Benvenuti nel forum

Lo scopo di questo forum
è di dare a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione
su ogni argomento dello scibile umano
rimanendo nel rispetto di OGNI
membro che lo compone.
L'apologia della propria religione è consentita.
Ci aspettiamo da ogni utente che si iscriverà qui,
la propria presentazione nell'apposita sezione
e l'estensione del proprio cordiale saluto a tutti gli iscritti
i quali sono invitati ad accoglierlo altrettanto cordialmente





Nuova Discussione
Rispondi
 

"Viaggiando" nella Bibbia..cosa si "Scopre"?..cosa dicono gli Esegeti?

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2013 17:09
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 3.408
Post: 2.407
Registrato il: 31/05/2007
Registrato il: 03/08/2007
Sesso: Maschile
Utente Master
Amministratore
22/11/2009 11:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota





[SM=g6198] [SM=g6198] CAP. XI (prima parte) [SM=g6198] [SM=g6198]

origine dei quattro vangeli:
dal «vangelo» ai quattro «vangeli»





1. A che serve indagare sull'origine dei Vangeli?


Se apro un comune dizionario linguistico, che corre nelle mani del popolo e ne riflette la mentalità, alla voce «Vangelo» leggo più o meno così:
1/ dottrina di Cristo;
2/ ciascuno del quattro libri principali del Nuovo Testamento;
3/ passi del libro che si legge durante la celebrazione della Messa;
4/ cose che si ritengono vere;
5/ insieme di precetti che regolano la vita di una setta.

Secondo ciascuna di queste definizioni, la parola V angelo significa, o può significare:

dottrina, libro, cerimonia o rito, verità, codice morale.

Quale delle cinque definizioni, è quella giusta?
Inoltre siamo soliti identificare il Vangelo con la vita di Gesù, e in questo caso Vangelo è sinonimo di Storia, in quanto ci dà le notizie sulla vita di Gesù, sulle cose che Egli disse e fece.

Perché tanta differenza?
A causa dei Vangeli o del nostro modo di vedere?
I primi cristiani pensavano proprio così?
Facevano anche loro la stessa confusione che facciamo noi?

Di fatto, è molto differente, nella pratica della vita, considerare i Vangeli solo come libri o come semplice storia, come norma morale di vita, o come criterio di verità, o come teste di dottrina;
oppure come una semplice lettura, da farsi durante la cerimonia della messa.

Saranno, invece, un'altra cosa ancora, che sta alla radice di tutti i differenti aspetti enumerati sopra, e da cui derivano e prendono la vita?

Per questa ragione, sarà molto utile investigare liberamente come sono nati i Vangeli, quale fu la loro origine.

Noi passiamo sopra a molte cose, che sono scritte nei Vangeli, proprio perché non abbiamo occhi per vedere.

Quando conosceremo meglio come nacquero i Vangeli, saremo in grado di scoprire e correggere il nostro sbaglio.

Sarà una ricchezza in più, per la nostra vita.
oggi.





2. Alcune domande la cui risposta rivela un'altra mentalità


Elenchiamo una serie di domande, le cui risposte devono essere cercate nei Vangeli;
il risultato della ricerca sarà impressionante:

nessuna domanda troverà una risposta sicura.

E’difficile che i quattro Vangeli si mettano d'accordo su uno stesso argomento.

1. Quanti anni durò la vita apostolica di Gesù, dal battesimo di Giovanni Battista in poi?

2. Quali furono le precise parole della consacrazione del vino, usate nell'ultima cena?

3. A chi apparve, per primo, Gesù dopo la sua risurrezione, e dove apparve?

4. Quali furono le parole del centurione, ai piedi della croce, dopo la morte di Gesù?

5. Quale fu l'itinerario seguito da Gesù, nei suoi viaggi attraverso la Palestina?

6. Quante beatitudini Gesù proclamò, all'inizio del Discorso della Montagna?

7. Quanti giorni Gesù visse sulla terra dalla risurrezione all'ascensione?

Le risposte devono essere cercate simultaneamente nei quattro Vangeli.

Chi si metterà al lavoro, scoprirà che, secondo quanto dice l'evangelista, la vita apostolica durò meno di un anno, più di due anni, e fino a tre anni.

Vedrà che Matteo dice una cosa e Marco un'altra, che Luca dice questo e Giovanni quello.

Si accorgerà che, a rispetto di certe questioni, solo uno o due, dei quattro, sanno dirci qualcosa.

Ci rimane, pertanto, un certo dubbio sugli argomenti più importanti parole dell'ultima cena.

Padre Nostro, durata della vita di Gesù, itinerario dei viaggi, apparizioni, discorsi, fatti e miracoli.

Tutto ciò dà l'impressione che i quattro evangelisti non si interessassero delle stesse cose che interessano a noi.

Sembra che non importasse loro di tramandarci una descrizione minuziosa ed esatta delle cose, altrimenti non ci sarebbe una così grande divergenza in materia tanto importante.


Quando scrivevano i fatti della vita di Gesù, lo facevano con una mentalità molto differente da quella che abbiamo noi quando leggiamo i Vangeli.

Per questo non scopriamo, fino in fondo, il messaggio che gli evangelisti racchiusero nel testo, perché non ci mettiamo dallo stesso punto di vista loro, rispetto al contenuto dei Vangeli.





3. Paragone che ci mostra un'altra dimensione, nei quattro evangelisti


I Vangeli furono scritti molto tempo dopo le lettere di Paolo.

Per capire bene uno scritto, bisogna avere una certa familiarità con l'ambiente che lo ha generato.

L'ambiente da cui nacquero i quattro Vangeli è quello stesso delle lettere di Paolo, cioè l'ambiente delle comunità piene di fervore, formate dai cristiani che vivevano nella Palestina, nell'Asia Minore, nella Grecia e nell'Italia.

Più o meno come succede alla musica popolare:
per capire bene una certa musica, bisogna conoscerne il popolo, l'epoca, e la regione d'origine.

Vogliamo parlare proprio di questo.
Il grafico vuol stabilire un paragone tra le lettere di Paolo e i quattro Vangeli.

Si vede bene che le cose hanno subìto una certa evoluzione:

Le lettere di Paolo focalizzano soprattutto il «mistero pasquale», cioè gli avvenimenti della passione, morte e resurrezione di Gesù.

Parlano di Gesù e del Vangelo, quasi ad ogni pagina.

Poco dicono, però, di quello che Gesù visse, prima della sua passione, morte e resurrezione.

Parlano di Gesù, come di Qualcuno che sta in mezzo ai fedeli, come di Qualcuno che vive.

Questa presenza viva e attuante di Cristo in mezzo alla comunità è per loro il «Vangelo», la grande «Buona Notizia».

II fondamento della sua presenza è la passione, morte, e resurrezione.

II Vangelo di Marco, per esempio, si interessa soltanto di quello che è successo a Gesù prima della passione, perché comincia con la narrazione dal battesimo di Giovanni Battista, il che vuol dire, dall'inizio della vita apostolica di Gesù.

I vangeli di Matteo e Luca, scritti dopo quello di Marco, allargano il loro campo d'interesse e cominciano dall'infanzia e dalla nascita di Gesù.

II vangelo di Giovanni, l'ultimo di tutti risale alle origini del mondo, e si apre con la frase: «In principio era il Verbo...
(Gv. 1, 1).

Questo verbo di Dio è Gesù Cristo, che si fece carne» (Gv. 1, 14).

Pertanto, man mano che andiamo verso il futuro, l'interesse per Gesù Cristo si spinge sempre più dentro il passato.

Ne deriva una conclusione:
la radice dell'interesse degli evangelisti non fu la dottrina, né la storia, né la verità, né la morale, né la redazione del libro, né la cerimonia, ma la persona di Gesù risuscitato, vivo in mezzo a loro.

Per i primi cristiani, Cristo non è Qualcuno che è morto, è risuscitato e poi se ne è andato in cielo.

I primi cristiani, quando parlavano di Cristo, non pensavano al passato.

Per loro Cristo era presente, stava lì con loro, nella loro vita, vivo come loro erano vivi, grazie alla forza di Lui.

L'interesse fondamentale si fermava qui:
in questa presenza amica di Cristo nella vita: «Per me vivere è Cristo» (Fil.1, 21).

Se poi, nei Vangeli scritti, cercavano di informarsi sulle cose, sui fatti, sui discorsi, sugli avvenimenti del passato, era solo per approfondire attraverso queste notizie la conoscenza di Cristo, vivo in mezzo a loro.

Lo stesso succede quando si fa amicizia con qualcuno.
Quello che ci interessa è la persona dell'Altro.

Ma, col crescere dell'amicizia, cresce anche il desiderio di conoscere meglio l'amico.

Ed allora, è molto naturale che si entri in contatto con la sua famiglia, con i suoi genitori, che si cerchi di sapere come viveva, che studi ha fatto, quale sia stata la sua infanzia.

Tutto questo, però, ha un solo scopo:
conoscere meglio l'amico, le sue esigenze, le sue aspirazioni, per rendere più intensa l'amicizia con lui, 'oggi'.

Perciò le lettere di san Paolo e gli Atti degli Apostoli, che ci tramandano il modo di vivere dei primi cristiani, nei primi tempi, rispetto a Cristo, ci dicono che si polarizzavano in Cristo e nella sua presenza, viva in mezzo a loro.

Per loro era sufficiente questa presenza viva e amica, che conquistava il cuore di tutti.

Era la Buona Novella, il Vangelo.

Mano a mano, però, che l'esperienza di fede in Cristo si faceva più profonda, vollero sapere di più su di lui e incominciarono a ricercare, nel passato, quello che lui aveva detto, aveva fatto e insegnato.

Erano spinti a farlo dalle difficoltà della vita cristiana, dal momento che l'incontro con Cristo vivo aveva imposto alla vita una nuova direzione, trasformando tutto e provocando in loro una vera e propria 'conversione'.

Avevano bisogno di sapere come comportarsi nella vita nuova.

Incominciarono allora a spingersi nel passato di Cristo, non a causa del passato in se stesso, ma a causa del presente, in cui si scontravano con tante difficoltà e condividevano la vita con Cristo.

Era il bisogno di sapere meglio che cosa Cristo volesse, chi fosse, da dove venisse e che cosa promettesse.

Questa indagine sul passato ebbe il suo momento alto nel vangelo di san Giovanni, che andò a ritroso, fino a prima della creazione del mondo (Gv. 1, 1), illuminando il significato di quel Gesù, vivo in mezzo a loro, non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini e per l'universo intero.

Chi si mette a leggere i Vangeli, con il solo scopo di trovarvi storia, dottrina, verità, morale e alcuni elementi per le cerimonie, non li sta leggendo con la stessa ottica con cui furono scritti.

La lettura dei vangeli esige, in coloro che li leggono, una disposizione fondamentale:
la convinzione dell'amicizia con Cristo vivo, oggi, in pieno secolo XXI. Per conoscere questo Cristo, per sapere che cosa lui vuole da me, ho bisogno di leggere i Vangeli.

Il Vangelo, o «Buona Notizia», non è anzitutto dottrina, non è cerimonia, non è un libro, non è morale, non è storia, non è un insieme di verità, ma è Qualcuno:
Gesù Cristo; «per me, vivere è' Cristo», questa è la radice, il resto è ramo e fiore.

Senza la radice, tutto il resto secca e imputridisce.

Ma, anche una radice senza ramo e senza fiore, non esiste!

La dottrina ha senso solo in rapporto con la persona di Cristo, da cui è nata.
Altrimenti, diventa un insieme astratto di verità, imparate a memoria, senza sapere a che servano.

La morale cristiana ha senso ed è cristiana, solo se sta in rapporto con questo amico, vivo e presente nella nostra vita.

Altrimenti, diventa un insieme di odiosi precetti.

Perché si è impegnato con Cristo, il cristiano compie il suo dovere.

La storia suscita interesse solo quando parla di un amico.

Chi si interessa, per esempio, di insegnare a tutti la storia di Giulio Cesare?

La cerimonia ha senso, solo se siamo amici di quella persona.

Non si festeggia il compleanno di uno sconosciuto.

Ma, se si tratta di un amico, non manca nessuno.

Il libro ha senso, solo se parla di una persona conosciuta.

Non si conservano fotografie di uno sconosciuto.

Infine la verità interessa soltanto quando mi rivela qualche cosa che si riferisce a un amico.
Conferma l'amicizia che ci lega.

La radice e il tronco da cui deriva tutto il resto, è la persona di Gesù Cristo.
L'interesse lo provoca lui.

Soltanto la persona è capace di portare alla conversione ed alla trasformazione, non la dottrina astratta.

Il Vangelo, prima ancora di essere un libro scritto, è una realtà viva e personale.

Gli scritti di Matteo, Marco, Luca e Giovanni si propongono soltanto di illuminare il Vangelo vivente.

Se il Vangelo non è vivo nella vita, a poco o niente servono i quattro vangeli.

Sarebbero come le corde della chitarra senza la cassa di risonanza, come la carta geografica che segnasse i contorni di una regione inesistente.

Sarebbero una cosa fittizia.

Forse, sta proprio qui la ragione dell'attuale crisi:
ci manca l’esperienza della radice; insistiamo troppo sui rami, dei quali non si vede chiaro il punto d'innesto sulla radice.

Una 'notizia' diventa 'buona', quando corrisponde ad una speranza, viva dentro di noi.

Chi ha tutto, chi non ha bisogno di niente, chi è pienamente soddisfatto, per costui nessuna notizia è buona, perché non aspetta più nulla.

Non è capace di vibrare con niente.

Forse il fatto di vivere tranquilli e accomodati, in una religione che ci va a genio, pensando che va tutto bene, è proprio la causa per cui la 'notizia' di Cristo, vivo tra noi, non è più, per noi, la «buona notizia».

Anzi, diventa 'scomoda', perché mette in evidenza, deficienze e limitazioni nella vita personale e sociale, che preferiremmo ignorare.

In questo caso, la «Buona Nuova» si rivolta contro di noi e diventa causa di giudizio, come lo fu per i Farisei (cf. Gv. 3, 19, 21).



SEGUE..



Una stretta di [SM=g1902224]


Pierino




contatto skype: missoltino 1
I nostri amici





Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:12. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
Horloge pour site Orologio per sito