La Fede RasTafari in breve

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selassie80
00lunedì 19 ottobre 2009 20:57
Il Rastafarianesimo è una fede religiosa che trae la propria denominazione da "Ras Tafari", nobile etiope eletto Imperatore della propria nazione nel 1930 con il nome di Haile Selassie I e con i titoli, specificamente cristologici, di Re dei Re, Eletto di Dio, Luce del Mondo, Leone Conquistatore della tribù di Giuda. In seguito alla Sua Incoronazione, alcuni cristiani riconobbero in Lui il Cristo Gesù nella Sua Seconda Venuta in Maestà, Gloria e Potenza, come profeticamente annunciato dalle Sacre Scritture.

Sebbene questo sentimento religioso sia sorto spontaneamente anche presso gli Etiopi e lì sia tuttora presente, esso si è sviluppato primariamente, entro il profilo storico e culturale, grazie a personalità straniere e presso popolazioni non-etiopiche, ed in seguito all'Incoronazione di Haile Selassie I, avvenuta nel 1930. Fondamentale per la sua affermazione fu il movimento Etiopianista, una corrente di ispirazione cristiana sorta presso comunità africane in patria e nelle Americhe, che rivendicava il recupero della dignità culturale e nazionale degli africani, vittime della deportazione e schiavitù Occidentale, mediante il riferimento spirituale e politico all'Etiopia. Nei primi del '900, gli etiopianisti, guidati da Marcus Garvey, il cui ministero è spesso assimilato dai rastafariani a quello di Giovanni Battista precursore di Cristo, cominciarono a proiettare una viva attesa politico-messianica sull'Etiopia, sulla scia di un fermento sociale già presente in quella nazione, e nel 1930, dopo aver assistito alla Sua Incoronazione, alcuni discepoli di Garvey, capeggiati dal carismatico Leonard Howell, videro in Haile Selassie I il Messia atteso, che non era però, nella loro interpretazione, un generico liberatore politico, ma Gesù stesso nella Sua Regalità. Questa ispirazione diede vita ad un nuovo ed autonomo movimento religioso detto in seguito RasTafarianesimo, per indicare la totale identificazione dei fedeli con Haile Selassie I (rimarcata dalla loro abitudine di definirsi "RasTa"), la cui rivelazione diventò il punto di riferimento essenziale. Dopo l'intensa predicazione dei primi seguaci in Africa e in America, ed una prima rapida espansione, nella metà del 900, nelle Indie occidentali, negli Stati Uniti e in Inghilterra, il Rastafarianesimo si è di seguito radicato ovunque sul globo, soprattutto grazie al potere mediatico della sua vivace cultura musicale, legata in particolare al reggae, che ne veicola il messaggio teologico.

Fondata sull'esempio e la predicazione di Haile Selassie I, che fu storicamente ed attivamente cristiano, la teologia rastafariana si presenta come un'evoluzione del Cristianesimo, così come questo lo fu dell'Ebraismo. I Rastafariani accettano dunque gli insegnamenti teologici e morali di Gesù, custoditi dall'antichissima Tradizione Etiopica Ortodossa, e credono che Haile Selassie I li attualizzi e compia profeticamente in quanto Cristo Tornato, secondo le esigenze dell'uomo moderno. Perciò, essi credono nella Divinità di Cristo, nella Trinità, nella resurrezione dei corpi, nell'immortalità dell'anima, nella verginità di Maria ed in tutti gli altri dogmi della cristianità Ortodossa; in accordo con essa, credono anche nel millenarismo, ovvero nell'idea che il Cristo debba instaurare un regno terreno prima della fine del mondo e del giudizio universale, secondo i dettami dell'apostolo Giovanni (Rivelazione 20): Haile Selassie I giunge dunque a realizzare questa profezia, e regna sui suoi eletti, i Rastafariani, sino al termine della storia. Il loro Testo Sacro è costituito dal canone biblico etiopico, stabilito da Haile Selassie I, composto dell'Antico e del Nuovo Testamento, e dai testi ufficiali che contengono la testimonianza storica del Re.

In accordo con la tradizione Etiopica, raccolta nel "Kebra Nagast", i Rastafariani credono che l'Etiopia sia il Nuovo Israele, la Nazione eletta alla custodia della Cristianità nei tempi della frammentazione e della falsificazione, sino all'avvento secondo di Cristo, compiutosi in Haile Selassie I. In questo libro è riportato l'incontro tra Re Salomone e la Regina di Saba, descritto anche dalla Bibbia (1 Re 10; 2 Cronache 9); ella, curiosa di conoscere la straordinaria saggezza del Re, si reca a Gerusalemme, e dalla relazione amorosa sorta tra i due nasce Menelik, capostipite della dinastia regale etiopica. L'Etiopia riceve la missione di preservare la purezza della Cristianità dopo il rifiuto di Israele, e di custodire il carisma del Trono Davidico sino all'avvento regale del Cristo, a cui è destinato sin dall'inizio del mondo. A riprova della sua elezione, l'Etiopia riceve l'Arca dell'Alleanza, simbolo della presenza del Signore, contenente le Tavole della Legge date da Dio a Mosè, oggi conservata in un santuario ad Axum. Haile Selassie I fu l'ultimo regnante ad occupare il seggio di Davide, prima della dissoluzione della monarchia (ad opera di una giunta militare chiamata Derg), e questo incoraggia i Rastafariani a riconoscere in Lui il compimento delle promesse divine.

Essi osservano la morale cristiana, ubbidendo ai 10 comandamenti del Sinai ed alle regole d'amore dettate da Cristo: "Ama il Signore Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente" e "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Luca 12, 28-31). Istruiti dalla tradizione etiopica e dalla decisiva predicazione di Haile Selassie I, i rastafariani nutrono un particolare rispetto per le altre culture religiose, e parlano di "parentela spirituale" dei mistici di tutte le culture storiche, utilizzando un'espressione del Re stesso. Pur difendendo il primato della propria identità, i rastafariani sostengono che si pervenga alla salvezza mediante la Fede nel Divino e l'osservanza della morale naturale e il rispetto politico dei diritti umani, aldilà delle posizioni teologiche e metafisiche: da questo procede il loro vivo interesse per gli altri culti, considerati, sempre in riferimento ad una frase di Haile Selassie I, "vie del Dio vivente", che non è possibile giudicare. Sono quindi dottrinalmente contrari al fanatismo e al settarismo religioso.

Inoltre, essi professano i precetti politici che il Re ha trasmesso loro, completando, a loro avviso, la rivelazione storica. Credono dunque in una moralità internazionale retta dal principio della sicurezza collettiva, dell'autodeterminazione dei popoli, dell'uguaglianza dei diritti, della non-interferenza, e nel riconoscimento di un ordine sovra-nazionale che ripudi la guerra, per la ricomposizione pacifica delle dispute e per la risoluzione dei problemi comuni, istituzionalmente governato dall'ONU, di cui Haile Selassie I fu Padre Fondatore. Credono nella necessità di costruire sistemi politici liberali e democratici, fondati sull'osservanza della Dichiarazione dei Diritti Umani e difensori della libertà civile, economica, spirituale e culturale, rifiutando dunque ogni ideologia e statolatria totalitaristica, di qualsivoglia orientamento politico, che assorba l'anima umana, possesso esclusivo di Dio; credono inoltre nella necessità di uno Stato socialmente impegnato, che non si limiti a garantire negativamente la libertà, ma che guidi e educhi l'uomo, pur laicamente, al rispetto del prossimo e di Dio. Inoltre, i rastafariani sostengono che sia necessario affrontare con particolare attenzione il problema del continente africano, il più povero ed afflitto del pianeta in virtù di secoli di sfruttamento ed aggressioni, eticamente meritevole di una riparazione storica. Forti dell'esempio di Haile Selassie I, considerato comunemente il Padre dell'Africa Unita e principale fondatore dell'Organizzazione dell'Unità Africana, chiedono che l'Africa realizzi l'unione continentale, liberandosi dalla dipendenza dai poteri stranieri, recuperando la propria identità, e sviluppandosi secondo modelli politici e culturali propri, che tali poteri hanno cercato e cercano di strapparle. Gli africani deportati, in particolare, per raggiungere la pienezza di sé e fronteggiare il proprio disagio storico, devono ricordare le proprie origini e onorarle, e lavorare attivamente per questa causa: è in tale ottica che il concetto di rimpatrio, condiviso e sostenuto dall'Imperatore, che mise a disposizione dei deportati un ampio territorio etiopico (Shashamane), acquisisce un significato vitale.

I Rastafariani credono che Haile Selassie I sia Cristo per varie ragioni. Credono Egli esprima una santità assoluta, e che abbia compiuto opere miracolose, principalmente di natura politica, in Etiopia e nel Mondo; credono che Egli, come Gesù, compia le profezie della Scrittura Sacra, sia in termini espliciti che allegorici, ponendo particolare attenzione sull'Apocalisse di Giovanni, finalizzata alla descrizione della Venuta Seconda di Cristo; Essi credono nella veridicità dei Suoi titoli e nella Sua predicazione, che tendono a proiettarlo nella trascendenza e nel mistico: molti tuttavia negano che il Re abbia mai avanzato tali pretese, sostenendo invece che le abbia rifiutate espressamente. I rastafariani pensano che tali posizioni ignorino il contenuto della Rivelazione, e che l'atteggiamento "restio" di Haile Selassie I compia perfettamente le linee della Cristologia biblica.

I rastafariani rifiutano l'idea del decesso fisico o spirituale di Haile Selassie I, credendo nel Suo occultamento volontario agli occhi degli uomini. Secondo la teologia cristiana, infatti, Gesù Cristo muore una sola volta e risorge definitivamente, espiando il peccato umano (Lettera agli Ebrei 9, 26-28 ); la Sua seconda venuta rappresenta il tempo del Regno glorioso, non della passione e del sacrificio. I misteri che ancora oggi avvolgono la scomparsa di Haile Selassie I (la mancanza di foto, video, la negazione dei funerali, la scelta di non mostrare il suo corpo, la provata falsità delle cause fisiche addotte per giustificare il decesso) sono per loro la dimostrazione della veridicità della propria fede. Credono dunque che Haile Selassie I sia ancora corporalmente vivo e presente sul trono d'Etiopia, e che essi costituiscano il Suo Regno.

L'idea che il Rastafarianesimo sia riservato agli africani e che escluda la partecipazione dei "bianchi" è assolutamente falsa e priva di fondamenti teologici. Haile Selassie I, secondo lo spirito del Vangelo, ha insegnato l'assoluta uguaglianza delle razze ed ha predicato il proprio messaggio a tutte la nazioni. Sono presenti tra gli occidentali forti comunità rastafariane e personalità importanti per la storia del movimento, che vivono in piena comunione religiosa con i propri confratelli di stirpe africana. Forme di possibile diffidenza e razzismo devono essere associate a comprensibili tensioni storiche, e non alla cultura spirituale.

I rastafariani sono comunemente conosciuti per i cosiddetti dreadlocks, delle lunghe e dure trecce che caratterizzano la chioma di alcuni fedeli: queste costituiscono la realizzazione materiale di un voto biblico, il Nazireato, descritto nella Legge Mosaica (Numeri 6) e custodito nella Cristianità dalla sola tradizione etiopica. Questa pratica ascetica comporta la consacrazione del proprio capo e dunque l'astensione dalla tonsura e dalla pettinatura, generando naturalmente le celebri trecce (cfr. Giudici 16, 13-19); implica inoltre l'astensione da alcolici, uva e suoi derivati, e una dieta vegetariana. A dispetto dell'opinione comune, si tratta di una pratica facoltativa, e molti rastafariani non sono Nazirei.

Uno degli aspetti più commercializzati e sfruttati dagli organi mediatici è l'utilizzo della marijuana, che viene immediatamente associato ai rasta come un elemento fondamentale della loro cultura. Certamente, in accordo con le scoperte del pensiero scientifico moderno, i rastafariani considerano la canapa un'immensa risorsa medicinale e materiale, vitale per il progresso e il benessere delle nazioni, rivelatasi in questi tempi per l'instaurazione di un regno terreno di prosperità e gioia: tuttavia, a dispetto di ciò che viene comunemente insegnato, la sua assunzione "psichica" non viene considerata un sacramento spirituale o un atto essenziale per la salvezza morale, quanto una sacra attività meditativa, e non ricreativa o edonistica, che alcuni individui praticano al suo interno secondo la propria libera scelta, così come in altre tradizioni religiose, come l'Islamismo, l'Induismo, ed il Cristianesimo Africano, e vi sono comunità rastafariane completamente estranee a tale utilizzo. In ogni caso, i rastafariani predicano la disciplina morale ed il controllo di sé, e sono avversi ad ogni forma di ubriachezza: in accordo con i precetti di Haile Selassie I, predicano il rispetto del proprio corpo attraverso una corretta e sana alimentazione, l'esercizio fisico e l'astensione dalle droghe, ovvero ciò che loro chiamano "pratica dell'I-tal", un modo "vitale" di intendere il proprio rapporto con la Creazione.

All'interno dell movimento Rastafari si annoverano diversi "ordini", tra i quali ricordiamo i Bobo Shanti e i Nyabinghi, e diverse organizzazioni, come l'Ethiopian World Federation, fondata da Haile Selassie I Stesso, e le "Twelve Tribes of Israel". Tuttavia, la relativa facilità della teorizzazione teologica, in presenza di una rivelazione chiara e diretta, sta permettendo un graduale appianamento delle differenze - sostanzialmente causate dalla scarsa conoscenza dei testi e delle risorse culturali - l'universale accettazione delle istanze dottrinali fondamentali e la costituzione di un'unica fede Ortodossa.

(Tratto da www.rastafari-regna.com)
Elyy.
00lunedì 19 ottobre 2009 22:20


Interessante la vostra fede!

Ti farò qualche domanda per sapere come la pensate voi personalmente su alcuni punti da te sopra esposti, soprattutto sull'interpretazione dell'Apocalisse che, guarda caso, è il libro biblico più emblematico e misterioso, infatti dà adito a tantissime interpretazioni che ognuno potrebbe usare a proprio piacimento.
Inoltre la persona di Haile Selassie I mi incuriosisce un pò.

Domani, o nei prossimi giorni esporrò le mie domande, sperando di non essere superficiale. Ma la mia ignoranza sulla vostra religione è grande, abbiate pazienza.

Comunque, in generale, mi sembra una religione piena di buoni principi.


Ciao, Ely




lovelove84
00lunedì 19 ottobre 2009 22:38
infatti anh io sono ignorante su questa religione,
ma una domanda la facio subito ma questo Haile Selassie I è ancora vivo?
mauro.68
00lunedì 19 ottobre 2009 22:57
Invece io vorrei fare una domanda subito, ma avete un testo sacro tutto vostro, oppure usate la nostra stessa Bibbia?
Elyy.
00lunedì 19 ottobre 2009 23:49

Se aveste letto con attenzione il testo che ha riportato Selassie, avreste già le risposte [SM=g11003]



[SM=g8422]Ely





mauro.68
00lunedì 19 ottobre 2009 23:51
Ho letto, ma volevo notizie più dettagliate sul testo sacro.
Elyy.
00martedì 20 ottobre 2009 00:15


Ok, pardon [SM=g1915407]



[SM=g1916242]





Wolde Negus
00martedì 20 ottobre 2009 18:17
Riporto un articolo da me scritto sul Canone Biblico Rastafariano.

Il Canone Biblico è l'insieme di tutti i Libri dichiarati ispirati direttamente da Dio, e quindi autentica Parola di Dio, dai Padri Apostolici. Essi costituiscono la Sacra Bibbia ( dal greco "Biblia", "Libri"), in etiopico "Mesthaf Qeddus", "Libro Santo".
Il Canone Rastafariano è lo stesso Canone utilizzato dalla Chiesa Ortodossa Etiopica Tewahedo, di cui Haile Selassie I, "Ras Tafari", è Capo e Dio; tuttavia, in coerenza con il principio delle Due Venute di Cristo, Egli anche nel Suo Secondo Avvento rese nota l'ispirazione del Canone, riconfermando, come appena detto, il tradizionale Canone Biblico Etiopico.
Nel 1961, infatti, l'Imperatore pubblicò una revisione dei Sacri Testi antichi e la loro traduzione nell'etiopico moderno (Amarico), che presentava il seguente Canone:

Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici, Rut, 1 e 2 Samuele, 1 e 2 Re, 1 e 2 Cronache, Giubilei, Enoch, Esdra, Nemia, Apocalisse di Ezra, 1 Ezra, Tobia, Giuditta, Ester, 1, 2 e 3 Maccabei, Giobbe, Salmi, Salmo 151, Proverbi, Tagsas, Sapienza, Qohelet, Cantico dei cantici, Siracide, Isaia, Geremia, Baruc, Lamentazioni di Geremia, Ezechiele, Daniele, Susanna, Osea, Amos, Michea, Gioele, Obadia, Giona, Naum, Abachuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia, Vangelo di Matteo, di Marco, di Luca, di Giovanni, Atti degli Apostoli, Lettera ai Romani, 1 e 2 Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1 e 2 Tesallonicesi, 1 e 2 Timoteo, Tito, Filemone, Ebrei, 1 e 2 Pietro, 1, 2 e 3 Giovanni, Giacomo, Giuda, Apocalisse.

Come si può notare alcuni Libri non compaiono nei Canoni appartenenti ad altre confessioni Cristiane: Giubilei, Enoch, Apocalisse di Ezra, 1 Ezra, 1-2-3 Maccabei, e la suddivisione i due Libri di "Proverbi" (di cui il secondo è chiamato "Tagsas"), di “Daniele” (di cui il secondo è “Susanna”) e di “Salmi” (Salmi 1-150 e Salmo 151). Questo accade perchè presso la Chiesa Ortodossa Etiopica Tewahedo essi sono considerati ispirati, mentre nel resto della cristianità sono dichiarati apocrifi o falsi.

Abbiamo dunque contato un totale di 81 Libri Sacri della Antica e Nuova Alleanza, ai quali, se non per volere di Dio Stesso, nulla sarà aggiunto o tolto: Apocalisse 22, 18-19: "Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro. "
Wolde Negus
00martedì 20 ottobre 2009 18:22
Esistono inoltre molti Discorsi Ufficiale di Sua Maestà Imperiale Qadamawi (Primo) Haile Selassie, raccolti dal Ministero dell'Informazione Imperiale, ma anche collezionati nelle varie parti del mondo che Egli visitò: editi dal Ministero dell'Informazione sono "Important Utterances of H.I.M. Haile Selassie I" e "Selected Speeches of H.I.M. Haile Selassie I", più altre raccolte ancora poco note.

Questi scritti, assieme ai tre volumi dell'Autobiografia del Re, sono considerati Scrittura Biblica Canonica presso Rastafari.

La lingua originale dell'Autobiografia è l'Amarico, Etiopico moderno, mentre i Discorsi sopra citati sono stati tradotti direttamente dal Governo.

Haile Selassie I Ymasgan (sia lodato)
flabot
00martedì 20 ottobre 2009 18:23

Abbiamo dunque contato un totale di 81 Libri Sacri della Antica e Nuova Alleanza, ai quali, se non per volere di Dio Stesso, nulla sarà aggiunto o tolto: Apocalisse 22, 18-19: "Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro. "





Ma il Corano, non è stato dettato dall'arcangelo Gabriele per volere di Dio? [SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g1916242] [SM=g8900] [SM=g8900]
Wolde Negus
00martedì 20 ottobre 2009 18:28
Devo rispondere?
flabot
00martedì 20 ottobre 2009 18:33

Devo rispondere?

[SM=g8862] [SM=g8862] [SM=g8862]


Devo dedurre che non ritieni il corano degno di attenzione? [SM=g9644] [SM=g9644] [SM=g9644] [SM=g9644] [SM=g8108] [SM=g8108] [SM=g1916242]
mauro.68
00martedì 20 ottobre 2009 18:40
Ma cosa c'entra il corano ora?
Wolde Negus
00martedì 20 ottobre 2009 18:42
Mi sembrava un commento sarcastico il tuo, flabot, e senza voler creare attrito, non ho ritenuto necessario risponderti.

A ogni modo, il Corano non è per noi ispirato. Questo è chiaro.
Ma uno dei principi basilari della nostra fede è il rispetto del credo altrui, considerato ugualmente come via divina, secondo le Parole di Haile Selassie I.
flabot
00martedì 20 ottobre 2009 18:47

Mi sembrava un commento sarcastico il tuo, flabot, e senza voler creare attrito, non ho ritenuto necessario risponderti.

A ogni modo, il Corano non è per noi ispirato. Questo è chiaro.
Ma uno dei principi basilari della nostra fede è il rispetto del credo altrui, considerato ugualmente come via divina, secondo le Parole di Haile Selassie I.





Assolutamente no, io non ho particolare simpatia per nessuna religione, però visto che si parlava di libri ispirati da Dio mi incuriosiva sapere il criterio di scelta, visto per esempio che il Corano, pur non avendo la mia simpatia è ritenuto ispirato da Dio da un miliardo e mezzo di persone, mi chiedevo perchè per voi no ecco tutto? [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
Wolde Negus
00martedì 20 ottobre 2009 18:49
I Libri del Canone sono dichiarati ispirati dai Padri, nei primi concilii, dagli Apostoli e da Cristo, per mezzo dello Spirito Santo.
Questa è la nostra teologia a riguardo.
Elyy.
00martedì 20 ottobre 2009 19:00

Quando e da chi questi Libri che le Bibbie da noi possedute escludono, ritenendoli appunto apocrifi, sono stati ritenuti invece canonici nel vostro credo?

L'elenco dei Libri che compongono la nostra Bibbia è stato redatto dai padri della Chiesa nel IV secolo, e anche loro han tenuto conto della scrittura di Apocalisse 22,18-19.
A chi credere dunque?
Quali credenziali aveva colui o coloro che hanno aggiunto libri ritenuti apocrifi dal resto del mondo cristiano?


Ciao, Ely



flabot
00martedì 20 ottobre 2009 19:00




I Libri del Canone sono dichiarati ispirati dai Padri, nei primi concilii, dagli Apostoli e da Cristo, per mezzo dello Spirito Santo.
Questa è la nostra teologia a riguardo.






A ogni modo, il Corano non è per noi ispirato. Questo è chiaro.
Ma uno dei principi basilari della nostra fede è
il rispetto del credo altrui, considerato ugualmente come via divina,
secondo le Parole di Haile Selassie I.





Ma come si può dirsi rispettosi di un credo altrui, dichiarandolo addirittura ugualmente via divina, come posti qui sopra e non ritenere il suo libro sacro divinamente ispirato?
Allora si può perseguire un cammino verso il divino senza seguire alcun sacro sentiero?
Non voglio polemizzare voglio solo capire, se non ti va puoi evitare di rispondere [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
Wolde Negus
00martedì 20 ottobre 2009 21:05
I Libri da me citati, canonici in Etiopia, ma non altrove, sono appartenenti all' Antica Alleanza, secondo la dicitura occidentale, dunque, "veterotestamentari".

Di molti di essi si dimostra la Canonicità citando alcuni passi delle altre Scritture della Sacra Bibbia, e la loro mancanza, presso diverse tradizioni, è motivo di lacune teologiche e di storia biblica assai manifeste.

Per Enok (Libro ritrovato soltanto in Ge'ez, Etiopico antico):

-Giuda 14: "Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi 15 per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui»".
Come è chiaro l'Apostolo cita letteralmente Enok.

-Matteo 5,5: "I miti erediteranno la terra".
Il passo è una citazione di Enok, così come altre volte ancora potremmo leggere.

-Genesi 5, 26 parla di Enok, accennando brevemente agli eventi principali della vita, culminata col rapimento al Paradiso (non al cielo). E' improbabile che di un uomo santo quanto, e più di Elia, anch'egli rapito e portato nel Giardino, le Scritture trattino così brevemente. E di fatti la santità di Enok e la sua centralità è ribadita in Siracide 44, 16 e ancor più evidentemente in Siracide 49, 14: "Nessuno fu creato sulla terra eguale a Enoch; difatti egli fu rapito dalla terra." Ancora, Ebrei 11, 5: "Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito a Dio." Secondo il Libro di Enok, il Patriarca scriverà sul Libro della Vita.

Il Libro di Enok presenta una sezione dedicata ai movimenti degli astri. Senza questo Testo risulta difficile dare una spiegazione chiara del ruolo degli angeli negli eventi atmosferici. Tutte le Scritture dimostrano di esserne, ovviamente, al corrente, ma nessuna lo spiega esplicitamente, offrendo soltanto riferimenti che presuppongono una conoscenza di fondo (di fatto le tradizioni che mancano della cultura "veterotestamentaria" completa si sono affidate alle teorie scientifiche moderne provenienti da ambienti filosofici).

Giubilei (Mesthaf Kufale):

-Esodo 19, 22: "Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si tengano in stato di purità". In questo verso si fa riferimento alla presenza di Sacerdoti, di Leviti. E' la prima volta che compare il termine, e si trova in quella circostanza come se fosse già dato, e ormai stabilito. Se non sapessimo che in Giubilei viene espressamente stabilito che la stirpe di Levi avrebbe avuto il sacerdozio della Antica Alleanza, non comprenderemmo la presenza di questi sacerdoti in Esodo, prima ancora che il sacerdozio della Tenda venga stabilito sul Monte Sinai per mezzo del profeta Mosè.

-2 Pietro 2,4 e Giuda 6 Sono solo due dei molti riferimenti alla caduta degli angeli che peccarono unendosi con le figlie dell'uomo. Di questo si parla diffusamente in Enok e in Giubilei, e non altrove.

Mi limito a questi esempi.

La Chiesa Etiopica vanta un'antichità dei propri Testi unica, risalente ai tempi di Re Salomone, quando la Regina etiopica di Saba (1 Re 10), si unì al Re di Israele. Il Libro di Isaia che l'Eunuco etiope di Atti 8, 27, risale a quei stessi tempi.
Pertanto, l'Ortodossia etiopica che risale a epoca apostolica (vedi il battesimo dell'Etiope), conserva e preserva i testi del giudaismo originale, ancora citato dagli Apostoli. Per questo ritengo che possa meritare un certo studio e interesse da parte delle altre confessioni, piu giovani.

Riguardo le altre confessioni. Se ritenessi di dover condividere la fede con le confessioni che rispetto, non avrei piu fede. Il rispetto non implica la condivisione, e il fatto che ritenga ispirate solo le Scritture della mia fede non è motivo di odio e disprezzo nei confronti delle altre Scritture. La convivenza ed il rispetto sono sempre possibili.

"Nessuno dovrebbe contestare la fede altrui, poichè nessun essere umano può essere giudice delle vie di Dio". Questo è il Pensiero del Re in merito.
La via che Dio sceglie per noi, o quella che Egli trova più adatta a noi, può essere diversa da quella disposta per gli altri, poichè non tutti siamo uguali, con uguali esigenze e possibilità. Le "Vie di Dio", appena citate, non portano necessariamente alla verità teologica e correttamente espressa dialetticamente, ma alla buona moralità e alla dignità. Pertanto, crediamo che una sola sia la verità, ma molteplici le vie per raggiungere la Sapienza, nel caso la Verità unica non venga accolta o recepita.

In particolare, tuttavia, Haile Selassie I definì Mohammed "Profeta", e così, anche attraverso la lettura del Testo, pur non equiparando l'ispirazione del Corano con quella delle Scritture di Israele, riconosciamo in Esso rivelate molte verità divine, e dunque la sua santità.

Benedizioni e Grazie
francocoladarci
00mercoledì 21 ottobre 2009 16:32
Trovo molto interessante l'esposizione di Wolde Negus, questo ci permette di avere una veduta a largo raggio.

Grazie.

Franco
flabot
00venerdì 23 ottobre 2009 17:17

Riguardo le altre confessioni. Se ritenessi di dover condividere la fede con le confessioni che rispetto, non avrei piu fede. Il rispetto non implica la condivisione, e il fatto che ritenga ispirate solo le Scritture della mia fede non è motivo di odio e disprezzo nei confronti delle altre Scritture. La convivenza ed il rispetto sono sempre possibili



Ma il rapportarsi con una persona di un altro credo, partendo dal presupposto che lo rispetti ma la tua grande fede ti porta a pensare che ovviamente lui ha torto e tu ragione, non ti sembra una maniera poco adatta di convivere e rispettare il tuo prossimo, perchè se si parte dal presupposto che Dio è uno e l'idea giusta di Dio è la mia, il mio interlocutore nella migliore delle ipotesi, mi sembrerà a livello intellettuale una sorte di bambino che ancora tutto deve imparare, e nella peggiore, un povero mentecato che non sa quel che si dice. Altrimenti, largo al politeismo, io penso che una delle più grandi sciocchezze compiute dall'uomo, sia stata quella di abbandonarlo.






"Nessuno dovrebbe contestare la fede altrui, poichè nessun essere umano può essere giudice delle vie di Dio". Questo è il Pensiero del Re in merito.



Non è che io pensi che l'aver fede sia una qualità esistenziale particolarmente elevata




La via che Dio sceglie per noi, o quella che Egli trova più adatta a noi, può essere diversa da quella disposta per gli altri, poichè non tutti siamo uguali, con uguali esigenze e possibilità. Le "Vie di Dio", appena citate, non portano necessariamente alla verità teologica e correttamente espressa dialetticamente, ma alla buona moralità e alla dignità.[/QUOTE]


Secondo me dovrebbero esistere tante religioni diverse quanti sono gli abitanti del nostro pianeta, perchè la crescita spirituale e ricerca di Dio è un percorso personale e soggettivo, qualsiasi sia il risultato finale. Il concetto da me sottolineato è più in sintonia con il buddismo che con il cattolicesimo, voi con chi vi sentite più simili?








Pertanto, crediamo che una sola sia la verità, ma molteplici le vie per raggiungere la Sapienza, nel caso la Verità unica non venga accolta o recepita.



Una sola verità e molte strade per raggiungerla, anche questo è poco cattolico, siamo vicini al relativismo, sapessi come lo odiano




In particolare, tuttavia, Haile Selassie I definì Mohammed "Profeta", e così, anche attraverso la lettura del Testo, pur non equiparando l'ispirazione del Corano con quella delle Scritture di Israele, riconosciamo in Esso rivelate molte verità divine, e dunque la sua santità.




Un unico Dio che ispira gli scrittori di libri sacri in maniera diversa, creando di fatto una classifica di più ispirati e meno, interessante come concetto [SM=g7279] [SM=g6794] [SM=g6794] [SM=g7279] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
selassie80
00sabato 24 ottobre 2009 20:46
Partendo dal presupposto che come è già stato detto secondo la nostra cultura il Corano non è considerato al pari delle Sacre Scritture, cosi non viene considerato tale da altre confessioni religiose cristiane.
Tuttavia si può notare, per chi ha avuto un minimo di approccio agli scritti coranici, come alcune sure risultino simili ad alcuni passi biblici e assolutamente pregne di ottimi consigli di vita.
Per questo non si parla di Vie diverse per arrivare a Dio ma di un unica Via nel quale ognuno ha, nella sua ricerca del Divino, la sua identità e la sua stessa concezione della divinità.
Siamo chiaramente contrari ad una forma di sincretismo, nel quale sia possibile prendere da ogni forma religiosa il credo che piu ci aggrada, tuttavia si riconosce che le Vie del Signore non sono le nostre vie e nessun uomo può giudicarle.
Benedizioni nel Cristo Re Qadamawi Hailé Selassie
Elyy.
00sabato 24 ottobre 2009 22:05

Flabot:
Ma il rapportarsi con una persona di un altro credo, partendo dal presupposto che lo rispetti ma la tua grande fede ti porta a pensare che ovviamente lui ha torto e tu ragione, non ti sembra una maniera poco adatta di convivere e rispettare il tuo prossimo,...



Non capisco come mai ti stupisce che qualcuno affermi di rispettare la fede altrui anche se questa non la si ritiene la "verità" che si crede di avere.
Cosa si dovrebbe fare per rispettare gli altri, credere che anche loro abbiano la verità? la verità può essere una soltanto e se uno è sicuro di averla, le altre non possono esserlo a loro volta, ma non per questo non devono essere rispettati coloro che credono a concetti diversi dal proprio.

Forse bisognerebbe stabilire il concetto di rispetto.

Cos'è per te il rispetto? cosa significa?



Ely



Wolde Negus
00sabato 24 ottobre 2009 22:21
Caro Flabot,

secondo la nostra concezione la convivenza tra più confessioni è possibile. Per Rastafari esiste un Unica Via, che è Cristo. Per i molti, Cristo dispone molte Vie. Quanti, tra questi, comprendono nel loro cuore che questa via proviene dal Dio loro Creatore, e adottano un comportamento dignitoso, rispettoso, e una moralità genuina, essi, per noi, sono ugualmente grati agli occhi di Dio quanto lo sono coloro che confessano il Suo Nome e la Verità teologica e dialettica, che rintraccia nella storia e nel tempo le effettive manifestazioni di Dio.
Infatti, c'è chi può non riconoscere la Trinità di Dio, ma tenerLa nel più alto rispetto, seguendo, all'interno di una confessione diversa, una mistica profonda. Per questo Haile Selassie I ci insegna, in un Discorso pronunciato in occasione del conferimento di una laurea "ad honorem" al Presidente della Repubblica Indiana Radakrishnan, che, nella storia, i mistici di tutte le religioni hanno sempre pregato per l'unità di tutti gli uomini, e che, presso ogni popolo e confessione, fra i mistici è sempre esistita una "familiarità spirituale".
Questo è anche ribadito dall'Apostolo Paolo nella Lettera ai Romani, al cui capitolo secondo spiega che anche i pagani possono essere giusti, e considerati al pari dei fedeli, qualora il loro cuore li rimproveri per una moralità corrotta, e comprendano da loro stessi quale sia la giustizia e la purezza delle azioni.
Pertanto è vero che chi giudica un'altra fede, in tal modo sarà anch'egli giudicato da Dio. Ma è bene comprendere che il "giudizio" in questione, non riguarda il contenuto di quella fede, che è tranquillamente questionabile, dal momento che le Sacre Scritture ammoniscono sempre ad avere un giusto spirito di discernimento e di distinzione del bene dal male; il "giudizio", qui, indica la condanna definitiva, da parte di un semplice uomo, nei confronti di un altro UOMO, a causa del suo credo alternativo. A Dio solo spetta tale forma di giudizio.

Comunque, la questione sollevata è cruciale. Di fatti, secondo Rastafari, l'Identità deve essere un principio salvaguardato e tenuto in gran considerazione. Come dice Ely, rispettare non significa necessariamente condividere. Per il resto rimando alle parole appena dette, sopra.

Per Rastafari esiste un solo Libro Santo, la Sacra Bibbia. Citando il caso in questione, anche il Corano possiede una santità, che è tuttavia limitata dai limiti di coloro che lo redassero. Esso non è autentica Parola di Dio, ma alcune verità divine sono lì rivelate. Il limite dipende dal fatto che il redattore, pur ispirato, non confessò la Verità autentica, "limitandola" applicandole proprie concezioni, personali e umane.

Grazie
flabot
00sabato 24 ottobre 2009 22:32
Non capisco come mai ti stupisce che qualcuno affermi di rispettare la fede altrui anche se questa non la si ritiene la "verità" che si crede di avere.
Cosa si dovrebbe fare per rispettare gli altri, credere che anche loro abbiano la verità? la verità può essere una soltanto e se uno è sicuro di averla, le altre non possono esserlo a loro volta, ma non per questo non devono essere rispettati coloro che credono a concetti diversi dal proprio.

Forse bisognerebbe stabilire il concetto di rispetto.

Cos'è per te il rispetto? cosa significa?




Secondo il modesto parere di un povero ignorante, [SM=g6794] , l'unica cosa vera che sicuramente esiste è la ricerca, in questo senso si deve rispettare l'operare altrui, ma se io penso di conoscere la verità inevitabilmente considero l'altro inferiore di me, se la verità come dici è una sola, invece ripeto l'unica cosa vera è la ricerca [SM=g1916242] [SM=g1916242] [SM=g1916242]
Wolde Negus
00sabato 24 ottobre 2009 22:35
L'altro possiede una conoscienza ,dialetticamente e teologicamente, inferiore. Questo è lampante. Il che non significa tuttavia che non abbia una moralità genuina e non pratichi la giustizia.
Elyy.
00sabato 24 ottobre 2009 22:44
Condivido il pensiero di Wolde Negus, riguardo la verità e il rispetto degli altri anche se.. si pensa.. non abbiano la verità completa, in effetti lo dice anche l'apostolo Paolo in Romani riguardo i pagani, come ribadito da Wolde.
Ma condivido anche flabot quando parla di "ricerca", in effetti non bisognerebbe MAI ritenersi arrivati riguardo la propria fede, anche questo viene ricordato nella Bibbia.


Ely



Wolde Negus
00sabato 24 ottobre 2009 22:55
Citando un'altropensiero del Re: " La ricerca della conoscenza si conclude alla tomba".
Elyy.
00sabato 24 ottobre 2009 23:03
" La ricerca della conoscenza si conclude alla tomba".

Condivido in pieno, ma aggiungerei anche "e della verità"



[SM=g7310] Ely







mlp-plp
00sabato 24 ottobre 2009 23:05
Re:
Wolde Negus, 24/10/2009 22.55:

Citando un'altropensiero del Re: " La ricerca della conoscenza si conclude alla tomba".







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[SM=g8862] [SM=g8862] penso abbia un seguito questo pensiero..





una stretta di [SM=g1902224]


Pierino





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