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È un cuore vicino a un cuore: si cammina insieme, si sosta insieme. Alcune volte si fanno cose apparentemente neutre: uscire a mangiare la pizza o a fare shopping o anche solo a guardare le vetrine … In realtà gli si dedica tempo e amicizia. E non è detto che uno è «accompagnatore» e l’altro è «accompagnato»: ambedue svolgono l’uno e l’altro ruolo insieme. Se si ha cuore, ci si accorge che chi aveva assunto il compito di «accompagnatore» è a sua volta arricchito
dall’«accompagnato». Pur coi nostri limiti: senso di superiorità, spigolosità, impazienze, non manchiamo di «accompagnare»! Se amiamo veramente la persona ferita e smarrita, rispetteremo i suoi tempi, e continueremo ad amarla anche se non giungesse là dove a noi sembrerebbe giusto accompagnarla.
dicembre 2010 don Battista Cadei




Non riesco ad accompagnarti"