00 25/02/2010 15:46

Non negli affari privati dei politici, non nella vita privata dei politici, ma là dove la politica non funziona e non garantisce sicurezza alla gente onesta:

Da “La Stampa” di oggi

Di per sé, un documento antimafia della Conferenza episcopale dei vescovi non sarebbe una grande novità. E’ dal 1989 che la denuncia del degrado imposto dalla criminalità organizzata nei territori che tiene stto controllo ha cessato di essere patrimonio di parroci e vescovi coraggiosi (alcuni dei quali ci hanno rimesso la vita), per trovare posto nei documenti dell’episcopato.
Ma il modo in cui la Cei ieri è tornata sull’argomento merita di essere analizzato anche per altre ragioni. Oltre a segnalare l’escalation e la trasformazione in potenza economica delle mafie, i vescovi dicono che le classi dirigenti del Sud sono inadeguate a contrastarle. ..

I vescovi lanciano l’allarme corruzione. Le collusioni, le attività illecite e il legamen tra mafia e politica paralizzano il sud. “La criminalità blocca l’economia e limita l’autorità dello Stato”, denuncia la Cei nel documento sul Mezzogiorno in lavorazione per quasi un anno e pubblicato in piena campagna elettorale nella settimana in cui il Papa ha riunito la Curia per gli esercizi spirituali della Quaresima.
Il Mezzogiorno “rischia di essere tagliato fuori dalla ridistribuzione delle risorse” per colpa dei clan e delle “classi dirigenti inadeguate”. La chiesa reclama interventi educativi (“Il mafioso non deve essere visto come modello da imitare”). Inoltre, non bisogna condannare i giovani alla precarietà”: “per crescere il sud ha bisogno di loro”. L’intreccio tra criminalità organizzata e politica impedisce ogni progresso: “Negli ultimi vent’ann la mafia ha messo radici in tutto il Paese”. Per il riscatto del sud “serve l’impegno dell’Italia intera”, spiega il segretario generale della Cei, Mariano Crociata, che martedì aveva richiamato anche gli amministratori delle diocesi alla correttezza e alla trasparenza. Il federalismo è un “fallimento” e una “sconfitta nazionale” se accentua le distanze, allontana il sud e lo taglia fuori dal Paese, avvertono i vescovi..
Ma anche il Mezzogiorno deve invertire la rotta. Non può essere un “collettore di voti” e per fronteggiare l’emergenza-immigrazione c’è urgenza di “nuove forme di solidarietà”. La politica, invece, usa il sud come bacino elettorale, poi trascura i “progetti di sviluppo”. Intanto in Italia è cresciuto l’egoismo e sono emersi fenomeni “inaccettabili” come il ruolo delle donne ai vertici dei clan. La tv non ha portato modernità e la figura femminile è più che mai vittima del familismo….



Vi sembra giusto che la Cei si sia fatta sentire nelle questioni politiche come in questo caso?


Ely