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SVILUPPO DELLE ERESIE NELL'AMBITO DELLA CHIESA

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    francocoladarci
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    00 23/09/2009 18:42
    PARTE XI definizione di vari pensieri
    Parte XI

    Prima di continuare con altri eretici, è necessario esaminare alcuni pensieri gnostici/cristiani, esamineremo in modo conciso i seguenti pensieri:

    MONARCHIANISMO

    SUBORDINAZIONISMO

    ADOZIONISMO

    PATRIPASSIANISMO

    MODALISMO


    Monarchianismo.

    Dal greco “ Mòne arché , principio unico”, i promotori di questo concetto vollero tenere l’unicità di Dio, di conseguenza essi negarono la Trinità, di fatto anche la natura divina del Cristo.
    Una simile teologia, rischiava di far scivolare questa tesi nel Modalismo e nell’Adozionismo, che a loro volta sono tesi collegate agli antipodi far loro.



    Subordinazianismo.

    Teoria della Trinità, dove il figlio è subordinato al Padre, e lo Spirito Santo subordinato ad entrambi.


    Adozionismo.

    Il Cristo prima di essere battezzato era un uomo come tanti, quindi non il figlio incarnato, fu solo al suo battesimo che scese sotto forma della colomba non lo Spirito Santo ma bensì il Cristo, con questo avvenimento Gesù non divenne Dio, ma lo divenne solo dopo la sua risurrezione.
    Tale insegnamento eretico di Teodato di Bisanzio fu condannato da papa Vittore verso la fine del II secolo.


    Patripassianismo.

    Anche questo pensiero nega la Trinità, ed è una variante del Modalismo, il figlio fu solo un modo scelto dal padre per manifestarsi agli uomini, di conseguenza chi venne messo in croce e morì in effetti era il padre.


    Modalismo

    Questo pensiero non negava la Trinità, ma ne attribuiva i vari aspetti all’operato del padre, ebbe il sua apice nel III secolo
    Avendo in mente queste definizioni, possiamo passare a considerare gli altri eretici, ma prima tratteremo brevemente la condizione di coloro che rinnegarono la loro fede, a causa delle persecuzioni.

    Franco
    segue parte XII



    “Quando si vuol cercare la verità su una questione
    bisogna cominciare col il dubbio.
    (S. Tommaso d’Aquino)”

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  • Elyy.
    00 23/09/2009 19:08
    [SM=g8925] Franco [SM=g8861]

    Anche queste definizioni mi mancavano


    [SM=g9433] Ely



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    francocoladarci
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    00 26/09/2009 15:21
    PARTE XII I LAPSI
    Parte XII

    Prima di continuare con gli eretici, bisogna esaminare seppur brevemente la questione dei Lapsi( III secolo)

    La questione dei “LAPSI”

    I Lapsi che significa”Caduti”, furono dei cristiani che a motivo della persecuzione e del martirio abiurarono la loro fede, facendo compromesso con le autorità romane.

    Esaminando tutto l’argomento ho dedotto il motivo per cui alcuni cristiani(e furono una certa consistenza) abiurarono nella fede, era forse il timore del martirio?, questo lo si può escludere, poiché sapevano benissimo del martirio di molti cristiani, e sapevano anche delle persecuzioni che vi erano state e che vi saranno state ancora, ergo, il motivo doveva essere un altro.

    Prima di esaminare le cause è bene ricordare come avveniva il martirio dei cristiani, i romani espletavano la pena capitale in vari modi.

    La Decapitazione.
    Essa avveniva con un taglio netto sul collo con una grossa mannaia, la testa veniva staccata in un attimo e la morte era immediata.

    La Crocifissione.
    Il condannato veniva inchiodato o legato alla croce, gli venivano spezzate le ginocchia in modo che nel proprio peso moriva per asfissia, questo dopo un po’ di tempo.

    La Crocifissione con rogo.
    Come la crocifissione normale, ma invece di spezzargli le ginocchia venivano spalmati di bitume e arsi vivi, la morte sopraggiungeva dopo atroci sofferenze.

    Il Rogo.
    La vittima veniva legata ad un palo, circondata dalla legna e dato fuoco, anche questa morte era di una grande sofferenza.

    Lo Smembramento.
    Il morituro veniva legato a quattro cavalli, uno per ogni arto, dopodiché gli venivano staccati braccia e gambe, la morte avveniva per dissanguamento, anche in questo caso la sofferenza era grande.

    Fustigazione a morte.
    Il condannato veniva fustigato con una frusta a cui venivano legate all’estremità degli uncini per strappare la carne, la morte arrivava dopo molto tempo per dissanguamento, o arresto cardiaco.

    Impiccagione.
    La vittima veniva appesa con un cappio al collo, vino al sopraggiungere della morte, di solito dopo pochi minuti, al contrario se l’impiccagione avveniva per caduta la morte era immediata per la rottura del collo.

    Annegamento.
    Il suppliziato veniva immerso sotto l’acqua fino al morte che avveniva dopo pochi minuti.
    Sepoltura da vivi.

    Il condannato veniva messo dentro una buca molto profonda e ricoperto di terra, la morte avveniva per asfissia.

    Sbranati vivi.
    Questo supplizio era maggiormente usato per i cristiani, essi venivano condotti nell’arena, dopodiché venivano liberate le belve a digiuno per dei giorni per sbranare e divorare i cristiani, la morte poteva avvenire subito se la parte interessata era la testa(veniva schiacciata)oppure dopo qualche minuto se le belve cominciavano a mangiare dagli arti, la sofferenza era grande.

    Come abbiamo considerato, i modi di mettere a morte erano vari, se escludiamo la decapitazione, tutte le altre erano di una grandissima sofferenza, allora riponiamoci la domanda: perché abiurarono dalla fede sapendo che il cristiano sarebbe potuto morire?, era forse la morte in se a renderli timorosi?, no, non era la morte in se, ma era Il MODO con cui si moriva a renderli timorosi, la paura della sofferenza, lo strazio del corpo, queste cose rendevano alcuni cristiani timorosi della morte, accettando il compromesso che le autorità romane offrirono loro per sopravvivere.

    Questa categoria dei Lapsi, si divideva in quattro aspetti.

    Libellatici.
    Sono dei cristiane che in un modo falso si procurarono dei documenti ove si affermava che avevano sacrificato agli dei.

    Sacrificati.
    Sono i cristiani che al contrario avevano realmente sacrificato agli dei.

    Turificati.
    Cristiani che avevano bruciato incenso alle divinità.

    Traditores.
    Sono coloro che avevano consegnato le scritture ai romani.

    Tutte queste categorie erano composte da cristiani battezzati, che finita la persecuzione vollero ritornare in seno alla chiesa, ma non tutti erano d’accordo nel loro rientro, poiché fare questo significava annullare il martirio de cristiani, che pagarono con la propria vita la fedeltà a Cristo, subendo una morte a volte atroce, quella morte che i Lapsi evitarono per il timore facendo compromesso.
    Quindi vi erano coloro che non volevano che i Lapsi rientrassero nella chiesa, ed altri che permettevano il loro rientro dopo una certa penitenza, il papa Cornelio(253dc) fu uno che adottò questo modo di agire, ma ci furono un gruppo di rigoristi con a capo Novaziano che contrastarono le decisioni di Cornelio creando a loro volta una chiesa scismatica e per questo furono scomunicati da Cornelio stesso.

    Sembrava essere in un vicolo cieco, non sapendo come uscire da questa situazione, se i Lapsi dovevano essere riaccettati dalla chiesa, qual’era un modo che accontentasse tutti?, il nuovo papa Stefano(256dc), dichiarò che i Lapsi potessero rientrare nella chiesa dopo essersi battezzati nuovamente, comunicando tale decisione a S. Cipriano, che a onor del vero non la prese molto bene.

    Quelli erano tempi duri per la chiesa nascente, ma era una strada che doveva percorrere, le dispute tra cristiani(si parla dei preminenti) furono messe a tacere da una nuova persecuzione, ordinata dall’imperatore Valeriano (257/ 258dc), in questa persecuzione vennero martirizzati sia il papa Stefano, sia Cipriano di Cartagine, e passò così la scomunica inflittagli da Stefano, il martirio mise fine a queste dispute, e alla questione dei Lapsi.

    Questo ci insegna che nella chiesa, l’amore, la comprensione, il perdono, sono qualità che il cristiano dovrebbe sempre coltivare, e, se per qualche motivo dovesse venir meno nella fede la Chiesa non si erge a giudice inflessibile, ma ad un padre amorevole che ci accoglie nelle sue braccia confortandoci nella sua benevolenza indirizzandoci nella misericordia di Dio tramite il sangue di Cristo.

    Franco





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  • Elyy.
    00 29/09/2009 23:31


    Certo che con la prospettiva di venire uccisi in quel modo, mi chiedo quanti rimanevano leali!
    E chi rimaneva leale non solo era da considerarsi un eroe, ma meritevolmente anche un santo martire!

    Comunque è terribile come la mente umana riesca a concepire certi metodi di tortura e uccisione!



    [SM=g27993] Ely





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    lovelove84
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    00 30/09/2009 13:57
    che bel arricchimento di cultura, grazie tanto Franco...alcune cose neanche sapevo che esistevano....

    sono studi che devono essere stampati e messi in una bella copertina
    [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g6398] [SM=g8925] [SM=g8920] [SM=g10454]
    --------------------------------------------------
    AVER PAURA DEL DIAVOLO E' UNO DEI MODI DI DUBITARE DI DIO ...
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    francocoladarci
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    00 30/09/2009 17:43
    Cara Elyy, quando stavo studiando la documentazione riguardante i Lapsi, effettivamente ho fatto la tua stessa riflessione.


    Certo che con la prospettiva di venire uccisi in quel modo, mi chiedo quanti rimanevano leali!
    E chi rimaneva leale non solo era da considerarsi un eroe, ma meritevolmente anche un santo martire!



    Immedesimarsi in ciò che gli antichi cristiani hanno subito, mi ha fatto venire la pelle d'oca.

    Grazie Lovelove per il tuo apprezzamento

    A tutte e due [SM=g1915405]

    Franco


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    mlp-plp
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    00 03/10/2009 14:26




    Carissimo Franco..


    COMPLIMENTI per questi Tuoi interessantissimi post! [SM=g7348] [SM=g7372]



    Con una stretta di [SM=g1902224]



    Pierino



    [Modificato da mlp-plp 10/11/2009 12:52]
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    mlp-plp
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    00 18/10/2009 12:45




    Carissimo Franco:

    aspetto il seguito....

    non hai finito "l'inchiostro"? [SM=g7279]




    [SM=g10400] [SM=g10400] con una stretta di [SM=g1902224]



    Pierino







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    00 18/10/2009 16:31
    ARIO & ARIANESIMO
    Parte XIII
    Ario e Arianesimo

    Mai un nome come questo contribuì a numerose lotte in seno alla chiesa primitiva(termine inesatto), e tutt’ora vi sono molte organizzazione religiose che propugnano la sua dottrina.

    Ario fu il principale eresiarca del IV secolo, nacque in Libia nel 256 e mori a Costantinopoli nel 336, egli diede il suo nome alla grande alternativa del credo cattolico, in vigore nei primi secoli del cristianesimo anche se la sua contribuzione a questa dottrina fu quasi irrilevante, nel 313 fu fatto presbitero dirigendo una chiesa in Alessandria, nella sua attività egli s’impegnò molto nel combattere lo Gnosticismo, che in quell’epoca dilagava sotto varie sfaccettature, come ad esempio il Modalismo(il Dio che si manifestava in vari modi) o il Sabellianismo che lo si potrebbe tradurre anche come Monarchianismo Modalista, ossia l’indivisibilità di Dio essendo egli l’unica Ipostasi ma con tre nomi, manifestandosi prima come Creatore dell’universo, il Padre di tutto il creato, manifestandosi come Figlio di cui le sue opere sono descritte nei vangeli canonici, ed infine come lo Spirito Santo colui che avrebbe illuminato, soccorso e confortato tutti gli apostoli ed altri come descritto nei vangeli ortodossi.

    Nel 319 iniziarono per Ario le prime difficoltà, i primi scontri ideologici, egli entrò in urto con il vescovo d’Alessandria Alessandro, accusando quest’ultimo d’insegnare che il figlio sia Consustanziale al Padre( Homooùssion) mentre Ario stesso predicava già la sua dottrina sull’unicità di Dio, di conseguenza il Figlio non fu generato dal Padre bensì creato.

    Come abbiamo accennato all’inizio Ario fu una figura marginale nello sviluppo di tale dottrina, possiamo invece far risalire la medesima a vari teologi come Paolo di Samosata, Luciano di Antiochia, Dionigi d’Alessandria, il cui pensiero era Subordinazianismo, oppure Adozionista rimanendo sempre nel Monarchianismo.

    Da tenere in considerazione che l'ortodossia dichiarava che il figlio è consustanziale al Padre, stessa sostanza e coeterno e Divino, generato non creato.

    La rottura tra Ario e l’ortodossia avvenne nel 321 nel sinodo dei vescovi richiesto da Alessandro vescovo d’Alessandria, il sinodo si concluse con la scomunica di Ario in quando eretico, vi furono poi alcuni vescovi a suo favore(come Eusebio di Nicomedia) ed altri contrari(in special modo Atanasio), questo altalenare durò per un po’ di tempo fin quando Costantino non indusse un concilio a Nicea nel 325, il concilio ebbe inizio il 20 Maggio, con la presenza di circa 220 vescovi, dobbiamo tenere a mente che molti guardavano con buon occhio le tesi di Ario anche se ortodossi.

    Ario si presentò all’assemblea con un documento un atto di fede stracciato in pubblico, e anche la difesa che fece Eusebio di Nicomedia non approdò a nulla anzi, le loro affermazioni in tono duro in merito alla non divinità del figlio fece si che il concilio li definì eretici esiliando sia Ario che Eusebio, cosi che nel 336 mori Ario seguito nel 441 da Eusebio.
    Possiamo dire che Teodosio convocò nel 381 il 1° concilio a Costantinopoli in cui furono gettate le basi del credo Niceno – Costantinopolitano centro del cristianesimo che nel 391 divenne ufficialmente religione di stato.

    Fatto interessante che mentre la dottrina Ariana andò scemando nell’impero romano, cominciò a fare prese nei popoli germanici, i Goti, Burgundi, Ostrogoti, Visigoti , Longobardi, i Vandali che poi in seguito rientrarono nell’ortodossia, con il tempo verso VIII secolo l’arianesimo andò completamente scomparendo.

    Nel XVII secolo riapparvero le scintille di questa dottrina grazie a Samuel Clarke, che in seguito si ramificò nei paesi del nord Europa espatriando in seguito nell’America settentrionale ove nacquero innumerevoli sette a sfondo Ariano che tutte avevano in comune ereticità.

    Franco

    segue parte XIV

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  • Elyy.
    00 18/10/2009 16:43


    Ecco! ma i Tdg sono capaci di dire che gli eretici furono tutti gli altri, non Ario ed Eusebio!! poveri incompresi!!



    [SM=g1902224] grazie anche per queste informazioni Franco


    Ely




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    francocoladarci
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    00 18/10/2009 17:24
    Appendice alla Parte XIII Ario e Arianesimo
    Nello scrivere il post ho dimenticato un aspetto importante in merito alla dottrina di Ario.

    Molte sette religiose additano Ario come antitrinitario, ma questo è errato, Ario non contestava la Trinità, ma contestava il rapporto tra Padre e Figlio, secondo Ario ci fu” un tempo in cui il figlio non esisteva”, quindi subordinava il figlio al padre, per Ario Gesù non poteva essere identificato con Dio stesso, bensì come un semidio, che in un determinato tempo fu creato.
    Franco


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  • Elyy.
    00 20/10/2009 18:17
    Re: Appendice alla Parte XIII Ario e Arianesimo
    francocoladarci, 18/10/2009 17.24:

    Nello scrivere il post ho dimenticato un aspetto importante in merito alla dottrina di Ario.

    Molte sette religiose additano Ario come antitrinitario, ma questo è errato, Ario non contestava la Trinità, ma contestava il rapporto tra Padre e Figlio, secondo Ario ci fu” un tempo in cui il figlio non esisteva”, quindi subordinava il figlio al padre, per Ario Gesù non poteva essere identificato con Dio stesso, bensì come un semidio, che in un determinato tempo fu creato.
    Franco





    Scusami Franco, ma dire che Gesù non è eterno come il Padre, e che è subordinato al Padre nella "qualità d'essenza", visto che lo riteneva non Dio ma semidio, non significa essere antitrinitari??


    Ciao, Ely


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    00 20/10/2009 19:10
    MONOFISISMO - PARTE XIV
    Parte XIV
    Monofisismo

    Un problema di non poca importanza nel V secolo, riguardava la natura di Gesù, la diatriba su questa questione fu maggiormente tra Eutiche superiore di un monastero a Costantinopoli con oltre trecento monaci, e Nestorio scelto dall’imperatore Teodosio come Patriarca di Costantinopoli.

    Nestorio affermava la duplice natura di Cristo, ossia in lui vi era presente sia la parte umana che Divina, quindi due persone distinte, al contrario Eutiche affermò che prima di incarnarsi vi erano due nature, poi una volta incarnato c’era solo la natura divina, con questa sua affermazione però egli negava la consustanzialità alla nostra.

    Questa elaborazione delle due nature da parte di Eutiche fu chiamato Monofisismo, anche se alcuni studiosi pensano che la paternità di tale dottrina sia S. Cirillo d’Alessandria vescovo e padre della chiesa, altri invece pensano che Apollinare di Laodicea sia colui che la elaborò .

    La questione del Monofisismo fu portata all’attenzione nel concilio di Efeso nel 449 d. c, il clima di quel concilio fu tutto meno che dello spirito cristiano, albergavano minacce, e anche violenza fisica questo in special modo dai monaci analfabeti, violenti e fanatici che seguirono cecamente chi li capeggiava un certo Barsumas, questa condotta ebbe l’effetto desiderato, furono cacciati i maggiori teologi a favore di Nestore e S. Flaviano stesso fu sia minacciato che picchiato brutalmente in una maniera cosi forte che dopo poco tempo egli morì a causa di esse.

    Il concilio di Efeso terminò con la condanna a Nestore, l’assoluzione a Eutiche e con la deposizione di papa Leone I Magno che definì tale concilio “ non un concilium ma un latrocinium” , al contrario l’imperatore Teodosio ritenne valido quel concilio.

    Con l’ascesa dell’imperatrice Pulcheria le cose cambiarono, essa era una fervente cattolica ortodossa e proclamo un concilio a Calcedonia nel 451, dichiarando il Monofisismo una dottrina eretica esiliando Eutiche che Dioscoro, vescovo d’Alessandria e organizzatore del concilio di Efeso, fervente seguace di Eutiche.

    In seguito il Monofisismo si diffuse in special modo su quattro nazioni, Egitto, Etiopia, Siria, Armenia.

    L’Etiopia fu cristianizzata nel IV secolo da S. Frumenzio che divenne vescovo ad Axum nel 356, questa nuova religione(cristianesimo) stava incontrando molte difficoltà, ma ebbe una grande ripresa solo quando arrivarono i “ nove Santi, monaci Monofisiti giunti in Etiopia per sfuggire alle persecuzioni dei cattolici.

    Nel 640 la chiesa Etiope fu assorbita dalla chiesa copta Egiziana rimanendo in essa fino al 1948, ci fu solo una breve unione con la chiesa cattolica per circa 11 anni, e questo per affrontare il dilagare dell’islam.

    Fu comunque l’ultimo Negus poi divenuto imperatore Hailè Selassiè a riorganizzare la chiesa etiope nel 1948, affrancandola da quella copta e dichiarandola religione di stato nel 1955.

    La chiesa ha una forte componente monastica, mantenendo delle usanze di chiara ispirazione ebraica, come la circoncisione, la festività settimanale del sabato, la suddivisione della carne in pura ed impura, ma soprattutto la presenza dell’Arca dell’Alleanza ad Axum, che tanto fiumi d’inchiostro a fatto versare per dirimere questo affascinante enigma.

    Oggi la Chiesa Etiope è la più grande delle chiese pre – Calcedoniche, contando oltre 36 milioni di fedeli.

    Franco

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  • Elyy.
    00 20/10/2009 19:25

    Fu comunque l’ultimo Negus poi divenuto imperatore Hailè Selassiè a riorganizzare la chiesa etiope nel 1948, affrancandola da quella copta e dichiarandola religione di stato nel 1955.

    La chiesa ha una forte componente monastica, mantenendo delle usanze di chiara ispirazione ebraica, come la circoncisione, la festività settimanale del sabato, la suddivisione della carne in pura ed impura, ma soprattutto la presenza dell’Arca dell’Alleanza ad Axum, che tanto fiumi d’inchiostro a fatto versare per dirimere questo affascinante enigma.

    Oggi la Chiesa Etiope è la più grande delle chiese pre – Calcedoniche, contando oltre 36 milioni di fedeli.



    Si tratta del RasTafarianesimo?

    Ma non sorse nel 1930 con l'incoronazione di dì Selassie I ?

    36 milioni di fedeli??!


    Mi piacerebbe sentire Selassie o Negus per sapere se in effetti si attengono ancora alla circoncisione, alla sacralità del sabato ecc..
    O se forse si tratta di un'altra religione etiope.


    Ciao, Ely



    [Modificato da Elyy. 20/10/2009 19:26]
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    00 20/10/2009 20:06
    PER ELYY
    Per Elyy
    Cara Elyy, non era la Trinità ad essere messa in discussione, ma la relazione che intercorreva tra le persone e specie tra il Padre ed il Figlio, nel concilio di Nicea il tutto girava su quattro parole.

    Homooùsios: il Figlio era della stessa sostanza del Padre”Consustanziale”, difeso da Atanasio.

    Homoioùsios: Simile nella sostanza, difeso da Basilio di Ancyra.

    Anòmoios : Dissimile a Dio, difeso da Aezio di Antiochia, Eunomio di Cizico, Ursacio di Singiduno.

    Hòmoios : Simile a Dio, definizione imprecisa e vaga, dove si parlava di una similitudini con Dio ma non dicendo nulla nella relazione della sostanza, proposto da Acacio di Cesarea.

    Quindi Ario riconosceva la Divinità di Cristo, ma non la stessa sostanza del padre, Anòmoios.

    Da tenere in considerazione che probabilmente Ario non capiva che il suo argomentare sul “tempo” non aveva ragione d’essere, in quando la Trinità era fuori dallo spazio/tempo, essendo atemporali non poteva collocare il Cristo in “ ci fu un tempo che il figlio non esisteva”, se Ario avesse capito la relazione di Dio con il tempo non avrebbe detto quelle frasi.

    Franco



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    TRITEISMO Parte XV
    TRITEISMO
    Parte XV

    Verso il VI secolo circolava un insegnamento eretico sulla Trinità, ad opera di Filipono, Giovanni di Cesarea, che quest’ultimo divenne nella metà del VI secolo vescovo triteista d’Alessandria.

    Questo vescovo insegnava che la Trinità era composta da tre divinità distinte, e questo anche nella loro natura, questo concetto apparve diverse volte nel percorso del cristianesimo, Il tri-teismo ritiene che le tre persone della trinità non sono consustanziali.

    Il monoteismo giudaico o islamico accusano il cristianesimo di triteismo o politeismo. Il Dio triuno del cristianesimo non è tre dei ma un Dio, e il termine persona si riferisce a ciascuna distinto individuo della famiglia divina, ciascuno di cui possiamo chiamare “Dio”, ciò è possibile perché le persone sono homoousios.

    Il Figlio è generato dal Padre e lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Senza la eterna generazione del Figlio non possiamo spiegare homoousios e salvaguardare la coegualità del del Figlio con il Padre.
    Questa eresia fu condannata nel IV concilio Lateranense nel 1215.

    Franco



    “Quando si vuol cercare la verità su una questione
    bisogna cominciare col il dubbio.
    (S. Tommaso d’Aquino)”

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    00 10/11/2009 18:23
    ICONOCLASTIA in seno alla Chiesa
    Parte XVI
    ICONOCLASTIA
    Un problema che si venne a creare tra VIII e il IX secolo in seno alla chiesa fu la questione dell’Iconoclastia.

    Questa parola significa” distruzioni di immagini”, questo avvenimento tracciò un solco tra la chiesa d’occidente e quella d’oriente, ossia preparava il terreno a quello che in seguito fu “il grande scisma”.
    Fin dagli albori del cristianesimo l’uso di immagini e simboli furono frequenti nelle comunità cristiane, e mai essi si sognarono di “ adorare” tali simboli, e allora da dove ebbe inizio questa pratica?.
    Abbiamo detto che essa fu manifesta tra VIII e il IX secolo, ed ebbe inizio nelle chiese orientali, a quel tempo si erano formati i Musulmani che aborrivano l’uso delle immagini(anche tutt’ora), quindi anch’essi ebbero una certa influenza nelle comunità cristiane orientali, a questo vi è da aggiungere che alcune sette pseudo/cristiane/eretiche come i Pauliciani condannavano apertamente l’uso delle immagini.

    Questa setta ebbe nel VII secolo una notevole influenza sui altri prelati della chiesa d’oriente come ad esempio il vescovo Costantino di Nacolia, questa influenza fu accentuata dal fatto che questi vescovi condannavano l’abuso di immagini, scivolando in special modo da parte dei monaci, all’adorazione delle medesime, arrivando a dichiarare i dipinti come opere d’intervento divino, attribuendo loro anche poteri Taumaturgici.

    Si comprende bene che la situazione era alquanto difficile, ed infatti l’imperatore Leone III(stiamo parlando sempre dell’oriente) iniziò una campagna moralizzatrice in seno alla chiesa, pubblico un editto(726) in cui dichiarò l’uso delle immagini allo stesso piano degli idoli, iniziando cosi una distruzione di tutte le immagini nelle varie chiese, certamente un’azione di così vasta portata rendeva insofferenti vari cristiani, com’era da immaginare seguirono disordini nelle varie piazze soffocate nella repressione, iniziando anche una persecuzione verso coloro che violarono questo editto, continuando l’uso delle immagini.

    Da parte occidentale il papa Gregorio II sicuro dell’efficacia nell’uso delle immagini, ebbe in via epistolare una prova di forza con Leone III, ma in conclusione rimasero ogn’uno nella propria posizione, a causa di questa azione del papa si ebbe un certo grado di difficoltà nell’impero d’Italia, l’esarca Paolo cercò inutilmente di arrestare papa Gregorio che a sua volta lo scomunicò, con questo atto ebbe inizio la “sovranità” papale sul ducato romano.

    La violenza iconoclastica aumentò enormemente, distruggendo le reliquie dei Santi, rifiutando la loro intercettazione, la morte di Gregorio II e di Leone III non calmò questa persecuzione anzi i loro successori, Gregorio III e Costantino V divennero più forti nelle loro posizioni, la persecuzione sotto Costantino V aumentò enormemente.

    Per legalizzare l’iconoclastia Costantino V convocò nel 759 un concilio a Costantinopoli il quale però rifiutarono il papa, ed i patriarchi di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme, ovviamente il concilio si concluse con la condanna all’uso delle immagini, dando quindi un nuovo impulso alla persecuzione, in modo particolare contro i monaci.

    Si ebbe una leggera attenuazione della persecuzione solo sotto il regno di Leone IV, ma di più fece la regina reggente del figlio minorenne Costantino VI, Irene(il nome della regina) favorevole all’uso delle immagini fece riaprire i monasteri e reinserire le icone sacre nelle chiese.

    Irene convocò il secondo concilio di Nicea, ove si riaffermò l’uso delle immagini, a fronte di un’epistola di papa Adriano I, la quale affermò che nelle immagini vi era solo la venerazione, e che l’Adorazione era esclusiva a Dio, la venerazione delle immagini nulla era che la trasportazione verso il santo.

    Comunque una si fatta calma fu interrotta dall’imperatore Leone V che convinto delle sue disgrazie siano dovute alla disapprovazione divina fece rimuovere di nuovo tutte le immagini sia dalle chiese che da edifici pubblici perseguitando chi invece le venerava, nemmeno con la sua morte(fu assassinato) la persecuzione cessò, tutt’altro, i successori Michele II e Teofilo furono ancora più violenti dei loro predecessori, ormai i cattolici erano identificati come “ adoratori di immagini”.

    Come la regina Irene fu un’altra regina a portare sollievo a questa violenta persecuzione, Teodora regina reggente per il figlio minore Michele III (l’ubriaco) ristabilì l’uso delle immagini nelle chiese e convocò un concilio a Costantinopoli che rinnovò le decisioni di Nicea, scomunicando l’iconoclastia, venticinque anni dopo si diete il via all’inizio del grande scisma d’oriente ad opera di Fozio(tratteremo questa interessante parte in seguito).

    L’Iconoclastia in occidente diciamo che fu quasi inesistente, in quando solo alcuni vescovi erano contrari non all’immagine in se, ma alla loro venerazione, di fatto le decisioni del II concilio di Nicea furono accettate anche dalle chiese latine.

    Franco







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    00 24/09/2010 19:41
    Conosciamo meglio gli eretici - I CATARI

    Il conoscere meglio le varie sette eretiche, ne facilita la comprensione della loro storia nell’arco del tempo.
    Esaminiamo il “Modus Operandi” dei Catari.

    Catari - Diffusisi con sorprendente rapidità nel Mezzogiorno della Francia, nella regione di Alby (dove furono abbastanza potenti e presero il nome di Albigesi) e nell’Italia settentrionale (dove ebbero anche il nome di Patarini), i Catari (dal greco = puri, perfetti) costituirono tra i secoli XII la più pericolosa eresia non solo per la Chiesa ma anche per la società civile.

    Il catarismo era uno strano miscuglio, su un fondo decisamente manicheo, di tramontate eresie, come il docetismo e lo gnosticismo, e di religioni orientali. Secondo i catari più rigorosi, i due princìpi del bene e del male interna lotta nel mondo sono ugualmente eterni, onnipotenti, secondi i più mitigati, il principio del male è una creatura di Dio, un angelo decaduto, che vien chiamato Satana, Lucifero o Lucibello, e avrebbe creato il mondo visibile della materia in opposizione al mondo visibile della materia in opposizione al mondo invisibile degli spiriti buoni creato dal principio del bene.

    La creazione dell’uomo è opera del principio del male che riuscì a sedurre e a imprigionare nei corpi alcuni spiriti puri. Per salvare questi spiriti puri racchiusi nei corpi umani, Dio mandò la sua Parola, per mezzo di un messaggero, Gesù, che era un suo angelo fedele e che Dio, per questa accettazione redentrice, chiamò suo Figlio. Gesù discese sulla terra e per non avere alcun contatto con la materia prese un corpo apparente e visse e morì apparentemente come uomo.

    Gesù insegnò che la via della salvezza consiste nel rinunziare a tutto quello che ha sapore di carnale, se si vuole liberare lo spirito puro che è racchiuso o imprigionato dentro di noi. Perciò è peccato non solo il matrimonio ma anche l’uso dei cibi carnali, mentre l’ideale della santità sarebbe il suicidio come mezzo per sottrarsi volontariamente all’influenza del principio del male. Alla fine del mondo tutti gli spiriti saranno liberati e godranno la gioia eterna, e non ci sarà inferno per nessuno perché ognuno avrà raggiunto la salvezza attraverso le reincarnazioni(come si vede tale credenza influì anche i "cristiani") purificatrici.

    I seguaci del catarismo si distinguevano in puri o perfetti e in credenti. I puri o perfetti vivevano nel distacco assoluto dai beni terreni, in rigorosa ascesi, e evitavano qualsiasi contatto carnale, ("matrimonio è un lupanare” e fare figli significa procreare diavoli. “Pregate Dio che vi liberi dal demonio che avete nel seno” diceva un puritano della setta a una donna incinta ), i puri arrivavano a questo stato con un specie di sacramento, il consolamentum che consisteva nell’imposizione delle mani e del libro dei Vangeli. Un rituale cataro di Lione ci ha conservato i particolari di questo rito per i puri, la cerimonia iniziava col servitium, cioè con la confessione generale fatta da tutti i presenti, poi il candidato si metteva davanti a una tavola ove stava poggiato il Vangelo e rispondeva alle domande che gli rivolgeva il decano dei perfetti o puri, poi si passava al melioramentum, che consisteva nella confessione del confidato, dopo di che il decano gli consegnava il Vangelo. Decano e candidato recitavano una sequela di Pater.

    Di seguito veniva il consolamentum, che era un impegno da parte del candidato a rinunziare agli alimenti carnali, alla menzogna, al giuramento, alla lussuria. All’iniziato veniva imposta la veste nera della setta, che egli poteva sostituire con un cordone nero, in tempi di persecuzione. I credenti invece dovevano venerare gli eletti e nutrirli, non avevano obblighi dalle astinenze carnali, anzi venivano esortati al concubinato e alla sodomia, al posto del matrimonio, perché non avendo come fine la procreazione dei figli non prolungava l’opera di Satana, ai credenti, soltanto sul letto di morte, veniva dato il consolamentum che era come la loro rigenerazione. Il culto dei catari comprendeva, il pasto rituale, in cui un perfetto benediceva e spezzava il pane che veniva poi diviso tra i presenti, il melioramentum che si faceva ogni mese e consisteva in una confessione generale seguito da tre giorni di digiuno. Ogni cerimonia finiva col bacio di pace che i presenti si scambiavano sulle due guance.

    Il catarismo scomparve in seguito alla Santa Crociata contro gli Albigesi guidata da Simone di Monfort e conclusasi con la battaglia di Muret del 12 settembre 1213. L’inquisizione, creata nel 1184, fece il resto. Ma non bisogna dimenticare che ugualmente fanatici e violenti erano diventati i catari. Tra gli apostoli evangelizzatori dei paesi contaminati dal catarismo ricordiamo San Bernardo, il vescovo spagnolo Diego de Azvedo e l’ordine dei frati predicatori fondato da San Domenico di Guzman.

    Franco


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