologici del Cristo.
Franco
[Modificato da francocoladarci 24/12/2010 09:53]
“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”
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