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ASTRONOMIA

Ultimo Aggiornamento: 29/06/2009 16:31
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Estinzione dei dinosauri: dubbi sulla teoria dell'asteroide
La scomparsa di un gran numero di specie vegetali e animali potrebbe essere stato determinato dall'effetto serra causato dalle eruzioni dei Trappi del Deccan, in India
Fu davvero l'impatto di un asteroide a porre fine, 65 milioni di anni fa, all'esistenza del 65 per cento delle specie viventi, e dei dinosauri in particolare?

La risposta definitiva a questa domanda non è stata ancora data: nonostante alcuni ricercatori ritengano che le tracce geologiche nei pressi del cratere di Chicxulub, in Messico, possano rappresentare “la pistola fumante” del drammatico evento, tale conclusione è messa in dubbio da altri studi. L'ultimo in ordine di tempo è quello pubblicato sull'ultimo numero della rivista “Journal of the Geological Society”.

Il cratere, scoperto nel 1978 nel nord dello Yucatan, misura circa 180 chilometri di diametro e porta impresse le tracce dell'impatto di un oggetto extraterrestre enorme. Quando i detriti dell'impatto, dalla caratteristica forma a sferetta, furono trovati appena al di sotto degli strati corrispondenti al limite Cretaceo/Terziario (K-T), questo fatto fu considerato una prova dell'evento che pose fine all'esistenza dei dinosauri oltre a quella di molte altre specie vegetali e animali.

Da questa nuova analisi effettuata da Gerta Keller della Princeton University, nel New Jersey, e Thierry Adatte dell'Università di Losanna, in Svizzera, emerge invece che i residui dell'impatto di Chicxulub precederebbero il limite K-T di 300.000 anni.

"Dagli scavi di El Penon e di altre località del Messico, si sa che gli strati compresi tra quattro e nove metri di profondità nei sedimenti si depositarono al ritmo di due/tre centimetri per migliaio di anni dopo l'impatto. Il livello dell'estinzione di massa può essere osservato nei sedimenti al di sopra di questo intervallo”, ha spiegato la Keller.

I sostenitori della teoria dell'impatto ritengono invece che il cratere e l'estinzione di massa appaiono distanti negli registrazioni dei sedimenti solo a causa di un terremoto o di uno tsunami provocati dallo stesso impatto dell'asteroide.

"Il problema della teoria dello tsunami è che il complesso di arenaria non si è depositato dopo ore o giorni: per la deposizione occorse un periodo di tempo molto lungo", ha continuato la Keller.

Nel corso dello studio infatti si è trovato che i sedimenti che separano i due eventi sono caratteristici di condizioni normali con tanto di cinicoli corrispondenti a tane scavate da organismi che colonizzavano il fondo oceanico, e di fenomeni di erosione e di trasporto di sedimenti ma senza traccia di disturbi strutturali.

Gli scienziati, inoltre, hanno concluso che non esistono prove convincenti del fatto che l'impatto di Chicxulub ebbe l'effetto drammatico sulla diversità delle specie che è stato sostenuto in passato. In un sito di El Penon, infatti sono state trovate 52 specie presenti nei sedimenti al di sotto dello strato delle sferule da impatto, e altre 52 nello strato al di sopra.

La spiegazione alternativa, ha concluso la Keller, è che le eruzioni dei Trappi del Deccan, in India, potrebbero essere stati responsabili dell'estinzione, per effetto del massiccio rilascio di polveri e gas che avrebbero bloccato la luce solare e creato un notevole effetto serra. (fc)

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(28 aprile 2009)

Salute.
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La danza dei buchi neri
L'esistenza di sistemi binari di buchi neri era stata ipotizzata in via teorica, ma finora non ne era mai stato individuato alcuno
PAROLE CHIAVE
buchi neri
Due buchi neri che orbitano uno attorno all'altro al centro di una galassia sono stati individuati dagli astronomi del National Optical Astronomy Observatory (NOAO) di Tucson, che ne danno notizia in un articolo su "Nature". ll buco nero più piccolo ha una massa pari a 20 milioni di volte quella del Sole, mentre l'altro è addirittura 50 volte più grande.

La possibile esistenza di simili sistemi binari era stata ipotizzata in via teorica, ma finora non ne era mai stato individuato alcuno. I due buchi neri distano fra loro appena un decimo di parsec e per compiere un giro completo uno attorno all'altro si stima che impieghino circa cento anni.

Si ritiene che nella formazione delle galassie abbia un ruolo la presenza di un buco nero al loro centro. Dato che le galassie si trovano per lo più raggruppate in cluster, le singole galassie possono collidere. Per quanto la teoria preveda che in tale situazione dovrebbe alla fine formarsi un buco nero ancora più massiccio dopo che i rispettivi buchi neri abbiano iniziato a orbitare sempre più strettamente uno attorno all'altro per poi collidere, le modalità con cui ciò dovrebbe avvenire presentano diversi lati oscuri.

La "firma" rappresentata dalle emissioni radio emesse dalle polverio e dai gas che spiraleggiano attorno a un buco nero mentre vi stanno cadendo dentro è ormai ben nota e consente di ricavarne informazioni sulla velocità e la direzione di moto del buco nero e dei materiali circostanti, ma finora non era stata rileva la sovrapposizione di due "firme" di questo tipo.

"Se si trattasse di un fenomeno di sovrapposizione, uno dei due oggetti dovrebbe essere davvero strano. Comunque, una delle cose più belle di questo sistema binario di buchi neri è che possiamo prevedere i cambiamenti di velocità osservabili nel giro di pochi anni. Possiamo quindi testare la nostra ipotesi che il sistema sia il risultato dell'immersione una nell'altra di due piccole galassie, dotate ciascuna di un buco nero." (gg)


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(05 marzo 2009)
Le Scienze

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