00 28/09/2010 22:08
Riprendiamo qui la discussione iniziata nell’altro treaht.

Flabot dice.

E io te lo spiego, cosa ci entra.

La famosa frase del matematico che insegna due più due è uguale a quattro, e questo accade pure se lui è un pedofilo, è correttissima se presa da sola, ma se si vuole con questo fare il parallellismo che pure un prete stupratore se predica bene, quello che insegna è giusto nonostante tutto, allora no non ci stò, e mi ritengo in diritto di urlarlo a piena voce



Ora c’è da fare un distinguo, tra ciò che “l’insegnamento” da ciò che è la “condotta”, se diciamo un “criminale” così mettiamo dentro un po’ tutti, dice che due più due fa quattro, dice il vero anche se è un criminale, un prete “criminale” dice che colui il quale abusa una persona commette un reato, anche lui dice il vero, come un giudice”criminale” il quale condanna chi ruba a due anni di carcere perché questa è la pena, dice il vero.

Ora sotto l’aspetto “legale” tutti e tre hanno detto il vero, quindi il loro operato in quanto tale non può essere condannato, anche se “criminali”.

Altro discorso è se “moralmente” sia giusto che tali persone operino in tal senso, allora sia il matematico che il prete e il giudice a causa della loro condizione di onorabilità sia più giustificata la loro astensione dai loro atti, perché incompatibili con la loro “moralità” ma non per l’insegnamento, poiché il medesimo non dipende dalla condotta ma bensì dalla scienza e conoscenza.

Che in ultimo il grado morale di gravità dipenda dal ruolo che si svolge possiamo essere d’accordo, perché il grado di gravità(non la gravità del reato il quale rimane sempre grave) di un matematico/pedofilo è senza dubbio minore rispetto a quella di un giudice, quella di un prete risulta essere più grave in quanto persona atta ad insegnare i valori morali, quei valori i quali sono veri quando li afferma, ma gli stessi valori vengono “mutilati” dalla sua mancanza dei medesimi.

Franco
[Modificato da francocoladarci 28/09/2010 22:10]

“Quando si vuol cercare la verità su una questione
bisogna cominciare col il dubbio.
(S. Tommaso d’Aquino)”

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