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"Viaggiando" nella Bibbia..cosa si "Scopre"?..cosa dicono gli Esegeti?

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2013 17:09
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[SM=g6198] [SM=g6198] CAP. X (terza parte) [SM=g6198] [SM=g6198]



riassunto dell' Antico Testamento:
i Salmi «verso la certezza, camminando nella storia»





7. La più grande difficoltà e la più importante esigenza per la interpretazione dei Salmi



La principale difficoltà nella recita dei Salmi, origine di tutte le altre già dette, è la seguente:
i Salmi, per le ragioni che abbiamo visto, restano fuori del nostro campo di interesse.

Sembra che non abbiano niente da dirci sulla nostra vita:
problemi differenti, linguaggio differente, cultura differente, situazione differente, storia differente.

Senza contatto di affinità sul piano della vita, ogni discussione, ogni spiegazione dei Salmi cade nel vuoto e non rappresenta per noi un valore autentico né richiama il nostro vero interesse.

Non accendono in noi una luce.

Ci lasciano al buio a rispetto di noi stessi, dal momento che non parlano di noi e, di conseguenza, ci lasciano all'oscuro anche su Dio, che parla per mezzo di loro.

Ma la difficoltà nasce da un equivoco.

Anzitutto ci è mancato un sufficiente approfondimento della nostra vita e perciò non riusciamo a coglierne la vibrazione presente nei Salmi.

Inoltre, non abbiamo approfondito abbastanza la conoscenza dei Salmi, per cui non vi scopriamo la nostra vita umana, unica fonte da cui scaturiscono tutte quelle preghiere.

Se scavassimo in profondità, sia nei Salmi come nella nostra vita, ci renderemmo conto che si tratta di vasi comunicanti la cui base è comune: l'uomo che cerca il senso della vita, l'uomo che si confronta con il problema dell'Assoluto, riflesso nei mille problemi del suo quotidiano.

Non riuscirà a raggiungere la radice dei Salmi, non riuscirà a pregare con i Salmi chi, allo stesso tempo, non prende coscienza che anche lui, dentro di sé, incontra la stessa radice.

Benché ci siano estranei, i Salmi sono nati dalle mille situazioni esistenziali, che oggi potrebbero essere la nostra:

allegria, gratitudine, tristezza, angoscia, disperazione, frustrazione, abbandono, sconfitta, vittoria, dubbio, crisi, pace, guerra, incomprensione, fedeltà, amicizia, tradimento, malattia, vecchiaia, persecuzione, ingiustizia, oppressione, esperienza di apparente contraddizione e assurdo della vita.

Chi non è passato attraverso situazioni del genere, non potrà davvero capire i Salmi e, difficilmente, arriverà a fame la sua preghiera.

Per cui, l'esigenza principale per una buona interpretazione dei Salmi è l'esperienza della propria vita, in tutta la sua ampiezza e profondità, con tutti i problemi e sentimenti che ne derivano.

È il ponte che ci unisce, nel tempo e nello spazio, all'autore dei Salmi.

Solo allora, i Salmi diventeranno per noi espressione autentica della nostra vita.
Riacquisteranno oggi, per noi, tutta la forza di una espressione umana che si rivolge a Dio.

Diventeranno capaci anche di ispirarci nuove preghiere, vigorose e sincere, per sostenerci nell'ascensione progressiva che riporta l’uomo a Dio, in una incessante ricerca di Pace:
«Pace, è tutto quanto desidero!» (Sal. 119).







8. I Salmi: espressione della ricerca di Dio nella vita


Oggi sembra proprio che per molti non ci sia più posto per Dio.

Non sanno che farsene di Lui, nella vita.

Credono che esiste.
Niente altro.
Non sanno bene a che serve.

Il problema non è tanto che Dio esista o no, ma:
«Che senso ha Dio nella vita?»

Leggendo la Bibbia ci imbattiamo nello stesso problema.

Si crede all'esistenza di Dio, ma si vuol sapere dove incontrarlo e si mette in dubbio la sua presenza salvifica:
«Signore, possibile che tu non ti ricordi mai più di me?

Quando sentirò di nuovo su di me la dolcezza del tuo sguardo?» (Sal. 12. 2).

«Oggi tu ci rigetti e ci svergogni!...

Sì, hai venduto a poco prezzo il tuo popolo, senza neppure interessarti del guadagno» (Sal. 43, lO.13).

Lo stato di abbandono in cui a volte eravamo ridotti era una prova dell'assenza di Dio e un motivo di orribili crisi di fede:
«Oltre ad essere schiacciato dal peso della tristezza, devo anche sentire gli insulti di chi mi provoca tutto il giorno, dicendomi:
'Dov'è il tuo Dio?'» (Sal. 41, 11).

Le mamme, al giorno d'oggi si lamentano:
«Non so più cosa dire ai miei figli a riguardo di Dio».

«Dov'è dunque il vostro Dio?» (Sal. 41; 4.11; 78.10; 113, lO).

La domanda ritorna sempre e non ha risposta, come non l'aveva per gli ebrei.

Avere un Dio e non poterlo chiamare per testimone è senza dubbio scomodo e spinge alla ribellione.

Che razza di Dio è mai questo?
Era il loro problema, ed è anche il nostro.

La Bibbia non è altro che una risposta viva alla problematica che, in ultima analisi, è la stessa dell'uomo moderno.

Oggi, molti prescindono dal problema teorico, ma si pongono il problema pratico:
Che senso ha Dio nella mia vita?

Visto che il concetto di Dio, come l'hanno ereditato dal passato, non offre più, secondo loro, nessuna risposta sostanziale per l'esistenza,
oggi Dio viene messo da parte, come qualcosa che non interessa, come 'oppio', come contrario al progresso, come causa di alienazione, come una cosa che non ha più senso di esistere:
Dio è morto (per loro).

Viva l'uomo.

Il problema è vecchio, anche se è sempre nuovo:
«Che c'entra Dio con tutto questo, ammesso che sappia quello che ci succede?» (Sal. 72, 11).

Molta gente ha tirato la conclusione:
«Dio non esiste» (Sal. 13, 1) perciò «Spezziamo le catene con cui ci lega, e liberiamoci dal peso del suo dominio» (Sal. 2, 3).

Chi può vincerci?

Siamo superiori con le nostre parole inganniamo tutti (Sal. 11, 5). «Ognuno viva per sé e si arrangi come meglio può».

Di fatto tolto di mezzo Dio la vita sembra più facile.

L'uomo si sbarazza di una inutile angustia ed è più libero di progredire e di crescere:
«Ecco come vive la gente senza Dio:
tranquilla e felice aumentando sempre più il capitale» (Sal. 72, 12) mentre, chi porta il peso del problema di Dio sembra infelice.

Bisogna avere molta fede per resistere alla tentazione di lasciare tutto:
«alla fine, che mi vale vivere onestamente?

A che mi serve conservar pulite le mani?

Solo a ricevere insulti, dalla mattina alla sera, e ad essere sempre condannato?

Molte volte, sono arrivato al punto di dire:
la faccio finita, seguirò l'esempio dei senza Dio» (Sal. 72, 13-15).

Ma sempre qualcosa diceva all'uomo che una simile decisione non avrebbe risolto niente.

Sarebbe stata solo una fuga:
«Dire così, sarebbe farla finita con te, Signore, e rinnegare la fede dei miei fratelli» (Sal. 72, 15).

Allora egli sceglie di portare il peso della contraddizione di Dio.
Non accetta di condurre una vita più facile e più conforme ai criteri della maggioranza.

Perché, allora?

Il fatto è che questo strano Dio è coinvolto nella vita umana.

Senza di Lui la vita non ha senso:
«Lontano da Te, è impossibile la vita!

Esserti infedele è incominciare a morire.

La felicità io la trovo soltanto se cammino verso il Signore.
La sicurezza della mia vita è Dio, per sempre!» (Sal. 72, 27 -28).
È il problema della sicurezza che tutti cerchiamo, durante tutta la vita.

L'autore del salmo sembra avere incontrato una sicurezza così grande che è capace di vivere tranquillo e sereno in mezzo all'insicurezza ed alle incertezze della vita.

«Possono assalire il mio corpo e farmi anche a pezzi il cuore.

La mia vita ha un altro fondamento.

Il futuro che mi aspetta è Dio eterno» (Sal. 72, 26).

Dio, fondamento e futuro della vita, è capace di darci una indipendenza, una fermezza, una libertà e una sicurezza tali, come di rado si incontrano, ma che, in fondo, sono il desiderio concreto e il supremo ideale di tutti.

Un Dio di questo genere ha davvero qualcosa di comune con la vita dell'uomo.

L'umanità, il realismo e la testimonianza della vita, che traspaiono dai Salmi, confermano che questo Dio non è frutto di autosuggestione, ma è una realtà gratuita, per il bene dell'uomo, Credere in questo Dio porta l'uomo a essere più uomo.

Nel suo cuore sbocciano grandi virtù, quando l'uomo si incontra con questo Dio:

1/ coraggio di vivere: «La mia vita ha il suo
fondamento nel Signore.
Chi potrà scuotermi?

Anche se venisse un esercito contro di me, non avrò paura.
Anche se mi sfideranno a battaglia, non cesserò di sperare» (Sal. 26, 1-3).
Così dice l'uomo maturo, che sa quello che vuole.
Ha trovato la sua sicurezza in Dio.



2/ Tranquillità da fare invidia:
(La gioia che ha invaso il mio cuore è più grande della loro, in mezzo a tante ricchezze.

Tranquillamente vado a dormire e subito mi addormento, perché la pace del mio cuore viene da Te solo, Signore!» (Sal. 4, 8-9).



3/ Nitida percezione delle esigenze della giustizia.
«Chi può avvicinarsi davvero a questo Dio?

Che si esige per vivere alla sua santa presenza?
Le mani pure e il cuore innocente, non attaccarsi alle apparenze, non giurare il falso.

Chi vive in questo modo, avrà la benedizione del Signore».

«Signore, chi potrà ospitarsi nella tua casa?

Chi cammina nell'integrità, realizza la giustizia, dice la verità, non calunnia, non nuoce al suo prossimo, non offende il vicino, disprezza quello che Dio disprezza e stima quelli che amano Dio, giura e non si ritratta, anche se gliene viene danno, non impresta denaro ad usura, non si fa corrompere a danno dell'innocente» (Sal. 14).



4/ Coraggio per denunciare le ingiustizie dei potenti:
«Capi del popolo!
È proprio giusto quello che fate?

State davvero governando gli uomini con rettitudine?
Mi pare proprio di no...

Con malizia preparate i vostri piani, e fate pesare sulla terra la violenza delle vostre mani» (Sal. 57, 2-3).



5/ Chiara percezione della giustizia di Dio, che ispira fiducia sulla sorte di coloro che soffrono ingiustizia:
(Stiano tranquilli i giusti, la giustizia sarà vendicata, i colpevoli pagheranno le opere loro.

E tutti diranno:
Sì, la giustizia non rimarrà senza ricompensa, perché c'è un Dio che giudica gli uomini». (Sal. 57, 11-12).



6/ Rigetto di una religione fatta solo di riti e di norme, senza contenuto:
«A che ti serve ripetere come un pappagallo tutti i miei comandamenti e parlare di religione il giorno intero?

Tu che non hai preso la responsabilità del tuo impegno di vita e hai messo da parte i miei appelli?» (Sal. 49, 16-17).

Conoscere questo Dio e convivere con Lui è il dono più prezioso che un uomo possa ricevere:
«La tua amicizia mi è più cara della mia stessa vita» (Sal. 62, 4), giacché a causa del contatto con questo Dio, l'uomo ha incominciato a svegliarsi ai veri valori della vita.

È risorto alla gioia di una nuova speranza, ed ha attinto alla fonte nascosta da cui sgorga incessantemente la vera preghiera, con inni, cantici, ringraziamenti, lodi, suppliche.

Si capisce allora il grido:
«Che cosa può bastarmi, sia in cielo che in terra, se sto lontano da Te, Signore?» (Sal. 72, 25).

Il pernio della sua vita è il costante camminare verso questo Dio:
«La felicità, io la trovo camminando sempre verso il Signore» Tutto quanto un uomo fa, in questo senso, risponde ad un appello, che nasce dal più profondo dell'essere:
«Dentro di me una voce mi diceva:
continua a cercare la presenza di Dio.

Per questo vado in cerca di te, Signore, non ti nascondere alla mia ricerca» (Sal. 26, 8-9). Seguire questa voce porta l'uomo là, dove neppure lui può pensare, né prevedere.

Dio è sempre una sorpresa e un imprevisto.

L'immediata conseguenza della sua venuta, è sempre la tenebra.

Cresce e progredisce solo chi ha il coraggio di accettare nella sua vita questo Dio, senza venir meno, nella ferma fiducia che Lui è più forte di qualunque crisi, è capace di sostenerlo e di fargli vincere le difficoltà:
«Grande è la mia fiducia nel Signore; da lui aspetto una parola amica» (Sal.129).

«Ah! Se non avessi la certezza assoluta di arrivare a gustare, un giorno, la bontà del Signore nella terra dei viventi...» (Sal. 26, 13).

Quando tutto crolla, resta solo il sostegno di Dio, che sta con noi, adesso invisibile, ma davvero presente:
«Sei il mio sostegno, Signore, l'unica parte che mi resta nella vita» (Sal.141, 6).

Con questa certezza, l'uomo cammina, dando tempo al tempo, sperando di sentire di nuovo, un giorno, la voce del suo Dio.

Mentre dura la crisi, il suo atteggiamento è quello espresso nel Sal. 62: «Mi aggrappo a te, Signore, e tu mi tieni saldo con le tue mani» (Sal. 62, 9).

L'uomo sa e conosce la legge della vita:
«chi cammina, piange mentre semina la sua semente.

Quando ritorna, tornerà cantando, col carico del suo frumento» (Sal. 125, 6).

Chi non cammina non si accorge di nulla.

Camminando verso la certezza, immersi nella storia, ci si accorge, alla luce di Dio, che tutte le cose sono relative, tutte le forme di vita, le incertezze, i limiti e le insicurezze.

Con questo, l'uomo è capace di lasciare ogni falso sostegno, ogni certezza fallace, e si sveglia ai veri valori, e cerca il suo appoggio e la sua sicurezza nel fondamento e nel futuro della sua vita, che è Dio.

Chi ha provato questo fondamento e questo futuro, ha trovato la vera pace, la pace di Dio, e può dire:
«dentro di me si è fatta una grande pace.

La pace e la serenità sono venute per rimanere.

Come il bambino dopo la poppata:
dorme tranquillo, tra le braccia della mamma» (Sal: 130).
Questo ci dicono' i Salmi, su Dio e su noi stessi.

Toccano il fondo della problematica umana.

Se ben tradotti, possono davvero essere usati come espressione concreta della nostra speranza.

Ci possono perfino aiutare a svegliarci a certi aspetti della vita, ai quali ancora non diamo sufficiente attenzione:



9. Il materiale per l'orazione

Dove trovare il materiale per pregare?

Una sola parola dice tutto:
la vita, la vita che viviamo.

Per gli autori dei Salmi le cose della vita servono da svegliarini.

Vedendo e vivendo la vita, si ricordano di un'altra cosa.

Si ricordano di Qualcuno, che è più grande di tutti:
Dio.

Per loro, la vita, con tutte le cose belle e tristi, la natura, con tutte le sue meraviglie e le sue minacce, la storia e la vita, con tutte le loro peripezie, insomma tutto quello che ti fa ridere e piangere, tutto è diventato trasparente come cristallo, capace di svelarti e ricordarti Dio, tuo amico, che ti chiama, ti interroga, ti incoraggia e ti critica.

Quasi senza saperlo, le cose della vita diventano per loro il materiale e l'argomento di una conversazione, bisbigliata all'orecchio di Dio, l'amico.

Così sono nati i Salmi.

Sono sbocciati dalla vita con Dio.

Se non legassimo tutte le cose alla vita, il discorso sui Salmi sarebbe inutile.

Sarebbe come installare una bellissima televisione, senza legarla alla presa di corrente.

Non serve a niente, sarà un mobile per abbellire la casa;
ma la televisione non è nata per questo.

I Salmi sono serviti per documentare come pregavano un tempo, ma non furono ispirati per essere catalogati nell'archivio.

Furono ispirati, per pregare e per suscitare la preghiera



SEGUE..



Una stretta di [SM=g1902224]



Pierino




[Modificato da mlp-plp 05/11/2009 14:52]
contatto skype: missoltino 1
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