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SCIENZA e N.D.E - Incompatibilità tra di loro.

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2010 13:56
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Incompatibilità tra di loro.
Incompatibilità tra scienza e NDE.
Tratterò l’argomento del NDE, tale acronimo sta per” Near Death Experiences”, ossia “ esperienze di Premorte.

Tali studi ebbero inizio agli inizi degli anni 70, partendo dalla dottoressa Kubler Ross, seguito dal dottore Raymond Moody ed altri ancora, tali studi cominciarono ad evidenziare un duplice aspetto nell’uomo, e tali aspetti si evidenziarono al momento della morte.

Ma prima di continuare, si deve necessariamente esaminare una questione di non poca importanza, e cioè, se la “Mente” fosse separata dal “Cervello”, ho se il cervello producesse la mente, a ciò sentiamo quello che ci dice un dottore in merito.
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Contraddizioni scientifiche del materialismo:
proprietà olistiche ed emergenti, complessità, ecc.
a cura di: Marco Biagini
Dottore di Ricerca in Fisica dello Stato Solido.

I materialisti negano l'esistenza della psiche come entità trascendente rispetto alla realtà fisica ed affermano che sensazioni, emozioni e pensieri sono generati dai processi cerebrali, ossia dalla materia. Nel mio precedente articolo ho spiegato come tali posizioni siano smentite dalla scienza moderna, ma ora cercherò di analizzare più in dettaglio le contraddizioni logiche e scientifiche degli argomenti più frequentemente utilizzati dai materialisti.

Nel materialismo, la vita psichica viene considerata una proprietà complessa, emergente o macroscopica della materia, ma questa definizione è inconsistente dal punto di vista logico; infatti, la scienza ha dimostrato che tutte le cosiddette proprietà macroscopiche sono in realtà solo concetti utilizzati per descrivere in modo approssimativo i processi fisici reali, che consistono unicamente in successioni di processi microscopici elementari. Un esempio di proprietà macroscopica, spesso citato dai materialisti, è la ruvidità; il materialista afferma che le particelle elementari non hanno ruvidità, e quindi la ruvidità è una proprietà nuova che emerge solo a livello macroscopico. Questo è invece completamente sbagliato; infatti, la ruvidità è solo un concetto utilizzato per descrivere un certo tipo di distribuzione geometrica delle molecole su una superficie. Le leggi della fisica stabiliscono un'infinità di possibili distribuzioni geometriche delle particelle, e noi possiamo classificare tali possibili distribuzioni geometriche con nomi diversi, elaborando i concetti di superfici ruvide o lisce, ecc. Si tratta però solo di concetti e classificazioni arbitrarie e soggettive, utilizzate per descrivere come un oggetto esterno appare alla nostra mente cosciente, e non come esso è.

Anche il concetto di oggetto macroscopico rigido e compatto è solo un'illusione ottica e non un'entità fisica. L'immagine dell'oggetto che noi percepiamo è infatti solo una rappresentazione approssimata dell'oggetto fisico realmente esistente. Nessun oggetto esiste in natura così come noi lo immaginiamo e lo vediamo; gli oggetti solidi ci appaiono infatti come se fossero riempiti uniformemente di materia immobile, mentre in realtà essi sono solo insiemi di particelle che si muovono ad alta velocità: la materia è concentrata in una piccolissima porzione dello spazio occupato dall'oggetto, prevalentemente nei nuclei atomici, e non è distribuita uniformemente così come noi la vediamo.

Le leggi della fisica stabiliscono che le proprietà possibili per ogni particella o molecola sono le stesse, ossia la proprietà di scambiare energia con altre particelle o fotoni, e la proprietà del movimento; queste sono le proprietà di ogni particella quantistica, e nessun aggregato di particelle quantistiche può possedere nuove proprietà. Non esiste quindi alcuna reale proprietà emergente a livello macroscopico. Le proprietà macroscopiche citate dai materialisti non sono proprietà oggettive della realtà fisica, ma sono solo astrazioni o concetti usati per descrivere le nostre esperienze sensoriali. In altre parole, esse sono idee concepite per descrivere o classificare, secondo criteri arbitrari, una determinata successione di processi microscopici, e tali idee esistono solo in una mente cosciente e pensante. Quindi la proprietà complessa o macroscopica, essendo solo una astrazione, presuppone l'esistenza della vita psichica. Risulta chiaro che la vita psichica non può essere considerata una proprietà macroscopica o complessa della realtà fisica perché la proprietà macroscopica stessa presuppone l'esistenza della vita psichica. Si tratta quindi di una palese contraddizione logica. Nessuna entità la cui esistenza presuppone l'esistenza della vita psichica può essere considerata la causa dell'esistenza della vita psichica.

Un altro argomento usato dai materialisti è quello secondo cui la vita psichica sarebbe generata dal fatto che nel cervello vengano scambiate molte informazioni. Anche in questo caso si tratta di una palese contraddizione logica, perché il concetto stesso di informazione presuppone l'esistenza della vita cosciente, e non può essere quindi usato per spiegarne l'esistenza. I materialisti spesso obiettano che anche nel computer sono immagazzinate delle informazioni, ma si tratta di un linguaggio improprio. Infatti, nel computer sono immagazzinati in realtà solo degli impulsi elettrici. E' la mente umana che ha stabilito un linguaggio convenzionale per codificare delle informazioni in una successione di impulsi elettrici. Per capire meglio che cosa intendo dire, si pensi all'alfabeto Morse: una successione di linee e punti non è un'informazione; lo diventa solo se una mente cosciente ha stabilito una convenzione per associare a quella determinata successione di linee e di punti un determinato significato. Dunque ogni informazione è sempre il prodotto della vita psichica cosciente, e questo dimostra che il concetto di informazione non può essere usato per spiegare l'esistenza della coscienza.

Vorrei aggiungere un commento su un tipico argomento usato a sostegno del materialismo, che è quello secondo il quale la vita psichica esiste nel cervello a causa della sua complessità. L'invalidità di questo argomento si dimostra facilmente con le seguenti considerazioni. Innanzitutto il concetto di complessità si riferisce ad un problema; ma il problema esiste solo come domanda che si pone una persona cosciente ed intelligente. E' quindi l'uomo, che essendo cosciente ed intelligente, si pone un dato problema e decide se considerarlo semplice o complesso. Dunque, la vita psichica è un presupposto, ossia una condizione prelminare necessaria per l'esistenza di un qualsivoglia problema e anche della complessità; in assenza di vita psichica, non esisterebbe alcun problema nè alcuna complessità, il chè prova che la complessità non può generare la vita psichica. Inoltre, il concetto di complessità è un concetto arbitrario e soggettivo; un determinato problema può essere ritenuto complesso da una persona e semplice da un'altra persona. Poichè la soggettività presuppone l'esistenza della vita psichica, nessun concetto soggettivo (come quello di complessità) può essere usato per tentare di spiegare l'esistenza della vita psichica. Anche questo è sufficente a dimostrare l'invalidità sul piano della logica dell'argomento della complessità. In matematica si usano alcune definizioni di complessità, ma come ogni altra definizione matematica, si tratta di definizioni arbitrarie, che non hanno alcun valore scientifico. In matematica è infatti possibile inventarsi infinite definizioni, equazioni, insiemi, proprietà, e dare ad esse i nomi più pittoreschi, ma si tratta solo di concetti astratti, la cui esistenza presuppone l'esistenza della vita psichica, cosciente ed intelligente. Le equazioni della fisica sono le sole equazioni matematiche che hanno un valore scientifico, perché sono le sole confermate sperimentalmente. Una delle definizioni più comuni della complessità è la seguente: "un sistema complesso è un insieme in cui gli elementi subiscono continue modifiche singolarmente prevedibili, ma di cui non è possibile, o è molto difficile, prevedere uno stato futuro". Dalla definizione data si comprende molto chiaramente come la complessità abbia una natura intrinsecamente concettuale e non possa esistere indipendentemente da un mente intelligente. Infatti essa è definita in relazione alla capacità di prevedere l'evoluzione di un sistema. E' ovvio che solo una mente intelligente può tentare di prevedere l'evoluzione di un sistema. Dunque l'esistenza della vita psichica è una condizione preliminare necessaria per l'esistenza della complessità. Ne segue che la complessità non può generare la vita psichica. Si può poi osservare che alcuni tipici esempi di sistemi complessi secondo la suddetta definizione sono gli ecosistemi, i fenomeni metereologici, la crosta terrestre in realazione alla possibilità di prevedere terremoti. Se per assurdo si ipotizzasse che la complessità sia la causa dell'esistenza della vita psichica allora anche la crosta terrestre o un qualunque ecosistema dovrebbero essere dotati di vita psichica. Il concetto di complessità non esiste nelle leggi della fisica, nelle quali sono presenti solo concetti come carica, massa, velocità, ecc. Le leggi della fisica sono il fondamento di tutta la scienza moderna ed ogni processo naturale è determinato unicamente dalle leggi della fisica; nelle leggi della fisica non esiste alcuna legge della complessità, tantomeno alcuna legge che stabilisca che la complessità generi vita psichica! Il concetto di complessità non è necessario per spiegare nessun fenomeno naturale, né chimico, né elettromagnetico, né biologico, essendo tutti questi fenomeni spiegabili utilizzando le sole leggi della fisica.

Analizziamo alcune tipici esempi di proprietà citate dagli antiriduzionisti nel tentativo di dimostrare che le proprietà del tutto non sono riducibili alle proprietà delle parti che lo compongono. Il primo è quello del conduttore elettrico, dove gli elettroni sono liberi di muoversi in tutto il cristallo: in termini quantistici si dice che la loro funzione d'onda è delocalizzata a tutto il cristallo. L'antiriduzionista afferma che questa delocalizzazione rappresenta una nuova proprietà non riducibile a quella dei componenti. Ma si tratta di una palese falsità. Infatti, anche la funzione d'onda di un singolo elettrone libero può essere delocalizzata, e quindi la delocalizzazione non è in nessun modo legata alla complessità del sistema.

L'antiriduzionista afferma poi che i moti turbolenti dei fluidi non sono riducibili alle proprietà dei componenti, ma è una evidente falsità. Infatti il moto dei fluidi non è altro che il moto delle particelle che lo compongono e nulla più. Poiché il calcolo del moto di tutte le particelle sarebbe troppo laborioso, si utilizzano spesso dei modelli semplificati per descrivere a livello macrosopico il fluido; le proprietà di tali modelli non sono però proprietà reali esistenti in natura, ma soltanto descrizioni approssimative dei fenomeni reali, che consistono unicamente nel moto delle singole particelle.

Un'altro argomento usato dagli antiriduzionisti è quello dell'esistenza di bande di valori proibiti di energia per gli elettroni nei cristalli; anche in questo caso non si tratta di una proprietà in alcun modo legata alla complessità, dato che anche in un sistema semplicissimo come l'atomo di idrogeno, che è costituito da due sole particelle (un protone ed un elettrone) esistono bande di energia proibite. In realtà l'esistenza di valori permessi e di valori non permessi di energia è una caratteristica di tutti i sistemi quantistici. L'antiriduzionista afferma generalmente che la bicicletta non è solo l'insieme dei suoi componenti, ma è ovvio che egli sta negando semplicemente l'evidenza; la bicicletta è infatti solo l'insieme dei suoi componenti, assemblati ossia posizionati in una determinata configurazione geometrica. Ovviamente la vita psichica non è una figura geometrica, e non può essere spiegata come il posizionamento di pezzi meccanici in una determinata configurazione geometrica.

In generale, si può osservare che la definizione di qualunque insieme è arbitraria, come è arbitrario stabilire quali elementi debbano fare parte dell'insieme e quali no. Le proprietà olistiche o collettive, ossia le proprietà dell'insieme, sono dunque necessariamente soggettive ed arbitrarie, poichè dipendono dalla nostra definizione dell'insieme. Poichè la vita psichica è una condizione preliminare necessaria per l'esistenza dell'arbitrarietà (e conseguentemente di ogni proprietà arbitraria) è ovvio che la vita psichica non può essere considerata una proprietà olistica o collettiva.

L'incapacità di fornire alcun valido esempio di oggettive proprietà, osservabili in natura, che non siano riducibili alle proprietà delle particelle, né spiegabili dalle leggi della fisica, è una chiara conferma dell'inconsistenza e della mancanza di fondamenti scientifici delle filosofie antiriduzioniste. D'altra parte i riduzionisti sanno invece sempre spiegare scientificamente tutte le proprietà dei sistemi molecolari, riconducendole alle leggi dell'elettrodinamica quantistica; tanto nei sistemi microscopi, come in quelli macroscopici, non esiste infatti nessuna proprietà che non sia riducibile, almeno concettualmente, o ad ordinarie proprietà geometriche (essendo la materia distribuita nello spazio) o alle proprietà delle particelle elementari e alle leggi della fisica; in molti casi, grazie all'uso dei computers di cui oggi disponiamo, è già possibile anche calcolare con precisione le proprietà macroscopiche partendo direttamente dalle leggi della meccanica quantistica (calcoli da principi primi). Come ho spiegato, il solo fenomeno osservabile che non è riducibile alle leggi della fisica è la vita psichica.

L'uomo può stabilire dei criteri (arbitrari) per classificare i processi naturali, ma tali criteri esistono solo nella mente umana, e non nella realtà fisica, che è determinata unicamente dalle leggi della fisica. Tutti i processi che avvengono nel nostro cervello sono unicamente determinati dalle leggi della fisica e quindi non è possibile utilizzare concetti estranei a tali leggi (come il concetto di complessità, funzionalità o informazione) per tentare di spiegare la vita psichica come prodotto dei processi cerebrali. Tali concetti presuppongono l'esistenza di una mente cosciente (e quindi trascendente rispetto alle leggi della fisica ) e non possono quindi essere usati per negare l'esistenza di una realtà trascendente rispetto alle leggi della fisica. Faccio un esempio: Se si mettono dei mattoni uno sopra l'altro quello che si ottiene sarà sempre solo un mucchio di mattoni, indipendentemente dal fatto che lo si definisca casa, torre o ponte. I concetti di casa, ponte o torre esistono infatti solo nella mente umana; ciò che esiste nella realtà fisica sono solo le particelle quantistiche, come gli elettroni. Queste particelle possono occupare diverse posizioni nello spazio, per cui possiamo ottenere insiemi di particelle con diverse forme geometriche. Poichè l'interazione elettromagnetica può essere attrattiva, le particelle possono attrarsi e restare le une vicino alla altre, formando così degli oggetti solidi macroscopici. Noi possiamo scegliere di chiamare un insieme di particelle con una data forma "sedia", con un'altra forma "tavolo" ecc. Ma questi nomi e questi concetti sono solo idee astratte che non esistono nella realtà fisica; tali nomi e tali concetti presuppongono l'esistenza della vita psichica, ossia l'esistenza di una persona cosciente ed intelligente che analizza la realtà esterna e la classifica elaborando criteri arbitrari.

Il fatto che per tentare di spiegare la vita psichica si debba ricorrere a tali concetti (complessità, informazione, ecc.), estranei alle leggi della fisica, è una ulteriore dimostrazione del carattere trascendente della vita psichica rispetto alla realtà fisica. Nessun concetto estraneo alle leggi della fisica è infatti necessario per spiegare i processi chimici, biologici, neurologici o cerebrali; tali processi sono spiegati dalle sole leggi della fisica. Si può affermare che le leggi della fisica sono la causa di tutti i processi fisici, chimici e biologici. Se la spiegazione della vita psichica richiede l'introduzione di principi estranei alla fisica, questo significa che tale fenomeno trascende le leggi della fisica, ossia che tale fenomeno non è fisico, a meno che non si cambino le equazioni della fisica. Come ho spiegato, però, cambiare le leggi della fisica significa cambiare tutte le soluzioni di tali equazioni, perdendo quindi tutti quei miliardi di soluzioni corrette che le leggi della fisica ci hanno dato. Poiché le leggi della fisica sono il fondamento di tutte le scienze naturali, cambiare le leggi della fisica significherebbe fare crollare tutta la scienza moderna e ripartire da zero. Ipotizzare un cambiamento delle leggi della fisica significa uscire dall'ambito scientifico ed entrare in quello della filosofia puramente speculativa.

Il processo logico del materialismo è lo stesso che conduce all'idolatria; infatti l'idolatra crede che l'oggetto (idolo) in certe circostanze abbia una vita psichica, a prescindere dal fatto che esso sia fatto con materiale ordinario. Allo stesso modo il materialista crede che l'oggetto (il cervello) abbia una vita psichica, a prescindere dal fatto che sia fatto con materiale ordinario (elettroni, campi elettromagnetici, ecc.) .

Un'ultima tipica contraddizione del materialismo è
quella di affermare che gli impulsi elettrici nel cervello generino sensazioni, emozioni, ecc. Tale affermazione è incompatibile con le leggi della fisica che stabiliscono che gli impulsi elettrici nel cervello sono equivalenti agli impulsi elettrici fuori dal cervello (un impulso elettrico è costituito unicamente da elettroni in movimento) e che tutti gli impulsi elettrici generano solo campi elettromagnetici. Per affermare che gli impulsi elettrici generano qualcos'altro oltre ai campi elettromagnetici, bisognerebbe cambiare le leggi della fisica. Di fatto i materialisti prendono in prestito alcune parole chiave dal linguaggio scientifico, come "impulso elettrico", "energia", ecc. e poi attribuiscono a tali entità proprietà che sono incompatibili con le leggi della fisica. Si tratta di un vero e proprio abuso del linguaggio scientifico.
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Segue

Franco
[Modificato da francocoladarci 16/10/2010 22:53]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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Centro di Divulgazione Scientifica sulla Coscienza
Mente e cervello: Una discussione scientifica
che conduce all'esistenza dell'anima
a cura di: Marco Biagini
Dottore di Ricerca in Fisica dello Stato Solido.

Introduzione - Che cosa è il cervello? - La vita biologica non implica la vita psichica - L'attività cerebrale e la vita psichica - Le leggi della fisica e le altre scienze naturali - Le leggi della fisica e la storia - I calcoli da principi primi - Conclusioni - Un commento alla teoria dell'evoluzione
Introduzione

Certamente il problema della coscienza è stato ampiamente dibattuto sul piano filosofico. Poichè lo scopo di questo articolo è di affrontare il tema della coscienza da un punto di vista scientifico, non mi soffermerò sulle diverse definizioni e concezioni che i filosofi hanno espresso a questo proposito. Mi limito a definire la coscienza o vita psichica come la nostra capacità di essere coscienti e/o senzienti, di avere percezione di noi stessi, di provare sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri, ecc. Non uso la parola intelligenza, perché oggi essa è spesso associata al concetto di intelligenza artificiale, che non implica nessuna forma di vita psichica e di stato cosciente o senziente. La scienza, al contrario della filosofia, si fonda sempre sull'osservazione di fenomeni; la possibilità di una verifica sperimentale è ciò che in ultima istanza distingue una teoria scientifica da una concezione filosofica. La vita psichica dell'uomo è un fenomeno direttamente osservabile di cui abbiamo quindi piena evidenza sperimentale (anzi, esso rappresenta il fondamento di ogni altra osservazione sperimentale, poichè se non fossimo coscienti non potremmo osservare nessun fenomeno); il fenomeno "coscienza" merita quindi di essere analizzato sul piano scientifico.

Che cosa è il cervello ?

Oggi sappiamo che il nostro cervello è solo un insieme di particelle come elettroni e protoni, che interagiscono attraverso il campo elettromagnetico. Ogni processo biologico è dovuto soltanto a reazioni chimiche che a loro volta sono dovute all'interazione elettromagnetica tra gli elettroni ed i protoni degli atomi che costituiscono il nostro organismo. Ogni neurone ed ogni cellula non sono altro che insiemi di elettroni, protoni e neutroni, con una certa collocazione spaziale; l'interazione elettromagnetica può essere infatti attrattiva e questo fa sì che le particelle possano attrarsi formando determinate disposizione geometriche nello spazio. Le proprietà di ogni molecola (incluse le molecole di DNA, gli ormoni, ecc.) ed ogni processo biologico sono dovuti solo alle leggi della fisica; più precisamente, poiché nel nostro organismo non avvengono reazioni nucleari e le forze gravitazionali sono troppo deboli per interferire con i processi molecolari, ogni processo biologico è dovuto unicamente alle leggi dell'elettrodinamica quantistica.

La scienza ha dimostrato che tutti i processi chimici, biologici e cerebrali consistono unicamente in successioni di processi fisici elementari, i quali sono determinati unicamente dalle leggi della fisica quantistica. Tale visione dei processi biologici non può rendere conto dell'esistenza della nostra vita psichica; dunque il materialismo è inconciliabile con la scienza. Del resto, ogni tentativo di spiegare la nostra vita psichica nell'ambito del materialismo implica che ciò che soffre, ama, desidera, percepisce, ecc. in noi siano oggetti come elettroni o campi elettromagnetici. Ma gli oggetti non posso percepire nulla; gli oggetti non possono provare né gioia né tristezza, né piacere né dolore, ecc. La scienza ha dimostrato che le equazioni del campo elettromagnetico sono universali; esse descrivono tanto il campo elettromagnetico dentro il nostro cervello come quello in un qualunque filo di rame o quello all'interno di un atomo. Non c'è alcuna traccia di coscienza, sensazioni, sentimenti, pensieri, ecc. nelle equazioni del campo elettromagnetico. Se si ipotizza che il campo elettromagnetico sia l'origine della nostra vita psichica, allora la sola logica conclusione sarebbe che anche la nostra lavatrice, la nostra televisione, il nostro tostapane di tanto in tanto saranno depressi o felici o sofferenti... Infatti, dal punto di vista scientifico non vi è alcuna differenza tra i campi elettromagnetici presenti nel nostro cervello e quelli presenti in questi apparecchi.

Affermare che gli impulsi elettrici che avvengono nel cervello siano o generino sensazioni o pensieri significa contraddire le leggi della fisica che considerano equivalenti tutti gli impulsi elettrici, che avvengano dentro o fuori dal cervello. Infatti, un impulso elettrico è costituito solo da elettroni in movimento, e gli elettroni sono tutti identici ed indistinguibili e sono sempre in movimento in qualunque materiale o circuito elettrico. Attribuire agli elettroni del nostro cervello proprietà (come quella di generare sensazioni o emozioni) e non attribuire la stessa proprietà a tutti gli altri elettroni dell'universo, significa contraddire la fisica quantistica, la quale stabilisce che tutti gli elettroni sono identici ed indistinguibili, ossia hanno tutti le stesse esatte caratteristiche e proprietà.

Inoltre le leggi della fisica stabiliscono che gli impulsi elettrici generano solo campi elettromagnetici ; quindi l'ipotesi tipica dei materialisti secondo cui gli impulsi elettrici del cervello generano sensazioni, emozioni ecc., è in stridente contraddizione con le leggi della fisica. A loro volta, le onde elettromagnetiche generate dagli impulsi elettrici nel nostro cervello sono del tutto equivalenti a quelle generate da qualunque altro impulso elettrico ; tali onde escono dal nostro cervello e si disperdono nello spazio esterno alla velocità della luce, come tutte le onde elettromagnetiche.

Le leggi della fisica stabiliscono quali tipi di processi avvengono nella realtà fisica; escludendo le reazioni nucleari e subnucleari, che non avvengono certo nel cervello, i soli processi possibili sono il movimento di particelle e lo scambio di energia tra particelle (collisioni tra particelle) e tra particelle e campo elettromagnetico (emissione o assorbimento di fotoni). I soli processi fisici possibili sono determinati da un operatore matematico chiamato "Hamiltoniano", che determina anche quali siano i soli tipi di energia esistenti nella realtà fisica. L'Hamiltoniano è infatti costituito dalla somma di alcuni termini, ciascuno dei quali determina un tipo di energia, come l'energia cinetica dell'elettrone o l'energia del fotone. Per avere altri processi o altri tipi di energia è necessario aggiungere altri termini all'Hamiltoniana, alterando così le equazioni della fisica, e conseguentemente tutte le loro soluzioni (vedi paragrafo "Le leggi della fisica e la storia"). In conclusione, le leggi della fisica smentiscono l'ipotesi base del materialismo secondo cui la vita psichica è generata dai processi cerebrali. Le leggi della fisica non permettono di spiegare, né di giustificare, nemmeno in linea di principio o concettualmente, l'esistenza della vita psichica, neppure l'esistenza della sensazione più banale.

La vita biologica non implica la vita psichica

La scienza ha dimostrato che il nostro cervello è solo un insieme di particelle (ossia un oggetto) e che la vita biologica consiste unicamente in una successione di reazioni chimiche concatenate, che a loro volta consistono unicamente in processi fisici (per la precisione, processi quanto-elettromagnetici). D'altra parte la nostra vita psichica trascende le leggi della fisica e non può quindi essere considerata il prodotto dei processi biologici o cerebrali, essendo essi meri processi fisici. Questo implica che la nostra psiche ed il nostro cervello non siano la stessa entità, ma due diverse entità interagenti. Uso il termine psiche per indicare il componente non-fisico/non-biologico dell'uomo che genera la nostra vita psichica cosciente. Naturalmente si potrebbero usare anche altri temini, come mente, spirito, anima, ecc.

A questo punto è doveroso chiedersi se esista qualche evidenza scientifica sull'eventuale esistenza di una qualche specie di vita psichica cosciente negli animali, come percezione di sensazioni o emozioni. La prima osservazione che deve essere fatta a questo proposito è la seguente; oggi sappiamo che è possibile in linea di principio simulare al computer ogni aspetto del comportamento degli animali, incluso la capacità di apprendimento o l'apparente capacità di riconoscersi allo specchio. Un software adeguato può permettere al computer di registrare in memoria i dati di input, analizzarli, e produrre determinati output ; tutte queste operazioni avvengono naturalmente in modo automatico, senza che il computer sia cosciente di nulla. Per esempio un computer può "distinguere" le immagini che riceve tramite una telecamera; questo avviene automaticamente attraverso algoritmi matematici senza che il computer abbia alcuna sensazione visiva; questo significa che il fatto che il cane distingua il bastone da un osso non prova che il cane abbia una sensazione visiva.

Non è quindi possibile in nessun modo escludere dal punto di vista scientifico o razionale che la vita degli animali sia solo un processo puramente biologico e sia priva di alcuna forma di vita cosciente; in altre parole la scienza non permette di escludere la possibilità che l'animale sia solo un "robot biologico", che non è cosciente di nulla e non percepisce alcun tipo di sensazione, le cui azioni e reazioni sono determinate da un "software" chimico impiantato nel suo cervello. E' possibile spiegare anche quei comportamenti degli animali che sono spesso ritenuti un'indicazione di stati emotivi. Per esempio, i cani che a causa di mutazioni genetiche esibivano casualmente degli atteggiamenti affettuosi, avevano una maggior probabilità di essere "adottati" dall'uomo, e quindi di sopravvivere. Era sufficiente che l'animale presentasse questi atteggiamenti nei confronti di un solo membro della famiglia (anche se non era quello che gli dava il cibo) per essere accettato dalla famiglia. Si tratterebbe solo di un caso di selezione naturale, anche se inconsapevolmente indotta dall'uomo, che ha di fatto programmato il comportamento e le reazioni del cane. Poiché non abbiamo alcuna modo di osservare l'esistenza di una qualsiasi forma di vita psichica negli animali e l'ipotesi che tale vita psichica esista non è necessaria per spiegare i fenomeni osservabili negli animali, possiamo affermare che non esiste alcuna evidenza sperimentale o scientifica dell'esistenza di una qualsiasi forma di vita psichica negli animali, neppure di sensazioni o emozioni.

L'idea che gli animali abbiano una qualche forma di vita psichica è quindi solo un'ipotesi arbitraria, priva di alcun fondamento scientifico o razionale. Tale ipotesi può essere considerata una reminiscenza dell'infanzia, poiché tutti i bambini tendono ad attribuire agli animali pensieri, emozioni e sensazioni. Del resto, i popoli primitivi tendevano ad attribuire caratteri antropomorfi a molti elementi della natura: il sole, il mare, il vento, le foreste, le montagne... L'uomo ha mano a mano capito che i fenomeni naturali non implicavano l'esistenza di "spiriti" addetti al loro controllo, ma avvenivano automaticamente a causa di specifiche leggi naturali; l'uomo ha capito che la natura è oggetto e non persona. La concezione antropomorfa degli animali è l'ultimo residuo di questo atteggiamento pre-scientifico che ha condotto l'uomo a personalizzare i processi naturali che non riusciva a spiegare; il progresso scientifico e tecnologico ci permette ora di spiegare anche il comportamento degli animali senza attribuire ad essi alcun carattere antropomorfo.

L'attività cerebrale e la vita psichica

Vorrei fare osservare che il fatto che danni al cervello o la droga provochino alterazioni delle capacità mentali del soggetto dimostra semplicemente l'esistenza di una interazione tra la psiche ed il cervello. In nessun modo questo può essere considerato una prova del fatto che il cervello sia l'origine della coscienza e della capacità di percepire emozioni, ecc. Se abbiamo un problema ai nostri occhi, le nostre capacità visive risultano alterate, ma questo certamente non significa che siano i nostri occhi ad avere o a generare una sensazione visiva ; questo significa semplicemente che l'occhio ha un ruolo preliminare nel processo di generazione della sensazione visiva. L'occhio è solo uno strumento usato dalla psiche per vedere, ma l'occhio non vede nulla perché non percepisce alcuna sensazione visiva. Allo steso modo, anche il cervello ha solo un ruolo preliminare e può essere considerato uno strumento usato dalla psiche. Tutti gli studi neurologici sul cervello provano solo l'esistenza di una interazione tra psiche e cervello. Del resto, l'esistenza di questa interazione è ovvia, perché senza di essa, la nostra psiche sarebbe completamente isolata dalla realtà esterna, e quindi noi non potremmo interagire con la realtà esterna.

Resta il fatto che stimolo fisico e la sensazione che noi proviamo sono due fenomeni completamente diversi. Per esempio, la vibrazione delle molecole dell'aria rappresenta lo stimolo fisico che procura in noi la sensazione "suono", ossia la sensazione uditiva. Tuttavia, la vibrazione delle molecole dell'aria non è la sensazione "suono" ; le molecole dell'aria non sentono alcun suono, così come sarebbe assurdo affermare che le molecole dell'aria che vibrano sono una sensazione uditiva. La sensazione "suono" esiste solo a livello psichico e non a livello fisico; la sensazione uditiva è generata dalla psiche come elaborazione di un determinato stimolo fisico. Lo stesso vale per gli impulsi elettrici e le reazioni chimiche che avvengono nel cervello: tali reazioni chimiche o impulsi elettrici non sono emozioni, sensazioni o pensieri, ma sono solo degli stimoli fisici; è infatti la nostra psiche che elabora e traduce questi processi fisici in emozioni, sensazioni o pensieri.

Le leggi della fisica e le altre scienze naturali

Vorrei ora proporre alcune considerazioni sull'affidabilità delle nostre conoscenze scientifiche. Innanzitutto voglio spiegare la differenza tra una teoria fenomenologica ed una teoria da "principi primi". Una teoria fenomenologica consiste in una versione approssimata e semplificata di una teoria da "principi primi", che rappresenta la spiegazione esatta dei fenomeni naturali. La biologia e la neurologia sono esempi di teorie fenomenologiche, mentre la fisica è la sola teoria da principi primi, da cui tutte le altre scienze naturali derivano. Naturalmente poiché i calcoli da principi primi sono estremamente lunghi e laboriosi, noi abbiamo bisogno anche di teorie semplificate che ci permettano di trattare più agevolmente i sistemi composti da molti atomi.

Le leggi della fisica hanno un valore generale, ma nella loro applicazione a sistemi specifici, è possibile utilizzare delle regole più semplici, specifiche per quel tipo di sistema; tali regole non sono né estranee, né indipendenti dalle leggi della fisica, ma sono una diretta conseguenza delle leggi della fisica. Un risultato di queste teorie fenomenologiche non può essere accettato se risulta in contraddizione con le leggi della fisica, che sono i soli veri principi all'origine della teoria fenomenologica. Solo le leggi della fisica rappresentano la spiegazione da principi primi della realtà materiale, tanto di quella inorganica quanto di quella organica. Una teoria approssimata (come la biologia o la neurologia) non può essere ovviamente usata per negare la teoria da cui deriva e di cui essa è solo un'approssimazione.

Tutte le altre scienze naturali sono dunque subordinate alla fisica. Si può anche osservare che tutte le scienze naturali (biologia, neurologia, medicina, ecc.) usano oggi nei loro studi degli strumenti di misura e di analisi microscopica che sono stati progettati e costruiti unicamente sulla base delle leggi della fisica. I dati che tali discipline analizzano e studiano hanno senso solo perché le leggi della fisica assicurano il corretto funzionamento degli strumenti di misura utilizzati. Se si mettessero in discussione le leggi della fisica, crollerebbero immediatamente tutte le altre scienze naturali, perché i dati da esse utilizzati a sostegno delle proprie teorie non avrebbero più alcun senso. Dunque nessuna delle scienze naturali può elaborare teorie in contraddizione con le leggi della fisica, né può in alcun modo mai smentire le leggi della fisica. Questo significherebbe fare perdere di significato a tutti i dati, reperiti attraverso strumenti il cui funzionamento è garantito unicamente dalle leggi della fisica, dati sui quali sarebbero state costruite le teorie stesse. Si tratterebbe di una palese contraddizione logica. Le leggi della fisica sono quindi il fondamento di tutte le altre scienze naturali.

Per comprendere meglio il rapporto tra la fisica e le altre scienze naturali si consideri il seguente esempio: per aprire un lucchetto a combinazione dobbiamo conoscere la combinazione. Anche se non conosciamo la combinazione, e non possiamo quindi aprire il lucchetto, sappiamo già che tipo di processo avverrà quando troveremo la combinazione. Le leggi della meccanica stabiliscono che il solo tipo di processo che osserveremo sarà l'apertura del lucchetto; le leggi della meccanica stabiliscono che il lucchetto non si metterà a pensare, nè proverà dolore o piacere, paura o gioia. Allo stesso modo, l'elettrodinamica quantistica stabilisce che ogni processo biologico consiste unicamente in successioni di reazioni chimiche, che a loro volta consistono in successioni di processi cinetici ed elettromagnetici, ossia movimento di particelle, emissione ed assorbimento di fotoni. Ancora non conosciamo le esatte successioni di reazioni chimiche che avvengono in tutti i processi biologici, ed è compito della biologia cercare di determinare tali successioni; ma, proprio come nell'esempio del lucchetto, le leggi della fisica stabiliscono che nessuna successione di reazioni chimiche può generare pensieri, sensazioni o emozioni. Da qui, la necessaria esistenza di un elemento non-fisico (l 'anima), come sorgente della nostra vita psichica.

Le leggi della fisica e la storia

Le leggi che generano tutti processi chimici, biologici e neurologici sono oggi perfettamente note. Mai prima d'ora nella storia, la scienza è stata capace di spiegare i principi da cui hanno origine tutti i processi biologici. Questo rappresenta una vera svolta nella storia della scienza. Ciò che la fisica scoprirà in futuro non avrà più nulla a che fare con il funzionamento del nostro organismo, né con qualunque altro organismo biologico. Ci sono certamente ancora cose non pienamente comprese nel campo dell'astrofisica, ma questi processi non influenzano in nessun modo i processi biologici, che sono dovuti unicamente alle leggi dell'elettrodinamica quantistica. Non vi è dunque alcuna ragione per dubitare delle leggi della fisica e della loro capacità di spiegare perfettamente ogni sistema biologico.

Le leggi della fisica sono costituite da poche equazioni matematiche correlate tra loro. La loro compatta e rigida struttura matematica esclude la possibilità che esse possano essere modificate o perfezionate; infatti ogni modifica di un'equazione matematica comporta dei cambiamenti radicali di tutte le soluzioni di tale equazione. Poiché dalle equazioni della fisica sono state ottenute miliardi e miliardi di soluzioni confermate con grande precisione dagli esperimenti, modificare le equazioni della fisica significherebbe gettare via di colpo tutte queste soluzioni corrette. D'altra parte, assistiamo giorno dopo giorno ad una sistematica riconferma sperimentale delle leggi della fisica su sempre nuovi sistemi. Ipotizzare che le leggi della fisica siano sbagliate equivale a dire che tutti questi miliardi e miliardi di sistematiche e quantitative conferme sperimentali siano solo una fortunata coincidenza. In questi ultimi decenni sono state compiute molte più verifiche sperimentali di quante non ne siano state compiute nel corso di tutta la storia, ma le leggi della fisica quantistica scoperte nei primi decenni del secolo scorso non sono mai state modificate. Sulla base del numero di verifiche sperimentali compiute, si può affermare che l'elettrodinamica quantistica sia la più anziana e la più testata teoria scientifica della storia.

I calcoli da principi primi

Oggi noi siamo in grado di fare calcoli da "principi primi" relativi a sistemi molecolari composti da molti atomi ; questo significa che possiamo calcolare le soluzioni delle equazioni della fisica quantistica anche per sistemi macroscopici. Il punto chiave è che noi sappiamo già che TIPO di informazione possiamo ottenere da un calcolo da "principi primi" di un qualsivoglia sistema molecolare. Infatti, dalla soluzione dell'equazione di Schroedinger per un sistema molecolare, noi sappiamo che possiamo ottenere informazioni relative alla distribuzione di carica o ai livelli di energia. In nessun modo noi possiamo ottenere coscienza, emozioni, sentimenti, ecc. Questi non sono possibili risultati di un calcolo da principi primi. Anche se con un supercomputer noi potessimo calcolare la funzione d'onda del nostro cervello, noi potremmo ricavare da tale funzione d'onda solo proprietà come densità di carica e livelli energetici ; non potremmo mai ottenere alcuna esperienza psichica. Infatti noi sappiamo già quale tipo di informazione possiamo ottenere da qualunque funzione d'onda. Noi possiamo già fare calcoli da principi primi su molti sistemi molecolari, ma il tipo di proprietà che possiamo ottenere da questi calcoli è indipendente dal tipo di molecole o dal numero di atomi del sistema. Se la psiche non esistesse come componente non-fisico dell'uomo, in base alle nostre conoscenze scientifiche noi dovremmo essere dei robot biologici, che agiscono a causa di specifiche reazioni chimiche senza essere coscienti di nulla e senza provare alcuna sensazione. Gli studi in campo neurologico dimostrano soltanto l'esistenza di una interazione tra la psiche ed il cervello, ma non rivelano nulla della natura della psiche.

Conclusioni

Il materialismo è inconciliabile con la visione scientifica dei processi biologici. La scienza ha infatti dimostrato che tutti i processi chimici, biologici e cerebrali consistono unicamente in successioni di processi fisici elementari, determinati unicamente dalle leggi della fisica quantistica. Questa concezione dei processi biologici non permette di spiegare, nè di giustificare, nemmeno in linea di principio o concettualmente, l'esistenza della vita psichica, neppure della sensazione più banale.

Questo risultato acquista un significato molto profondo se si analizza lo stato delle nostre attuali conoscenze scentifiche. Innanzitutto, tutte le scienze naturali sono subordinate alle leggi della fisica, che rappresentano i principi da cui esse derivano e di cui sono solo versioni approssimative. Oggi infatti conosciamo le leggi che determinano tutti i processi molecolari, elettromagnetici, chimici, biologici, neurologici e cerebrali: sono le leggi dell'elettrodinamica quantistica, la leggi scientifiche che hanno ottenuto le più ampie, generali, sistematiche, numerose e precise conferme sperimentali di tutta la storia. Le leggi dell'elettrodinamica quantistica sono confermate da un numero così alto di risultati sperimentali che sarebbe assurdo dubitare della loro validità nella spiegazione dei sistemi molecolari, ed in particolare dei sistemi biologici.
Del resto, la rigidità della struttura matematica dell'elettrodinamica quantistica, rende del tutto irragionevole l'ipotesi di potere modificare tali leggi, poiché questo avrebbe conseguenze catastrofiche su tutte le soluzioni corrette che finora abbiamo ottenuto. Questo significa che l'elettrodinamica quantistica rappresenta la teoria definitiva per la spiegazione dei processi molecolari, e conseguentemente, dei processi biologici.

Le leggi dell'elettrodinamica quantistica possono quindi essere considerati i principi primi che determinano tutti i processi molecolari e biologici. Il punto è che tali principi forniscono, almeno in linea di principio, una consistente spiegazione meccanicistica di tutti i processi molecolari e biologici, ma non permettono di spiegare, nemmeno in linea di principio , l'esistenza della vita psichica. Le leggi della fisica smentiscono così l'ipotesi base del materialismo, secondo cui la vita psichica sarebbe generata da processi biologici o cerebrali. La vita psichica (sensazioni, emozioni, pensieri, ecc.) trascende le leggi della fisica e quindi la causa dell'esistenza della vita psichica non può essere identificata con il cervello; la vita psichica è originata necessariamente da un componente non-fisico/non-biologico, ossia sovrannaturale, che possiamo chiamare psiche o anima. Esistono quindi due realtà distinte: la realtà fisica, ossia l'universo, che ha una struttura intrinsecamente matematica (le leggi della fisica) che determina ogni processo fisico, chimico o biologico; la realtà psichica che trascende tali leggi, e, conseguentemente, trascende la realtà fisica.

A questo punto sorge la domanda : da dove ha avuto origine la nostra psiche ? Il fenomeno della vita psichica dimostra che la psiche ad un certo punto certamente comincia ad esistere in noi. Le leggi della fisica dimostrano che la psiche non può essere il prodotto di processi fisici, chimici o biologici. Dunque l'origine dell'anima è trascendente rispetto alla realtà fisica. Possiamo quindi chiamare Dio la Causa necessaria all'esistenza della psiche, essendo tale Causa trascendente. Questo rappresenta la conferma scientifica della dottrina cattolica secondo la quale ogni uomo ha un'anima che è creata direttamente da Dio. Ritengo sia legittimo affermare che oggi l'esistenza dell'anima e l'esistenza di un Dio trascendente siano dimostrate scientificamente.

Un commento alla teoria dell'evoluzione

Aggiungo una breve osservazione sulla teoria dell'evoluzione. La teoria dell'evoluzione si applica soltanto agli organismi biologici. Non abbiamo elementi sufficienti per stabilire se realmente l'organismo biologico dell'uomo sia il risultato di un processo evolutivo. Il punto è però che la vita psichica è trascendente rispetto alla realtà fisica/biologica e richiede nell'uomo l'esistenza di un componente trascendente (la psiche o anima o mente ecc.).

Poiché non esistono fossili di mente, la teoria dell'evoluzione non può dire nulla relativamente all'origine della vita psichica umana. Dunque, anche ammettendo che il corpo umano sia il risultato di una evoluzione biologica, l'uomo non potrebbe avere alcuna vita psichica cosciente se non avesse ricevuto anche un'anima, anima che non può essere generata da processi biologici/evoluzionistici. Senza un'anima, noi saremmo solo dei robot biologici in grado di agire e reagire, ma incapaci di percepire alcuna sensazione, emozione o pensiero. Alcuni evoluzionisti a volte tentano di formulare delle teorie sull'evoluzione della vita psichica, ma è chiaro che si tratta di pure speculazioni campate per aria, prive di alcun fondamento razionale o scientifico.

Fine dell'articolo del Dott. Marco Biagini.
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bisogna cominciare col il dubbio.
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NDE parte III
Ora per moltissimo tempo la questione “Anima” è stata competenza della Metafisica, la quale affermava che la medesima è trascendente dal corpo, quindi immortale, non soggetta a corruzione come il corpo materiale, per la fisica, la questione sarebbe stata già risolta in quando la “Coscienza” e le attività pensanti sono originate dal cervello, quindi morto il corpo cessano le attività pensanti della persona.

Questo era più o meno l’atteggiamento di entrambe le parti fino ai primi anni 60, poi qualcosa cominciò ad emergere, quel qualcosa il quale avrebbe fatto rimettere in discussione tutte le “certezze” che la fisica “Positivista” sbandierava, e si, che a guardar bene certe tracce ne avevamo sin dal lontano 1500.

Quante domande sono state fatte intorno all’argomento anima, quante speculazioni sul “dopo”, il tutto era avvolto nella più fitta nebbia, ma, negli ultimi anni qualcosa sembra diradarsi, poco, ma quel tanto che ci permette d’accontentarci.

Una camera d’ospedale, una donna moribonda, una dottoressa al suo fianco, questi sono i personaggi i quali hanno dato il via a quello che oggi sono gli studi sulla NDE o Premorte, ma, andiamo con ordine.
Questa moribonda raccontò poco prima di morire ciò che gli accadde qualche anno indietro, come per pochi momenti il suo cuore cessò di battere, e come lei si trovò fuori dal corpo, raccontandole ciò che avveniva presso il suo corpo, e come il medico cercò di rianimarla con un massaggio cardiaco, così che il suo cuore riprese a battere, per poi tornare nel suo corpo.

Certo, che per l’epoca le uniche spiegazioni possibili erano fisiche, il cuore che non pompava più sangue, il cervello che soffriva per la carenza d’ossigeno, potrebbe aver avuto delle Allucinazioni, ma questo racconto così convincente persuase la dottoressa Stevens ad interessarsi del fenomeno, fenomeno il quale interessava maggiormente coloro che ebbero un arresto cardiaco, sia da infarto, sia per incidenti.

Nel 1965, negli USA, il cardiochirurgo Raymond A. Moody jr., incuriosito dal racconto di uno psichiatra che aveva vissuto un'esperienza di post mortem, prese a rivalutare le narrazioni che i suoi pazienti gli avevano confidato,dopo le operazioni, di percezioni inusuali e di incontri con figure luminose.

La curiosità di comprendere il fenomeno da un punto di vista clinico lo portò quindi nel 1974 a prendere in esame 150 casi di "dopo- morte" o "pre-morte" e a intraprendere una ricerca sistematica sulla validità e sulla possibile spiegazione dei casi.

A seguito di questa sua ricerca pochi anni dopo si unì a lui un altro
medico, Michaele B. Sabom, specializzato in medicina interna e cardiologia presso l'Atlanta VA Medical Center negli USA.
Si aprirono le prospettive di un nuovo, seppur limitato, campo della ricerca medica, ovvero il campo delle "esperienze del trapasso", la N.D.E. (Near Death Experiences).

Moody come psichiatra era scettico a queste narrazioni, ma con il tempo si dovette ricredere, per un semplice motivo, tutto ciò che queste persone “videro” fuori dal corpo furono confermate dagli specialisti sanitari, ossia da quelli che in quel momento stavano operando, non solo, riscontri si ebbero anche con altre persone, le quali esterrefatte confermarono i racconti di coloro i quali ebbero queste esperienze.

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Franco

le esperienze le inserisco tra non molto.
[Modificato da francocoladarci 20/10/2010 17:12]

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NDE parte IV
Continuiamo a leggere l'argomento in questione

Le esperienze di pre-morte (EPM), indicate spesso con l'acronimo NDE (dall'inglese Near Death Experiences) costituiscono un fenomeno molto diffuso che si va a poco a poco imponendo all'attenzione di studiosi di tutto il mondo. Da tenere presente che solo negli Stati Unite tale fenomeno è stato vissuto da oltre dieci milioni di americani.

Tali esperienze riguardano tipicamente persone che, per circostanze diverse (incidenti stradali, annegamenti, ferite da armi da fuoco, cadute, tentativi di suicidio, interventi chiruirgici, gravi malattie), sono venute a trovarsi in condizioni di morte clinica, con perdita totale della coscienza, e sono state successivamente riportate in vita. Secondo i dati raccolti finora sembrerebbe che circa il 35-40 % delle persone rianimate abbia vissuto delle
esperienze di pre-morte; inoltre, gli studi non mostrano alcuna relazione tra il fenomeno e l'età, il sesso, la razza, la religione, la classe sociale o il livello d'istruzione.

I resoconti dei soggetti che hanno avuto delle NDE sono abbastanza diversi tra loro; è possibile tuttavia estrarre da tali
esperienze alcuni elementi che tendono a ripetersi nella maggioranza dei casi, formando così una sorta di modello di
riferimento.

Sulla base di tale modello, una tipica NDE attraversa le seguenti fasi:
1) Il soggetto si trova improvvisamente a fluttuare al di fuori del proprio corpo, a un lato di esso o, più spesso, al di sopra. Può osservare l'ambiente circostante, guardare con distacco il luogo dell'incidente o assistere ai tentativi di rianimazione che i medici stanno effettuando. In certi casi si spinge in altre stanze dell'ospedale, o all'interno della propria abitazione. La percezione è molto intensa e chiara, tanto che il soggetto, una volta
rianimato, è in grado di descrivere nei dettagli tutto ciò che è avvenuto intorno a lui mentre si trovava in stato di incoscienza.
(ma su questo punto ci ritorneremo)
2) In seguito c'è l'ingresso in una sorta di tunnel buio, che si percorre a gran velocità in direzione di una estremità in cui
si intravede una luce abbagliante.

3) Giunto al termine del tunnel, il soggetto viene sommerso dalla luce, che sembra permeare ogni cosa e alla quale vengono attribuite qualità positive, descritte generalmente in termini di amore, bontà, serenità. E' qui che egli incontra spesso parenti e amici defunti o esseri extra-umani (angeli), i quali a volte gli danno informazioni riguardanti il luogo in cui si trova.
Durante l'attraversamento del tunnel o, più frequentemente, mentre si trova immerso nella luce abbagliante, il soggetto vede spesso scorrere le proprie esperienze passate come in un film, sentendosi spinto a compiere una sorta di bilancio della propria esistenza. Tale visione retrospettiva ricorda molto da vicino la scena del giudizio nell'aldilà di cui parlano molte religioni del mondo. C'è tuttavia una differenza importante: tutti coloro che hanno avuto esperienze di pre-morte non parlano mai in termini di giudizio (che implica punizione o ricompensa), bensì di accettazione e comprensione, tese
a un'autovalutazione del soggetto riguardo alle proprie azioni.
4) Una caratteristica comune alla maggioranza delle esperienze di pre-morte è che a un certo momento qualcuno o qualcosa fa capire al soggetto che deve tornare indietro nel mondo dei vivi, perché il suo momento non è ancoravenuto. Tale momento può capitare in una qualsiasi delle fasi descritte.

Il ritorno alla vita viene in genere vissuto come sgradevole perché l'esperienza del distacco dal corpo è associata a benessere, pace e profonda armonia, uno stato ben lontano da quello sperimentato nella vita ordinaria.

Le interpretazioni del fenomeno
Riguardo al significato da attribuire alle esperienze di pre-morte, si possono dividere le spiegazioni in due grandi classi:
1) Concezioni spiritualiste, che considerano le NDE come una prova dell'esistenza di una parte immateriale dell'uomo, la quale si separerebbe dal corpo al momento della morte. In questo senso andrebbero interpretate anche la luce abbagliante (considerata una emanazione della divinità) e il rivivere come in un film la propria
vita (visto, invece, come la manifestazione del "giudizio" che ogni anima dovrà subire al suo ingresso nell'aldilà).
2) Concezioni scientifiche, sostenute da coloro che rifiutano le concezioni extrafisiche per le esperienze di pre-morte. Per i sostenitori di questo tipo di tesi, le NDE non sarebbero altro che immagini provocato dallo stato di mancanza di ossigeno e di sostanze nutritive nei neuroli cerebrali, oppure il prodotto di certi
farmaci somministrati ai pazienti in condizioni cliniche disperate o, infine, visioni provocate dalle endorfine che si liberano nel cervello in una fase critica delle funzioni vitali.

Bisogna osservare che questo secondo tipo di concezioni, nelle sue diverse versioni, è tipica di quegli studiosi che si
sono pronunciati sul fenomeno utilizzando resoconti riportati da altri studiosi, cioè senza aver partecipato a ricerche
dirette sui pazienti. D'altra parte, quasi tutti coloro che, per motivi di lavoro, sono stati a diretto contatto con pazienti che
hanno avuto NDE (medici, infermieri, anestesisti), anche se inizialmente scettici sulla natura extra-sensoriale del
fenomeno, si sono successivamente ricreduti. Certi particolari riferiti dai pazienti, infatti, pur sorvolando sul fatto che in
uno stato clinico di encefalogramma piatto non si dovrebbe avere alcun tipo di esperienza cosciente, non avrebbero
potuto essere percepiti dalla collocazione spaziale e nelle circostanze in cui i pazienti stessi si trovavano.

NDE e bambini
Un filone tutto particolare è rappresentato dalle esperienze di pre-morte che coinvolgono bambini. Dobbiamo soprattutto
al pediatra americano Melvin Morse la raccolta di numerosi casi di tali esperienze che riguardano bambini dai 3 agli 11
anni.
Morse, inizialmente scettico su una interpretazione extra-corporea del fenomeno, dopo aver studiato molta della letteratura disponibile sull'argomento, e dopo aver esaminato molti casi di NDE nei bambini, giunse alla conclusione che le diverse spiegazioni tendenti a ricondurre le esperienze ai fenomeni fisici del cervello erano inadeguate.

Secondo Morse, il fatto che un bambino clinicamente morto sia in grado di raccontare (a parole o con disegni) con ricchezza di particolari le diverse fasi della sua rianimazione, di descrivere le persone che si sono avvicendate accanto a lui, o addirittura di descrivere i nonni, morti prima dela sua nascita, avendoli incontrati mentre era del tutto incosciente, chiama in causa una realtà diversa da quella a cui siamo abituati.

Breve prospettiva storica
Convenzionalmente si fa risalire l'inizio degli studi sulle esperienze di pre-morte al 1975, anno in cui Raymond Moody, medico, pubblicò un libro in cui venivano raccolte molte testimonianze dei suoi pazienti che avevano vissuto esperienze riconducibili alle NDE.
Poco dopo, Elisabeth Kubler-Ross rivelò di aver condotto quasi contemporaneamente una ricerca analoga e di aver fatto più o meno le stesse scoperte di Moody.
Nel 1977 Karlis Osis ed Erlendur Haraldsson posero a confronto quasi 900 casi di NDE riferiti da pazienti a dottori o altro personale medico, sia negli Stati Uniti che in India, senza trovare grandi differenze nei resoconti, nonostante le forti differenze
culturali.

Agli inizi degli anni Ottanta, ricercatori come Bruce Greyson e Melvin Morse svolsero nuove indagini, costituendo lo IANDS (International Association for Near-Death Studies), a cui aderivano medici, neurologi, psicologi e psichiatri, con l'obiettivo di portare avanti una ricerca interdisciplinare sul fenomeno delle NDE.
Dagli anni Novanta in poi vengono periodicamente organizzati congressi internazionali nei quali sono presentati nuovi
studi e ipotesi sulle esperienze di pre-morte.

Nel 2001, la rivista scientifica "The Lancet" ha pubblicato una ricerca dell'olandese Pin van Lommel e collaboratori, dove viene descritto un primo protocollo scientifico applicato su larga scala (344 pazienti) nella valutazione delle NDE.
Sebbene tali fenomeni si siano imposti all'attenzione dei ricercatori solo negli ultimi 30 anni, essendo divenuti assai frequenti grazie ai progressi delle tecniche di rianimazione, esperienze simili, sia pur molto più rare, sono note da moltissimo tempo. Esse vengono descritte, con abbondanza di particolari, nel Libro egiziano dei morti (500 a.C.), negli scritti yogici del saggio Patanjali (risalenti a 2000 anni fa) e nel Libro tibetano dei morti (VIII secolo).


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[Modificato da francocoladarci 20/10/2010 17:30]

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Esperienze di NDE vissute
Inserisco qualche esperienza di NDE.
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L’esperienza di Brian: testimonianza NDE



Questi eventi, che riguardano un bambino di 3 anni, avvennero nel 1994, e sono stati raccontati da Lloyd Glenn, papà di Brian.
…Il 22 luglio di quell'anno mi stavo recando per affari nella città di Washington.

Tutto procedeva come al solito, finché non atterrai a Denver per prendere un altro aereo. Mentre prendevo i miei bagagli dal ripostiglio in alto, si sentì un annuncio in cui si chiedeva a Lloyd Glenn di contattare immediatamente il rappresentante del Servizio Clienti. Io non vi prestai attenzione finché non raggiunsi la porta di uscita dall'aereo e non udii un signore che chiedeva a tutti i passeggeri maschi se erano il signor Glenn. In quel momento mi resi conto che qualcosa non stava andando bene ed il mio cuore ebbe un balzo. Quando fui sceso dall'aereo, un giovanotto con l'espressione seria mi vene incontro e disse: "Signor Glenn, c'è stata un'emergenza a casa sua: non so dirle di cosa si tratti o chi vi sia coinvolto, ma la posso accompagnare ad un telefono dal quale potrà chiamare l'ospedale": Adesso avevo il cuore in tumulto, ma la volontà di restare calmo prevalse.

Automaticamente, seguii quello sconosciuto fino ad un telefono distante, dal quale chiamai il numero che mi aveva dato per parlare con l'ospedale. La mia chiamata fu passata al reparto traumi dal quale venni a sapere che Brian, il mio figlioletto di tre anni, era rimasto intrappolato per diversi minuti sotto la saracinesca automatica del garage di casa, e che quando mia moglie l'aveva trovato non dava segni di vita. Un vicino di casa, che era anche medico, gli aveva praticato la CPR (rianimazione cardiopolmonare), ed il personale paramedico aveva continuato il trattamento mentre Brian veniva trasferito all'ospedale.

Nel momento in cui parlavo al telefono Brian era stato rianimato ed i medici pensavano che sarebbe sopravvissuto, ma non erano ancora in grado di valutare l'entità dei danni che erano stati causati al suo cervello ed al cuore. Mi spiegarono che la porta si era chiusa su di lui, facendo pressione sul suo piccolo sterno proprio sopra il cuore. Era stato gravemente schiacciato. Dopo aver parlato con lo staff dei medici, mia moglie sembrava molto provata e preoccupata, ma non isterica, ed io trovai conforto nella sua calma. Il volo di ritorno sembrò durare un'eternità, ma finalmente arrivai all'ospedale, sei ore dopo che la disgrazia aveva avuto luogo. Quando raggiunsi l'unità di cure intensive, nulla mi aveva preparato all'impatto di vedere il mio piccolo giacere immobile su un grande letto circondato da tubi e da macchinari ovunque. Era attaccato ad un respiratore. Detti uno sguardo a mia moglie che stava al suo fianco: era come un terribile sogno. Fui ragguagliato su ogni dettaglio e mi fu comunicata la prognosi riservata. Brian sarebbe sopravvissuto, ed i test preliminari indicavano che il cuore non era stato danneggiato, e questo sembrava già un miracolo. Ma solo il tempo poteva dire se il cervello aveva subito dei danni.

Durante le ore seguenti, che sembravano interminabili, mia moglie era calma. Sentiva che alla fine Brian sarebbe tornato come prima. Io mi aggrappavo alle sue parole ed alla sua fede come ad una corda di salvataggio. Per quella notte e per tutto il giorno seguente Brian rimase in stato di incoscienza. Mi sembrò che fosse passata un'eternità da quando ero partito per il mio viaggio di affari il giorno prima. Finalmente, alle due del pomeriggio, nostro figlio riprese conoscenza e si mise a sedere pronunciando le più belle parole che io abbia mai sentito dire: "Papà, abbracciami!" mentre tendeva verso di me le sue piccole braccia.

Il giorno seguente ci fu detto che era fuori pericolo, e che non c'era traccia di deficit di natura fisica o neurologica, e la storia della sua miracolosa ripresa si diffuse per tutto l'ospedale. Non potete immaginare la nostra gioia e la nostra gratitudine. Nel riportare a casa Brian, avevamo quello speciale sentimento di profondo rispetto per la vita e per l'amore del nostro Padre celeste che viene a coloro che hanno sfiorato la morte così da vicino. Nei giorni seguenti in casa nostra c'era un'atmosfera tutta particolare. Gli altri nostri due figli erano molto più affettuosi verso il loro fratellino, mia moglie ed io eravamo molto più vicini l'un l'altro, e tutti noi ci sentivamo uniti in una vera famiglia. La vita si svolgeva ad un ritmo meno stressante. La vera importanza delle cose era molto più a fuoco, e l'equilibrio più facile da raggiungere e da mantenere. Ci sentivamo davvero benedetti, e la nostra gratitudine era sincera e profonda.

Quasi un mese più tardi Brian si risvegliò dal suo sonnellino pomeridiano e disse: "Mamma, siediti qui, ho qualcosa da raccontarti". Alla sua età, Brian di solito parlava a brevi frasi, così il sentirlo esprimersi in questo modo sorprese mia moglie. Si sedette accanto a lui sul lettino e lui cominciò a raccontare la sua notevole e preziosa storia. "Ti ricordi quando restai bloccato sotto la porta del garage? Beh, era così pesante che faceva davvero molto male. Io ti chiamai, ma tu non mi potevi sentire. Cominciai a gridare, ma poi il dolore era troppo forte. Ed allora gli 'uccelli' vennero da me".

"Gli uccelli?" chiese mia moglie, meravigliata. "Sì – replicò Brian – gli uccelli fecero un suono frusciante e volarono nel garage. Si presero cura di me".
"Davvero?"
"Certo. Uno degli uccelli venne a cercarti, e poi ti disse che io ero rimasto schiacciato sotto la porta del garage". Un dolce sentimento di riverenza riempì la stanza. Lo spirito era così forte, e nello stesso tempo più leggero dell'aria. Mia moglie comprese che un bambino di tre anni non ha nessuna nozione della morte e degli spiriti, e così si stava riferendo agli esseri che erano venuti ad aiutarlo dall'aldilà chiamandoli "uccelli" dato che stavano sospesi nell'aria come uccelli che volano.

"Com'erano quegli uccelli?" chiese mia moglie. E Brian: "Erano così belli. Erano tutti vestiti di bianco, tutti bianchi. Qualcuno era verde e bianco, ma gli altri erano solo bianchi".
"E ti hanno detto qualcosa?" "Sì – rispose –. Mi dissero che il bambino si sarebbe salvato".

"Quale bambino?" E Brian rispose: "Il bambino che era steso sul pavimento del garage". E continuò: "Tu sei arrivata ed hai aperto la porta del garage correndo verso il bambino. Hai detto al bambino di restare e di non andarsene". Mia moglie quasi svenne nel sentire queste parole, perché lei si era realmente avvicinata ed inginocchiata accanto al corpo di Brian e vedendone il torace schiacciato e l'espressione irriconoscibile, temendo che fosse già morto, si era guardata intorno ed aveva sussurrato: "Non lasciarci, Brian, ti prego, resta con noi se puoi". Nel sentire Brian ripetere le parole che lei gli aveva detto, comprese che il suo spirito aveva lasciato il corpo e lo stava guardando dall'alto. "Cosa successe poi?" domandò.

"Partimmo per un viaggio, lontano lontano…" Era sempre più agitato, mentre non trovava le parole per dirci quello che ci voleva raccontare. Mia moglie cercò di calmarlo e di confortarlo, e gli fece capire che andava tutto bene. Brian era teso nello sforzo di dirci qualcosa che evidentemente per lui era molto importante, ma per lui era troppo difficile trovare le parole. "Volavamo così veloci su in aria. Sono così carini, mamma" aggiunse. "E ce ne sono tanti tanti, di uccelli". Mia moglie era sbalordita, e nella sua mente il dolce conforto dello spirito l'avvolgeva più profondamente, e con un'urgenza che non aveva conosciuto prima d'allora.

Brian continuò raccontandole che gli uccelli gli avevano detto che lui doveva tornare indietro e parlare a tutti de quel che aveva visto. Disse che l'avevano riportato indietro fino a casa, dove c'erano un grande camion dei pompieri ed un'ambulanza. Un uomo stava portando fuori il bambino su un lettino bianco, e lui aveva cercato di dire a quell'uomo che al bimbo sarebbe andato tutto bene, ma l'uomo non riusciva a sentirlo. Gli uccelli gli avevano detto che avrebbe dovuto andare via con l'ambulanza, ma loro sarebbero rimasti accanto a lui. Erano così piacevoli e dolci, e lui non voleva tornare indietro. E poi arrivò la luce splendente, e Brian disse che la luce era tanto brillante e tanto calda, e che lui l'amava moltissimo. Qualcuno stava dentro la luce e lo abbracciò e gli disse: "Io ti amo ma tu devi tornare indietro: devi giocare a baseball e devi raccontare a tutti degli uccelli". Poi la persona che stava nella luce splendente lo baciò e lo salutò facendogli ciao ciao con la mano. E poi, woosh, venne un grande suono e tutti se ne andarono tra le nuvole.

Il racconto andò avanti per un'ora. Ci disse che gli uccelli sono sempre accanto a noi, ma noi non li vediamo perché guardiamo con gli occhi e non li sentiamo perché ascoltiamo con le orecchie. Ma loro ci sono sempre, e li possiamo sentire solo qui (e si mise la mano sul cuore). Ci sussurrano i consigli per aiutarci a fare quello che è giusto, perché ci vogliono tanto bene. Brian continuò dicendo: "Io ho un progetto, mamma. Anche tu hai un progetto, ed anche il papà. Ognuno ha un progetto. Noi tutti dobbiamo vivere il nostro progetto e mantenere le nostre promesse. Gli uccelli ci aiutano in questo, perché ci amano tanto tanto".

Durante le settimane che seguirono, Brian tornò spesso sull'argomento, raccontandoci ogni volta tutta la storia, o parte di essa. La storia restava sempre la stessa, ed i dettagli non cambiavano mai, e nemmeno erano fuori posto. In alcuni casi aggiunse qualche altra informazione o cercò di chiarire il messaggio che ci aveva già trasmesso. Non smise mai di stupirci la sua capacità di raccontarci simili dettagli con espressioni che andavano al di là della sua abilità verbale quando parlava degli uccelli.
Ovunque andasse, raccontava degli uccelli anche a persone che gli erano del tutto sconosciute. Nessuno lo guardò mai in modo strano in tali circostanze. Invece, quelli che lo ascoltavano avevano sempre uno sguardo di profonda dolcezza e sorridevano. Non c'è neanche bisogno di dirlo, da quel giorno noi non siamo più stati quegli stessi di prima, ed io prego di non dover mai tornare ad essere com'ero.
Splendida testimonianza tratta da neardeath.it
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Da considerare che un bambino non ha ancora formato il concetto di morte, ne di cultura, quindi non può essere influenzato da questi aspetti.

Franco
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Continuiamo nelle esperienze, da tenere in considerazione la traduzione non è proprio perfetta, da parte mia non ho modificato nulla ho lasciato così con degli errori di traduzione.
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La NDE di Barbara
descrizione dell'esperienza:
Quando avevo 41 anni, stavo morendo di insufficienza epatica e improvvisa emorragia-che richiedeva 12 unità di sangue ..Ricordo che venivo aiutata nel mio letto e provavo un dolore straziante per tutto il corpo e una debolezza profonda. Sono stata nell'OSPEDALE due MOS., E ormai Nelle conclusioni della professione medica - TERMINALE. Ero completamente orientata verso il mio ambiente e la condizione GRAVE DEL MIO CORPO - depressa e preoccupata. Avevo 4 figli a casa che avevano bisogno di me. Improvvisamente ho cominciato a lamentarsi di una intensa luce lampeggiante nei miei occhi. Nessuno sembrava potesse aiutarmi. E si intensificava.Poi ho notato che il mio dolore mi stava lasciando - E ho premuto le dita nel fianco della mia gamba.

Attrezzature mediche erano tutto intorno e sopra il mio corpo e ho potuto "vedere chiaramente" e poi mi sono sentita paralizzata e "fredda".Poi potevo vedere tutti nell'intera stanza - molti medici e altri --- e mi sono sentita "dispiaciuta" per loro. Mi sentivo molto intelligente e mobile. Ho potuto vedere mio marito entrando nell' ingresso dell'ospedale. Ho guardato me stessa e mi sono vista molto piccola e irriconoscibile. Mi chiedevo se era proprio io. Allora sembravo essere in viaggio ad una velocità elevata e ogni volta che sollevavo la testa, potevo vedere che il corridoio non aveva fine.

Improvvisamente sono stata avvolta da una pace profonda, calore e amore. La "situazione" era così magnetica ed e il sentimento di amore intenso. Non avevo paura - mi sentivo a casa e in pace. La intensa presenza di amore mi circondava. Ho avuto un qualche "senso della direzione" ...Sembrava che stavo capendo cosa fare dopo. Sembrava che avessi più "lavoro" da fare - che stavo per continuare ad andare avanti in qualche modo. Ma mi sentivo stanca ...E non avevo alcuna intenzione di andare via da lì.Poi sentii che il mio dolore stava ritornando e poi è diventato ancora più intenso e ho pensato "sono ritornata" ...Il mio pensiero seguente fu --- "mi sentirò meglio e queste persone non lo sanno" --- ho provato, ma stavo troppo male per parlare. Dopo ero in terapia intensiva e ero riluttante a pensare a questa esperienza ...Poi, settimane dopo - mi sono resa conto che non riuscivo a parlare di questo a chiunque senza piangere. Sono stata dal medico tutte le settimane e finalmente il coraggio di dirglielo.Scosse la testa e disse: "Be 'abbiamo pensato che te ne eri andata due volte". Per/0} lungo tempo mi sono sentita così diversa - penserei .."Sapevi che non ero in "me"in aggiunta .. Mi sono semplicemente sentita una persona diversa - e non ho potuto spiegare a nessuno.Mi ci è voluto un anno per recuperare - e durante la mia prima settimana a casa ho dormito molto. Mi svegliai sdraiata sul mio letto sulla mia schiena. Ero solo al piano di sopra e di solito volevo essere con qualcuno che mi aiutasse a sollevarmi dalla sedia. Ma io sedevo sopra i malvagi e guardavo oltre la mia spalla sinistra mantenendomi sulle mie stesse mani e sembrava che il mio corpo fosse ancora disteso sul letto e che fossi "separata" da esso.

(!)Rapidamente, ero rilassata sul letto e rimasi molto ferma. Avevo paura di provare a saltare fuori del letto di nuovo!E conservo ancora questo episodio per me stessa! Tutto ciò accadde 20 anni fa e ad oggi ancora mi sento "diversa".Nessuno ha parole umane per far capire a un altro essere umano realmente ciò che questo fa alla vita di altre persone o la profondità delle nostre sensazioni. Esprimere tutto questo a un altro è frustrante, e si sa sempre che non si può eventualmente capire, e poi ci possono essere alcune perdite di fede. Mi sento più tollerante verso ogni credo - ma in qualche modo sembra che nessun organismo potrà mai capire. Sapete ho dimenticato di dire che durante la mia NDE mi sembrava di essere una "persona completa "_____________ - Voglio dire che non mi sembrava di essere mancante di parte di me stessa - parti del mio corpo ETC .:}!-- ero completamente all'oscuro di essere qualsiasi cosa tranne il mio me stessa.. completoBARBARA altro!!?Inoltre mi sembra di proteggere le mie sensazioni molto più di quanto io abbia mai fatto prima --- HO un nuovo intero insieme di valori nella vita ...Grazie per l'ascolto !!!!!!!!!!!!!!!!!!Io sono una Infermiera, avevo sostenuto un corso artistico commerciale di 3 anni prima della mia malattia e non stavo facendo nessuna terapia al momento della mia NDE.

Non c'era un "ANTEPRIMA" della mia vita --- infatti quando ho permesso a me stessa prima privatamente di pensare a ciò che avevo sperimentato e credere che in effetti invece avevo lasciato il mio corpo e così via, sono stata subito colpita dal fatto che io mi sentivo completamente "senza colpa "!!!!Sono cresciuta cattolica, e il "tu sarai giudicato MINACCIA" mi è stato ricordato quotidianamente un " peccato veniale"o mortale . Essere colpevole e dover convivere con le conseguenze e DIO che è arrabbiato in un modo o un altro, così ho pensato che questa era una condizione senza speranza nella vita!!MA ------------ non ero colpevole di niente !!!!!!!!Avevo provato un abbraccio e amore oltre l'incredibile !Io non vidi nessuno ma ho sentito una "presenza massiccia" di calore e di amore - un forte sentimento di solidarietà e di gioia. Inoltre mi sembra `importante notare che tutte le mie analisi del sangue, i risultati del fegato () sono state completamente normali il giorno dopo e la mia funzionalità renale era normale. E tutti i miei risultati continuarono ad essere normali da quel giorno.Avevo avuto il rene occluso precedentemente al mio collasso - avendo solo 1CC di funzionalità al giorno.

Ora, il mio peso era sceso dalle mie 140 libbre normali a 89 libbre. Durante la mia permanenza in ospedale --- ma ero tornata a lavorare a tempo parziale, dopo un anno ero ancora magra e fragile e avendo qualche dolore come il medico ha detto avevo un "restringimento delle mie ossa"-Che mai può essere questa cosa. Ma «non temo di darvene atto in questo momento della mia vita - Che quando sono ritornata al lavoro, era come se i miei pazienti sembrassero migliorati mentre io ero là !!!???Non sembra assurdo?! Onestamente, avrei cominciato a "testarlo" --- dopo aver notato che ciò accadeva. Mi avrebbero assegnato molta terapia intensiva, e sembrava che anche la peggiore delle pazienti avesse meno dolore,-oppure avesse riposato meglio etc. Anche alcuni dei miei amici di lavoro avrebbero commentato ciò - e io scherzosamente direi: "Oh, è il mio tocco magico "__!!Vi ringrazio e aggiungo solamente queste osservazioni, dal momento che voglio essere onesta e esaustiva con le informazioni che offro io e voglio che voi abbiate un nuovo successo nei vostro studi delle NDE. Queste informazioni non hanno veramente bisogno di essere aggiunte alle prime che vi ho mandato. Ho semplicemente pensato che può essere un valore aggiunto alla vostra ricerca.
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NDE di un medico dell'India
Esperienza
Saluti!E grazie per l'apprezzamento genuino. Sono un Omeopata - Medico di provata esperienza con più di tre decenni di pratica.Qui di seguito il mio messaggio originale, ora sto inviando i miei dati personali NDE per la pubblicazione. Si può anche mettere il mio indirizzo e-mail in merito. Lasciate che le persone che la pensano allo stesso modo possano incontrarsi e discutere di questo aspetto importante, che ha interamente impegnato la mente collettiva indiana per migliaia di anni. Con cordiali saluti.

Noi in India con le nostre tradizioni filosofiche vecchie di più di settemila anni e le esperienze di migliaia di santi e saggi che credono nella filosofia olistica della vita.
Nessun esperimento condotto su "criteri di esperienza media" o studi obiettivi del cervello in grado di spiegare la funzione della coscienza.L'esperienza di ogni uomo sarà differente come il fatto che non esistono due impronte del pollice perfettamente combacianti.
NDE di un'anima evoluta sarà Trascendentale. E 'come un salto di qualità. Mentre le esperienze di molte persone comuni possono essere attribuita a fattori emotivi o stress. In materia di coscienza, stiamo entrando in un campo quantico in cui la scienza moderna non ha linee guida.

Ero scettico anche sulle esperienze Trascendentali fino a quando ho avuto una esperienza NDE nel 1969. Dopo aver subito un attacco di dissenteria acuta e perdita di sangue mi stavo avvicinando alla fine.
Improvvisamente ho lasciato il corpo e dal soffitto poteva guardare giù sul mio corpo. In quello stato ho potuto immediatamente essere a conoscenza di qualsiasi cosa avessi pensato. Pensai a mia madre.
Potevo vederla correre a Helter Skelter su una banchina della stazione per prendere un treno.

Più tardi, quando io per fortuna mi ripresi mi resi conto che in realtà, in quel preciso momento in cui stava correndo su una banchina ferroviaria a centinaia a chilometri di distanza per prendere un treno per venire laddove mi trovavo, avendo ricevuto un telegramma sulla mia condizione critica.
Qualsiasi NDE che può risultare vera, alla realtà oggettiva è stupefacente!Come può la mente viaggiare attraverso lo spazio e il tempo? La mente è la realtà trascendentale Un quanto di entità. La scienza non ha ancora raggiunto un livello di comprensione al riguardo
Come Shakespeare ha ammesso "Ci sono verità impensate sotto il cielo!"

Dettagli...
L'episodio realmente accaduto nel settembre del 1969. Tuttavia, siccome la NDE è una profonda esperienza è profondamente impressa nella mia memoria. Mi ricordo anche i minuti dettagli di essa istantaneamente,sebbene più di tre decenni siano passati.
A quel tempo avevo trentasette anni, ero un giovane uomo robusto. Ed ero un agnostico ero scettico di religione o di qualsiasi altra cosa che non poteva essere definita in modo strettamente scientifico.
La mia famiglia si era appena trasferita in una piccola città chiamata Eluru in Andhrapradesh, in India. A causa delle condizioni igieniche lì ho avuto un grave attacco di dissenteria. Evitando l'auto-trattamento, mi sottopongo alle cure del mio amico al General Hospital.

Malgrado una cura vigorosa di antibiotici la dissenteria non si placava. Ho perso una quantità di sangue massiccia. Aggiunto a quello ho sviluppato una febbre grave. Dopo qualche giorno la mia condizione è deteriorata molto rapidamente. Le pulsazioni diventarono molto deboli e appena percepibili.
Il terzo giorno di luna piena, a mezzanotte, il medico fu convocato, dal momento che la mia condizione era rapidamente deteriorata e stavo crollando. Mentre stava controllando le pulsazioni del mio cuore improvvisamente ho lasciato il corpo. Dal soffitto stavo guardando il mio corpo!

La visibilità era molto scarsa, come se una spessa nuvola di fumo mi separasse dal resto di ciò che era attorno. Il dolore che provavo prima di lasciare il corpo era scomparso. Ero calmo e composto.
Improvvisamente ho capito che ero morto!Mio Dio! Ho portato i miei bambini e la famiglia e li ho lasciati in uno strano posto, senza alcuna protezione economica o di qualche altro modo! La visibilità non era chiara. Tutto era nebbioso. Ma era come se avessi potuto vedere senza visione, senza sentire il suono. Ero in un'altra dimensione dell'esistenza. Potevo sentire i lamenti delle donne al di sotto e le conversazioni sussurrate.

Un pensiero è diventato importante in me. Come la vita è assurda! In mattinata il corpo sarebbe stato cremato. Tutto ciò è la vita. Che fine senza senso per una catena infinita di meraviglie e potenziali opportunità. E' come una bolla galleggiante su un mare.
Allora che cosa è la morte?Un ingresso in un'altra dimensione? Stavo pensando con calma e obiettività, mentre il mio cervello e il corpo giacevano là sotto! E come se non fossi la persona colpita dalla morte. Lo sviluppo cede importanza a livelli sempre più elevati e superiori della coscienza e la morte sembra carpirlo.

Mentre stavo rimuginando mi sono accorto di una presenza. In una comunicazione senza parole IT mi ha informato che potevo rientrare nel corpo se lo si desideravo. Ma il tempo non dovrebbe essere perso. Tuttavia in quel momento critico ho supplicato per una risposta all'enigma della vita come quel pensiero mi aveva completamente assorbito! C'è stata una bella visione di stelle rombanti dietro di me. Al centro di tutto quel tumulto vi era una luce incandescente. Ogni stella sembrava essere un piccolo centro di coscienza. esso si stava fondendo e stava emergendo dalla coscienza centrale, come voluta da una VOLONTA' cosmica che brillava come un enorme sole !


La visione scomparve e notai che il medico mi guardava con stupore. Gli sorrisi debolmente e gli dissi che ero OK
In quello stato fuori dal corpo di stato ho potuto realizzare tutti i miei desideri, come se fossi onnipotente, onnisciente!Ho pensato a mia madre e ho potuto vedere mentre correva sulla banchina di una stazione ferroviaria febbrilmente a centinaia di miglia di distanza! Quando sono entrato nel corpo, l'infezione virulenta era sparita e ho potuto recuperare in un paio di giorni. Mia madre poi anche ha confermato che in effetti era freneticamente in giro per Vijayavada nella stazione ferroviaria e si informava su un treno per Eluru dopo aver ricevuto il telegramma sulla mia condizione critica. NDE è non può essere spiegata in normali termini oggettivi. Ho subito un cambiamento positivo della personalità. Tutta la mia arroganza è scomparsa.

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NDE di Paul
TESTIMONIANZA:
In 1970 sono stato totalmente preso dalla tragedia e dall'orrore della guerra nel Vietnam. Mia moglie, Sue, era incinta di appena due mesi quando ho ricevuto il temuto avviso di leva.

Aprile 30, 1970, il Presidente Richard Nixon ha annunciato che le truppe USA avevano cominciato un offensivo via terra contro le roccaforti comuniste in Cambogia. Io ci sono stato portato in nave e ho partecipato, insieme a piu' di quarantamila truppe, ad una manovra nella Tenth Combat Division dell'esercito. Il primo ottobre il mio plotone andava verso ovest quando siamo stati duramente colpiti da un attacco di tiratori. Cercavo di fare una ritirata verso un posto al sicuro quando ho sentito un urlo agghiacciante. Mi sono girato in tempo per vedere il mio compagno Pete cadere sotto le pallottole. Ogni mio istinto mi diceva di salvare me stesso continuando a correre, ma dovevo solo sentire le sue grida disperate per capire che non potevo abbandonare un uomo che aveva fatto del tutto per orientarmi nell'esercito e che mi aveva donato ore di fuga dalla nostra comune trauma e sofferenza bellica mostrando un vero e proprio interesse nella mia vita e nelle mie speranze di raggiungere moglie e neonato una volta finito l'incubo della guerra. Io avevo ascoltato il suo sogno di trovare una giorno la donna giusta con cui fare una famiglia sua. Sognava di diventare insegnante con l'aiuto dei finanziamenti G.I. per l'istruzione. Mi sono voltato e sono andato verso il posto dove giaceva emettendo gemiti e grida, chiedendo un medico. Avevo fatto i 15 metri che ci separavano in un balzo che mi sembrava di pochi secondi quando sono stato falciato dal fuoco di una mitragliatrice. Il dolore mi ha lacerato le gambe e sono caduto in avanti. Subito dopo stavo guardando la scena da qualche metro al di sopra del mio corpo. Ho visto che il corpo era stato colpito alcune volte alla gamba destra e una volta alla sinistra. Ero convinto che sarei morto dissanguato e sentivo un tremendo dolore che non avrei mai visto mia moglie e il figlio che doveva nascere. Alla tristezza si aggiungeva una crescente confusione e curiosita'. Allora, ho pensato, quest'e' la morte? Niente dolore! Niente paura! Che strano! Non mi sento diverso. Sono capace ancora di pensare. Fissavo il mio corpo e mi chiedevo che cosa sarebbe successo poi. L'amico, Pete, giaceva accanto al mio corpo. Ero scioccato a vedere una nebbia levarsi dal suo capo che immediatemente si e' trasformato in un duplicato esatto del suo corpo. Ho notato che il suo spirito, ossia il nuovo corpo, era intero ed era un po' incandescente, mentre al corpo fisico mancava una mano e una parte del braccio dovuto allo stesso tiratore. Pete sembrava confuso e l'ho chiamato. Mi ha raggiunto immediatemente al volo e abbiamo discusso insieme che cosa poteva succedere da quel momento. Poi abbiamo visto che un giovane medico nero aveva scoperto i nostri corpi. Prima ha controllato lo stato di Pete, poi il mio. Ha cominciato a lavorare sul mio corpo, e Pete ha detto che allora doveva significare che lui era gia' morto, ma che io avrei avuto una possibilita' di vivere. Si e' proteso e mi ha stretto la mano e ha detto, "Vorrei ringraziarti di essere stato un buon amico e di aver cercato di salvare la mia vita. Non so perche', ma ho questo senso che io non restero' qui. Vado in un posto dove sono stato prima. Sembra di tornare a casa. So che questo sembra folle, ma mi pare che non e' ancora la tua ora di partenza. Cerchero' adesso di dire addio a mia madre, ma tu va' avanti e fa' una vita fantastica e se il bimbo sara' un maschio, dagli il mio nome, OK?" Ho detto, "Certo, Pete!" Mi sono proteso per dargli una pacca alla schiena, ma e' sparito in un lampo. Ho guardato alcuni soldati sotto di me che aiutavano a portare via il mio corpo mentre il medico continuava il suo lavoro. Ero invaso da un desiderio struggente di ritrovare la mia giovane moglie e il bambino non ancora nato. Ad un tratto, mi sono sentito sbattuto dentro il corpo di nuovo, come se fossi caduto da 12 metri d'altezza.

A causa dei miei feriti, dopo un mese mi hanno mandato a casa. Non ho avuto la possibilita' di assistere ai funerali dell'amico, ma ho indagato sulla sua famiglia e ho telefonato alla sua mamma. La madre, Thelma, mi ha risposto e le ho offerto di cuore le mie condoglianze. Lei ha detto che la notte in cui e' stato ucciso, suo figlio e' venuto a trovarla. Questa visita era in sogno; lui si e' fermato abbastanza a lungo per dirle che era passato all'aldila' ma di non stare in lutto per lui perche' era felice e aveva un dovere da compiere. Ha aperto le braccia e sembrava venire verso di lui una luce. Un bel bambino, radioso, ha preso forma accanto a lui. Era un ragazzino di cinque o sei anni con capelli ricci color rame e occhi color nocciuola.Aveva un po' di lentiggini sul naso e gli zigomi. "Chi e'?" ha chiesto la mamma. "Bene, questo e' piccolo Pete. Vuole sapere del suo babbo, come sara' la sua vita terrena, cosa puo' aspettarsi. Glielo sto facendo capire. Pierino ed io saremo insieme per molto tempo, LUI CI PUO' CONTARE". Ha preso il bambino e l'ha abbracciato.

L'immagine e' sparita subito. La mamma di Pete voleva sapere tutto di suo figlio, dove stava, ma non c'era la possibilita'. L'immagine del bambino adorabile le si era ficcata in mente. Siccome Pete era scapolo, questo bambino era un suo figlio illegittimo? Chi era la madre? Dove poteva andare per vedere il suo nipotino? Forse non era nemmeno nato ancora? Cosa voleva dire Pete per "insegnamento sulla sua vita terrena? Il "piccolo Pete" aveva chiaramente preso il nome del suo babbo. Lei credeva ci fosse pure una somiglianza familiare. Come poteva mai sapere? Dove poteva andare per informarsi?

Tutte queste domande sembravano tormentarla ogni momento del giorno e sono aumentate anche di piu' dopo che le e' stato detto che suo figlio Pete era stato davvero ucciso in guerra lo stesso giorno del sogno. E' rimasta triste e offesa dalla morte dell'unico figlio, ma sentiva poi che lui le abbia dato una prova che lui stava bene ed era vivo in un'altra dimensione. Il bambino che lui aveva chiamato "piccolo Pete" restava un mistero che lei sapeva di dover risolvere.

Le ho detto della gravidanza di mia moglie e della promessa che avevo fatto a Pete che avrei dato il suo nome ad un mio figlio. Ho suggerito che questo poteva spiegare il bambino che le era stato mostrato nel sogno del 1 ottobre 1971. Ho promesso di mantenere i contatti e di mandarle foto del mio bambino quando lui, o lei, sarebbe nato fra 4 a 5 settimane.

Mio figlio Peter e' nato il 31 ottobre 1971. Era quasi calvo, ma aveva gli occhi color nocciola. Il secondo compleanno ho spedito delle foto alla mamma di Pete nel Colorado, e lei ha telefonato per dire grazie. Nelle foto, Peter rassomigliava al bimbo nel sogno, in modo particolare i bei ricci color rame. Per il sesto compleanno di Peter, lei e' venuta con l'aereo a conoscere la nostra famiglia ed e' scoppiata a piangere quando l'ha visto. Non c'era nessun dubbio: ecco lo stesso bambino che ha visto insieme con suo figlio Pete quella terribile notte che e' morto. L'abbiamo addottata all'istante come "Nonna Thelma". Abbiamo mantenuto i contatti attraverso gli anni con telefonate e lettere. Lei faceva tesoro di ogni dettaglio e foto di Peter.

Lei e' passata a miglior vita di recente. Peter, la moglie Karen e i loro due figli sono andati a trovarla in ospedale la settimana prima. Lei sapeva che fra poco avrebbe ritrovato Pete e il suo babbo, il quale era morto nella seconda guerra mondiale. Anticipava con desiderio la riunione e ringraziava "piccolo Pete" (ora di 27 anni) per esserle stato il nipotino a cui aveva voluto bene sin dalla prima visione di lui. Peter le ha detto di aver sempre avuto la sensazione che Pete lo vigiliasse, specialmente mentre si trovava nel conflitto Desert Storm.

L'esperienza era vivida e reale e mi ha dato la speranza che quando moriamo, continuamo veramente a vivere e possiamo vedere tutti i nostri cari morti. Sento pure che i bambini sono doni di Dio che forse vengono preparati dagli angeli nella scelta delle loro famiglie nella dimensione terrena. Anche se va contro agli insegnamenti della mia chiesa, sto studiando il concetto della reincarnazione. Non so tutte le risposte, ma guardo la vita in una luce veramente nuova. Ho ricevuto un'idea del "Big Picture", l'insieme di tutto. Se tutti potessero fare cosi' , so che non ci sarebbe mai un'altra guerra! Amore e pace a tutti che leggeranno questo.
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NDE di un adolescente
ESPERIENZA:
Faceva molto freddo con una leggera neve, il giorno in cui "sono morto", il 27 gennaio 1996. Facevo sci a Aspen in Colorado. Ero con la mia compagna. Speravo di impressionarla con le mie capacità in sci acrobatico, è stato proprio in quel momento che ho avuto un confronto avvicinato con un pino molto duro. Ero KO. Ero sbalordito di trovarmi in procinto di galleggiare ad alcune decine di centimetri sopra il mio corpo. La mia compagna provava senza successo a rianimarmi.

Appena ha potuto, ha gridato ad altri sciatori di andare cercare aiuto. "Guardate, c’è del sangue!" "ha detto uno dei curiosi." Ero leggermente interessato quando ho notato che sanguinavo di una ferita sul lato destro del mio volto che giaceva sulla neve. La mia compagna ha tolto il suo cappuccio di pelliccia e lo ha messo con cautela sotto la mia testa. Questo "cuscino" è rapidamente diventato rosso del mio sangue e mi ricordo avere pensato che avrei dovuto comperarle un nuovo cappello. . Ho seguito la pattuglia della stazione mentre sollevavano il mio corpo inerte e lo scendevano dalla montagna. Mi è sembrato che l'ambulanza mettesse un'eternità ad arrivare, io ho dunque sorvolato la città per provare a vedere qualcosa. Non ero particolarmente ansioso, ma ciò che mi infastidiva era che impiegassero così tanto tempo mentre stavo morendo. Ho localizzato l'ambulanza e dall'interno l’ho seguita fino al luogo dell’incidente. La tempesta di neve si è trasformata in un bufera con venti violenti, cosa che ha comportato sbandamenti nelle curve che prendeva il conducente dell'ambulanza. Lo sentivo gridare con voce forte ogni volta che perdeva quasi il controllo. "Hei ragazzo mio, girati!" "gli ho detto ad alta voce." È in quel momento che la situazione è diventata realmente strana. Benché la neve fosse fitta, potevo vedere facilmente attraverso. Ho osservato che le falde di neve passavano direttamente attraverso le mie braccia spiegate e che splendevo leggermente. Non sentivo freddo. Potevo percepire le emozioni di tutti coloro che erano interessati alla scena. Il tutto si svolgeva come una pellicola molto intensa. Galleggiavo a mio piacere dentro e fuori dall'ambulanza durante il tragitto.

Improvvisamente tutte le sensazioni sono svanite e ho preso coscienza di un'altra dimensione dello spazio. L'ambiente pesante ed inquietante era scomparso ed ho sentito una sensazione realmente pacifica di ritorno a casa, immerso in un amore che viene da una fonte che sembrava familiare e calda. So che ciò sembra strano, ma mi sentivo come se appartenessi ad una parte dell’immensità di tutto ciò che è nell'universo. Questo posto dove mi trovavo è una sfida alle semplici parole. Sembra che sia sempre esistito e che faccia parte di qualsiasi cosa ora e per sempre. Ho visto uno bel posto violaceo ed ho sentito un essere affettuoso che mi chiedeva telepaticamente se volessi restare o ripartire. Ho pensato ai miei anni futuri d'università. Ho chiesto "all’essere" se occorresse che ripartire subito, e se ci fossero stati problemi se fossi ripartito dopo. L'essere ha avuto un risata amichevole soffocata che ha fatto ridere anche me, quindi è accaduto in un momento. Ero di ritorno in un mondo di sofferenza. Mi hanno detto che avevo subito una commozione e che ero stato incosciente per tredici ore. Era così tanto difficile sapere cosa fare dopo tutto ciò. In seguito sarei stato molto diverso. Non potevo discuterne realmente con altre persone, poiché non avrebbero potuto comprendere ed avrebbero semplicemente pensato che ero pazzo. Sono diventato molto serio e mi sono interessato allo studio di tutto ciò che riguarda la psicologia, le religioni, le filosofie, più generalmente, io ricercavano verità nella letteratura, le conferenze e le riunioni. I miei genitori approvavano questi cambiamenti, ma la mia compagna mi ha lasciato per un altro ragazzo.

È meglio così. Penso che si sia spaventata quando le ho detto quest'episodio e della la sua conversazione con gli uomini della sorveglianza ecc... È bello sapere che potrò tornare in questo posto affettuoso e pacifico nuovamente. Non temo più la mia morte né la morte dei miei nonni.
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La NDE di Dr. George Rodonaia


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Il Dott. George Rodonaia ha una laurea in Medicina (Neuropatologia) ed una in psicologia della religione. Molto recentemente ha consegnato una nota indirizzata alle Nazioni Unite sull' "Emergente Spiritualità Globale." Prima di emigrare negli Stati Uniti dall'Unione sovietica nel 1989, ha lavorato come psichiatra ricercatore all'Università di Mosca.

Il Dott. Rodonaia ha subìto uno dei casi più lunghi di NDE mai registrato. Dichiarato morto immediatamente dopo essere stato investito da una macchina nel 1976, è stato lasciato per tre giorni in obitorio. Non "ritornò in vita" fino a che un Medico Legale non cominciò a fare un'incisione nel suo addome per procedera all'autopsia.

Un' altra notevole caratteristica della N.D.E. del Dott. Rodonaia - e cio' è comune a molti- è che è stato trasformato radicalmente da tale esperienza. Prima della sua NDE lavorava come Neuropatologo. Era anche un ateo dichiarato. Ma dopo l'esperienza, si é dedicato esclusivamente allo studio della spiritualità, prendendo un secondo dottorato in psicologia della religione. E' quindi stato ordinato pastore nella Chiesa Orientale Ortodossa. Oggi serve come pastore associato presso la Prima Chiesa Unita Metodista a Nederland, Texas.

"La prima cosa che ricordo della mia N.D.E. è che mi ritrovai in un regno di oscurità totale. Non avevo dolore fisico, ero ancora in qualche modo consapevole di essere George e tutt' intorno a me c'era oscurità, oscurità assoluta e completa- l'oscurità più grande mai provata, più scuro di qualunque scuro, più nero di ogni nero. Questo era cio' che mi circondava e incombeva su di su me. Ero inorridito. Non ero preparato a tutto questo. Sono rimasto disgustato nello scoprire che ancora esistevo, ma non sapevo dove fossi finito. Un pensiero solo attanagliava la mia mente: Come é possibile dato che non esisto piu'? Questo é cio' che mi turbava.

Lentamente ho fatto forza su me stesso e ho cominciato a pensare a quello che era accaduto ed a cio' che succedeva. Ma non mi giungeva niente di confortante o rilassante . Perchè sono in questa oscurità? Cosa posso fare? Allora ho ricordato la famosa citazione di Descartes' : "penso, dunque sono." E questo mi ha sollevato da un peso enorme, perché allora ho capito che, in un certo senso, ero ancora vivo, benchè evidentemente in una dimensione molto diversa. Allora ho pensato,
"Se esisto, perchè non devo essere ottimista? Sono George e sono nell' oscurità, ma so che esisto. Sono quello che sono. Non devo essere pessimista. Come posso stabilire cosa è positivo nell' oscurità? La luce é una cosa positiva."Allora, improvvisamente, fui nella luce; brillante bianca, luccicante e forte; una luce molto brillante. Era come il flash di una macchina fotografica, ma non lampeggiante, solo brillante. Luminosità continua. Al momento ho trovato lo splendore della luce doloroso, non potevo guardare direttamente ad essa. Ma pian piano ho cominciato a rilassarmi. Ho cominciato a sentire caldo, conforto, e tutto improvvisamente è sembrato eccellente.

La cosa successiva che mi accadde fu che ho visto tutte queste molecole volarmi intorno, atomi, protoni, neutroni, volavano dappertutto. Da un lato era totalmente caotico, ma cio' che mi ha dato gioia fu il fatto che questo caos aveva una simmetria intrinseca. Questa simmetria era meravigliosa unica e totale, e mi ha riempito di una gioia tremenda. Ho visto il modello universale della vita e della natura davanti i miei occhi. Fu a questo punto che ogni preoccupazione residua sul mio corpo scomparve, perché mi era ormai chiaro che non avevo piu' bisogno di esso che era soltanto una limitazione.

Tutti [i ricordi] di questa esperienza si sono fusi, così è difficile per me porre gli eventi in sequenza esatta. Il tempo per come lo avevo conosciuto si fermo'; passato, presente, e futuro erano un tutt'uno per me in quell'unità di vita senza tempo.
Ad un certo punto ho subìto quello che è stato chiamato il processo di rivisitazione della propria vita, per cui ho visto la mia vita dall'inizio alla fine tutto d'un colpo. Ho partecipato ai veri drammi della mia vita, quasi come se un'immagine olografica della mia vita mi scorresse davanti- nessuno senso di passato, presente, o futuro, solo il momento presente e la realtà della mia vita. Non era come é cominciata con la nascita per poi arrivare alla mia vita all'Università di Mosca. Essa mi è apparsa tutta in una volta. Io ero la'. Questa era la mia vita. Non ho provato alcun senso di colpa o rimorso per le cose che ho fatto. Non ho provato nulla in merito ai miei fallimenti, errori, o risultati ottenuti. Tutto quel che ho percepito era la mia vita per quello che era stata. Ed ero contento cosi'. Ho accettato la mia vita per quella che è.

Durante questo tempo la luce irradiava un senso di pace e gioia verso di me. Era molto positivo. Ero così felice di essere nella luce. E ho capito quello che la luce ha voluto dire. Ho imparato che tutte le regole fisiche della esistenza umana erano nulla quando le ho comparate a questa univoca realtà . Ho anche potuto vedere che un buco nero è solo un' altro aspetto di quella infinità che è la luce. Sono arrivato a capire che quella realtà è dappertutto. Che non è semplicemente la vita terrena ma la vita infinita. Tutto quanto non solo é collegato insieme,il tutto è anche uno. Così mi sono sentito un solo essere con la luce, con la sensazione che tutto è perfetto fra me e l'universo.

Avrei potuto essere dovunque immediatamente, proprio là [dove avessi voluto]. Ho cercato di comunicare con la gente che ho visto. Qualcuno ha sentito la mia presenza, ma nessuno ha fatto niente. Ho sentito la necessita' di studiare la Bibbia e la filosofia. Chiedi e ti sarà dato. Pensa e tutto giunge a te. Così ho partecipato, sono ritornato [indietro nel tempo]e ho vissuto nella mente di Gesù e dei suoi discepoli. Ho sentito le loro conversazioni, ho fatto l'esperienza di mangiare [con loro],di passarci il vino, odorare, assaggiare- eppure non avevo il corpo. Ero pura coscienza. Se non avessi capito cio' che accadeva, mi sarebbe stato dato un chiarimento. Ma nessuno insegnante ha parlato. Ho esplorato l'Impero Romano, Babilonia, i tempi di Noé ed Abramo. Qualsiasi epoca vuoi citare, io ci sono andato.

Così ero la', inondato da tutte queste buone cose e da questa esperienza meravigliosa, quando qualcuno comincio' a tagliare nel mio stomaco. Potete immaginare? Quello che era accaduto era che ero stato portato all'obitorio. Sono stato dichiarato morto e lasciato là per tre giorni. Un'indagine sulla causa della mia morte era stata istruita, così hanno mandato qualcuno a fare un'autopsia su me. Come hanno cominciato a tagliarmi lo stomaco, mi sono sentito come se una grande forza mi avesse afferrato dal collo e mi avesse spinto giù. Ed era così potente che ho aperto gli occhi e percepii questa enorme sensazione di dolore. Il mio corpo era freddo e ho cominciato a rabbrividire. Immediatamente hanno fermato l'autopsia e mi hanno portato all'ospedale, dove sono rimasto per i seguenti nove mesi, la maggior parte dei quali trascorsi sotto il respiratore.

Lentamente ho riguadagnato la mia salute. Ma non sarei mai stato piu' lo stesso individuo, perché tutta cio'che volevo fare per il resto della mia vita era studiare la saggezza. Questo nuovo interesse mi ha condotto a frequentare l'Università di Georgia, dove ho preso la mio seconda laurea in psicologia della religione. Poi sono diventato prete della Chiesa Orientale Ortodossa. Alla fine, nel 1989, siamo venuti in America, e ora lavoro come pastore associato al First United Methodist Church in Nederland, Texas.

Molta gente mi ha domandato a cosa credo, come la mia NDE ha cambiato la mia vita. Tutto quel che posso dire è che ora credo al Dio dell'universo. Dissimilmente da molta altra gente, comunque, non mai ho chiamato Dio la Luce, perché Dio è oltre la nostra comprensione. Dio, credo, è molto più della luce, perché Dio è anche oscurità. Dio è tutto cio' che esiste, tutto- e questo va ben oltre la nostra capacità di comprendere-. Così non credo al Dio degli Ebrei, o dei Cristiani, o degl'Indù, o in qualsiasi idea religiosa di quello che Dio è o non è. E' per tutti lo stesso Dio, e quel Dio mi ha mostrato che l'universo nel quale viviamo è un bellissimo e meraviglioso mistero con cui é connesso per sempre e per l'Eternita'.
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Franco
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[Modificato da francocoladarci 22/10/2010 17:12]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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Jacqueline M
Esperienze di suo padre
DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA:
Questa è la storia, così come mi venne raccontata da mio padre. Ho sentito il bisogno di condividerla con voi. Essa mi fu di grande conforto quando poi mio padre partì per l’ultimo viaggio.
Mio padre Lennie era stato colpito da un tumore alla mascella sinistra e venne ricoverato al Royal Hospital di Brisbane per essere sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione dei tessuti tumorali all’interno della faccia.

Dopo l’intervento, lui mi disse che ad un certo punto, durante l’operazione, si era trovato al di sopra del proprio corpo e guardando giù capì di essere morto. Nell’istante successivo venne risucchiato in uno spazio buio: nel buio più nero ce avesse potuto immaginare, poi si ritrovò al di fuori di un tunnel dorato. All’interno del tunnel, disse, si trovava un Uomo santo, che stava lì, in piedi con gli abiti più bianchi e splendenti che si possa immaginare. Aveva lungi capelli e papà capì che quest’Uomo era davvero un Essere di grande santità.

Papà “sapeva” di non poter entrare nel tunnel poiché splendeva come di oro lucente, anche se desiderava entrarvi poiché sentiva tanto amore e pace tutto attorno a sé.
Mi disse pure che non sapeva come facesse a sapere che l’Uomo fosse santo né perché non potesse entrare nel tunnel fintantoché questo risplendesse di luce dorata ma, tuttavia, lo “sapeva”. Quando il tunnel non risplendette più di luce dorata l’Uomo all’interno del tunnel disse: “tu devi tornare indietro, noi non siamo ancora pronti a riceverti, quando lo saremo torneremo ancora e ti verremo a prendere”.

La cosa successiva che papà ricordava era che si ritrovò di nuovo nel suo corpo, nell’ospedale.
Ciò che più di tutto impressionò mio padre di questa esperienza, e lui che non avrebbe mai potuto dimenticare, fu il fatto che quanto era accaduto a lui era del tutto reale: lui era cosciente del fatto che non si trattava di immaginazione o di allucinazione: era proprio realtà. Papà era un ateo convito e non avrebbe mai potuto immaginarsela, una cosa simile.
Papà venne poi rimandato nella nostra città di residenza, Blackwater, per morirvi, in quanto aveva metastasi di tumore alle ossa.

Un giorno, mentre era nell’ospedale di Blackwater, ebbe la visita di un Angelo che si presentò come un “messaggero di Dio”. Erano esattamente mezzogiorno e l’Angelo non toccava con i piedi per terra. L’angelo disse a papà: “Ho un messaggio per te da parte di Dio: affinché tu possa entrare in Paradiso, devi seguire le seguenti istruzioni” Papà non mi disse quali fossero queste istruzioni, ma mi disse che una cosa che doveva fare era di dover leggere la Bibbia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, e ciò anche se non sapeva come fare perché non c’era un pastore che potesse aiutarlo.

Io facevo l’infermiera in un ospedale di Rockhampton, così feci trasferire mio padre lì, poiché c’era un reparto di oncologia, e papà aveva bisogno di stare vicino alla sua famiglia.
Circa due settimane prima della sua morte, ci disse che di lì a due settimane lui ci avrebbe lasciato. Mia sorella gli chiese: “Perché, dov’è che vai, papà?” . Lui rispose che di lì a due settimane sarebbe morto. Ci disse pure che quella notte un altro ammalato, di nome Danny, era morto. Danny aveva un melanoma e stava nel letto proprio di fronte a quello di papà.
Papà mi riferì quello che era successo proprio un attimo prima che Danny esalasse l’ultimo respiro: papà vide due Angeli entrare nella stanza e mettersi a ciascuno dei due lati del letto di Danny senza toccare il suolo. Papà sentì Danny esalare l’ultimo respiro e subito dopo vide Danny ed i due Angeli stare in piedi davanti al proprio letto. Uno degli Angeli gli disse che sarebbe tornato, per lui, di lì a due settimane.

Papà morì esattamente due settimane dopo la morte di Danny. Mi disse che quando aveva visto l’anima di Danny, lo vide felice e ringiovanito. Un’altra cosa che papà mi disse fu di non avere paura della morte, poiché essa è come passare attraverso una porta. Mio padre passò dall’essere una persona che non credeva in niente dall’essere salvato dall’Onnipotenza di Dio e per questo mi sento molto riconoscente e privilegiata di essere stata una testimone della Sua Grazia salvatrice.

Alcuni anni dopo la morte di mio padre, cominciai a ricevere il messaggio che dovevo trovare la madre di Danny e parlarle del figlio.
Dicevo: “Signore, io non so dove andare a cercare la mamma di Danny, ma se tu vuoi che io le vada a parlare, allora sono sicura che Tu farai in modo che questo accada”. Divenne una preoccupazione davvero persistente, questa di trovare la mamma di Danny, ma per fortuna, o per grazia di Dio, accadde che io mi trovassi a lavorare con il più caro amico di Danny. Questo venne fuori quando casualmente ci trovammo a parlare dei nostri precedenti lavori. Gli raccontai dove fossi stata a lavorare come infermiera e lui mi disse che il suo migliore amico era morto proprio lì, all’epoca in cui io lavoravo in quell’ospedale. Gli chiesi quali fosse il suo nome e quando lui me lo disse, pensai: “Grazie, Signore!” L’amico di Danny mi mise in contatto con la mamma di Danny lo stesso giorno ed io le chiesi se potevo andare a trovarla subito dopo la fine del turno di lavoro. Lei acconsentì. La mamma di Danny era una fragile vecchietta ed io ero timorosa di parlarle degli ultimi momenti di vita di Danny, temendo che non mi avrebbe creduta o che avrei potuto sconvolgerla.
Comunque le raccontai quello di cui mio padre era stato testimone al momento della morte di Danny, ed essa irruppe in lacrime. Mi sentii mortificata come se avessi fatta una cosa sbagliata.

“Mi dispiace per averla sconvolta in questo modo” le dissi. Lei mi rispose : “Non mi hai affatto sconvolta: queste sono lacrime di gioia. Mi hai reso la madre più felice al mondo” mi disse pure che per anni era stata in ansia per sapere cosa ne fosse stato di Danny dopo la sua morte e che avrebbe desiderato sapere se si fosse salvato.

Il Signore agisce in modi misteriosi. La mamma di Danny era caduta in una forte depressione dopo la morte del figlio, che aveva solo 26 anni. Mio padre ne aveva 51 ed entrambi erano deceduti di Domenica, a distanza di due settimane.

Spero di poter dare conforto a molta gente raccontando questo. Gesù e Dio esistono per davvero. Esistono realmente anche gli Angeli, lo so perché mio padre li ha visti, e si è salvato.
Dio benedica tutta l’umanità.
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Franco
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Queste esperienze di Pre-morte anche se comuni sotto molteplici aspetti, le possiamo definire “Soggettive”, in quando non vi sono elementi che certificano la separazione della “Coscienza – Mente – Anima” dal corpo, e tali racconti possono essere oggetto di varie interpretazioni, in modo particolare sotto l’aspetto “biologico”.

Comunque quest’affermazione è considerata in via generale, in quanto può essere benissimo contestata da vari fattori emersi nei racconti.
Ora, quello che ci preme conoscere se tale esperienze possono essere suffragate da prove, le quali attesterebbero la reale presenza della persona ma con natura “spirituale”.

I post che seguono riguardano proprio questi aspetti, esperienze di NDE con riferimenti ben precisi, i quali furono confermati da testimoni ivi presenti.

In seguito, verranno inseriti delle esperienze ancora più rimarchevole, le quali attesteranno la natura spirituale dell’uomo.

Inserirò poi, la varie spiegazioni “Biologiche” che vari ricercatori propongono, ma come vengono regolarmente smontate da esperti Psichiatri, Neurologi, Tecnici della rianimazione, Cardiologi.

Verrà poi inserita la documentazione sull’ultimo esperimento “Ufficiale”, da parte della scienza affinché si esprima sulla NDE.

Franco


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Abbiamo dunque letto di persone (negli USA sono oltre 13Milioni di persone con esperienze di NDE) le quali hanno avuto queste esperienze, ma fino ad ora non abbiamo nessuna prova “provata”, prima d’inserire gli altri racconti facciamo dire qualcosa su queste esperienze dai vari scienziati in merito alle “probabili cause”.
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<<< "Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che le NDE si verificano in tutte le culture e si sono verificate in ogni epoca storica ... le NDE riguardano sia i giovani che gli anziani, la gente di ogni ceto sociale, coloro che nella vita hanno sviluppato una dimensione spirituale e coloro che non professano alcuna fede ... ci sono parecchi esempi di persone che hanno sperimentato una NDE in un momento in cui non sapevano nemmeno che esistesse un fenomeno di questo genere."

Dott. Peter Fenwick


L'esperienza di premorte o NDE (acronimo del termine inglese Near Death Experience) costituisce un'argomentazione potente a favore dell'esistenza di una vita dopo la morte. Grazie al progresso registrato nell'ambito delle tecniche di rianimazione, sempre più persone vengono riportate indietro dal limite della morte clinica. E molte riferiscono un'esperienza profondamente significativa durante la quale hanno l'impressione di essere vivi e in pieno possesso delle proprie facoltà al di fuori del proprio corpo. Per molti un'esperienza di premorte è un'esperienza intensamente emotiva e spirituale.

Le prove a supporto delle NDE sono coerenti, schiaccianti e sperimentate da molti. L'evidenza empirica delle NDE è anche concorde con altre prove sperimentali che sembrano suggerire una sopravvivenza alla morte - prove che includono le esperienze extracorporee, le informazioni ottenute grazie ai medium mentali e fisici, e le apparizioni.

I sensitivi affermano che, in una situazione di crisi, quando la morte è quasi inevitabile o è percepita come tale, il duplicato del corpo fisico, il corpo astrale o eterico, lascia il corpo fisico e sperimenta il primo stadio dell'Aldilà. Se la morte non si verifica, il duplicato riprende il suo posto nel corpo fisico. Gli scettici sostengono, invece, che non esiste alcun duplicato del corpo fisico e affermano che l'esperienza che si vive è provocata dai problemi del corpo fisico - è tutta nella mente.

Degli studi hanno dimostrato che le NDE si possono verificare a seguito di malattie, di interventi chirurgici, durante il parto, a seguito di incidenti, di attacchi cardiaci e di tentativi di suicidio.

In questo campo, un pioniere è stato il Dott. Raymond Moody Jr., un medico e filosofo che ha iniziato il suo lavoro da scettico e oggi è fermamente convinto della realtà della vita dopo la morte. Il suo primo libro, Life After Life (La vita dopo la vita) del 1975, considerato l'opera classica che ha aperto questo campo alla ricerca moderna, è stato seguito da altri due nel 1983 e nel 1988.

A partire dal 1975 sono stati condotti diversi studi in molti Paesi - al punto che oggi esistono diverse associazioni e riviste internazionali dedite all'indagine degli studi sulle esperienze di premorte. L'ottimo libro dell'australiana Cherie Sutherland (1992) contiene una bibliografia selezionata di oltre 150 relazioni di ricerche di carattere accademico.
Quindici elementi comuni

Moody ha riscontrato una sorprendente similitudine nei racconti di 150 persone che avevano avuto un'esperienza di questo tipo - al punto che è stato in grado di identificare quindici elementi diversi che ricorrono frequentemente in questi resoconti. Ha ricostruito un'esperienza tipica che contiene tutti questi elementi:

Un uomo sta morendo e, mentre raggiunge il punto di maggiore stress fisico, sente di essere stato dichiarato clinicamente morto dai suoi dottori. Inizia a sentire un rumore sgradevole, un forte tintinnio o un ronzio, e allo stesso tempo sente che si sta muovendo molto rapidamente attraverso un lungo tunnel buio. Dopo di che, si ritrova al di fuori del suo corpo fisico, ma ancora nell'ambiente fisico immediato, e vede il suo corpo a distanza, come se fosse uno spettatore. Osserva i tentativi di rianimazione da un punto insolitamente favorevole e si trova in uno stato di confusione emotiva.

Dopo un po' si riprende e comincia ad abituarsi a quella strana condizione. Nota di avere ancora un "corpo", sebbene di natura molto diversa e con potenzialità diverse da quelle del corpo fisico che si è lasciato dietro. Presto succedono altre cose. Qualcuno viene a trovarlo e ad aiutarlo. Egli intravede gli spiriti di parenti e amici già morti e gli appare di fronte uno spirito amorevole e caldo, di un tipo che non ha mai incontrato prima - un essere di luce. Questo essere gli pone, senza parlare, una domanda per fargli valutare la sua vita e lo aiuta mostrandogli una revisione panoramica istantanea dei principali eventi della sua vita.

Ad un certo punto si ritrova vicino ad una sorta di barriera o di confine, che apparentemente rappresenta il limite tra la vita terrena e l'altra vita. Allora scopre di dover tornare sulla terra, scopre che non è ancora arrivato il momento della sua morte. A questo punto tenta di fare resistenza, poiché adesso è preso dalla sua esperienza nell'Aldilà e non vuole tornare indietro. È sopraffatto da intense sensazioni di gioia, amore e pace. Nonostante il suo rifiuto, però, in qualche modo si riunisce al corpo fisico e torna a vivere.

In seguito prova a raccontare agli altri la sua esperienza, ma trova difficoltà a farlo. In primo luogo, non riesce a trovare parole umane che siano in grado di descrivere queste esperienze ultraterrene. Si accorge pure che gli altri lo prendono in giro, così smette di raccontare la sua esperienza alle altre persone. Tuttavia l'esperienza condiziona profondamente la sua vita, in particolare la sua visione della morte e il modo in cui questa è relazionata alla vita (Moody 1975: 21-23).

Il Dott. Kenneth Ring, che nel 1980 ha condotto uno studio scientifico sulle esperienze di premorte, ha confermato le scoperte del Dott. Moody, ma ha riscontrato che le persone vivevano l'esperienza per fasi, e una grande quantità di persone sperimentava soltanto le prime.

Altri studi condotti da Karlis Osis ed Erlendur Haraldsson (1977), Michael Sabom e Sarah Kreutziger (1976), Elisabeth Kübler-Ross (1983), Craig Lundahl (1981) e Bruce Greyson e Ian Stevenson (1980) hanno confermato la descrizione di Moody.

Hanno visto mentre si trovavano in stato di incoscienza

Il Dott. Sabom, un cardiologo della Georgia, intervistò 100 pazienti d'ospedale che erano sfuggiti alla morte per un pelo. Il 61% di essi riferì di avere sperimentato una NDE classica di tipo molto simile a quelle pubblicate da Moody nel 1975.

Molti dei pazienti che erano stati rianimati furono in grado di descrivere con precisi dettagli tecnici esattamente quello che era successo nella sala operatoria mentre erano ritenuti in stato di incoscienza o addirittura morti. Il Dott. Sabom indagò sull'ipotesi che questi pazienti stessero utilizzando soltanto la loro immaginazione creativa o le conoscenze inconsciamente acquisite durante precedenti ricoveri al pronto soccorso.

Intervistò un gruppo di pazienti sofferenti da tempo di malattie cardiache che non avevano avuto esperienze di premorte e chiese loro di immaginare di guardare un gruppo di medici che stava tentando di rianimare la vittima di un attacco cardiaco e di descrivere in maniera quanto più dettagliata possibile le operazioni che venivano svolte. Con sua sorpresa, l'80% di essi descrisse delle procedure errate. Per converso, nessuno del gruppo che sosteneva di essere stato testimone della propria rianimazione dal di fuori del proprio corpo commise errori riguardo alla procedura (Sabom 1980: 120-121).

Un'esperienza comune

In tutto il mondo oggi ci sono letteralmente milioni di persone che hanno vissuto un'esperienza di premorte. Nel 1983 una vasta indagine condotta da George Gallup Jr. ha messo in evidenza che otto milioni di americani, approssimativamente il 5% della popolazione adulta, ne ha sperimentata una (Gallup 1982). Un'indagine australiana del 1989 condotta da Allan Kellehear e Patrick Heaven ha scoperto che il 10% di 179 persone sosteneva di avere sperimentato almeno cinque degli elementi tipici di una NDE.

Studi condotti in località geografiche molto diverse tra loro hanno prodotto risultati notevolmente simili. Ad esempio, lo studio di Margot Grey sulle NDE in Inghilterra (Grey 1985), quello di Paola Giovetti sulle NDE in Italia (Giovetti 1982), quello di Dorothy Counts sulle NDE in Melanesia (Counts 1983) e quello di Satwant Pasricha e Ian Stevenson condotto sulle NDE in India (1986). Altri studi continuano regolarmente a provenire da diversi Paesi, e gli esempi storici mostrano che l'esperienza si è dimostrata sorprendentemente uniforme nel tempo (vedi l'esempio di Platone sulla NDE di Ero ne La Repubblica, ristampa del 1973).

Tuttavia, sebbene queste esperienze si siano verificate nel corso di tutta la storia umana, nella cultura occidentale è solo negli ultimi vent'anni che le persone si sono sentite libere di parlarne e di riferire gli effetti che tali esperienze hanno avuto sulla loro vita.

Ritornare con informazioni prive di spiegazione

Ci sono molti resoconti di persone che hanno avuto un'esperienza di premorte e sono tornate con informazioni concrete di cui precedentemente non avevano alcuna conoscenza. Queste includono la capacità di identificare antenati nelle fotografie, di essere a conoscenza di fratelli o sorelle morti prima della propria nascita, o di essere a conoscenza di segreti di famiglia. Altri sono stati in grado di documentare informazioni riguardanti eventi futuri di cui erano venuti a conoscenza (vedi per esempio Eadie 1992, Brinkley 1994).

Effetti posteriori comuni

Cherie Sutherland, una ricercatrice australiana, ha intervistato approfonditamente 50 soggetti che avevano sperimentato una NDE e ha scoperto che gli effetti sulla vita dei sopravvissuti erano stati notevolmente uniformi e completamente diversi dagli effetti di allucinazioni provocate da droghe o sostanze chimiche. La Sutherland ha identificato parecchi effetti che sono stati riscontrati in altri studi, ad esempio in quelli di Ring (1980 e 1984) e in quelli della Atwater (1988). Questi includevano:

• una certezza generalizzata dell'esistenza di una vita dopo la morte

• un'elevata percentuale (80%) adesso credeva nella reincarnazione

• una totale assenza della paura della morte

• un vasto spostamento da religioni organizzate a pratiche spirituali personali

• un incremento statisticamente significativo della sensitività

• una visione più positiva di se stessi e degli altri

• un maggiore desiderio di solitudine

• l'accresciuta sensazione dell'esistenza di uno scopo

• una mancanza di interesse nei confronti del successo materiale abbinato a un marcato incremento dell'interesse nello sviluppo spirituale

• il 50% ha sperimentato grosse difficoltà nelle relazioni interpersonali a causa della modifica delle proprie priorità

• un accresciuto interesse nei confronti della salute

• la maggior parte ha ridotto il consumo di bevande alcoliche

• quasi tutti hanno smesso di fumare

• la maggior parte ha rinunciato alla prescrizione di farmaci

• la maggior parte ha guardato meno televisione

• la maggior parte ha letto meno giornali

• un accresciuto interesse nella medicina alternativa

• un accresciuto interesse nell'apprendimento e nello sviluppo di se stessi

• il 75% ha sperimentato un significativo cambiamento professionale/lavorativo, e si è spostato nelle aree del volontariato.

Uno studio americano indipendente condotto dal Dott. Melvin Morse ha riscontrato che i soggetti sopravvissuti a un'esperienza di premorte hanno il triplo di esperienze metafisiche verificabili rispetto alla popolazione generale, spesso non possono portare orologi o hanno problemi con l'elettricità, quali l'esaurimento della batteria del computer portatile o la smagnetizzazione della carta di credito (Morse 1992). Morse ha anche scoperto che gli adulti che hanno avuto una NDE dànno più denaro in beneficenza rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, fanno più volontariato all'interno della loro comunità, svolgono più frequentemente professioni che comportino l'aiuto del prossimo, non assumono droghe e mangiano più frutta e verdura fresche rispetto alla popolazione di controllo (Morse 1992).

Spiegazioni alternative

Naturalmente, le esperienze di premorte non possono essere accettate sulla parola senza esaminare spiegazioni alternative. Tra queste:

Si sono inventati tutto?

Come detto poc'anzi, coloro che hanno studiato le NDE - scienziati, dottori, psicologi, altri investigatori e scettici - sostengono oggi con assoluta certezza che le NDE esistono.

Alcuni cardiologi dalla mentalità aperta che hanno indagato in materia sostenevano che le NDE non esistevano, ma in seguito hanno cambiato idea. Michael Sabom, il cardiologo citato prima, ha ammesso che, prima di iniziare a indagare, era certo che le NDE dovessero essere delle "creazioni consapevoli" di chi le riferiva o di chi ne scriveva. Tuttavia, dopo avere iniziato ad indagare, rimase profondamente colpito dall'autenticità dei fenomeni.

Un altro cardiologo altamente attendibile, inizialmente scettico, è Maurice Rawlings, il quale afferma nel suo libro Beyond Death's Door (Oltre la Porta della Morte) del 1978 di avere sempre creduto nella morte come estinzione totale finché un giorno un postino di quarantotto anni stramazzò "morto" nel suo ufficio. Non appena Rawlings cominciò a rianimarlo, il paziente iniziò a urlare: "Sono all'inferno! Tiratemi fuori dall'inferno!". Rawlings racconta che in un primo momento gli disse: "Tienitelo per te il tuo inferno - Sto cercando di salvarti la vita", ma pian piano si convinse del terrore autentico dell'uomo su cui stava operando. L'esperienza fu talmente traumatica e convincente che il Dott. Rawlings continuò a scrivere libri su di essa. Se si accetta la parola di un cardiologo altamente attendibile e altamente qualificato, la sua vita è cambiata dopo questa esperienza.

La spiegazione farmacologica?

Qualcuno sospetta che le NDE possano essere causate dai medicinali somministrati al paziente nel momento della crisi. Si è fatto cenno a droghe come la ketamina e la morfina. Moody ha indagato su questa ipotesi e l'ha confutata (Moody 1975: 160-161). Ciò per il fatto che a molti dei pazienti che hanno sperimentato una NDE non erano stati somministrati farmaci o droghe, e per il fatto che le visioni provocate dalla droga erano notevolmente diverse l'una dall'altra e da quelle di una NDE autentica, sia per quel che riguarda il contenuto che per l'intensità, e non avevano effetti profondi di lungo periodo.

LSD?

Alcuni ricercatori, e fra essi R. K. Siegel, hanno riferito che alcuni di coloro che assumono droghe allucinogene come l'LSD hanno esperienze simili alle NDE. Ma siamo anche al corrente del fatto che esistono differenze ben precise tra gli effetti dell'LSD e le esperienze di premorte. Questo argomento è stato affrontato con efficacia da Moody e altri.

Carenza di ossigeno?

A volte si sostiene che le NDE siano causate dalla mancanza di ossigeno e che esse siano la risposta normale di un "cervello morente". Tuttavia, molte persone hanno sperimentato un'esperienza di premorte prima che ci fosse un qualsiasi stress fisiologico e, in alcuni casi, perfino in totale assenza di danno fisico (Moody 1975: 163). Sabom, d'accordo con il Dott. Fenwick, ha notato che nei casi autentici di carenza di ossigeno si verificano "un progressivo disordine mentale e una confusione delle capacità cognitive", il che è in diretto contrasto con la lucidità e l'ampliamento della consapevolezza riferiti da coloro che hanno sperimentato una NDE (Sabom 1980: 176).

Spiegazioni psicologiche?

Sono stati fatti vari tentativi per sostenere che le NDE siano fondamentalmente "la realizzazione di un desiderio" - si vede ciò che ci si aspetta di vedere in base ai propri condizionamenti culturali. Tuttavia, Ring (1984), Sabom (1982) e Grosso (1981) hanno scoperto che non esiste nessun legame, nessuna correlazione fra le convinzioni religiose e le esperienze di premorte.

Altri psicologi come Uri Lowental (1981) hanno sostenuto, senza fornire alcuna prova, che le NDE sono un "rivivere l'esperienza della nascita". Le loro ipotesi sono generalmente considerate speculazioni prive di utilità.

Gli psicologi Kletti e Noyes (1981) hanno sostenuto che le esperienze di premorte non sono altro che una "spersonalizzazione e delle fantasie piacevoli che rappresentano una forma di protezione psichica contro la minaccia della distruzione". Tuttavia anche questa spiegazione è stata rigettata da Gabbard e Twemlow (1981), i quali sottolineano il fatto che, mentre la spersonalizzazione colpisce solitamente persone di età compresa tra i 15 e i 30 anni, essa è virtualmente sconosciuta fra le persone di età superiore ai 40 anni.

Altri hanno supposto che le NDE possano essere delle forme di "allucinazione autoscopica" - un raro disordine psichiatrico. Tuttavia, sia Sabom (1982) che Gabbard e Twemlow (1981) l'hanno ritenuta improbabile sulla base di una serie di differenze significative.

Spiegazioni neurofisiologiche?

Moody ha effettuato dei paragoni fra la revisione della vita dei pazienti che hanno avuto una NDE e le reminiscenze sperimentate dalle persone affette da anomalie neurologiche. Egli ha concluso che le due cose sono essenzialmente differenti, nel senso che, mentre le reminiscenze sono casuali e riguardano eventi di scarsa importanza, di cui non si ha alcun ricordo dopo che è terminata la crisi, nella revisione della vita tipica di una NDE gli eventi si verificano in ordine cronologico e rappresentano i punti cruciali della vita. Vengono visti tutti insieme e costituiscono una "visione d'insieme" che fornisce alla persona una comprensione dello scopo della sua vita (Moody 1975: 166).

Il cervello morente?

Il Dott. Peter Fenwick è un membro del Royal College degli Psichiatri oltre che un neuropsichiatra di fama internazionale - uno specialista dell'interfaccia mente/cervello e dei problemi della coscienza. In Gran Bretagna è la più importante autorità clinica in materia di NDE ed è il Presidente dell'Associazione Internazionale per gli Studi sulle Esperienze di Premorte.

Con la moglie Elizabeth, anch'essa scienziato professionista formatasi a Cambridge, il Dott. Fenwick ha condotto indagini approfondite sull'argomentazione sostenuta dagli scettici e dai materialisti, secondo la quale l'esperienza di premorte è causata dagli effetti fisiologici del cervello morente (Fenwick 1996).

Tale assunto, avallato da alcuni psicologi contro le NDE, deve essere considerato alla luce della limitatissima conoscenza posseduta da questi ultimi in merito al funzionamento del cervello. A differenza del Dott. Fenwick, gli psicologi non posseggono, in materia di neuropsichiatria, quelle conoscenze approfondite derivanti dall'esperienza accademica e pratica, che sono indispensabili per potere fare ipotesi sulla fisiologia delle NDE.

Il curriculum degli psicologi comprende soltanto uno studio molto essenziale della fisiologia. Un'occhiata a cinque manuali universitari in uso presso le Facoltà di Psicologia mostra che lo studio del funzionamento del cervello costituisce meno del 5% degli insegnamenti complessivi in materia di psicologia. Durante il loro percorso di studi, gli psicologi non praticano la chirurgia, e a maggior ragione non affrontano lo studio del ramo altamente specializzato della chirurgia neurologica umana.

Certamente, chi si trova nella posizione del Dott. Fenwick possiede, invece, tutte le conoscenze tecniche necessarie per asserire con precisione se una NDE può essere spiegata o meno con quello che succede in un cervello agonizzante. Il Dott. Fenwick sostiene che questi psicologi scrivono delle grosse sciocchezze quando si avventurano in rami del sapere che esulano dalle loro conoscenze tecniche, conoscenze che non posseggono, non comprendono e che vanno al di là della loro attività quotidiana.

Egli è sarcastico con gli scettici:

Semplicemente non hanno le conoscenze necessarie ... Si dicono tante sciocchezze sulle esperienze di premorte, e a dirle sono persone che non hanno a che fare quotidianamente con queste cose. Pertanto, io sono assolutamente certo che queste esperienze non sono causate dalla carenza di ossigeno, dalle endorfine o da qualunque altra cosa del genere. E certamente nessuna di queste cose è in grado di giustificare la qualità trascendentale di molte di queste esperienze, né il fatto che le persone avvertono un incolmabile senso di perdita quando se le lasciano alle spalle (Fenwick 1995: 47).

In qualità di consulente neuropsichiatrico, il Dott. Fenwick lavora costantemente a contatto con persone che si sentono confuse, disorientate o soffrono di danni cerebrali, e sottolinea:

Quel che è chiaro è che ogni disorientamento della funzione cerebrale provoca un disorientamento della percezione e una riduzione della memoria. Di regola non è possibile avere esperienze altamente strutturate e ricordarle con chiarezza se il cervello è fortemente danneggiato o è disorientato (Fenwick 1995: 47).

Allo stesso modo, egli confuta la tesi delle endorfine:

Per quel che riguarda la storia delle endorfine, credo che si stia sopravvalutando il loro effetto, perché a migliaia di persone ogni giorno viene somministrata la morfina. Questa certamente produce un senso di calma, ma non dà vita a esperienze strutturate (Fenwick 1995: 47).

Chiediamo agli scettici dalla mentalità chiusa di rispondere alle seguenti domande:

• Se le NDE sono un effetto del cervello morente, allora chiunque stia per morire dovrebbe sperimentarle. Per quale motivo non tutti coloro che sono in punto di morte, non tutti quelli il cui cervello sta "morendo", sperimentano una NDE?

• Se le NDE sono la realizzazione di un desiderio, per quale motivo non tutte le esperienze di premorte sono positive? Per quale motivo alcuni sperimentano delle NDE neutre o addirittura terrificanti, come documentato da Phyllis Atwater (1994).

• Se le NDE sono causate dal rilascio di endorfine, qual è la prova oggettiva esistente in grado di dimostrare che il rilascio di endorfine provoca necessariamente una revisione della vita in modo cronologicamente ordinato?

• Qual è la prova oggettiva in grado di dimostrare che il rilascio delle endorfine provoca una perdita della percezione del tempo e della sua relazione con il "sé"?

• Per quale ragione quasi tutti quelli che hanno un'esperienza di premorte subiscono una trasformazione permanente consistente in un miglioramento spirituale, in un migliore stile di vita?

• Per quale motivo la maggior parte di coloro che hanno un'esperienza di premorte riferiscono di avere trovato una motivazione intrinseca dell'esperienza straordinaria che hanno vissuto fuori dal corpo?

• Quali prove oggettive vengono presentate per dimostrare che la comprensione del ruolo del sistema limbico e del lobo temporale sono in grado di spiegare le esperienze di familiarità, introspezione e déjà vu oltre che l'incremento statisticamente significativo di eventi paranormali che seguono una NDE?

• Come fanno gli scettici a spiegare l'incredibile congruenza esistente tra le esperienze di premorte e le esperienze extracorporee?

Le spiegazioni fisiche sono insufficienti

Elizabeth Fenwick, coautrice del libro The Truth in the Light - An investigation of Over 300 Near-Death Experiences (La Verità nella Luce - Un'Indagine su Oltre 300 Esperienze di Premorte) del 1996, in realtà iniziò la sua ricerca credendo che tutto potesse essere spiegato in termini scientifici. Ma, dopo avere indagato, concluse:

Anche se si possono trovare delle spiegazioni scientifiche in grado di giustificare alcuni aspetti delle Esperienze di Premorte, non sono riuscita a trovare nessuna spiegazione che sia in grado di giustificarli tutti contemporaneamente. Occorre spiegarli tutti nel loro complesso ed è proprio questo ... che gli scettici non fanno. Nessuna delle spiegazioni puramente fisiche funziona. (Gli scettici) sottovalutano ampiamente il fatto che le Esperienze di Premorte non sono soltanto il verificarsi di un insieme di eventi casuali, bensì una faccenda altamente organizzata e dettagliata (Fenwick 1995: 47).

Questi punti di vista sono supportati da uno studio sulle Esperienze di Premorte, condotto in Olanda dal cardiologo Dott. Pim van Lommel e dal suo gruppo di collaboratori, e avente ad oggetto 345 casi di persone che, senza rianimazione, sarebbero morte. Il 10% ricordava una consistente Esperienza di Premorte e un ulteriore 8% ne aveva avuta una meno intensa.

Questi pazienti vennero confrontanti con un gruppo di controllo, identico in termini di gravità della malattia, ma i cui componenti non avevano avuto una Esperienza di Premorte. Secondo il Dott. Van Lommel (1995):

La nostra scoperta più sorprendente è stata che le Esperienze di Premorte non hanno un'origine fisica o medica. In fin dei conti, il 100% dei pazienti aveva avuto una carenza di ossigeno, al 100% dei pazienti erano stati somministrati farmaci di tipo morfinico, il 100% dei pazienti era stato vittima di un grave stress, pertanto queste non possono chiaramente essere le ragioni per cui il 18% ha avuto un'Esperienza di Premorte e l'82% non ne ha avuto. Se l'Esperienza di Premorte fosse stata innescata da una di queste cause, tutti avrebbero avuto un'Esperienza di Premorte (Van Lommel 1995).

Allo stesso modo, Yvonne Kason, una psichiatra canadese, ha scoperto, grazie alla sua pratica clinica, che alcune persone, pur non essendo in punto di morte, riportano esperienze simili a quelle di premorte; tra queste ci sono persone che pensavano di essere sul punto di morire e persone che stavano meditando (Kason 1994: 73).

Senza dubbio, le esperienze di premorte, insieme alle esperienze extracorporee e alle prove oggettive dei fenomeni metafisici che sono state presentate in quest'opera, costituiscono un'argomentazione oggettiva e imponente a supporto dell'esistenza dell'Aldilà.>>>>


Franco

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Esperienze con Riferimenti

Fino ad ora abbiamo inserito esperienze di NDE (pre morte) le quali possono rientrare nella soggettività, ora inseriremo delle esperienze le quali provano che nonostante il corpo fosse morto “l’Anima – la Coscienza o la Mente” invece erano più vive che mai, e ciò a dimostrazione che raccontarono quando poi si “svegliarono” di particolari sia nella sala operatoria che in altri luoghi, i quali furono confermati dai testimoni oculari.
I racconti sono presi da varie documentazioni di Psichiatri, Cardiologi, Rianimatori, alla fine della trattazione metterò una esaustiva bibliografia.
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Il Bisturi e lo Spirito di Dottor Allan J. Hamilton, di Tucson, in Arizona, neuro-chirurgo

UN ALTRO "CASO REYNOLDS"! 25-03-08
Scettici e pseudo-scettici sostengono che il fenomeno noto come esperienza di quasi morte (NDE), non è niente di più di un'allucinazione o un mal funzionamento del cervello causato da sostanze chimiche o dalla mancanza di ossigeno. Tuttavia, per quelli che hanno una mente aperta, la NDE sembra essere un tipo di esperienza fuori dal corpo (OBE), un'esperienza che suggerirebbe che abbiamo uno spirito, o corpo eterico, oltre al nostro corpo fisico. Il caso di "Pam Reynolds" è spesso citato come uno dei migliori, ma gli scettici hanno tentato di trovare giustificazioni razionali.
Ora ve ne è uno nuovo, quello di Sarah Gideon che dovrebbe metterli a tacere.

Il Dottor Allan J. Hamilton, di Tucson, in Arizona, neuro-chirurgo ce lo racconta nel suo libro:
"Il bisturi e lo Spirito".

Ma ritorniamo brevemente al caso di Pam Reynolds (Clic per leggere la sua NDE).
Gli scettici sostengono che Pam doveva essere in uno stato di allucinazione prima o dopo d'essere dichiarata clinicamente "morta". Continuano, dicendo che l'inusitato strumento chirurgico da lei descritto, sebbene avesse gli occhi bendati, lo aveva già notato prima dell'intervento o ne aveva visto uno simile in un programma televisivo e le immagini erano state poi sepolte nel suo subconscio, mentre la discussione sui suoi vasi sanguigni troppo stretti, l'avrebbe sentita prima di essere clinicamente "morta". Come la Reynolds, anche la Gideon ha subìto un intervento chirurgico presso l'Istituto Barrows di Phoenix. Secondo Hamilton, Gideon è stata "come un cadavere", per 17 minuti, mentre una clip al titanio le veniva posizionata sull'aneurisma.

Alcune banali conversazioni ebbero luogo nel corso di questi 17 minuti, fra cui quella di una delle infermiere, che annunciò ai colleghi che aveva appena ricevuto una richiesta di matrimonio, citando un anello di diamanti da mezzo carato, in oro giallo, che il suo ragazzo aveva acquistato presso l'oreficeria Fellows Johnston. L'infermiera aveva anche detto che la proposta era avvenuta in un ristorante (Da Morton), e che quando il suo ragazzo si era messo in ginocchio per darle la fedina, uno dei camerieri era inciampato su di lui, cadendo rovinosamente su uno scaffale pieno di bottiglie di vino.

Quando Sarah si svegliò nell'unità di terapia intensiva, il chirurgo, il Dr T.Reed, si fermò a visitarla e lei gli disse che ricordava di aver sentito parlare di un diamante da mezzo carato, montato in oro giallo, acquistato nel negozio di Johnston Fellows ed anche di un esilarante episodio avvenuto al ristorante. Reed ne rimase scioccato e subito richiamò l'attenzione degli altri medici, tra cui Hamilton.
Secondo Hamilton, non vi fu alcun dubbio che il cervello della signora Gideon era morto al momento in cui la conversazione si era svolta:

"Abbiamo avuto, anche in questo caso, inequivocabili prove scientifiche che non solo il suo cervello non funzionava, ma anche la dimostrazione dell'effettiva assenza di attività elettrica corticale mentre questa conversazione si svolgeva", egli scrive, puntualizzando che 'la nozione che la coscienza - qualcosa che ogni cervello è in grado di generare- potrebbe avere una vita (per così dire) indipendente dal cervello stesso, il che è un'idea semplicemente sconcertante".

Quando Sarah Gideon fu interrogata su quello che poteva aver visto mentre ascoltava il racconto dell'infermiera, è stata in grado di descrivere che aspetto avesse quell'infermiera, tra cui il colore degli occhi e dei capelli.

Dal momento che indossava un cappellino chirurgico, fu chiesto a Sarah come conoscesse il colore dei suoi capelli e lei si ricordò di un ricciolo biondo che fuoriusciva sulla sua fronte, descrivendo poi, anche gli altri chirurghi ed infermieri presenti quel giorno in sala operatoria.

Il Dr.Hamilton racconta nel suo libro anche di una discussione tra Sir Newton Pitcairn, un anestesista britannico che é un'autorità nel campo delle applicazioni della fisica quantistica alle scienze della coscienza, e di un neurofisiologo dell'Università dell'Arizona.
Sir Newton era certo che si trattasse di un caso in cui la coscienza si era separata ed era divenuta indipendente dal cervello, mentre il neurochirurgo esprimeva dubbi in merito al fatto che il cervello della paziente fosse completamente addormentato durante l'intervento chirurgico.

Hamilton ha così mostrato i tracciati degli Elettro Encefalo Grammi (EEG) intra-operatori a due colleghi molto esperti nella loro lettura, non dicendo loro nulla su dove e come fossero stati effettuati.
Entrambi affermarono concordemente che quel paziente era "clinicamente morto", nel momento in cui il personale infermieristico aveva parlato dell'anello e del fidanzamento, fugando così i dubbi del neurochirurgo scettico.
Il Dr. Hamilton si chiede chi credono di essere coloro che nel campo della medicina liquidano tali casi come semplici "disturbi inquietanti" e conclude:.
"Perchè non potremmo, come medici, almeno valutare la possibilità che il soprannaturale, il divino, e la magia costituiscano uno dei fondamenti della nostra realtà?"

"TERZO STATO" DI ESISTENZA? 28-01-08
La procedura chirurgica è chiamata arresto ipotermico, ma è meglio conosciuta in ambiente medico come "standstill". Sviluppata dai cardiochirurghi nel 1960, lo standstill (arresto totale) può essere utilizzato per rimuovere alcuni aneurismi cerebrali altrimenti inoperabili.

La procedura è descritta in questo modo:

"S'induce innanzitutto un coma coi barbiturici, per ridurre radicalmente l'apporto di ossigeno al cervello, poi il sangue viene deviato attraverso un by-pass ad una pompa e il cuore viene fermato con una dose di cloruro di potassio. Il sangue refrigerato viene quindi ri-pompato nel corpo per far scendere la temperatura del cervello molto al di sotto di quella ambientale."
In altre parole, il paziente sul tavolo operatorio è fisiologicamente morto durante tutto l' intervento chirurgico. Eppure, nel 1991, Pam Reynolds (leggi la sua NDE), sottoposta allo "standstill" per rimuovere un aneurisma cerebrale di grandi dimensioni, è stata capace di ricordare molti dettagli della sua operazione di neurochirurgia, sebbene non avrebbe potuto assolutamente nè vedere nè sentire nulla....

"Back from the Dead" (I Morti ritornati), -un documentario della National Geographic Channel che andrà in onda domani 29 Gennaio sulla rete televisiva Americana.-, illustra questo ed altri casi, come quello di un uomo -Ward Krenz- che per più di tre ore ha mostrato segni inequivocabili di morte da assideramento (era sprofondato sotto la superficie di un lago ghiacciato), ma che si è poi pienamente ripreso, proprio grazie all'abbassamento brusco della temperatura su tutto il corpo.

Nonostante fosse clinicamente morto per tanto tempo, egli non ha riferito alcuna esperienza di NDE al suo risveglio, forse proprio perché, in realtà - e per quanto strano possa sembrare -,
NON ERA MORTO nel senso biologico della parola!
Le sue cellule erano infatti rimaste in uno stato di quiescienza causata dall'ipotermia, proprio come durante una procedura di standstill, inoltre, non era entrata acqua nei suoi polmoni, a causa di un brusco spasmo del laringe, evitandogli così la morte per annegamento.

Pam Reynolds invece ha avuto una classica esperienza di pre-morte (NDE), durante la quale ha potuto seguire le fasi dell'intervento e ricordare persino le frasi dette dai chirurghi.
Uno di loro, il Dr. Karl Greene, che ha conosciuto la Reynolds in sala operatoria e l'ha curata in seguito, rimase scioccato quando la paziente gli disse che il verso " Puoi fare quel che ti pare ma non potrai mai uscirne fuori" della canzone "Hotel California", non le era sembrato affatto adatto ad una sala operatoria. La canzone però era stata trasmessa quando Pam era teoricamente morta:
come aveva potuto ascoltarla ?

Come poteva Pam sapere che proprio lui, il Dr Greene, -ad intervento concluso- aveva fatto due tentativi per farle ripartire il battito cardiaco? Come poteva descrivere dettagliatamente il particolarissimo strumento chirurgico usato per tagliare le ossa craniche? Il Dr. Greene ha ammesso che deve esistere qualcosa di diverso dalla vita per come viene definita dalla Scienza, e che il caso Reynolds ha scosso profondamente le sue vecchie convinzioni.
"La mia definizione di vita e di morte è diversa rispetto a come la pensano gli altri miei Colleghi, diciamo che confina con lo spirituale o con l'interfaccia tra ciò che noi chiamiamo realtà, e ciò che può essere una maggiore consapevolezza della realtà, che per me è difficile da definire.

Mi riusciva arduo pensare alla mente senza il cervello e viceversa, a questa dualità tra il mondo spirituale e il mondo fisico. Ma, sapete, ora non ne sono poi così sicuro. Può esistere la vita senza il corpo? O il corpo senza la coscienza? Ho sempre pensato che fosse teoricamente possibile, forse perché sono stato educato a credere che esiste un Dio ed un mondo più grande al di fuori di quello materiale. Essere coinvolti in una situazione come questa in cui, pur essendo la paziente fisiologicamente non funzionale - cioè sicuramente morta- e sapere invece che una parte di lei è non solo cosciente, ma anche più efficiente del suo corpo fisico, è una cosa assolutamente straordinaria".
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NDE di Mary
TESTIMONIANZA:

La seguente e' una NDE ottenuta nell'arco di alcuni mesi da una signora che non l'aveva mai raccontata prima, tranne a suo figlio. I particolari maggiori e minori di questa storia rimanevano consistenti per tutti i mesi in cui la raccontava. E' stato molto difficile per lei di raccontarla. Circa una su quattro esperienze NDE sono cosi' dettagliate. Fra i resoconti cosi' dettagliati di NDE, gli avvenimenti risultano abbastanza tipici.

"L'altro mondo"

Un'esperienza di morte mancata.

Quando ero una giovane single nella mia citta' natale di Londra, Inghilterra, sono stata ricoverata all'Ospedale Memorial con gravi complicazioni in seguito ad un tentativo fallito di aborto che avevo fatto nel bagno del mio appartamento. Di educazione cattolica, avevo cercato di gestire la gravidanza indesiderata in segreto e da sola. Dopo aver perso molto sangue e sentendo adosso un gran freddo, ho chiamato l'ambulanza per farmi portare in ospedale.

Appena arrivata di corsa in sala rianimazione, mi recordo il personale che correva nella mia stanza con carrelli contenenti attrezzi, bottiglie, pompe, aghi, bende, tubi ecc. Dall'ombelico in giu' ero bagnata di sangue, ero molto debole. La mia condizione era molto grave, vicino alla morte. Man mano che il sangue scorreva dal mio corpo, perdevo la volonta' di vivere.

Ho sentito un suono come un "pop" e di un tratto il dolore e' cessato. Mi sentivo tranquilla per la prima volta in tre mesi, da quando mi sono scoperta incinta con un uomo che mi aveva mentito dicendomi di amarmi e di volermi sposare ma che aveva moglie e 5 figli in un' altra citta'. Vedevo molto chiaramente il mio corpo mentre lavoravano con fretta e furia, praticandomi una transfusione e mettendomi altri tubi. Mi ricordo di pensare che volevo solo che mi lasciassero stare. Avevo un aspetto orriblile e un brutto colore. Mi sentivo imbarazzata perche' ero io la causa di tutto questo panico.

Avevo peccato e non meritavo di vivere. Il fatto che mi venivano questi pensieri a distanza di pochi centimetri dal soffitto non mi preoccupava o confondevo quanto il senso dello stress che stavo suscitando fra la gente sotto di me. Sapevo pure di essere pienamente cosciente anche se avevo sentito un'infermiere, l'unica con il camice celeste, dire ai medici che avevo perso coscienza poco dopo il mio arrivo nella sala rianimazione. Ero molto conscia di ogni dettaglio di quello che succedeva nella stanza.

Mi sono resa conto di un tunnel che e' comparso d'un tratto, e che ci venivo tirata dentro. Ero felice di andar via dalla scena cosi' tesa sotto di me. Galleggiavo verso il tunnel attraverso il soffitto. Sono passata attraverso un ventilatore appeso al soffitto e poi attraverso il soffitto. Il nero del tunnel rotolava e cominciava ad andare piu' veloce. Ero curiosa di sapere com'era il mio corpo e mi guardavo le braccia e le mani. Sembravano di essere in espansione, emittendo una leggera incandescenza. Ho sentito un colpo di vento e un suono sordo come una vibrazione mentre acceleravo diretta verso una luce brillante a distanza. Sentivo come ci fosse una presenza con me che emitteva amore e saggezza. Non ho visto nessuno, ma sentivo l'essenza del nonno che e' morto quando avevo 13 anni. Ero conscia della sua presenza confortante ma non ho visto o udito niente.

Sono arrivata finalmente in fondo e sono entrata galleggiante in un posto colmo di una radiosa luce bianca che sembrava incorporare tutti i concetti dell'amore. Un amore senza condizioni come quello della mamma per il figlio. Era senz'altro una presenza calda e gioiosa, come quella che in primo istante mi aveva tirata dentro il tunnel. Mi sembrava una gigantesca forza o energia che radiava tutte le buone e nobili emozioni dell'uomo. Avevo abbandonato le vie della chiesa Cattolica appena lasciata la scuola parrocchiale a 17 anni, sentendomi liberata da una rigida prigione, e non ero per niente religiosa, ma sapevo nel cuore mio che questa forza era Dio. Non ho le parole per esprimere la mia riverenza in questa presenza. Sembrava come se io diventassi una parte della Luce e che allora la Luce diventasse una parte di me. Eravamo tutt'uno. Di un tratto ho capito, senza nessun dubbio, come siamo tutti interconnessi gli uni con gli altri, Dio e tutte le forme vitali dell'Universo.

A quel momento, mi ricordo che mi chiedevo se sarei stata punita per aver ammazzato mio figlio e, cosi' facendo, anche me stessa. Sapevo che Lui conosceva ogni mio pensiero e sentimento. Subito dopo guardavo una bimba che dormiva, che sapevo di essere io. Guardavo affascinata mentre vedevo i punti salienti di ogni periodo della mia vita. Era come guardare uno schermo cinematografico circolare con molte diverse scene che passavano ad altissima velocita'. In qualche modo potevo non solo vedere e capire quello che succedeva, ma anche le emozioni che sentivo a quel momento e quelle che causavo negli altri. Guardavo e sentivo la vergogna di mia madre mentre mi partoriva illegittima, fino all'esultanza del mio amore e il dolore schiacciante del rifiuto e del tradimento. Capivo le paure e insicurezze dell'uomo che aveva causato il mio dolore e il suo senso di colpa nel lasciarmi quando ha sentito della mia gravidanza. Sentivo ogni mio atto di bene o male e le sue conseguenze sugli altri. Era un periodo difficile per me, ma ero appoggiata dall'amore assoluto e ho superato le parti dolorose.

Mi hanno chiesto telepaticamente se volevo restare o tornare alla vita di prima nella "Scuola Terra". Sono caduta in ginocchia per mostrare il mio desiderio di restare con Lui. Mi ha fatto vedere una bellissima bollicina lucente che galleggiava vicino a me. Dentro ho visto un neonato poppante. Il piccolo e' diventato bimbo e ha cominciato a venire da me, ancora nella bollicina. Poi l'immagine del bambino e' diventato un giovane e ha continuato a maturare fino a diventare un uomo adulto. "Chi e' lui?' ho chiesto. "Tuo figlio Michael" mi e' stato risposto. Mi ricordo il sollievo che non avevo distrutto la sua possibilita' di vita. Pensieri pieni di paura mi hanno innondato la mente. Non ero neanche sposata e riuscivo appena a mantenermi, come avrei potuto allevare un figlio? Potrebbe lui mai perdonarmi e dimenticare che avevo cercato di abortirlo a quattro mesi della sua vita? Come avrei mai potuto fare questo da sola e senza un aiuto? Ho poi visto in un lampo io con un uomo che sapevo sarebbe stato il mio futuro marito: lui teneva in braccio il bambino di 2 anni che avevo visto nell'immagine. Per la prima volta, mi sono permessa di sentire amore per il figlio in grembo. Tutti gli imbarazzi, le complicazioni, gli stenti che avevo adoperato per razionalizzare il mio aborto mi sono apparsi molto deboli ed egoisti.

Ad un tratto sono entrata nel mio corpo con un altro "pop" e ho sentito un dolore bruciante alla parte inferiore del corpo. La stessa infermiera con il camice celeste mi stava praticando una puntura e mi diceva di rilassarmi e che la medicazione contro il dolore avrebbe subito fatto il suo effetto. Sembrava che non fossi stata priva di coscienza per piu' di pochi minuti, ma la mia visita a "l'Altro Mondo" sembrava durare per delle ore.

Mentre che ero fuori del corpo nella sala rianimazione, ho notato un'etichetta rossa sul lato della pala rivolta verso il soffitto di un ventilatore. Quando sono stata portata alla sala recupero, mi hanno detto che il mio bimbo era stato salvato. Ho detto, "si', lo so". Ho chiesto se qualcuno avrebbe potuto per favore ascoltare la mia incredibile esperienza, ma mi hanno detto che non avevano il tempo. Il mio medico mi ha detto che e' stato un miracolo che lui avesse potuto salvare il bambino insieme a me. Ha detto che credeva due volte di averci perduti. Ho cercato di parlargli della mia esperienza ma lo hanno chiamato altrove. Il suo sorrisetto nel partire non mi ha lasciato alcun dubbio che lui credeva di perdere il suo tempo ad ascoltare i discorsi sconnessi, influenzati dalle droghe somministrate, di una matta. Piu' tardi e' arrivata mia madre con rinforzi "religiosi" mirati ad una confessione di peccati. Ero un po' divertita quando e' spuntata una monaca che ha cominciato a pregare per me, supplicando Dio di perdonarmi. Sapevo di essere gia' perdonata. La punizione veniva dalle mie emozioni di colpa e vergogna che avevo esperienzato cosi' dolorosamente durante il ripasso cinematico in bollicina della mia vita precedente. Una sola infermiera dell'ospedale mi ha ascoltato. L'ha fatto dopo che io le avevo raccontato qualche dettaglio di quello che lei stessa aveva detto ai medici e alle infermiere mentre che io ero priva di coscienza. Ha parlato di quello che aveva sentito da altri che erano stati salvati all'orlo della morte, con racconti simili. Le ho alla fine convinto di prendere un'alta scala e vedere lei l'etichetta rossa la cui forma avevo descritto in gran dettaglio sul lato nascosto del ventilatore della sala reanimazione. L'infermiera e un aiutante hanno visto l'etichetta, con la confirmazione di tutti i dettagli descritti da me. Io sapevo quello che sapevo, ma adesso mi sentivo meglio che almeno due persone mi credevano. Non ho mai menzionato quest'esperienza prima di adesso.

Sono andata avanti nella mia vita con ottimismo, con tutto un nuovo atteggiamento, e ho partorito un maschio sano cinque mesi piu' tardi, dandogli il nome di Michael. I danni che mi sono fatta hanno impedito ulteriori gravidanze ma il legame psichico e di amore con Michael e' veramente un caro "dono" dall'Aldila'.

L'esperienza rimane cosi' reale e viva adesso come a 34 anni fa e mi ha cambiato la vita in molti modi spirituali ed edificanti.


NDERF addendum: Mary e' tornata alla chiesa Cattolica ma ha avuto cura di andare ad una parrocchia piu' aperta di mente di quella di prima. NDERF esprime la sua stima per Mary per il suo coraggio nel condividere quest'esperienza con no
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Il tutto è davvero molto interessante, mi sono letta ogni intervento con attenzione.

Grazie Franco, leggerò volentieri ciò che vorrai ancora postare in merito e spero che anche altri l'abbiano fatto e lo faranno perchè io penso apporti un notevole arricchimento alla propria conoscenza e fede.

Ciao
Ely


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Vent’anni dopo :
ricordi della mia morte e delle conseguenze
TESTIMONIANZA:
All'inizio dei miei studi universitari ( 1976-University di Northern nel Colorado ), mi ero iscritto ad una scuola di tennis per la sessione invernale. Siccome faceva troppo freddo per giocare all'aperto, noi |colpivamo delle palle sul muro della palestra. Improvvisamente, ho cominciato ad accusare un'emicrania che guadagnava rapidamente in intensità. Mi sono messo a temere che, prima che la lezione finisse, il dolore diventasse incontrollabile. Mi avevano prescritto una medicina che conservavo in caso di dolore estremo. Non lo avevo utilizzato che nelle rare occasioni quando ero incapace di controllarlo; affondavo allora nel sonno per 24 ore. Dovevo andare al dormitorio, sentivo che non potevo più aspettare. Ho preso la medicina credendo che mi sarei addormentato sul posto e sperando di che qualcuno mi portasse al dormitorio.

Secondo i miei più lontani ricordi, ho sempre avuto dei mal di testa. Nell'adolescenza, era ancora peggio. Sono andato di mia volontà all’ospedale e dei esami alla vista hanno rivelato dei tumori cervicali. Ho consultato medico dopo medico, credendo che questo problema fosse dovuto allo stress. Poi, ho cominciato un trattamento medicamentoso : Indera quotidianamente, Cafergot all'inizio delle emicranie e Darvon a tutte le ore quando ero in crisi. Le emicranie duravano generalmente delle settimane. Ero atterrito da questo dolore e convinto che qualcosa non andava da me, che non avrei superato la ventina. Ero depresso all'epoca dell'anniversario dei miei 20 anni. Realizzavo che dovevo continuare–pianificarmi la vita– prevedere il futuro– crescere. Otto mesi dopo spuntò la suddetta emicrania, e durante la lezione di tennis, ho utilizzato questa cura riservata alle crisi di dolore insopportabile.

Continuavo a colpire delle palle sul muro quando ho sentito che la medicina cominciava a paralizzare il mio corpo. Ciò di cui mi ricordo poi, è che camminavo verso il dormitorio. Una camminata di 15 o 20 minuti che mi è sembrata come un istante. Camminavo da solo e ho salito la collina al di là la libreria del campus universitario. Poi, mi sono visto nella mia camera del dormitorio, preoccupato da un lavoro a breve scadenza; non mi rimaneva che qualche pagine a scrivere per finire. ho cominciato a chiedermi se avevo preso la medicina o se avevo creduto semplicemente di prenderla. Tentavo di ricordarmi, ma non ci riuscivo . Ho concluso che non l’avevo presa poiché ero sveglio e sofferente. Allora, ho preso un’altra dose e mi sono seduto accanto alla macchina per scrivere per finire il mio lavoro. La pagina non avrebbe richiesto più di qualche minuto e, secondo le mie esperienze precedenti, sapevo che la medicina avrebbe richiesto più tempo per agire. Poco dopo, persi il controllo del mio corpo e caddi sulla mia macchina per scrivere. Ero sempre cosciente e risentivo della mia emicrania, ma non potevo muovermi né sentir qualunque cosa più basso che la mia nuca. Rimanevo là, impotente. Ho chiamato aiuto, ma la donna delle pulizie passava l'aspirapolvere nel corridoio vicino alla mia camera e nessuno poteva sentire i miei gemiti.

Quando ha spento l'aspirapolvere, gridai di nuovo. Uno studente mi sentì. Entrò con precauzione nella camera e gli chiesi di mettermi a letto. Gli ho spiegato che ero paralizzato. Mi ha raddrizzato sulla sedia, ma quando mi ha lasciato, sono bruscamente ricaduto con la faccia contro la macchina per scrivere. Non sapendo che cosa fare per aiutarmi, è andato in cerca d'aiuto. È ritornato con un amico, e tutti e due, si sono adoperati per trascinarmi fino al letto. Una volta nel mio letto, loro se ne sono andati e sono sprofondato immediatamente nel sonno.

Durante il mio sonno ho preso coscienza che non avevo più alcun dolore. Realizzavo che non c’era stato alcun momento della mia vita dove non avevo risentito la scomodità fisica. Ero stupito. Non sentivo né l’emicrania, né il letto sotto di me, né abiti sul mio corpo, lo stesso dicasi per il guanciale sotto la mia testa. Era un tale sollievo. Nello stesso tempo ero invaso da sentimenti di pace, di soddisfazione, gioia, benessere ed amore. Mi sentivo incredibilmente bene. Non trovo il modo di spiegare fino a che punto mi sentissi bene, me lo ricordo molto chiaramente malgrado siano trascorsi vent’anni.

Un'altra trasformazione si effettuò nel mio spirito. ero completamente sveglio e coinvolto dall'esperienza, ma la mia condizione mentale non aveva niente a vedere con quello che avevo sempre avuto. Capivo tutto ciò che accadeva– sapevo che ero morto, ma non sentivo alcuna paura, incertezza o resistenza. Mentre vivevo ciò, presi coscienza della mia compagna di camera, Trina, che entrava nella stanza. Mi guardò sul letto dal basso. Pensava che " dormissi », salì sul lettino in alto. Notai che il letto si scuoteva mentre si arrampicava, ma non avevo sentito alcun dolore. La vidi prendere la sua bibbia, lo aprì ai salmi e lesse. È quando ho cominciato a leggere al di sopra della sua spalla che ho realizzato che non ero più nel mio corpo. mi sono visto sul letto, ho guardato di nuovo Trina, ed ho pensato : Lei non sa stesso che sono morto ! »; questo mi ha divertito.

Ho smesso di concentrarmi sulla camera per approfittare di un momento ( il tempo non aveva più di realtà ) di riposo e di calma. Forse proprio in quel momento ho ricevuto la conoscenza di cui mi sarei ricordato dopo– ma non ho ricordo di un qualunque apprendimento. Non ho avuto l'impressione di muovermi finché no ho notato a distanza un riflesso cangiante di luce, ne ho concluso che ero nell’oscurità e che mi dirigevo verso la luce.
Quando ci ripenso ora, mi ricordo di quando ero bambino ed esploravo i tunnel delle linee ferrate vicino la nostra scuola in Kenia. Questi tunnel erano più scuri di qualsiasi altro. Ero impaurito dall'incapacità di vedere, per il suoni e perché sapevo che questi tunnel erano pieni di pipistrelli. Mi ricordo che ero sollevato quando scorgevo un punto di luce a distanza. La mia paura spariva man mano che la luce cresceva. Questo ricordo dell’infanzia è simile all'esperienza visiva che ho vissuto mentre mi dirigevo verso la luce, ma i sentimenti e le emozioni non potevano essere più differenti. Provavo una gioia inconcepibile per l’essere umano.
La luce si espanse al punto di eliminare tutta l’oscurità e mi ritrovai in un posto, il più bello fra tutti quelli che ho visto.

Qualche anno prima, avevo visto lo splendore di Lake un distretto a nord dell'Inghilterra ed ero stato incantato da questa bellezza. Ma il posto dove sono andato alla mia morte, era ancora più bello. C'erano delle colline, delle valli in serie, e delle cascate di ruscelli. L'erba era più verde di quella nei quartieri più ricchi. Splendeva il sole ed camminavo da solo, ammirando il paesaggio.
Ero solo, ma senza provare di sentimento della solitudine. non mi sentivo solo, e quando rivedo questi sontuose colline, non mi ricordo di avere incrociato nessuno prima di scorgere un uomo dietro ad un muretto di pietre. Capivo ora tante cose. Non avevo più i limiti della condizione mentale umana. Sapevo che quest’uomo dall'altro lato del muretto stava per condurmi verso Dio. Sapevo che la mia esperienza era rappresentativa dei miei bisogni.

Avevo incontrato qualcuno in cui potevo avere fiducia. Un'altra persona avrebbe visto ciò che aveva bisogno di vedere. La mia condizione mentale umana abituale non conteneva che una guazzabuglio di pensieri molto vago concernente la vita dopo la morte; ma là, ero in un luogo che riconoscevo, e quest’uomo, lo conoscevo da sempre. Sapevo dove andavo e ciò che si preparava, ed ero pieno di gioia.
L'uomo era in tenuta sportiva– jeans ed una camicia ampia. Mi trattava con gentilezza e compassione e si concentrava su di me. Egli mi ha guardato negli occhi e, immediatamente, ho compreso che la mia ora non era ancora venuta. Ero stupefatto. Sapevo che se oltrepassavo il muretto, avrei potuto continuare– avevo la scelta, ma sapevamo anche tutti e due che dovevo ritornare. Guardando il suo volto ho detto : Non è il tempo. » E ha risposto : No, effettivamente. »

Ci vorrebbero parecchie pagine per descrivere tutto ciò che ho imparato e vissuto eppure mi è sembrato che tutto ciò sia accaduto in un istante. Avevo vissuto un solo minuto oltre la vita, ma è stata un'esperienza molto profonda.
Appena ho saputo che dovevo ritornare, sono andato nel mio corpo in un batter d'occhio. È stato violento, doloroso e provo molta paura ogni volta che mi ricordo di questo evento, nonostante siano passati molti anni, mi viene ancora da piangere. non potevo credere di aver deciso di ritornare. Avevo dimenticato la sofferenza, lo stress, la paura e le delimitazioni rilegate al fatto di essere umano? ( SÌ !) Come avevo - potuto lasciare la pace, l'amore, la gioia e la bellezza che avevo provato? Sapevo che avrei potuto oltrepassare il muretto, potevo continuare. Come sono stato pazzo a ritornare !
Rimpiangevo la mio decisione e, nello stesso tempo, ero stupefatto dalla paura che lo spirito umano conserva di fronte alla morte. Sapevo che ero morto ed avevo paura. Anche se avevo custodito un ricordo chiaro dell’aldilà, ero attanagliato dalle paure che avevo sempre avuto e non sembravo può comprendere la mia esperienza adeguatamente in quel momento.

Quando la mia collega è scesa dal suo letto, sono stato " svegliato » da un dolore intenso causato dal letto che si moveva. Mi ricordavo dell'assenza totale di qualsiasi tipo di dolore quando ci era salita. Le parole cominciarono ad uscire dalla mia bocca mentre tentavo di spiegarle ciò che mi era accaduto. La sua prima reazione fu il dubbio. Quando le ho menzionato il passaggio della bibbia che lei aveva letto mentre " dormivo » nel letto in basso, fu incapace di rispondere– lei tagliò corto la conversazione ed andò probabilmente cerca d'aiuto. Il responsabile del dormitorio del nostro piano entrò. Non era un’amica intima, ma la rispettavo. Lei ascoltava e provava a capire. La supplicai di non mi lasciarmi dormire. Le ho detto che se avessi avuto una seconda possibilità, non sarei ritornato . Alla fine lei mi ha lasciato da solo e così ho ripreso a dormire, ma non si mi è ripresentata l’opportunità di morire. Non avevo mai sentito nessuno parlare di questo tipo di esperienza. Mi sentivo solo e confuso. Ho rapidamente cessato di parlare della mia esperienza perché le reazioni di tutti erano negative ed offensive. Ma ho cominciato a comprendere che la mia esperienza mi aveva insegnato molto. È riflettendo all'assenza di dolore ed alla pace incredibile che ho provato che ho perduto la paura della morte che avevo sempre avuto. Questa paura non è mai ritornata. So ciò che mi aspetta e ho fretta di ritornare là. Sono cosciente di essere ritornato per una ragione. Non so quale sia il motivo, ma so che lo capivo completamente prima di ritornare. Capisco anche che dovevo dimenticare questa tappa. Uno dei regali più preziosi che ho ricevuto all'epoca di questa esperienza nell’aldilà è stato il conforto che sento alla morte di un amico o di un membro della famiglia. La mia tristezza è sincera– in termine di mancanza– invece, so a quale punto sono gioiosi e liberi.

Anche se ho parlato raramente della mia morte, ho talvolta tentato di descrivere ciò che ho imparato durante la mia esperienza perché sono cosciente di possedere una conoscenza che supera i miei ricordi; invece, ciò di cui mi ricordo è chiaro come il cristallo. L’ostacolo più grande per parlarne, sono le parole. Allo stesso modo mentre sto scrivendo tutto questo, sono cosciente che è molto lontano dalla realtà del mio vissuto, dei miei sentimenti e di quello che ho imparato.

Le mie convinzioni religiose sono molto cambiate. Sono stato allevato in un focolare cristiano e, all'età di 10 anni, mi ero impegnato a seguire Gesù. I miei genitori erano missionari in Africa dell’est. All'epoca mi sentivo molto lontano da Dio, ribelle rispetto alla morale della mia educazione, ma, malgrado tutto, mi consideravo cristiano. Credevo che la bibbia fosse la parola di Dio e che il mio impegno a seguire Gesù Cristo mi avrebbe evitato l'inferno eterno. Mi era capitato di interrogarmi su queste credenze che separano le religioni, sui differenti aspetti teologici o dei concetti a proposito della redenzione. Durante la mia morte, ho acquisito una comprensione che mi ha fatto superare le mie antiche credenze, ma in qualche modo, le nuove conoscenze confermavano quelle vecchie. Nonostante avessi guadagnato questa comprensione, ho talvolta ignorato ciò che avevo imparato per aggrapparmi alle credenze della mia infanzia, e talvolta, ho rigettato queste credenze che so di origine umana non divina. Non è stato facile per me assimilare ciò che avevo imparato.
…………………………………
Ci vollero diversi anni prima che incontrassi il tipo di amici che mi reputavano onesto e credibile– degli amici ai quali potevo confidare la mia storia. Questi amici mi hanno incoraggiato a parlarne ancora, a leggere altri libri sulla morte imminente ed ad integrare ciò che avevo imparato ancora di più nella mia vita.
Ci sono stati momenti durante i quali mi sono sentito talmente travolto dagli avvenimenti della mia vita che pregavo Dio di permettermi di ritornare a lui. Ho pregato di morire, per avere modo di sperimentare ancora questa meraviglia. Rimettevo in dubbio l'opportunità che mi aveva dato conosce la bellezza dell’aldilà poiché ciò aveva ridotto la mia gioia di vivere. Ma ho finito per capire che, sapendo ciò che era l'amore incondizionato, una tale soddisfazione, una tale bellezza ed una tale pace, avevo la capacità di applicarle sulla mia vita, qui ed ora, e che potevo forse aiutare glia altri - non ho bisogno di aspettare di morte. Possiedo i ricordi necessari per migliorare la mia vita, qui.
Tante cose sono cambiate in 20 anni, da quando ho assaggiato l’aldilà. Non sono certo di potere separare ciò che proviene dall'esperienza da ciò che proviene semplicemente dalla crescita e maturità naturale. Credo che anche se ho passato la metà della mia vita a reprimere i ricordi della mia morte ne sono stato condizionato ugualmente.
……………………………….
Qualche anno fa, un'amica mi chiedeva : Se ne avessi ancora la possibilità, oltrepasseresti il muretto? » Ho risposto senza esitazione : Sì, definitivamente. » Rispose : Tu lasceresti ciò che tu hai ora ? » Sì, lo farei », gli risposi. Non è che voglio lasciare i miei bambini, mia moglie, i miei parenti e tutti i miei amici, ma ho potuto valutare la possibilità che mi è stata offerta, e quando verrà il tempo, questo sentimento di pace indescrivibile sarà di nuovo là per me.
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Franco
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[Modificato da francocoladarci 03/11/2010 16:01]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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NDE – Pam Reynolds
Pam Reynolds (uno pseudonimo) fu una bambina prodigio dotata di straordinario talento nel suonare il violino ed il pianoforte, con un training di virtuoso nel repertorio classico, e una carriera come cantante e arrangiatrice nel mondo della musica. Madre di 3 figli, nel 1991, all'età di 35 anni, Pam dovette sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico per la rimozione di un aneurisma arterioso di grandi dimensioni che la metteva in pericolo di vita. Infatti la rottura dell'aneurisma avrebbe provocato la distruzione del tronco cerebrale e la morte (il suo caso è riportato nel libro di Michael Sabom Light and Death).

Le dimensioni e la posizione dell'aneurisma, tuttavia, ne precludevano la rimozione mediante le consuete tecniche neurochirurgiche. Come estrema risorsa, Pam fu indirizzata ad un istituto di Phoenix, Arizona, nel quale un neurochirurgo utilizzava una particolare procedura d'intervento conosciuta come "arresto cardiaco ipotermico". Questa tecnica permetteva di rimuovere chirurgicamente l'aneurisma senza eccessiva perdita di sangue, e presentava una ragionevole probabilità di successo. L'operazione richiede che la temperatura corporea del paziente sia portata artificialmente a circa 15,5°C mediante un bypass circolatorio, che tanto il battito cardiaco quanto il respiro si interrompano, che l'encefalogramma risulti completamente piatto e che il sangue sia aspirato dal cervello del paziente. Questo accadde a Pam la quale, a tutti gli effetti, fu messa in stato di morte artificiale.

Una volta portata in sala operatoria, a Pam fu somministrata un'anestesia generale, cioè un'anestesia che prevede droghe per mantenere lo stato di sonno profondo, droghe per paralizzare i muscoli e droghe per prevenire la percezione del dolore. Una persona in queste condizioni non può né muoversi, né parlare, né respirare, e per questo viene collegata ad un respiratore artificiale. Durante l'anestesia lo stato mentale della paziente veniva monitorato mediante l'encefalogramma (che doveva risultare piatto) e con la misura della risposta del cervello ad un suono emesso periodicamente da due auricolari infilati nelle orecchie di Pam. Questo sistema (chiamato VEP= Vestibular Evoked Potentials o potenziali evocati) verifica il funzionamento del tronco cerebrale ed è un efficace indicatore della profondità dell'anestesia. In assenza di tali potenziali il tronco risulta inattivo.

La testa di Pam era fissata nella posizione più adatta ed il resto del suo corpo era coperto da teli sterili. Mentre il neurochirurgo iniziava ad operare sulla testa, un chirurgo cardiaco (dott. Murray) iniziava un'altra operazione all'inguine per inserire i tubi del bypass cardiaco nei vasi sanguigni. In questo modo sarebbe stato possibile far passare il sangue di Pam in una macchina che l'avrebbe refrigerato fino alla temperatura desiderata. L'abbassamento di temperatura produsse anche il previsto arresto cardiaco, per cui la circolazione del sangue fu mantenuta dal bypass.

Una volta che il corpo di Pam si fu raffreddato a 15,5°C, la circolazione sanguigna venne arrestata e l'aneurisma venne asportato con successo. A questa temperatura il metabolismo del cuore e del cervello è rallentato a tal punto che la circolazione sanguigna può essere interrotta per circa 45–60 minuti senza che i tessuti vengano danneggiati.
Dopo la rimozione dell'aneurisma, la macchina del bypass cardiaco fu riavviata e la temperatura fu riportata a 37°C. Il battito cardiaco fu riattivato, il bypasss venne rimosso e Pam fu riportata in vita. Durante il periodo di morte artificiale Pam ebbe una NDE. Le sue osservazioni da una posizione fuori dal corpo di molti dettagli dell'operazione si rivelarono in seguito veridiche e molto accurate.
Il caso di Pam viene considerato come una delle prove della veridicità delle osservazioni in stato di NDE per la capacità della paziente di descrivere con efficacia gli specifici ed inusuali strumenti chirurgici e le procedure utilizzate, nonostante il suo cervello si trovasse in anestesia.

Per spiegare in parole povere come viene dichiarata la morte cerebrale, di solito si fa riferimento a tre test clinici. Il primo consiste nel classico encefalogramma (EEG) che misura l'attività delle onde cerebrali. Un EEG "piatto" denota il non funzionamento della corteccia (la parte più esterna del cervello). In secondo luogo, i potenziali evocati in risposta ai segnali prodotti dagli auricolari utilizzati durante l'operazione di Pam, se assenti, indicano totale incoscienza. Infine, la documentazione di mancanza di flusso sanguigno al cervello è indice di una generalizzata assenza di funzioni cerebrali.

Durante l'intervento, il cervello di Pam risultava "morto" per ciascuno dei tre test clinici (l'EEG era piatto, i potenziali evocati erano assenti e non vi era flusso sanguigno nel suo cervello). Eppure Pam ebbe un'intensa e profonda NDE.
Quando tutte le funzioni vitali di Pam furono arrestate, il medico accese la sega chirurgica ed inizio ad incidere il cranio della paziente. Durante questa fase, Pam riferì di essersi sentita "schizzare" fuori dal corpo, fluttuando al di sopra del tavolo chirurgico. Allora poté osservare per qualche tempo il dottore che stava lavorando sul suo corpo senza vita. Dalla sua posizione fuori dal corpo vedeva il chirurgo mentre segava il suo cranio con quello che le sembrava una specie di spazzolino da denti elettrico. Pam udì e riferì più tardi ciò che le infermiere avevano detto in sala operatoria e tutto quello che era accaduto durante l'intervento. Nello stesso momento tutti gli strumenti collegati con il corpo di Pam non registravano tracce di attività cerebrale.

Ad un certo punto la coscienza di Pam cominciò a fluttuare al di fuori della sala operatoria ed a viaggiare attraverso un tunnel in fondo al quale brillava una luce. Al termine del tunnel stavano ad aspettarla i suoi parenti ed amici trapassati, compresa sua nonna già morta da lungo tempo. La NDE di Pam terminò quando un suo zio defunto la ricondusse al suo corpo affinché potesse rientrarvi. Pam riferì che rientrare nel proprio corpo (freddo) le aveva fatto l'effetto di "tuffarsi in una piscina di acqua ghiacciata". Ecco come Pam stessa racconta la sua NDE nel corso di un'intervista. (Tratto da near-death.com).

«La cosa successiva che ricordo era il suono: si trattava di un "re" naturale (nota musicale). Mentre ascoltavo quel suono, sentivo che mi stava tirando fuori dalla sommità della mia testa. Via via che uscivo fuori dal corpo, la tonalità del suono diventava più chiara. Avevo l'impressione che fosse come una strada, una frequenza lungo la quale muoversi… Ricordo di aver osservato diverse cose nella sala operatoria mentre guardavo in basso. Mi sentivo più capace di attenzione consapevole di quanto non lo fossi mai stata in tutta la mia vita… In un certo senso era come se mi fossi seduta sulle spalle del chirurgo. Non avevo una visione di tipo normale: era più brillante, più chiara e più a fuoco rispetto alla visione normale… C'erano tante cose nella sala operatoria che non riuscivo ad identificare, e tante persone.

La forma della punta della sega con la quale venne incisa la calotta cranica di Pam Reynolds.
Le osservazioni della paziente dalla sua posizione fuori dal corpo risultano precise e pertinenti.


Pensai che il modo in cui mi avevano rasato la testa era piuttosto strano. Credevo che mi avrebbero raso a zero tutti i capelli, ma non fu così… Lo strumento per segare il cranio, di cui odiavo il suono, assomigliava ad uno spazzolino da denti elettrico, ed aveva un incavo, una specie di scanalatura sulla punta, laddove la lama sembrava rientrare all'interno del manico, senza che ciò accadesse… La sega aveva inoltre delle lame intercambiabili, ma queste lame stavano in quella che sembrava un astuccio con fori di diiverse dimensioni (per infilarvi le lame)… Sentivo la sega andare più veloce. Non li vedevo usarla sulla mia testa, ma credo di aver sentito che stavano usandola su qualcosa. Emetteva un ronzio ad una frequenza piuttosto alta, e poi improvvisamente partiva: wrrrrrrr… così.

Qualcuno disse qualcosa a proposito del fatto che le mie vene ed arterie erano molto piccole. Mi sembra che fosse una voce femminile, quella della dottoressa Murray (la cardiologa), ma non ne sono sicura. Ricordo di aver pensato che avrei dovuto parlarle di questo particolare… ricordo anche di aver osservato la macchina cuore-polmone. Non mi piaceva la maschera del respiratore… ricordo una quantità di attrezzi e di strumenti che sul momento non fui in grado di riconoscere.
Avevo la sensazione di essere tirata, ma non contro la mia volontà. Andavo avanti di buon grado, perché volevo andare avanti. Uso qualche metafora per cercare di spiegarmi: era come nel Mago di Oz, qualcosa di simile all'essere risucchiati in alto dal vortice di un tornado, ma senza girare intorno e senza provare vertigini di sorta. Mi sentivo molto concentrata perché avevo una meta verso cui andare. La sensazione era quella di salire in un ascensore veramente veloce. E poi c'era un'altra sensazione, che però non era né corporea né fisica: era come essere in un tunnel, ma non era un vero tunnel.

Ad un certo punto all'inizio del vortice del tunnel diventai cosciente del fatto che mia nonna mi stava chiamando. Ma la sentivo chiamarmi non con le mie orecchie… era qualcosa di più chiaro rispetto all'udire con le orecchie. Mi fidavo di quella sensazione più di quanto non mi fidi di ciò che sento con le mie orecchie. La sensazione era che voleva che andassi da lei, così continuai ad avanzare senza timore lungo il condotto. Si trattava di un condotto oscuro, alla cui estremità più lontana c'era un piccolissimo punto di luce che via via diventava più grande e poi ancora più grande. La luce era incredibilmente brillante, come trovarsi al centro di una lampadina. Era così intensa che mi misi le mani davanti al viso aspettandomi di vederle, e invece mi accorsi che non c'erano. Ma sapevo che erano là, anche se non potevo sentirle col tatto. Di nuovo, non riesco a trovare il modo di esprimermi, ma sapevo che le mie mani erano là…

Mi resi conto che mentre cominciavo a distinguere diverse figure nella luce (figure che erano avvolte nella luce, permeate di luce, ed erano esse stesse luce) queste cominciavano a prendere forme che io potevo riconoscere e comprendere. Vidi che una di esse era mia nonna: non so se fosse realtà o proiezione, ma io saprei riconoscere mia nonna, ed il suono della sua voce, sempre ed ovunque. Tutti coloro che vedevo, ripensandoci, corrispondevano perfettamente all'immagine che ne avevo avuto quand'erano, in vita, nella loro forma più smagliante. Ne riconobbi tanti: c'erano mio zio Gene, la pro-prozia Maggie (che in effetti era una cugina), il nonno paterno… Si stavano prendendo cura di me in un modo molto speciale, come se mi custodissero. Non mi permisero di procedere oltre… Mi fu comunicato (non riesco ad esprimermi meglio, dato che non parlavano come facciamo noi) che se entravo completamente nella luce qualcosa di irreversibile sarebbe capitato al mio corpo fisico. Non sarebbero più riusciti a rimettere di nuovo quell'io che ero all'interno del mio corpo: se mi fossi allontanata troppo non sarebbero riusciti a riconnettermi. Perciò non mi avrebbero permesso di andare oltre o fare alcunché.

Io volevo entrare nella luce, ma nello stesso tempo desideravo tornare. Avevo dei figli da curare e da allevare. Era come se vedessi un film a velocità accelerata: si ha un'idea generale di ciò che accade, ma non si riesce a rallentare i fotogrammi in modo da percepire i dettagli. Poi questi miei parenti trapassati cominciarono a nutrirmi. Non lo facevano attraverso al mia bocca, come si fa col cibo, ma in qualche modo venivo nutrita. L'unico modo in cui potrei spiegare la cosa è che mi davano delle scintille. Posso senza dubbio ricordare la sensazione di ricevere nutrimento ed energia e di diventare più forte. Capisco che sembra buffo, dato che ovviamente non si trattava di qualcosa di fisico, ma all'interno dell'esperienza mi sentivo "fisicamente" forte, e pronta a tutto.

Mia nonna non mi ricondusse attraverso il tunnel, né mi rimandò indietro e neppure mi chiese di andarmene. Semplicemente, mi rivolse uno sguardo: pensavo che sarei dovuta andare con lei, ma mi fu comunicato che essa non credeva che fosse necessario. Lo zio mi disse che sarebbe venuto lui. Ed infatti mi riportò indietro attraverso il tunnel: tutto andava bene, anche se non avevo voglia di andar via. Ma quando arrivai all'inizio del tunnel e rividi quella cosa, il mio corpo, non volevo assolutamente rientrarci. Aveva un aspetto orribile, come un treno deragliato. Sembrava proprio ciò che era: morto. Penso che fosse ricoperto da un telo: mi spaventai e non volli più guardarlo.

Mi fu detto che sarebbe stato come tuffarmi in una piscina: nessun problema per me, che so tuffarmi bene. Ma non volevo ed allora, siccome cominciavo ad essere in ritardo (o qualcosa del genere) lo zio mi diede una spinta. Sentii una decisa repulsione e nello stesso tempo fui tirata dal mio corpo: il corpo tirava ed il tunnel spingeva… Fu come tuffarsi in una piscina di acqua ghiacciata… fece male! Quando tornai in me, stavano suonando "Hotel California" ed il verso era: "Puoi lasciare l'albergo ogni volta che vuoi, ma non potrai mai andartene". Accennai in seguito al dottor Brown che queste parole erano davvero sconsolanti, ma lui mi disse che avevo bisogno di dormirci sopra. Quando ripresi conoscenza, avevo ancora il respiratore»
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[Modificato da francocoladarci 05/11/2010 16:35]

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Ospedale dell'Università della Florida, dicembre 1977, impiegato di 66 anni, cardiopatico. L'interessante della sua descrizione è il fatto di non aver mai visto un defibrillatore prima di allora:
Mi trovavo in disparte, nei panni di uno spettatore indifferente. Presero il mio corpo e lo adagiarono su di un tavolo. Fu allora che il dottor A. incominciò a percuotermi il petto. Dapprima mi infilarono nel naso dei tubicini di gomma, poi mi poggiarono sul volto una maschera d'ossigeno che mi copriva completamente bocca e naso. Era leggera, di plastica color verde, e veniva premuta sul mio viso.

Avvicinarono il defibrillatore, quello strumento munito delle ventose per lo shock elettrico. L'apparecchiatura presentava una scala graduata, era quadrata e sul pannello principale portava due lancette indicatrici, una fissa e l'altra mobile che si muoveva con estrema lentezza. Durante il primo movimento la lancetta oscillò tra un terzo e metà della scala graduata. Poi al di sopra della metà, infine attorno a tre quarti. Quella fissa, invece, si discostava solamente ogni volta che gli operatori manovravano l'apparecchiatura. Da quello strano oggetto si dipartivano conduttori elettrici a spirale che terminavano in due manopole, portanti dei dischi metallici. I medici me li premettero sul petto con una forza indescrivibile. Vidi il corpo sussultare violentemente.
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Pochi giorni dopo, nel gennaio 1978 e nel medesimo ospedale, una guardia notturna di 52 anni, operazione al cuore:
Quando venni condotto in sala operatoria mi trovavo in una condizione di avanzata incoscienza, nella quale non potevo assolutamente rendermi conto di dove stavano conducendomi e dell'ambiente circostante. All'improvviso acquistai coscienza. Mi trovavo, del tutto desto, in una posizione rialzata di una cinquantina di centimetri al di sopra della testa, proprio come fossi stato una persona in più all'interno della sala. Rammento due medici che si affaccendavano attorno al mio corpo. Vidi il dottor C., almeno reputo sia stato lui perché ne scorgevo le mani enormi, praticarmi un'iniezione direttamente nel cuore in almeno due occasioni. La prima da una parte, la seconda dall'altra. Vidi il marchingegno utilizzato per tenere discosti i lembi dell'incisione nel torace; una serie di registrazioni rilevate da strumentazioni elettroniche; e tanti altri particolari. Ma non riuscivo a scorgere tutto... Nell'apertura toracica osservavo un'infinità di attrezzi e strumenti. Le pinze emostatiche erano dappertutto. Rammento di essermi stupito nel non vedere sangue sparso ovunque, come immaginavo sarebbe accaduto. In definitiva ero in grado di guardare ciò che mi stava capitando da una posizione sopraelevata, leggermente dietro la mia testa. Vidi le operazioni di cucitura; alcuni punti vennero applicati internamente, prima di procedere alla sutura della ferita. Lavoravano in due contemporaneamente, uno da una parte e uno dall'altra. A un tratto ebbero qualche difficoltà; superatele, il resto dell'operazione si svolse bene e velocemente. Il cuore non è come l'avevo sempre immaginato. E' più grande. Anche la forma non è quella che pensavo; sembra il continente africano, sebbene un po' più tozzo. In superficie era giallo e rosa... I medici diedero anche un'occhiata a una rete di vene e arterie sulle quali discussero a lungo in merito alla possibilità di creare o meno un by-pass. Sembrava che il problema consistesse in una vena molto larga che si gonfiava, ripiena di sangue, in modo anomalo, e che destava nei chirurghi una certa apprensione. Potevo sentirli discutere animatamente. Non avvertivo alcun dolore e non pensai neanche per un attimo di trovarmi sul punto di morire. Nutrivo nei confronti del dottor C. una fiducia illimitata. Vedevo nitidamente l'attrezzo di metallo, di acciaio lucido e sterilizzato, che serviva a tenere discosti i lembi dell'incisione... A un tratto mi praticarono un'iniezione direttamente in qualche parte del cuore...

Infine una donna di 42 anni, operata di ernia lombare del disco, nel settembre 1972:
All'improvviso, mi parve di destarmi, e mi trovai come fluttuante all'altezza del soffitto. Mi sentivo benissimo, anche se un po' eccitata al pensiero di poter osservare ciò che i chirurghi si apprestavano a fare. La camera era dipinta di verde. Una cosa mi meravigliò subito: il tavolo operatorio non si trovava parallelo a tutte le strumentazioni, bensì era relegato in un angolo. A un certo momento mi domandai come mai non soffrissi o non provassi alcuna pena osservando l'intervento sul mio corpo. I chirurghi erano due. Uno, come venni a sapere dopo, era il primario del reparto di neurochirurgia. Mi feci più vicino per osservare meglio

Grande fu il mio stupore nel vedere fino a quale livello di profondità avevano inciso la mia schiena, e quante attrezzature, pinze e divaricatori contornavano la ferita. Vidi raggiungere la colonna vertebrale con i loro attrezzi chirurgici, ed estrarre lentamente il disco con lunghe pinzette curvate all'estremità. A un certo momento qualcuno si lasciò scappare un'esclamazione di stupore. Tutti si voltarono. Chi aveva parlato, ricorrendo a termini tecnici che non ricordo, gridò che stava succedendo qualcosa e che la mia respirazione si era paurosamente rallentata. Pronunciò parole come "arresto" o "blocco". Poi quasi urlò: - Chiudere! - A quella specie di ordine tutti affrettarono le operazioni, tolsero pinze e divaricatori e presero a cucire in fretta l'incisione.

Notai che incominciarono a suturare partendo dal fondo. Eseguirono la cucitura in modo così rapido da lasciarmi ancora una parte di ferita leggermente aperta sulla schiena. A quel punto mi recai nella hall. Mi trovavo certamente a ridosso del soffitto, perché distinguevo con chiarezza le lampade fluorescenti. Da questo momento in poi non rammento nient'altro, salvo il fatto di essermi finalmente destata in un'altra stanza. Accanto a me scorsi uno dei due medici che mi avevano operata; non l'avevo mai veduto prima, ma lo riconobbi subito.

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Quindi un sunto della testimonianza raccolta personalmente dal sottoscritto, che ne ha registrato l'intervista. Riguarda Giancarlo T'anfani, nato a Roma il 14 giugno 1947, impiegato:
Era l'anno 1956, stavo facendo il bagno di fronte al Lido di Recco. Avevo una di quelle maschere che coprono tutto il viso. Mi trovo sott'acqua. Devo emergere in superficie per respirare ma, incautamente, non mi avvedo che c'è qualcosa sopra di me e urto il capo contro una barca. Subito nessuno si accorge che ho perso i sensi. Per fortuna, poco dopo un bagnino scorge una parte del mio corpo che fuoriesce dall'acqua e si precipita in mio soccorso, ma dopo circa dieci minuti di forzata apnea - sembra dalle successive ricostruzioni che sia trascorso questo tempo - il cuore non batte più. Una suora della clinica Santa Caterina, che si trova proprio sopra la spiaggia, assistendo alla scena, corre subito giù con una bombola d'ossigeno. Nel frattempo vengo trasportato nei locali del Lido e a quel punto arrivano mia madre, la suora e un medico.

Mi viene praticata la respirazione, e dopo aver applicato l'ossigeno e aver eseguito i soccorsi, il cuore riprende a battere. Sono salvo. Ma eccoci al "clou" dell'esperienza extracorporea. Nel momento in cui entra mia madre, io osservo tutta la scena. Mi trovo dalla parte opposta della stanza e vedo, come se mi trovassi esattamente alle sue spalle, mia madre svenire, la suora arrivare con la bombola di ossigeno e il mio corpo sdraiato, completamente nudo, molto scuro, sul lettino. La visione dura poco, forse circa venti secondi, e termina quando la suora con la bombola inizia a lavorare intorno al mio corpo.
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Ero gravissimo, in punto di morte per dei problemi di cuore, e contemporaneamente, in un altro reparto dell'ospedale, mia sorella stava morendo di coma diabetico. Lasciai il mio corpo e mi spostai in un angolo della stanza, da dove vedevo tutto dall'alto. Improvvisamente, mi trovai a chiacchierare con mia sorella, che si trovava lassù insieme a me, e alla quale ero molto legato. Eravamo nel pieno di una bella conversazione su quel che accadeva laggiù, quando lei cominciò ad allontanarsi. Cercai di seguirla, ma lei continuava a dirmi di restare dov'ero. "Non è la tua ora - mi disse. - Non puoi venire con me, perché non è ancora il momento". E cominciò a retrocedere lungo un tunnel, lasciandomi solo. Quando mi svegliai, dissi al medico che mia sorella era morta. Dapprima negò, ma poiché insistevo, mandò un infermiere a controllare: come ben sapevo, mia sorella era morta.
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Franco
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“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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05/11/2010 22:41
 
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Esperienze che si leggono tutte d'un fiato!
Impressionanti!

Ely


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