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Studio rivela: rivolgersi a Dio è come parlare a un amico

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  • principessac
    00 10/01/2011 11:45
    Studio rivela: rivolgersi a Dio è come parlare a un amico10 aprile 2009
    La ricerca su venti fedeli cristiani condotta da Uffe Schjodt, dell’università di Aarhus in Danimarca pubblicato su “New Scientist”

    NON c’è nulla di mistico in una preghiera. Per il nostro cervello rivolgersi a Dio è come parlare a un amico in carne e ossa. Un gruppo di scienziati ha infatti esaminato le reazioni cerebrali di un gruppo di fedeli impegnati nella ricerca di un conforto spirituale attraverso un dialogo con Dio, scoprendo che si attivano le stesse aree di una normalissima conversazione. Cosa che non capita quando ci si rivolge a Babbo Natale. Mentre quando si recita una preghiera a memoria si attivano esclusivamente le zone adibite alla ripetizione.

    Lo studio si è concentrato esclusivamente sulla religione cristiana ed è stato condotto da Uffe Schjodt, dell’università di Aarhus in Danimarca pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience e riportato sul magazine britannico New Scientist. Gli esperti hanno chiesto ai venti devoti volontari in prima battuta di recitare il Padrenostro o una filastrocca per bambini: in entrambi casi la risonanza magnetica mostra che nel loro cervello si accendono aree associate alla ripetizione.

    Poi hanno chiesto loro di parlare con Dio, con preghiere personali, o di parlare con Babbo Natale per esprimere i propri desideri sotto l’albero. In questo caso la risonanza mostra che si accendono le aree della conversazione e che, in particolare, quando ci si rivolge a Dio sono attive anche aree della corteccia prefrontale che servono a capire intenzioni ed emozioni altrui, cosa che succede sempre di fronte a un interlocutore in carne ed ossa. Ciò però non avviene quando si parla con Babbo Natale.

    In base a questi risultati, secondo Schjodt rivolgersi a Dio è come parlare con una persona, mentre Babbo Natale non sprigiona gli stessi effetti perché si è consapevoli dell’aspetto simbolico e lo si considera più un “oggetto”, il protagonista di una leggenda.

    Fonte: Repubblica.it

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    00 10/01/2011 12:42
    Re:
    principessac, 10/01/2011 11.45:

    Studio rivela: rivolgersi a Dio è come parlare a un amico10 aprile 2009
    La ricerca su venti fedeli cristiani condotta da Uffe Schjodt, dell’università di Aarhus in Danimarca pubblicato su “New Scientist”

    NON c’è nulla di mistico in una preghiera. Per il nostro cervello rivolgersi a Dio è come parlare a un amico in carne e ossa. Un gruppo di scienziati ha infatti esaminato le reazioni cerebrali di un gruppo di fedeli impegnati nella ricerca di un conforto spirituale attraverso un dialogo con Dio, scoprendo che si attivano le stesse aree di una normalissima conversazione. Cosa che non capita quando ci si rivolge a Babbo Natale. Mentre quando si recita una preghiera a memoria si attivano esclusivamente le zone adibite alla ripetizione.

    Lo studio si è concentrato esclusivamente sulla religione cristiana ed è stato condotto da Uffe Schjodt, dell’università di Aarhus in Danimarca pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience e riportato sul magazine britannico New Scientist. Gli esperti hanno chiesto ai venti devoti volontari in prima battuta di recitare il Padrenostro o una filastrocca per bambini: in entrambi casi la risonanza magnetica mostra che nel loro cervello si accendono aree associate alla ripetizione.

    Poi hanno chiesto loro di parlare con Dio, con preghiere personali, o di parlare con Babbo Natale per esprimere i propri desideri sotto l’albero. In questo caso la risonanza mostra che si accendono le aree della conversazione e che, in particolare, quando ci si rivolge a Dio sono attive anche aree della corteccia prefrontale che servono a capire intenzioni ed emozioni altrui, cosa che succede sempre di fronte a un interlocutore in carne ed ossa. Ciò però non avviene quando si parla con Babbo Natale.

    In base a questi risultati, secondo Schjodt rivolgersi a Dio è come parlare con una persona, mentre Babbo Natale non sprigiona gli stessi effetti perché si è consapevoli dell’aspetto simbolico e lo si considera più un “oggetto”, il protagonista di una leggenda.

    Fonte: Repubblica.it






    [SM=g10400] [SM=g10400] Principessac [SM=g7958]


    non ci ho capito più di "tanto"!
    non puoi essere più chiara?
    mettere il link, riguardante la "notizia", o citare
    l'eventuale pubblicazione della WTS S.p.a.!

    Citare comunque la fonte, da cui hai "ricavato" questa notizia.

    Grazie [SM=g7958] [SM=g7958]




    [SM=g1902224]






    Piero







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  • Elyy.
    00 10/01/2011 13:19
    Piero, guarda che Principessa la fonte l'ha messa!!

    Comunque è uno studio interessante su cui ognuno di noi potrebbe esprimere le proprie opinioni.

    Le preghiere:

    Le preghiere dette a memoria a mò di filastrocca penso abbiano un loro scopo. Per esempio, lo scopo che io ritengo valido è quello di elevare all'unisono le stesse espressioni di supplica o di lode o di richiesta allo stesso Dio, cosa che con preghiere dette a parole proprie non sarebbe possibile.
    Non sono d'accordo che le preghiere dette a memoria smuovono gli stessi neuroni delle filastrocche dette a memoria perchè se le filastrocche non toccano nessun punto di fede, le preghiere sì e ogni parola, ogni frase di quelle preghiere tocca e attiva delle credenze che è bello rammemorare.

    Penso che le preghiere "parlate" cioè quelle espresse a Dio come se parlassimo a un padre o a un amico, siano perfette da esprimere nel nostro intimo, quando siamo da soli. In questo caso, infatti, ritengo inutile recitare a memoria delle preghiere redatte da altri.

    Ciao
    Ely


    [Modificato da Elyy. 10/01/2011 13:20]
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    mlp-plp
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    00 10/01/2011 13:29
    Re:
    Elyy., 10/01/2011 13.19:

    Piero, guarda che Principessa la fonte l'ha messa!!

    Comunque è uno studio interessante su cui ognuno di noi potrebbe esprimere le proprie opinioni.

    Le preghiere:

    Le preghiere dette a memoria a mò di filastrocca penso abbiano un loro scopo. Per esempio, lo scopo che io ritengo valido è quello di elevare all'unisono le stesse espressioni di supplica o di lode o di richiesta allo stesso Dio, cosa che con preghiere dette a parole proprie non sarebbe possibile.
    Non sono d'accordo che le preghiere dette a memoria smuovono gli stessi neuroni delle filastrocche dette a memoria perchè se le filastrocche non toccano nessun punto di fede, le preghiere sì e ogni parola, ogni frase di quelle preghiere tocca e attiva delle credenze che è bello rammemorare.

    Penso che le preghiere "parlate" cioè quelle espresse a Dio come se parlassimo a un padre o a un amico, siano perfette da esprimere nel nostro intimo, quando siamo da soli. In questo caso, infatti, ritengo inutile recitare a memoria delle preghiere redatte da altri.

    Ciao
    Ely







    Ti riferisci a questo?

    """"Studio rivela: rivolgersi a Dio è come parlare a un amico10 aprile 2009"""



    "prendi" delle fonti chiare x tutti:
    blog.libero.it/Rober5/9660157.html
    www.repubblica.it/2009/04/sezioni/scienze/parlare-con-dio/parlare-con-dio/parlare-con-...
    www.blitzquotidiano.it/societa/studio-rivela-pregare-e-come-parlare-ad-un-amico-14291/?comme...
    [SM=g8862] penso...vada meglio x le ricerche...



    [SM=g10400]



    Piero





    [Modificato da mlp-plp 10/01/2011 13:52]
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    Luna Nuova@
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    00 10/01/2011 17:24
    Che scoperta!!
    Se crediamo in Dio è naturale che parlare con Lui è come parlare con una persona in carne e ossa!!! Viceversa parlare con Babbo Natale, specialmente per degli adulti, è come parlare con nessuno, perchè ovviamente gli adulti sanno che non esiste!!
    Se quando preghiamo lo facciamo con il cuore, le nostre preghiere saranno ascoltate, indipendentemente se le preghiere sono dette a memoria o personali, perchè Dio legge nei cuori!!


    P.S. Per Principessac [SM=g9581]
    Ci scommetto che questa ricerca l'hai tratta da una rivista dei TdG!! [SM=x2081762]


    Luna Nuova@ [SM=g7430]
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    Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare.(O. Fallaci)
  • principessac
    00 10/01/2011 17:59
    Re: Re:
    mlp-plp, 10/01/2011 12.42:





    [SM=g10400] [SM=g10400] Principessac [SM=g7958]


    non ci ho capito più di "tanto"!
    non puoi essere più chiara?
    mettere il link, riguardante la "notizia", o citare
    l'eventuale pubblicazione della WTS S.p.a.!

    Citare comunque la fonte, da cui hai "ricavato" questa notizia.

    Grazie [SM=g7958] [SM=g7958]




    [SM=g1902224]
    sotto il link

    www.tdgnews.it/portal/?cat=5&paged=2



    Piero











  • principessac
    00 10/01/2011 18:02
    Re: Che scoperta!!
    Luna Nuova@, 10/01/2011 17.24:

    nei cuori!!


    P.S. Per Principessac [SM=g9581]
    Ci scommetto che questa ricerca l'hai tratta da una rivista dei TdG!! [SM=x2081762]


    Luna Nuova@ [SM=g7430]




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    mauro.68
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    00 10/01/2011 21:57
    Anch'io ho sempre trovato più giusto parlare a Dio in preghiera come se fosse un padre o un amico, anche prima di conoscere e iniziare lo studio con i tdg, penso che le parole dovrebbero arrivare dal cuore così come si sente la persona in quel momento, la preghiera tipo filastrocca la vedo più come una cosa collettiva, tipo messe.

    [SM=g1916242] Mauro