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Il parroco ammazzato a colpi di crocifisso

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2011 14:12
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Un intero paese farà l’esame del Dna. Per scoprire il colpevole di un omicidio compiuto 12 anni fa

Ha cominciato il sindaco, a offrirsi volontario. E ora forse via via è il caso di chiamare in causa l’intero paese. Scrive Erika della Casa sul Corriere della Sera che questa potrebbe essere l’unica via perscovare il colpevole dell’omicidio di don Emilio Gandolfo, avvenuto il 2 dicembre del 1999 a Vernazza, in provincia di La Spezia, e ancora senza colpevole dopo 12 anni.

Piccolo, segaligno, scorbutico, quasi sempre in abiti borghesi, camicia a quadri e cappellino con visiera, don Emilio era quanto di più lontano dal pacioso parroco di paese. Colto (aveva curato la pubblicazione degli scritti di Gregorio Magno), aveva frequentazioni vaticane, era stato addetto agli uffici diplomatici della Santa Sede, per anni aveva fatto da guida ai pellegrinaggi in Terra Santa: ormai anziano era approdato nella chiesa sul mare del borgo delle Cinque Terre, non lontano dal paese natio, vicino a Sestri Levante. Fu ucciso in modo barbaro. La sera in cui si fa risalire l’omicidio (scoperto il giorno dopo), il 2 dicembre, tutto il paese era in piazza, sul sagrato della chiesa, per montare le luminarie di Natale: «In piazza — ricorda Caporuscio che da subito prese in mano le indagini — c’era anche il sindaco di allora, il comandante dei vigili… nessuno si accorse di nulla». Don Emilio, ottantenne, fu forse torturato: aveva tutte le costole fratturate, le dita di una mano spezzate, la mandibola fratturata in due punti. «Una violenza bestiale» ricorda Caporuscio. Per colpire il sacerdote fu usato un pesante crocifisso d’argento e, forse, un altro oggetto mai trovato. Sotto le unghie il medico legale trovò un capello: adesso c’è il Dna.

Fonte

Mauro

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