Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

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Liturgia della domenica

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  • principessac
    00 04/03/2011 17:16
    dove vedi l'incoerenza CAVDA ? [SM=g7413]
  • cavdna
    00 04/03/2011 23:31
    Re:

    vi saluto in CRISTO SIGNORE

    mia cara sorella "principessac" che scrivi :

    principessac, 04/03/2011 17.16:

    dove vedi l'incoerenza CAVDA ? [SM=g7413]



    R I S P O S T A

    mia cara sorella


    vorrei porgere alla Tua attenzione che il mio nik E' cavdna
    e non cavda

    e comunque, provo ad allargare

    io non ho parlato di una Tua incoerenza

    ho detto che in riferimento al brano del Vangelo
    non vi E' concordanza tra la Tua affermazione
    e ciò che i Padri della Chiesa insegnano

    mentre Tu dici che DIO non approva le richezze:
    "dice che non si puo' servire Dio e cercare di diventare ricchi "

    i Padri dicono che E' DIO stesso che ci arricchisce di ogni bene:
    ".....egli vuole che non per tuo studio, bensì per sua grazia, tu diventi ricco...."


    inoltre,
    questo brano del Vangelo ci fa comprendere che se vogliamo essere alzarti/innalzati, dobbiamo abbassarci

    se vogliamo essere grandi, dobbiamo divenire piccoli

    se vogliamo essere i primi, dobbiamo essere gli ultimi

    questo perché il MAESTRO non E' venuto per farsi servire

    ma per servire

    e anche Noi che dobbiamo essere una cosa sola con LUI e in LUI, dobbiamo avere gli stessi "sentimenti" di CRISTO GESU'
    ".....Disprezza le ricchezze, se vuoi possedere le ricchezze; sii povero, se vuoi essere ricco......"

    grazie [SM=x2515799] [SM=x2501964] [SM=x2515799]

    vi saluto in CRISTO RISORTO




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    lovelove84
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    00 05/03/2011 09:45
    Re: Re:
    cavdna, 04/03/2011 23.31:


    vi saluto in CRISTO SIGNORE

    mia cara sorella "principessac" che scrivi :



    R I S P O S T A

    mia cara sorella


    vorrei porgere alla Tua attenzione che il mio nik E' cavdna
    e non cavda

    e comunque, provo ad allargare

    io non ho parlato di una Tua incoerenza

    ho detto che in riferimento al brano del Vangelo
    non vi E' concordanza tra la Tua affermazione
    e ciò che i Padri della Chiesa insegnano

    mentre Tu dici che DIO non approva le richezze:
    "dice che non si puo' servire Dio e cercare di diventare ricchi "

    i Padri dicono che E' DIO stesso che ci arricchisce di ogni bene:
    ".....egli vuole che non per tuo studio, bensì per sua grazia, tu diventi ricco...."


    inoltre,
    questo brano del Vangelo ci fa comprendere che se vogliamo essere alzarti/innalzati, dobbiamo abbassarci

    se vogliamo essere grandi, dobbiamo divenire piccoli

    se vogliamo essere i primi, dobbiamo essere gli ultimi

    questo perché il MAESTRO non E' venuto per farsi servire

    ma per servire

    e anche Noi che dobbiamo essere una cosa sola con LUI e in LUI, dobbiamo avere gli stessi "sentimenti" di CRISTO GESU'
    ".....Disprezza le ricchezze, se vuoi possedere le ricchezze; sii povero, se vuoi essere ricco......"

    grazie [SM=x2515799] [SM=x2501964] [SM=x2515799]

    vi saluto in CRISTO RISORTO







    Si nel cuore devi avere tutto questo, ma ciò mi impedisce di trovare, rifiutare o lavorare di più per avere un po più di soldi?se faccio questo significa che ho messo Dio dopo?

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    AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...
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    mamy16
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    00 05/03/2011 14:32
    In questo brano io capisco/penso che se uno ha bisogno di lavorare di più per la famiglia(o le necessità del momento)

    no deve mai dimenticare DIO e il prossimo(i più bisognosi)

    e mai mettere la fame di guadagno al primo posto cioè mammona,

    bisogna rendere grazie a DIO di quello che si ha e condividere (per quel che è possibile)con i meno fortunati

    non si deve contare su quello che uno possiede,questa è idolatria alla "ricchezza"


    Se sbaglio corregetemi [SM=x2501775]

    Mamy [SM=g2501916]
    VIVA LA VITA .
  • Elyy.
    00 05/03/2011 21:58
    Re:
    mamy16, 05/03/2011 14.32:

    In questo brano io capisco/penso che se uno ha bisogno di lavorare di più per la famiglia(o le necessità del momento)

    no deve mai dimenticare DIO e il prossimo(i più bisognosi)

    e mai mettere la fame di guadagno al primo posto cioè mammona,

    bisogna rendere grazie a DIO di quello che si ha e condividere (per quel che è possibile)con i meno fortunati

    non si deve contare su quello che uno possiede,questa è idolatria alla "ricchezza"


    Se sbaglio corregetemi [SM=x2501775]

    Mamy [SM=g2501916]



    [SM=x2502117]
    Ely
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    opepo
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    00 05/03/2011 23:31
    Re:
    mamy16, 05/03/2011 14.32:

    In questo brano io capisco/penso che se uno ha bisogno di lavorare di più per la famiglia(o le necessità del momento)

    no deve mai dimenticare DIO e il prossimo(i più bisognosi)

    e mai mettere la fame di guadagno al primo posto cioè mammona,

    bisogna rendere grazie a DIO di quello che si ha e condividere (per quel che è possibile)con i meno fortunati

    non si deve contare su quello che uno possiede,questa è idolatria alla "ricchezza"


    Se sbaglio corregetemi [SM=x2501775]

    Mamy [SM=g2501916]




    Condivido e aggiungo che Gesù parla proprio di servire o Dio o la ricchezza..e quando uno serve è schiavo...essere schiavi di Dio è fare il volere di Dio...essere schiavi della ricchezza è fare il volere della ricchezza
    Se la ricchezza è il nostro padrone..e il nostro cuore ama questo padrone allora stiamo amando qualcosa di insicuro che può essere rubato e quindi non appartenerci più..se il nostro tesoro è invece Dio allora possiamo stare sicuri che questo non potrà mai essere depredato




    APRI I MIEI OCCHI, O DIO, PERCHÈ SPESSO SIAMO VICINI AL RUSCELLO E NON VEDIAMO L'ACQUA.
  • cavdna
    00 06/03/2011 12:49
    Re: Re: Re:
    vi saluto in CRISTO SIGNORE

    mia cara sorella in CRISTO "lovelove.." che scrivi :

    lovelove84, 05/03/2011 9.45:



    Si nel cuore devi avere tutto questo, ma ciò mi impedisce di trovare, rifiutare o lavorare di più per avere un po più di soldi?se faccio questo significa che ho messo Dio dopo?




    R I S P O S T A

    mia cara sorella


    lo Scritto del Padre della Chiesa che io ho proposto all'attenzione

    vuole indicarci che l'Uomo deve "operare/agire" (perché E' questo quello che DIO vuole dall'Uomo - sin dalla Principio/Genesi), e questo "operare/agire" deve avvenire prima di tutto nella SUA ricerca e sarà LUI che ci ricompenserà di ogni bene (spirituale/materiale)
    e tutto il bene che noi riceviamo, non lo dobbiamo trattenere per il nostro avido possesso
    ma per la condivisione con il prossimo
    i tesori (materiali/spirituali) che riceviamo li dobbiamo porgere/offrire al servizio dei fratelli

    DIO ci salva attraverso l'agire dell'Uomo
    ed allora,
    l'Uomo si salva attraverso lo stesso Uomo

    per esempio???

    GESU' per resuscitare Lazzaro (era morto ma doveva ritornare in vita)
    avrebbe potuto da solo spostare la pietra che era posta innanzi al sepolcro

    ed invece chiede che questo "inapparente gesto" (ma molto significativo) lo svolga l'Uomo

    grazie [SM=x2515799] [SM=x2501964] [SM=x2515799]

    vi saluto in CRISTO RISORTO





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    lovelove84
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    00 06/03/2011 14:29
    Domenica 6 marzo 2011
    In questo brano del Vangelo riconosciamo due parti. Nella prima Gesù ci dice che non farà nessuna distinzione fra gli
    uomini: non è perché avremo detto: “Signore, Signore”, profetato e compiuto miracoli nel suo nome che saremo riconosciuti da lui in quel giorno, ma solo perché avremo fatto la volontà del Padre, proprio come lui. La volontà del Padre è che noi ascoltiamo e crediamo colui che egli ha inviato, perché soltanto con la fede in Gesù Cristo riceveremo la giustizia di Dio, come ci suggerisce la seconda lettura. Se non avremo fede, invece, ascolteremo questa risposta: “Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità”.
    Nella seconda parte Gesù dice che noi possiamo reagire in due modi diversi alle sue parole. Dobbiamo capire che questo discorso, insieme a quello della montagna, è una sintesi del suo insegnamento; infatti la giustizia, l’elemosina, la preghiera, l’abbandonarsi fra le braccia della Provvidenza costituiscono la regola d’oro del suo insegnamento: “Fate agli altri quello che vorreste facessero a voi”, regola che Giovanni ci trasmetterà in questo modo: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati”. Noi possiamo mettere in pratica le parole di Gesù e, in questo caso, costruiamo sulla roccia, appoggiandoci non sulle nostre forze o sulle nostre opere, ma su Cristo. “Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (1Cor 3,11). Ma possiamo anche non mettere in pratica le sue parole e allora costruiamo sulla sabbia, votandoci a soccombere alle prime difficoltà.
    Possa Gesù Cristo essere sempre per noi una roccia e un baluardo dove essere al riparo.

    Prima lettura

    Dt 11,18.26-28.32
    Io pongo davanti a voi benedizione e maledizione.

    Dal libro del Deuteronòmio

    Mosè parlò al popolo dicendo:
    «Porrete nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi.
    Vedete, io pongo oggi davanti a voi benedizione e maledizione: la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do; la maledizione, se non obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, e se vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto.
    Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che oggi io pongo dinanzi a voi».

    Parola di Dio



    Seconda lettura

    Rm 3,21-25a.28
    L’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

    Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono.
    Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue.
    Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.

    Parola di Dio



    Vangelo



    Mt 7,21-27
    La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

    + Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
    In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
    Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
    Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

    Parola del Signore

    www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/21831.html
    Punti salineti:

    "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci" (7,15)
    "Attenti, il pericolo non sta solo fuori ma anche dentro". Non tutti quelli che vi parlano di Dio vengono da Dio; non tutti quelli che sono "di Dio" vengono da Dio. State attenti.
    E questo ci ricorda che non basta dire: "Ma io ho fatto quello che mi è stato detto!; ma a me hanno detto così; ma la chiesa dice questo; ma c'è scritto così!". Non ci si può giustificare: bisogna verificare di persona chi lo dice e se è attendibile ciò che dice.

    Il vero profeta, dice Gesù (che ha la Vita in sé), ti tira fuori la tua vitalità, ti aiuta ad essere più te stesso, più radicato, più autonomo, più libero; il vero profeta tocca le corde della tua anima e le fa risuonare.
    Le parole del profeta ti aiuteranno a diventare una roccia, forte, a diventare te stesso e ad andare per la tua strada; un falso profeta vorrà conformarti, tenerti legato (in nome di Dio!), renderti dipendente a qualcosa.
    Il vero profeta ti dirà: "Vai", quello falso: "Resta". Il vero: "Ascolta il tuo cuore, scegli e prenditi le tue conseguenze", quello falso: "Ascolta me; si fa così! ". Quello vero: "Sii vero e fedele a te stesso", quello falso: "Non si può fare quello che si vuole; ci vogliono i compromessi; bisogna adattarsi". Quello vero: "Osa la tua vita", quello falso: "Stai attento, meglio non rischiare troppo". Quello vero: "In ogni caso io ci sono", quello falso: "Te l'avevo detto, potevi pensarci prima".

    E Gesù dice pure: "Attenti a quelli che dicono sempre "Signore, Signore"", a quelli che hanno sempre in bocca Dio e che lo tirano fuori da tutte le parti.
    Mio nonno diceva: "La lingua batte dove il dente duole". Come la lingua involontariamente torna a toccare il dente dolorante e ne risveglia subito il dolore, così pensieri o discorsi che tornano sempre sui soliti argomenti, che insistono sempre su certi temi ne rivelano, che lo vogliamo o no, un problema.
    Avere in bocca "Dio" e parlare sempre di Lui non vuol dire essere suoi discepoli.


    www.gioba.it/?p=1092

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    lovelove84
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    00 13/03/2011 11:55
    DOMENICA 13 MARZO 2011
    Gesù viene presentato come il nuovo Adamo che, contrariamente al primo, resiste alla tentazione. Ma egli è anche il rappresentante del nuovo Israele che, contrariamente al popolo di Dio durante la traversata del deserto che durò quarant’anni, rimette radicalmente la sua vita nelle mani di Dio - mentre il popolo regolarmente rifiutava di essere condotto da Dio.
    In ognuno dei tre tentativi di seduzione, si tratta della fiducia in Dio. Si dice, nel Deuteronomio (Dt 6,4): “Ascolta, Israele: Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”. Significa esigere che Dio sia il solo ad essere amato da Israele, il solo di cui fidarsi. Ciò significa anche rinunciare alla propria potenza, a “diventare come Dio” (Gen 3,5).
    A tre riprese, Satana tenta Gesù a servirsi del suo potere: della sua facoltà di fare miracoli (v. 3), della potenza della sua fede che pretenderebbe obbligare Dio (v. 6), della dominazione del mondo sottomettendosi a Satana e al suo governo di violenza (v. 9). Gesù resiste perché Dio è nel cuore della sua esistenza, perché egli vive grazie alla sua parola (v. 4), perché egli ha talmente fiducia in lui che non vuole attentare alla sua sovranità né alla sua libertà (v. 7), perché egli sa di essere impegnato esclusivamente a servirlo (v. 10).

    Prima lettura

    Gen 2,7-9; 3,1-7
    La creazione dei progenitori e il loro peccato.


    Dal libro della Gènesi

    Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
    Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
    Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
    Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

    Parola di Dio

    Seconda lettura

    Rm 5,12-19
    Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia.



    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

    Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
    Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
    Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
    Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

    Parola di Dio.

    Vangelo



    Mt 4,1-11
    Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.








    + Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
    Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
    Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
    Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

    Parola del Signore

    www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/21897.html

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    00 27/03/2011 13:55
    La conversazione di Gesù con la Samaritana si svolge sul tema dell’“acqua viva”. Quest’acqua è indispensabile alla vita, e non è sorprendente che, nelle regioni del Medio Oriente dove regna la siccità, essa sia semplicemente il simbolo della vita e, anche, della salvezza dell’uomo in un senso più generale.
    Questa vita, questa salvezza, si possono ricevere solo aprendosi per accogliere il dono di Dio. È questa la convinzione dell’antico Israele come della giovane comunità cristiana. E l’autore dei Salmi parla così al suo Dio: “È in te la sorgente della vita” (Sal 036,10). Ecco la sua professione di fede: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio” (Sal 042,2). La salvezza che Dio porta viene espressa con l’immagine della sorgente che zampilla sotto l’entrata del tempio e diventa un grande fiume che trasforma in giardino il deserto della Giudea e fa del mar Morto un mare pieno di vita (Ez 47,1-12). Gesù vuole offrire a noi uomini questa salvezza e questa vita. Per calmare definitivamente la nostra sete di vita e di salvezza. “Io, sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

    Prima lettura

    Es 17,3-7
    Dacci acqua da bere.

    Dal libro dell’Èsodo

    In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
    Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
    Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
    Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

    Parola di Dio


    Seconda lettura

    Rm 5,1-2.5-8
    L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

    Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
    La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
    Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

    Parola di Dio



    Vangelo

    Gv 4,5-42
    Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.


    + Dal Vangelo secondo Giovanni

    In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
    Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
    Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
    Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
    In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
    Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
    Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
    Parola del Signore.


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    00 17/04/2011 15:02
    domenica 17/04/2011
    Dal libro del profeta Isaìa

    Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
    perché io sappia indirizzare
    una parola allo sfiduciato.

    Ogni mattina fa attento il mio orecchio
    perché io ascolti come i discepoli.
    Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
    e io non ho opposto resistenza,
    non mi sono tirato indietro.

    Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
    le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
    non ho sottratto la faccia
    agli insulti e agli sputi.

    Il Signore Dio mi assiste,
    per questo non resto svergognato,
    per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
    sapendo di non restare confuso.

    Parola di Dio

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

    Cristo Gesù,
    pur essendo nella condizione di Dio,
    non ritenne un privilegio
    l’essere come Dio,
    ma svuotò se stesso
    assumendo una condizione di servo,
    diventando simile agli uomini.
    Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
    umiliò se stesso
    facendosi obbediente fino alla morte
    e a una morte di croce.

    Per questo Dio lo esaltò
    e gli donò il nome
    che è al di sopra di ogni nome,
    perché nel nome di Gesù
    ogni ginocchio si pieghi
    nei cieli, sulla terra e sotto terra,
    e ogni lingua proclami:
    «Gesù Cristo è Signore!»,
    a gloria di Dio Padre.

    Parola di Dio

    + Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

    - Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?
    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

    - Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?
    Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

    - Uno di voi mi tradirà
    Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

    - Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue
    Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

    - Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge
    Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».

    Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

    - Cominciò a provare tristezza e angoscia
    Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».

    Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

    - Misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono
    Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

    - Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza
    Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

    I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».

    Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

    - Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte
    Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

    - Consegnarono Gesù al governatore Pilato
    Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
    Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».

    - Sei tu il re dei Giudei?
    Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.

    Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

    Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

    Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

    - Salve, re dei Giudei!
    Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

    - Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni
    Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».

    Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

    - Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!
    Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

    - Elì, Elì, lemà sabactàni?
    A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

    (Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

    Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

    Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.

    - Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo depose nel suo sepolcro nuovo
    Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

    - Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete
    Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

    Parola del Signore.

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    00 01/05/2011 09:39
    Dopo la morte di Cristo, gli apostoli rimasero soli. Ebbero paura al punto di rinchiudersi per il timore delle persone malevoli. Avevano vissuto tre lunghi anni con il Maestro, ma non l’avevano capito, al punto che Cristo dovette rimproverarli seriamente (Lc 24,25). Non l’avevano capito perché il loro modo di pensare restava troppo terra terra. Vedendo Cristo impotente e senza coscienza sulla sua croce, essi avevano gettato tutt’intorno sguardi impauriti, dimenticando ciò che era stato detto loro: “Vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (Gv 16,22). Ed ancora: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
    I discepoli si rallegrarono al vedere Cristo, furono rassicurati dalle sue parole: “Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo!”. Ma essi dovettero attendere la Pentecoste perché lo Spirito Santo venisse a purificare i loro spiriti e i loro cuori, a dare loro il coraggio di proclamare la gloria di Dio, di portare la buona novella agli stranieri e di infondere coraggio ai loro seguaci. Dio si è riavvicinato agli uomini ed essi si sono rimessi nelle sue mani, per mezzo di Cristo e dello Spirito Santo.
    Concedendo agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,22-23). Come Cristo ha fatto con gli apostoli, così il vescovo, imponendo le mani ai sacerdoti che vengono ordinati, trasmette oggi il potere dello Spirito Santo, che permette loro di dispensare i sacramenti e, attraverso di essi, di assolvere i peccati. Ogni sacramento, non solo evoca il ricordo di Cristo, ma è Cristo in persona, che agisce immediatamente per salvare l’uomo. Nel dispensare i sacramenti, la Chiesa si mette in un certo senso ai piedi della croce per portare la salvezza ai credenti. Come potrebbe quindi dimenticare la fonte dalla quale scaturiscono le grazie di salvezza che sgorgano dalle sue mani?
    Dio realizzerà il suo più grande desiderio, renderà l’uomo felice se egli lo vorrà, se risponderà “sì” al Padre che gli offre la gioia, a Cristo che gli porta la salvezza, allo Spirito Santo che gli serve da guida.
    Dio non impone il suo amore agli uomini. Egli attende che l’uomo stesso faccia un passo in avanti. Dio salva chi si apre a lui per mezzo della fede, della speranza e dell’amore. Dio si avvicina, e anche l’uomo deve avvicinarsi a lui. Allora Dio e l’uomo si incontrano sullo stesso cammino, in Cristo, nella sua Chiesa.
    Cristo non è solo uomo, né solo Dio. È Dio e uomo allo stesso tempo; grazie a questa duplice natura, egli è come un ponte teso tra l’umanità e Dio. Questo ponte sarebbe rimasto deserto - né gli uomini né Dio vi avrebbero messo piede - se la causa della discordia e della separazione - il peccato - non fosse stata soppressa. Il sacrificio offerto a Dio da Cristo ha cancellato le colpe passate, presenti e future. “Egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso” (Eb 7,27). Da allora gli uomini possono “per mezzo di lui accostarsi a Dio” fiduciosi del fatto che “egli resta sempre” (Eb 7,25).
    Così, per la sua natura prodigiosa e il suo sacrificio completo, Cristo è il solo Intercessore e Sacerdote Supremo. In Cristo, gli uomini ritornano al Padre. In Cristo il Padre rivela agli uomini l’amore che egli porta loro.
    È sempre più facile avvicinarsi a Dio prendendo la mano caritatevole che il Padre tende all’uomo per aiutarlo a seguire Cristo, nostro Redentore. Tale è il senso del salmo che evoca l’uomo miserabile il cui grido giunse fino agli orecchi del Signore, e che fu liberato dai suoi mali.




    At 2,42-47
    Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune.





    Dagli Atti degli Apostoli

    [Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.

    Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.

    Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

    Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.

    Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

    Parola di Dio




    1Pt 1,3-9
    Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.





    Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

    Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.

    Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

    Parola di Dio




    Gv 20,19-31
    Otto giorni dopo venne Gesù.








    + Dal Vangelo secondo Giovanni

    La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

    Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

    Parola del Signore


    www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/22346.html

    www.gioba.it/?p=1182&cpage=1#comment-4567
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    00 08/05/2011 10:36
    Domenica 08/05/2011
    La scena di Emmaus è un capolavoro di catechesi liturgica e missionaria. Vi è descritto l’itinerario di due discepoli che lasciano Gerusalemme illusi e delusi e vi ritornano per ripartire gioiosi e fiduciosi verso la testimonianza, perché sono stati incontrati dal Crocifisso-Risorto, spiegazione di tutta la Scrittura e presenza perenne tra i suoi nel sacramento del “pane spezzato”.
    L’inizio del cammino è un allontanarsi dal Crocifisso. La crisi della croce sembra aver seppellito ogni speranza. Colui che l’ha fatta nascere, l’ha portata con sé nella tomba. Non bastano voci di donne per farla rinascere. Gesù raggiunge i due subito a questo inizio e chiede di spartire con loro domande e scandalo.
    Ecco la prima tappa, quella del problema posto ad ogni persona dall’evento Gesù, il Crocifisso.
    L’appello di Cristo ci raggiunge sulla strada della nostra fede incompiuta e della sua domanda.
    Gesù non arriva di faccia, ma da dietro, come dice il testo greco, e cammina a fianco, da forestiero.
    Il passaggio al riconoscimento ha bisogno della spiegazione delle Scritture. Solo il Risorto ne è l’interprete adeguato.
    Il cuore riscaldato e riaperto dal segno della Parola spiegata implora il viatico di un segno più intimo, quello del pane spezzato. Gesù, però, sparisce.
    La Chiesa non può trattenere Gesù nella visibilità storica di prima. Deve sapere e credere che egli è vivo con lei e la vivifica nell’Eucaristia. I discepoli capiscono e tornano a Gerusalemme per condividere con gli apostoli la testimonianza.
    Emmaus è un capolavoro di dialogo confortante. Emmaus assicura tutti che, quando ascoltano la Scrittura nella liturgia della Parola e partecipano allo spezzare del pane nella liturgia eucaristica, sono realmente incontrati da Cristo e ritrovano fede e speranza.



    At 2,14.22-33
    Non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere.





    Dagli Atti degli Apostoli

    [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così:

    «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso.

    Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, e anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza”.

    Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi. Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: “questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione”.

    Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire».

    Parola di Dio



    1Pt 1,17-21
    Foste liberati con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.





    Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

    Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri.

    Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.

    Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.

    Parola di Dio



    Lc 24,13-35
    Lo riconobbero nello spezzare il pane.








    + Dal Vangelo secondo Luca

    Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.

    Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».

    Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

    Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.

    Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».

    Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

    Parola del Signore

    www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/22413.html

    www.gioba.it/?p=1188



    Dio non si conosce; Dio si riconosce
    [Modificato da lovelove84 08/05/2011 10:44]
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    00 14/05/2011 17:11
    Domenica 15/05/2011
    Gesù si presenta come il Mediatore tra Dio e gli uomini. Egli è “la porta” dell’ovile.
    Non ci è dato di incontrare Dio in modo immediato. Non possiamo stabilire noi il modo in cui comunicare con lui.
    Dio si rivela e si dona a noi attraverso il Cristo che vive nella Chiesa. Raggiungiamo la comunione con lui mediante la strumentalità della Chiesa in cui è presente e opera Cristo.
    Gesù non è soltanto il Mediatore del disvelarsi e dell’offrirsi di Dio a noi. È la realtà stessa del Verbo divino che ci raggiunge, ci illumina con la fede, ci trasforma con la grazia, ci guida con la sua parola, i suoi sacramenti e la sua autorità.
    Egli è la “porta” e il “Pastore” che “cammina innanzi” alle pecore.
    Gesù, come Buon Pastore, ci conosce per nome, ci ama e per noi offre la propria vita in una dilezione che si spinge sino alla fine.
    Noi credenti siamo chiamati ad “ascoltare la sua voce” e a “seguirlo” senza porre condizioni.
    Egli ci reca al “pascolo”. È la croce, dopo la quale, però, giunge la gioia senza limiti e senza fine: una gioia che ha le sue anticipazioni anche nell’esistenza terrena.

    At 2,14.36-41
    Dio lo ha costituito Signore e Cristo.





    Dagli Atti degli Apostoli

    [Nel giorno di Pentecoste,] Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò così: «Sappia con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».

    All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».

    E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».

    Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.

    Parola di Dio





    1Pt 2,20b-25
    Siete tornati al pastore delle vostre anime.





    Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

    Carissimi, se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché

    anche Cristo patì per voi,
    lasciandovi un esempio,
    perché ne seguiate le orme:
    egli non commise peccato
    e non si trovò inganno sulla sua bocca;
    insultato, non rispondeva con insulti,
    maltrattato, non minacciava vendetta,
    ma si affidava a colui che giudica con giustizia.

    Egli portò i nostri peccati nel suo corpo
    sul legno della croce, perché,
    non vivendo più per il peccato,
    vivessimo per la giustizia;
    dalle sue piaghe siete stati guariti.

    Eravate erranti come pecore,
    ma ora siete stati ricondotti al pastore
    e custode delle vostre anime.

    Parola di Dio




    Gv 10,1-10
    Io sono la porta delle pecore.








    + Dal Vangelo secondo Giovanni

    In quel tempo, Gesù disse:
    «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.

    Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

    Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

    Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.

    Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

    Parola del Signore

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    00 14/05/2011 21:02


    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra,



    Perché uno schiaffo nella guancia destra, e non un semplice schiaffo?.

    Inoltre una piccola riflessione.

    Noi sappiamo che la preghiera ci mette in rapporto filiale, intimo con Dio, ma, vi è una preghiera che ci potrebbe creare non poche difficoltà in quanto coinvolge altre persone, qual'è secondo voi questa preghiera?.
    Franco

    “Quando si vuol cercare la verità su una questione
    bisogna cominciare col il dubbio.
    (S. Tommaso d’Aquino)”

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    00 14/05/2011 22:00
    Re:
    francocoladarci, 14/05/2011 21.02:



    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra,



    Perché uno schiaffo nella guancia destra, e non un semplice schiaffo?.

    Inoltre una piccola riflessione.

    Noi sappiamo che la preghiera ci mette in rapporto filiale, intimo con Dio, ma, vi è una preghiera che ci potrebbe creare non poche difficoltà in quanto coinvolge altre persone, qual'è secondo voi questa preghiera?.
    Franco




    una volta lessi qualcosa, che non è la guacia dal lato giusto e che significava qualcosa ma nn ricordo

    per la preghiera penso sia quello del Credo....indovinato?????????
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    00 15/05/2011 15:37
    Lovelove dice.

    una volta lessi qualcosa, che non è la guacia dal lato giusto e che significava qualcosa ma nn ricordo

    per la preghiera penso sia quello del Credo....indovinato?????????



    Lo schiaffo si da o per uno scatto d'ira, di solito la persona che si ha davanti viene colpita sulla guancia sinistra dal palmo della mano.
    Quando invece lo schiaffo si da sulla guancia destra lo si deve dare con il dorso della mano, il cosi detto manrovescio, tale schiaffo è dato solo per insultare, per provocare facendo si che la persona reagisca, ecco dunque il non reagire a tale provocazione non dandogli nessuno appiglio, gli si da in senso metaforico anche l'altra guancia.

    In merito alla preghiera non è il Credo, allora lo dico io, la preghiera del "Padrenostro", questa preghiera ci potrebbe mettere in difficoltà, impedendoci di pronunciarla, perché?
    Ciao
    Franco

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    (S. Tommaso d’Aquino)”

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    00 15/05/2011 16:24
    Re:
    francocoladarci, 15/05/2011 15.37:

    Lovelove dice.

    una volta lessi qualcosa, che non è la guacia dal lato giusto e che significava qualcosa ma nn ricordo

    per la preghiera penso sia quello del Credo....indovinato?????????



    Lo schiaffo si da o per uno scatto d'ira, di solito la persona che si ha davanti viene colpita sulla guancia sinistra dal palmo della mano.
    Quando invece lo schiaffo si da sulla guancia destra lo si deve dare con il dorso della mano, il cosi detto manrovescio, tale schiaffo è dato solo per insultare, per provocare facendo si che la persona reagisca, ecco dunque il non reagire a tale provocazione non dandogli nessuno appiglio, gli si da in senso metaforico anche l'altra guancia.

    In merito alla preghiera non è il Credo, allora lo dico io, la preghiera del "Padrenostro", questa preghiera ci potrebbe mettere in difficoltà, impedendoci di pronunciarla, perché?
    Ciao
    Franco




    [SM=g10324] ecco si ma io nn vedo differenze se c'era scritto guancia sinistra... qualsiasi cosa ti facciano una persona nn deve reagire allo stesso modo, per quanto riguarda me, non ricambio con la stessa moneta ma l indifferenza si fa strada...

    emmmmh per la preghiera allora nn ho capitooo [SM=g6794]
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    00 12/06/2011 08:48
    12/06/2011
    Lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo ed è la Persona divina che diffonde nel mondo la possibilità di imitare Cristo, dando Cristo al mondo e facendolo vivere in noi.
    Nell’insegnamento e nell’opera di Cristo, nulla è più essenziale del perdono. Egli ha proclamato il regno futuro del Padre come regno dell’amore misericordioso. Sulla croce, col suo sacrificio perfetto, ha espiato i nostri peccati, facendo così trionfare la misericordia e l’amore mediante - e non contro - la giustizia e l’ordine. Nella sua vittoria pasquale, egli ha portato a compimento ogni cosa. Per questo il Padre si compiace di effondere, per mezzo del Figlio, lo Spirito di perdono. Nella Chiesa degli apostoli il perdono viene offerto attraverso i sacramenti del battesimo e della riconciliazione e nei gesti della vita cristiana.
    Dio ha conferito al suo popolo una grande autorità stabilendo che la salvezza fosse concessa agli uomini per mezzo della Chiesa!
    Ma questa autorità, per essere conforme al senso della Pentecoste, deve sempre essere esercitata con misericordiae con gioia, che sono le caratteristiche di Cristo, che ha sofferto ed è risorto, e che esulta eternamente nello Spirito Santo.



    At 2,1-11
    Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.





    Dagli Atti degli Apostoli

    Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

    Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

    Parola di Dio



    Sal 103





    Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

    Benedici il Signore, anima mia!
    Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
    Quante sono le tue opere, Signore!
    Le hai fatte tutte con saggezza;
    la terra è piena delle tue creature.

    Togli loro il respiro: muoiono,
    e ritornano nella loro polvere.
    Mandi il tuo spirito, sono creati,
    e rinnovi la faccia della terra.

    Sia per sempre la gloria del Signore;
    gioisca il Signore delle sue opere.
    A lui sia gradito il mio canto,
    io gioirò nel Signore




    1Cor 12,3b-7.12-13
    Noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo.





    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

    Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.

    Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.

    Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

    Parola di Dio


    Gv 20,19-23
    Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi.








    + Dal Vangelo secondo Giovanni

    La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

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    00 12/06/2011 08:51
    questi mi sembrano interessante da leggere
    www.gioba.it/?p=1201

    www.gioba.it/?p=1195

    p.s mi son resa conto che da un po che non mettevo la messa della domenica.. scusatemi!
    [Modificato da lovelove84 12/06/2011 08:53]
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