00 16/02/2012 19:37
Alcuni tratti:

Parto da un primo riferimento biblico, la lettera a Diogneto.
E' uno dei primi scritti esistenti, siamo nella seconda metà del II° secolo. La lettera a Diogneto fa parte dei più suggestivi documenti della letteratura cristiana che appartiene ai cosiddetti "Padri apostolici". Il documento è un breve scritto che un ignoto cristiano rivolge ad un amico, per spiegare e difendere la fede cristiana. In sintesi la lettera dice: "I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini, nè abitano città particolari. Partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri. Vivono nel corpo, ma non secondo il corpo. Trascorrono la vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo.
Obbediscono alle leggi stabilite, ma con il loro modo di vivere sono superiori alle leggi. Sono poveri, ma arricchiscono molti. In una parola i cristiani sono nel mondo quello che è l'anima nel corpo. L'anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo; anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo". Questo riferimento costante a essere nella città nel mondo ma non del mondo, quindi questo senso di appartenenza, questo partecipare alla vita sociale e politica della città è sempre stato presente all'interno della Chiesa, fin dai primi secoli. Don Mimmo Natale mette in risalto il riconoscimento della regalità di Dio, come creatore......

Prendiamo un secondo riferimento biblico, quello sul potere, lo prendiamo da quel famoso discorso di Gesù con Pilato, lo troviamo nel Vangelo sec. Giovanni al cap. 19. Dopo la flagellazione di Cristo, Pilato non ravvedendo in Lui nessuna colpa, fa l'ultimo tentativo di salvarlo e dice: "Perché non rispondi, non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce"? Gesù risponde: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto". Gesù si sottomette al potere dell'uomo ma ricorda, all'uomo che va a gestire il potere, all'uomo che va a governare, che chi governa non è il padrone assoluto e che il potere è un servizio non è un diventare Dio in persona. Ecco un'altro fondamento ontologico del comportamento umano, che dimostra proprio quanto veramente fede e politica sono più strettamente correlati di quanto si pensi. Facciamo un altro accenno veloce al rapporto Chiesa/Stato......

Nel libro dell'apocalisse s'attesta chiaramente la degenerazione del politico. Don Rocco d'Ambrosio la sottolinea benissimo nel suo libro "La vigna di Nabot". Fa una riflessione proprio sulla degenerazione della politica che diventa proprio la peste apocalittica, ma il libro dell'apocalisse non racconta la fine del mondo, non racconta come sarà la fine del mondo! Racconta come è la fine dei mondi quando la politica e il governo degenera e produce delle storture. E' un racconto dei tempi di crisi, dei tempi di grande difficoltà, dove sembra che arrivi la fine del mondo. In realtà il libro dell'apocalisse
è un libro di speranza, un libro che evidenziando le storture, indirettamente ci riporta alla prospettiva giusta del vivere sociale. Però il rischio della degenerazione c'è tutto. Ecco su questi tre pilastri: la relazione come atto d'amore e come partecipazione alla vita sociale, il potere come servizio e il rapporto Stato/Chiesa come autonomia relazionale, ci possiamo chiedere: che cosa possiamo fare noi? Qual è il nostro ruolo concreto? La fede che cosa può dire alla politica? Come si esprime di fatto nella vita di oggi? La fede non è solo ortodossia! Non è solo un credere a dei principi, a dei dogmi, ma questa ortodossia deve tradursi in ortoprassi....

www.gioiadelcolle.info/2009/08/22/la-politica-proviamo-a-leggere-la-bibbia-capitol...
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AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...