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18/01/2011 20:10 | |
Cosa può fare la persona depressa per migliorare la propria situazione?
Le dodici raccomandazioni che seguono riflettono le indicazioni più frequentemente espresse dai pazienti nei gruppi di auto-aiuto o nel colloquio terapeutico. Non tutti questi suggerimenti potranno essere applicabili o utili in ogni situazione, ma i pazienti stessi confermano che si sentono meglio se possono contribuire attivamente alla propria guarigione.
Avere pazienza con se stessi. Spesso la depressione perdura per diversi mesi. E’ perciò utile che i pazienti imparino ad accettare l’attesa.
Darsi obiettivi modesti. E’ importante “ingannare” il proprio ambizioso perfezionismo cercando di impegnare con parsimonia le poche energie di cui si dispone.
Fare ciò in cui si riesce con facilità. In questo modo è possibile conseguire qualche piccolo, anche minimo successo.
Stendere un elenco di attività piacevoli. Questo aiuta la persona depressa a ricordare ciò che le da (ancora o nuovamente) gioia, accorgendosi anche degli aspetti positivi della vita.
Programmare accuratamente ogni giornata. Si riesce così a combattere la desolazione e la noia dando un senso anche alle piccole cose.
Riconoscere e descrivere i piccoli successi. Il momento migliore per farlo è la sera, raccontando la giornata in un diario o parlandone con familiari o amici. Anche le persone vicine al depresso gioiscono nel vederlo riscoprire progressivamente le proprie capacità.
Cercare il movimento, l’aria, la luce e il sole. Anche quando costa fatica, è preferibile farlo in compagnia.
Curare i contatti umani. Gli altri capiscono che la persona depressa non è spiritosa e pronta come prima e lo accettano ugualmente senza difficoltà. I contatti possono essere anche brevi e non c’è nulla di male se non riescono alla perfezione.
Dissociarsi dai pensieri depressivi. Dire a se stessi “Questo non sono io, queste idee sono dovute alla mia depressione” spesso aiuta ad allontanare almeno in parte la percezione negativa del sè.
Nutrirsi in modo sano. Il triptofano è un precursore della serotonina, un neurotrasmettitore attivante noto anche come “ormone della felicità”. Ne sono particolarmente ricchi i latticini, le banane, il pesce e le uova. Il suo assorbimento nell’intestino è facilitato dall’associazione a carboidrati come quelli contenuti in pasta , riso o patate.
Parlare apertamente con la famiglia. In questo modo è possibile prevenire l’isolamento totale e organizzare meglio l’assistenza. Può inoltre accadere che altri membri della famiglia siano già passati attraverso esperienze analoghe senza che nessuno lo abbia saputo.
Chiedere aiuto a psichiatri e psicologi. Gli specialisti del mondo della psiche non sono assolutamente i pazzoidi che alcuni (per paura o avversione) descrivono. Sono persone come tutti noi.
Bibliografia:
Zoli S., Cassano G.B., Liberaci dal male oscuro, Longanesi, 1993
Invernizzi G., Manuale di psichiatria e psicologia clinica, McGraw-Hill, Milano, 1996.
Cociglio G., Depessione e sessualità, Organon, Milano, 2001.
American Psychiatric Association, DSM IV TR,Masson, Milano, 2001.
Ely
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