Argomentazione con Felio - Vangeli Sinottici

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santapazienzauno
00giovedì 23 dicembre 2010 22:50
Re:
francocoladarci, 23/12/2010 7.56:



Cara Veronika, la tua domanda è più che lecita.
Frequento un corso accademico di Teologia, della Pontificia università Lateranense, nella quale vi sono molteplice materie, come ad esempio, antropologia biblica, filosofia, metafisica ecc.

Ciao
Franco




Interessantissimo, quanto vorrei poterci frequentarlo anche io! Che anno sei?


cavdna
00venerdì 24 dicembre 2010 00:14
Re: se mi è permesso un pò di ironia


vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello in CRISTO "francocoladarci" che scrivi :


francocoladarci, 23/12/2010 15.44:

................Quello che dici è vero, nessuno nasce con la conoscenza, con il sapere, ecco perché esistono le varie scuole, proprio affinché si abbia conoscenza, la quale può permettere di argomentare con cognizione di causa, ora, la persona la cui conoscenza manca, dovrebbe avere l’umiltà di riconoscere la sua condizione, e non pontificare a destra e a manca, con io penso, secondo me, perché verrebbe smontato in un attimo facendo la figura………..”se semo capiti”.

E’ arci-noto la posizione della WTS in merito agli studi universitari, (sopporta a malapena quelli d’obbligo) ti sei mai chiesto il perché di tale “consiglio”?, per un motivo semplice, gli studi ampliano la conoscenza e la medesima permette di vedere aspetti i quali dovrebbero rimanere occultati.

Quindi Felio visto che non sei nato “imparato”(come tutti noi) sarebbe il caso di leggerti qualcosa che ti possa istruire nella materia, ma non della WTS, ne trarrai grande piacere e beneficio.
Franco




R I S P O S T A

mio caro fratello


ma così gli rovini la passaggiata al caro fratello "felio.."

aveva ben cominciato a zittire tutti con i suoi insegnamenti cattedratici di mamma WTS

ed ora Tu te ne vieni con le Scuole fatte ai piani alti

mettendoLo in difficoltà

ma allora questa è una cospirazione

chi pretentende, l'Esegesi
chi pretende una pizza
chi pretende giustificazioni circa la titolarità di mamma WTS per essersi arrogata il diritto di citare i Sacri Testi

chi gli chiude i 3D, chi gli cancella interi post,
chi gli manda le ammonizioni,
chi lo redarguisce a destra, chi a sinistra

ora ti ci metti pure Tu con le Scuole Alte

allora diteloooo

Voi Cattolici non avete proprio nessuna pietà

vuoi vedere che la colpa è di quella setta fatta da Sacerdoti???

i quali anziché insegnare l'Amore,
costoro insegnano l'emarginazione e l'isolamento, insegnano le mancanze di rispetto verso il prossimo???

ma questi Cattolici non li capirò mai.....????

grazie [SM=g1902224]

vi saluto in CRISTO RISORTO




Felio69
00venerdì 24 dicembre 2010 00:20
Re: Re: se mi è permesso un pò di ironia
cavdna, 24/12/2010 0.14:



vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello in CRISTO "francocoladarci" che scrivi :





R I S P O S T A

mio caro fratello


ma così gli rovini la passaggiata al caro fratello "felio.."

aveva ben cominciato a zittire tutti con i suoi insegnamenti cattedratici di mamma WTS

ed ora Tu te ne vieni con le Scuole fatte ai piani alti

mettendoLo in difficoltà

ma allora questa è una cospirazione

chi pretentende, l'Esegesi
chi pretende una pizza
chi pretende giustificazioni circa la titolarità di mamma WTS per essersi arrogata il diritto di citare i Sacri Testi

chi gli chiude i 3D, chi gli cancella interi post,
chi gli manda le ammonizioni,
chi lo redarguisce a destra, chi a sinistra

ora ti ci metti pure Tu con le Scuole Alte

allora diteloooo

Voi Cattolici non avete proprio nessuna pietà

vuoi vedere che la colpa è di quella setta fatta da Sacerdoti???

i quali anziché insegnare l'Amore,
costoro insegnano l'emarginazione e l'isolamento, insegnano le mancanze di rispetto verso il prossimo???

ma questi Cattolici non li capirò mai.....????

grazie [SM=g1902224]

vi saluto in CRISTO RISORTO








occupati della discussione, io non sono così interessante, franco sta studiando teologia, è inutile disturbarlo con queste osservazioni fuori tema. ma io non sono un moderatore, poi fare come credi.

cavdna
00venerdì 24 dicembre 2010 00:32
Re: Re: Re: se mi è permesso un pò di ironia
vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello "felio.." che scrivi :


Felio69, 24/12/2010 0.20:




occupati della discussione, io non sono così interessante, franco sta studiando teologia, è inutile disturbarlo con queste osservazioni fuori tema. ma io non sono un moderatore, poi fare come credi.




R I S P O S T A

mio caro fratello


ti E' sfuggito che la mia era una IRONIA???? [SM=g8862]
(.......) leggi bene quello che ti offro [SM=g10765]

grazie [SM=g1902224]

vi saluto in CRISTO RISORTO




francocoladarci
00venerdì 24 dicembre 2010 09:50
Il Vangelo secondo Marco
Avendo aperto questo 3D per una disquisizione con Felio, ritengo doveroso da parte mia verso gli altri rispondere anche se in maniera molto breve e sintetica alle domande esposte.

L’argomentazione verrà divisa in due parti, esegesi Marciana, e aspetto teologico.

Il vangelo secondo Marco.

Marco è un vangelo che insieme a Matteo e Luca rientra nella definizione della Sinossi, ossia entrambi sono sinottici, in quando condividono una parte dei loro racconti, se poniamo su tre colonne i suddetti vangeli si possono notare delle somiglianze di uno stesso argomento e ciò è importante per noi in quando ci permettono di avere una veduta più ampia di un certo avvenimento.

Il vangelo secondo Marco è il primo del genere Letterario(Evangelo di Cristo) , si colloca in un periodo di grande difficoltà per la nascente comunità cristiana(Chiesa), nel periodo 64 d.c imperversava la feroce persecuzione verso i cristiani dall’imperatore Nerone il quali li accusò di avere incendiato Roma, in questo stato di difficoltà il vangelo Marciano fu di incoraggiamento per tutta la comunità.

La data del vangelo di Marco va collocata tra il 64 e il 70 d.c, ed il luogo con una ragionevole certezza è Roma, il fatto che fu composto nella capitale dell’impero romano ne favorì la sua diffusione in tutte le comunità cristiane del medesimo, supportata anche dall’importanza della comunità di Roma.

I destinatari del vangelo erano i cristiani provenienti dal paganesimo, Marco spiega loro le usanze ebraiche ne spiega il senso evitando di usare la parola “Legge - Nòmos” per indicare la Torà la quale non corrisponde al codice di leggi romane.

La lingua usata era quella dell’epoca il Greco, ma Marco non era una persona di grande cultura ellenica, il suo greco era povero non articolato grammaticalmente a ciò il suo scritto risultò semplice esponendo l’essenziale.

Marco non era stato un discepolo di Gesù, bensì lo fu di S. Paolo e in seguito di S. Pietro, dove dunque attinse le informazioni trasmesseci?, non poteva essere Paolo in quanto neanche lui fu un diretto testimone oculare, essendo Marco un discepolo di Pietro ebbe da lui varie informazioni, ma altre le ebbe dalla fonte “Q”, esegeti sono orientati su un Proto-vangelo di Marco, ossia una “bozza” stilata qualche tempo prima e che in seguito fu da egli perfezionata con informazione della fonte “Q”, comunque questa è una ipotesi.

Il vangelo secondo Marco è collocato come secondo in ordine canonico anche se primo in ordine cronologico, come primo vangelo fu molto usato dalle comunità cristiane, esso fu in quel periodo molto importante in quando rafforzò la loro fede nel Cristo Risorto, ma ben presto la sua importanza diminuì quando emersero i vangeli di Matteo e Luca, i quali furono rispetto a Marco più completi, più ricchi di particolari, basti pensare alla brevità di Marco, 16 capitoli e senza conclusione, infatti termina in modo brusco al capitolo 16,8 "Ed (esse) uscite fuggirono dal sepolcro, perché le aveva prese tremore e stupore. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura."

Da ciò si evince la mancanza di una conclusione, manca ciò che i discepoli di Cristo dovevano fare, manca l’incoraggiamento, è come se a Marco la parte finale non interessasse, (ma questo lo si vedrà meglio nella trattazione del suo contenuto) ecco dunque che vi è stata fatta un’aggiunta cap. 16, 9 a 20 affinché il vangelo avesse una sua conclusione.

Fatto interessante è che per molti secoli in vangelo secondo Marco fu “quasi” dimenticato, non gli fu riconosciuta l’importanza che meritava, e questo fino alla metà del XIX secolo, quando fu riscoperto Marco sotto l’aspetto critico – letterario e sotto l’aspetto storico, negli anni cinquanta del secolo scorso si riscopri Marco anche sotto l’aspetto Teologico.

Nella seconda parte tratteremo brevemente il corpo del vangelo, i cinque aspetti Teologici del Cristo.

Franco
flabot
00venerdì 24 dicembre 2010 14:50
Re: Il Vangelo secondo Marco
francocoladarci, 24/12/2010 9.50:

Avendo aperto questo 3D per una disquisizione con Felio, ritengo doveroso da parte mia verso gli altri rispondere anche se in maniera molto breve e sintetica alle domande esposte.

L’argomentazione verrà divisa in due parti, esegesi Marciana, e aspetto teologico.

Il vangelo secondo Marco.

Marco è un vangelo che insieme a Matteo e Luca rientra nella definizione della Sinossi, ossia entrambi sono sinottici, in quando condividono una parte dei loro racconti, se poniamo su tre colonne i suddetti vangeli si possono notare delle somiglianze di uno stesso argomento e ciò è importante per noi in quando ci permettono di avere una veduta più ampia di un certo avvenimento.

Il vangelo secondo Marco è il primo del genere Letterario(Evangelo di Cristo) , si colloca in un periodo di grande difficoltà per la nascente comunità cristiana(Chiesa), nel periodo 64 d.c imperversava la feroce persecuzione verso i cristiani dall’imperatore Nerone il quali li accusò di avere incendiato Roma, in questo stato di difficoltà il vangelo Marciano fu di incoraggiamento per tutta la comunità.

La data del vangelo di Marco va collocata tra il 64 e il 70 d.c, ed il luogo con una ragionevole certezza è Roma, il fatto che fu composto nella capitale dell’impero romano ne favorì la sua diffusione in tutte le comunità cristiane del medesimo, supportata anche dall’importanza della comunità di Roma.

I destinatari del vangelo erano i cristiani provenienti dal paganesimo, Marco spiega loro le usanze ebraiche ne spiega il senso evitando di usare la parola “Legge - Nòmos” per indicare la Torà la quale non corrisponde al codice di leggi romane.

La lingua usata era quella dell’epoca il Greco, ma Marco non era una persona di grande cultura ellenica, il suo greco era povero non articolato grammaticalmente a ciò il suo scritto risultò semplice esponendo l’essenziale.

Marco non era stato un discepolo di Gesù, bensì lo fu di S. Paolo e in seguito di S. Pietro, dove dunque attinse le informazioni trasmesseci?, non poteva essere Paolo in quanto neanche lui fu un diretto testimone oculare, essendo Marco un discepolo di Pietro ebbe da lui varie informazioni, ma altre le ebbe dalla fonte “Q”, esegeti sono orientati su un Proto-vangelo di Marco, ossia una “bozza” stilata qualche tempo prima e che in seguito fu da egli perfezionata con informazione della fonte “Q”, comunque questa è una ipotesi.

Il vangelo secondo Marco è collocato come secondo in ordine canonico anche se primo in ordine cronologico, come primo vangelo fu molto usato dalle comunità cristiane, esso fu in quel periodo molto importante in quando rafforzò la loro fede nel Cristo Risorto, ma ben presto la sua importanza diminuì quando emersero i vangeli di Matteo e Luca, i quali furono rispetto a Marco più completi, più ricchi di particolari, basti pensare alla brevità di Marco, 16 capitoli e senza conclusione, infatti termina in modo brusco al capitolo 16,8 "Ed (esse) uscite fuggirono dal sepolcro, perché le aveva prese tremore e stupore. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura."

Da ciò si evince la mancanza di una conclusione, manca ciò che i discepoli di Cristo dovevano fare, manca l’incoraggiamento, è come se a Marco la parte finale non interessasse, (ma questo lo si vedrà meglio nella trattazione del suo contenuto) ecco dunque che vi è stata fatta un’aggiunta cap. 16, 9 a 20 affinché il vangelo avesse una sua conclusione.

Fatto interessante è che per molti secoli in vangelo secondo Marco fu “quasi” dimenticato, non gli fu riconosciuta l’importanza che meritava, e questo fino alla metà del XIX secolo, quando fu riscoperto Marco sotto l’aspetto critico – letterario e sotto l’aspetto storico, negli anni cinquanta del secolo scorso si riscopri Marco anche sotto l’aspetto Teologico.

Nella seconda parte tratteremo brevemente il corpo del vangelo, i cinque aspetti Teologici del Cristo.

Franco




Mi interessava sapere da cosa si capisce di che Marco stiamo parlando, e che scriva da Roma?


Grazie [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
francocoladarci
00venerdì 24 dicembre 2010 16:19
Flabot chiede.

Mi interessava sapere da cosa si capisce di che Marco stiamo parlando, e che scriva da Roma?



In effetti non abbiamo una certezza di che Marco sia, può darsi che sia il Marco di Paolo il quale è chiamato “Giovanni Marco” come può essere un altro Marco, sappiamo che lo scrittore è Giudeo/Cristiano in quanto nel suo scritto fa un’applicazione della Torà, senza nominare che sia la “Legge”, quindi ha una conoscenza sulle usanze ebraiche, conosceva anche l’ambiente socio/culturale dei romani in quanto vi si trovano dei latinismi.

La Tradizione colloca Marco, il discepolo di Paolo e di Pietro come l’autore del vangelo, la più antica testimonianza a favore di questo è del vescovo Papia di Gerapoli (130 d. c) che individua in Roma questo Marco, anche di Papia non abbiamo una documentazione autografa ma ce lo rivela Eusebio di Cesarea.
Alcuni esegeti dubitano che sia il Marco degli apostoli, ma la tradizione lo colloca come l’autore.
Ciao
Franco
flabot
00venerdì 24 dicembre 2010 17:07
Re:
francocoladarci, 24/12/2010 16.19:

Flabot chiede.

Mi interessava sapere da cosa si capisce di che Marco stiamo parlando, e che scriva da Roma?



In effetti non abbiamo una certezza di che Marco sia, può darsi che sia il Marco di Paolo il quale è chiamato “Giovanni Marco” come può essere un altro Marco, sappiamo che lo scrittore è Giudeo/Cristiano in quanto nel suo scritto fa un’applicazione della Torà, senza nominare che sia la “Legge”, quindi ha una conoscenza sulle usanze ebraiche, conosceva anche l’ambiente socio/culturale dei romani in quanto vi si trovano dei latinismi.

La Tradizione colloca Marco, il discepolo di Paolo e di Pietro come l’autore del vangelo, la più antica testimonianza a favore di questo è del vescovo Papia di Gerapoli (130 d. c) che individua in Roma questo Marco, anche di Papia non abbiamo una documentazione autografa ma ce lo rivela Eusebio di Cesarea.
Alcuni esegeti dubitano che sia il Marco degli apostoli, ma la tradizione lo colloca come l’autore.
Ciao
Franco




Di quello che siamo certi, è che il Marco evangelista di cui stiamo parlando, è certamente quello così attribuito e quindi chiamato da Ireneo intorno al 185. Per far combaciare gli avvenimenti come li tratteggi tu, bisognerebbe che questi sia lo stesso Marco di Papia, ma l'unica unione che hanno i due documenti, è il nome Marco, disgraziatamente il documento di Papia è andato perduto. Quello, si fonte dei ricordi personali di Pietro e la nostra conoscenza storica su Gesù sarebbe assai più ampia se ci fosse pervenuto.
Se si vuole equiparare i due vangeli, facendoli diventare il medesimo testo, bisogna considerare che: l'autore del Vangelo di Marco, parlava greco ma non lo scriveva certo in maniera elegante, non c'è indizio alcuno di una conoscenza, da parte sua, della cultura dell'élite greca pagana. La sua ascendenza ebraica è confermata dalla conoscenza dell'antico testamento, ma le sue confuse nozioni geografiche sulla Palestina fanno pensare a una formazione esterna alla zona, il suo pubblico conosce la terminologia religiosa ebraica, occorre però, che gli si spieghino termini aramaici e costumanze ebraiche. Il fatto che alcuni studiosi abbiano ipotizzato Roma come luogo della nascità del vangelo di Marco, e solo, una volta deciso che i Marco di Papia ed Ireneo siano la medesima persona, il far combaciare la credenza che Pietro abbia trasmesso da li le proprie informazioni, visto che li si dice sia morto, ma sono solo indizi.
Marco utilizza anche termini latini, ma il suo scritto viene utilizzato sia da Matteo che Luca, e considerando loro residenti, nel Vicino Oriente, la Siria essendo sede di legioni romane, una candidata autorevole ad essere il luogo di Marco.
francocoladarci
00venerdì 24 dicembre 2010 17:55
Quello che oggi sappiamo è che Papia è il più antico commentatore di Marco e siamo nel 130 d.c, Clemente, Epifanio, Eusebio Girolamo ed Ireneo confermano quello che affermò Papia, solo con una differenza, che Ireneo colloca la data del vangelo dopo la morte degli apostoli Pietro e Paolo, quindi non prima del 63/4.

Quando si parla di date si parla di ipotesi, ad esempio Ireneo e Clemente Alessandrino concordano che il vangelo marciano sia stato scritto a Roma, ma divergono dalle date, l’uno asserisce che Pietro era vivo l’altro invece era morto, e se la morte di Pietro viene collocata verso il 64 il vangelo di Marco dovrebbe essere stato scritto poco prima o poco dopo, comunque è Papia la fonte più antica la quale testimonia il vangelo di Marco.
Franco

flabot
00lunedì 27 dicembre 2010 16:07
Re:
francocoladarci, 24/12/2010 17.55:

Quello che oggi sappiamo è che Papia è il più antico commentatore di Marco e siamo nel 130 d.c, Clemente, Epifanio, Eusebio Girolamo ed Ireneo confermano quello che affermò Papia, solo con una differenza, che Ireneo colloca la data del vangelo dopo la morte degli apostoli Pietro e Paolo, quindi non prima del 63/4.

Quando si parla di date si parla di ipotesi, ad esempio Ireneo e Clemente Alessandrino concordano che il vangelo marciano sia stato scritto a Roma, ma divergono dalle date, l’uno asserisce che Pietro era vivo l’altro invece era morto, e se la morte di Pietro viene collocata verso il 64 il vangelo di Marco dovrebbe essere stato scritto poco prima o poco dopo, comunque è Papia la fonte più antica la quale testimonia il vangelo di Marco.
Franco







Personalmente, mi sembra un pò azzardata dire che un documento è il medesimo di un altro, senza avere un solo rigo del secondo, sono in attesa del seguito. [SM=g1916242] [SM=g1916242]
Cristianalibera
00martedì 28 dicembre 2010 17:19
Felio per il dolore della bannatura si è addirittura dissociato dalla WTS, leggete:

libes.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9580578

Ieri scrisse: "Sto scrivendo la mia lettera di dissociazione. Pubblicherò nel forum quando pronta alla spedizione."

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