00 15/08/2009 08:27
Chiariti i meccanismi di base
Tratto da " Le Scienze"

Nella sperimentazione sui topi, l'incidenza del tumore mammario è risultata del 71 per cento nel gruppo di controllo, in cui gli animali potevano alimentarsi a piacimento, del 35 per cento nel gruppo con restrizione cronica e solo del nove per cento nel gruppo con restrizione calorica intermittente

La ricerca oncologica ha studiato per lungo tempo il ruolo della dieta sul rischio di cancro della mammella, ma i risultati finora sono stati controversi.

Una nuova ricerca ora pubblicata sulla rivista “Cancer Prevention Research”, organo dell'American Association for Cancer Research, suggerisce che il metodo con cui viene attuata la restrizione calorica può essere più importante per la protezione da cancro dell'entità della restrizione calorica stessa.

Precedenti studi, infatti, hanno mostrato come la restrizione calorica intermittente possa fornire una maggiore protezione dal tumore rispetto a un regime cronico della stessa entità.

Olga Rogozina e colleghi dell'Hormel Institute dell'Università del Minnesota e della Mayo Clinic di Rochester, sempre nel Minnesota, hanno misurato le variazioni del fattore di crescita IGF-1 in relazione a questi due metodi – cronico e intermittente – per una restrizione calorica complessiva del 25 per cento rispetto al controllo, confrontandolo poi con i dati relativi allo sviluppo di tumori in un gruppo di topi di laboratorio per un periodo di 10 settimane.

L'incidenza del tumore mammario è risultata del 71 per cento nel gruppo di controllo, in cui gli animali potevano alimentarsi a piacimento, del 35 per cento nel gruppo con restrizione calorica cronica e solo del 9 per cento nel gruppo con restrizione calorica intermittente.

I ricercatori sono stati inizialmente sorpresi per questi risultati soprattutto perché la restrizione intermittente si riteneva potesse favorire la crescita tumorale a causa della maggiore produzione di fattori di crescita in risposta alla ripresa dell'alimentazione normale.

In un articolo di commento, Michael Pollak, del Dipartimento di oncologia della McGill University di Quebec, in Canada, sottolinea come “lo studio contribuisca all'accumulo di evidenze scientifiche sulle modalità con cui la restrizione calorica altera i livelli ormonali invece che influenzando direttamente la richiesta energetica del tumore. Vi sono ragioni di preoccupazione per la prossima epidemia di obesità che potrebbe portare, tra gli altri effetti, anche a profili ormonali individuali correlati a un maggio rischio di tumore o a una peggiore prognosi in caso di insorgenza di neoplasie.” (fc)
(05 agosto 2009)

Franco


“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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